Creato da albert.z il 31/08/2006
Proposte contro gli sprechi e i privilegi delle caste
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CHIEDO LA MODIFICA DELL' ART. 138
Oltre alle modifiche della Costituzione in base all'art. 138, chiedo che la Costituzione possa essere modificata su iniziativa popolare. a) Iniziativa popolare per la revisione totale della Costituzione: 500.000 aventi diritto di voto possono proporre la revisione totale della Costituzione. Tale proposta va sottoposta al Popolo per approvazione entro 18 mesi dalla pubblicazione ufficiale della iniziativa. b) Iniziativa popolare per la revisione parziale della Costituzione: 250.000 cittadini aventi diritto di voto possono chiedere la revisione parziale della Costituzione. Tale proposta se è già elaborata in articoli chiari e completi deve essere sottoposta al Popolo per l'approvazione entro 18 mesi dalla pubblicazione ufficiale della relativa iniziativa. c) L’iniziativa popolare per la revisione parziale della Costituzione può essere formulata come proposta generica o progetto elaborato. Se l’iniziativa viola disposizioni cogenti del diritto internazionale, il Parlamento dichiara nulla la parte che contrasta le norme in vigore. d) Se il Parlamento condivide un’iniziativa presentata in forma di proposta generica, il Parlamento elabora la revisione parziale nel senso dell’iniziativa e la sottopone al voto del Popolo. e) Se il Parlamento respinge l’iniziativa, la sottopone obbligatoriamente al Popolo entro 18 mesi dalla pubblicazione. Se il Popolo approva l’iniziativa, il Parlamento elabora il progetto proposto nell'iniziativa. f) L’iniziativa presentata in forma di progetto elaborato è sottoposta al voto del Popolo, per la decisione definitiva, mediante referendum senza quorum.
Voterò solo per il Movimento, o partito, che farà sua questa proposta di modifica.
Costituzione svizzera, art. 138, 139, 140 e 141 :
https://www.facebook.com/notes/alberto-zennaro/la-costituzione-svizzera-realizza-la-sovranita-del-popolo/10151876375094241
FIRMATE E FATE FIRMARE PER LA SOVRANITA' VERA:
http://www.change.org/it/petizioni/regole-e-vincoli-in-costituzione
Per la DEMOCRAZIA E LA GIUSTIZIA:
https://www.change.org/it/petizioni/democrazia-e-giustizia-1-leggi-di-iniziativa-popolare-con-obbligo-del-referendum-2-abolire-la-prescrizione-dei-reati
PROPOSTE DI RIFORME
1) Elezione di un'Assemblea Costituente, i cui partecipanti rinunceranno a candidarsi al Parlamento, per evitare di scrivere regole favorevoli ai politici e dannose per i cittadini. In alternativa chiedo che si scriva in Costituzione il seguente art. : 250.000 cittadini, con i diritti civili, possono presentare modifiche parziali, 500.000 cittadini possono presentare una nuova Costituzione, ed il Parlamento o l'accetta o è obbligato a indire un referendum entro 18 mesi dalla pubblicazione del progetto di modifica costituzionale.
2) Impedire ai vari Consigli Regionali, Provinciali, Comunali, di decidere il numero dei consiglieri, degli assessori, di decidere l'istituzione di Enti, di commissioni, di decidere le consulenze, senza aver avuto la preventiva autorizzazione del Senato o della Corte dei Conti. Stipendi sotto il controllo della Corte dei Conti, sganciati da quelli dei magistrati, con rapporto massimo di 8 volte tra stipendio massimo di una carica politica e quello di un semplice dipendente pubblico al livello più basso. Il parlamentare può arrivare a 7 volte, i ministri a 8 volte ed il Presidente della Repubblica a 9 volte lo stipendio di un dipendente pubblico al livello più basso. I politici regionali possono arrivare ad un massimo di 5 volte per i consiglieri regionali e 4,5 volte per i componenti della giunta e per presidente della giunta e presidente del Consiglio regionale.
3) Divieto assoluto di spendere denaro pubblico, per cose, o servizi, fuori della competenza dei singoli enti pubblici. Divieto di decidere spese senza la copertura finanziaria o senza imporre tasse allo scopo.
4) Elezioni con il sistema proporzionale con premio di maggioranza; con scalino di ingresso del 3% e scelta dei candidati da parte dei cittadini.
5) Riduzione del numero dei deputati e senatori : dalla prossima legislatura, non più di 100 senatori e 400 deputati. Pensione come tutti i cittadini.
6) Ridurre le spese, almeno del 50% per la presidenza della Repubblica, e per tutte le Assemblee elettive.
7) Il Parlamento, Camera e Senato elegge il Presidente della Repubblica; La Camera dei deputati elegge il Presidente del Consiglio ed elegge i Ministri. Il Presidente del Consiglio coordina l'attività del Governo.
8) Deputati e senatori non devono fare più di tre legislature. Complessivamente non si può essere eletti, nelle varie assemblee, comprese quelle locali, per oltre 20 anni.
9) Gli ex presidenti della Repubblica, dopo il mandato di 7 anni, rientrano in Parlamento solo fino alla scadenza della legislatura. Poi, per essere rieletti, devono sottostare alle regole di tutti. 10) abolizione dei senatori a vita.
PROPOSTE DI RIFORME
11) Impedire che si candidi al Parlamento o alle varie assemblee, chi può entrare in conflitto d'interessi: non si può candidare chi è titolare o proprietario un famigliare di quote azionarie superiori al 5% di una società che ha in concessione un bene pubblico, chi possiede quote superiori al 5% di giornali o di tv, o possiede quote superiori al 10% di una grande industria.
12) Non sono candidabili coloro che hanno avuto una condanna, anche se in primo grado, per reati che prevedono una pena superiore all'anno di carcere e per i reati a danno dello Stato, indipendentemente dalla durata della pena.
13) Abolire le province con meno di 200.000 abitanti, salvo alcune di confine. Abolire i Comuni, con meno di 8.000 abitanti. Abolire le Comunità montane, accorpare le Regioni con meno di 1 milione di abitanti, eccetto quelle di confine.
14) Ridurre a metà tutti i consiglieri regionali, comunali e delle province superstiti. Abolire i consigli di circoscrizione, nelle città con meno di 120.000 abitanti.
15) Abolire le regioni a statuto speciale, eccetto per il Trentino-Alto Adige. Comunque non devono avere privilegi, ma prerogative speciali solo se dovuti a patti internazionali. Abolire qualsiasi Ente inutile.
16) Divieto di far parte di consigli di amministrazione di banche assicurazioni, società a chi ha una carica politica e a chi possiede quote di società di giornali o di tv superiori al 5%.
17) Le consulenze non devono essere pagate se non hanno avuto l'approvazione della Corte dei Conti, altrimenti le pagano di persona, chi le ha decise.
18) Acquedotti pubblici, o almeno al 90%, in mano pubblica, con consiglio di amministrazione composto da direttore amministrativo, da assessore incaricato, da un consigliere di maggioranza e da uno di minoranza
19) riduzione degli stipendi dei consiglieri dei vari Enti pubblici, decisi da un organo superiore, come il Senato e sotto controllo della Corte dei Conti.
20) lavoro precario per tempi ridotti, massimo tre anni, con stipendio maggiorato al meno del 10% rispetto a chi lavora a tempo indeterminato.
PROPOSTE DI RIFORME
21) Finanziamento ai partiti: solamente da cittadini privati. Vanno certficati se superiori a 1000 euro a persona. Divieto di avere finanziamenti da società.
22) auto blu in media europea.
23) Le regole per le pensioni dei politici, non devono discostare da quelle dei cittadini. Abolizione del vitalizio, compreso quelli già in vigore.
24) La reggia del Quirinale, deve servire solo per rappresentanza e per museo. Non deve servire per abitazione del Presidente.
25) Non più di 18 ministeri e di 60 tra viceministri e sottosegretari. Divieto di nominare condannati con pena superiore all'anno.
26) Ci si può candidare solo nel colleggio di nascita e/o di residenza da almeno tre anni, o nel collegio unico nazionale.
27) Per chi si candida al Parlamento: Divieto assoluto, pena la confisca, di possedere più del 10% più di 2 canali digitali di una rete Tv a carattere nazionale.
28) Il collaboratore-segretario del parlamentare deve essere assunto, anche se a tempo determinato, dalla Camera o dal Senato.
29) certezza delle pene. Galera effettiva per pena superiore all'anno. Premi speciali per buona condotta. No a indulti, se non fatti eccezionali
30) Nelle società azionarie è vietata l'autoassegnazione delle stock option. Gli stipendi dei manager devono essere approvati preventivamente dal consiglio di amministrazione e dall'ASSEMBLEA degli AZIONISTI, CON IL 66% dei voti validi.
PROPOSTE
31) Scrivere in Costituzione che alle elezioni Regionali, e Nazionali, almeno il 30% siano candidate donne.
32) L'unica immunità parlamentare accettabile è quella per le idee. Nessuna immunità per reati comuni, contro lo Stato e per qualsiasi altro reato.
33) Qualsiasi legge deve essere sicuramente corrispondente ai principi della Costituzione, altrimenti non può entrare in vigore. Se un partito chiede il giudizio di Costituzionalità la legge non entra in vigore se non dopo averlo avuto dalla Corte Costituzionale.
34) Fisco: galera effettiva, di 6 mesi di carcere, con pagamento delle spese, ogni 10.000 euro non dichiarati al fisco.
35) Lotta ai cartelli, per favorire la concorrenza. Al posto dell'Authority, occorre una commissione eletta direttamente dal popolo, per controllare i prezzi.
36) Vietare ai deputati, senatori, consiglieri regionali di esercitare altre attività durante il mandato, tantomeno altre cariche politiche.
37) Un canale RAI digitale deve essere gestito dai sindacati e dalle varie associazioni dei consumatori.
38) Nessun cittadino italiano o straniero, può possedere oltre il 50% delle azioni di una società televisiva o di un giornale, operante in Italia.
39) Referandum propositivi obbligatori, entro un anno dalla consegna delle firme.
40) Per le famiglie, con più di un figlio, stabilire assegni familiari per i figli, se il reddito è inferiore a 40.000 euro l'anno. Asilo nido gratuito dal secondo figlio in poi, con reddito inferiore ai 40.000 euro.
Proposte di riforme
41) Regolare per legge le competenze degli alti dirigenti di banche e società per azione. Vietati i premi se il bilancio è negativo. Vietato ai politici far parte del CDA dielle SpA.
42) Stabilire regole internazionali per i fondi e metterli sotto controllo costante di autorità sovranazionali.
43) ostacolare i paradisi fiscali, punendo chi vi deposita soldi senza validi motivi, per vantaggi fiscali, per scopi non consentiti. Confisca dei beni in Italia, a chi li usa in maniera truffaldina.
44) terreni per edificare a prezzi agricoli, comprati dal Comune e ceduti ai costruttori, con obbligo di vendere gli edifici a prezzi contenuti.
45 ) Per evitare che le fabbriche vadano all'estero occorre mettere dei freni. Occorre che sia vietata l'importazione se nelle fabbriche, in Cina o in altri Paesi, i lavoratori non hanno i diritti sindacali.
46) Occorre responsabilizzare i dirigenti RAI, che non rispettano le regole, facendo pagare a loro le multe.
47) Occorre impedire ai candidati, anche se eletti, di decidere sulla validità delle elezioni. Deve essere un'apposita commissione di magistrati a verificare le credenziali e a dichiarare l'ineleggibilità o l'avvenuta elezione secondo le regole.
48) Aliquote IRPEF proporzionate al reddito, esenzione fino a 16.000 euro, con un minimo del 20% , tra 16.000 euro ed i 20.000 ed un massimo del 50%, oltre i 400.000 euro l'anno di reddito.
49) Eliminazione del quorum per i referendum
50) Introduzione della democrazia diretta, con i referendum propositivi su richiesta di 250.000 elettori, con obbligo dello svolgimento, eventualmente previo assenso della Corte Costituzionale, entro un anno dalla presentazione del testo con le 250.000 firme.
51) I tempi di prescrizione dei reati devono essere quelli della media europea. Sono incostituzionali tutte le leggi che impediscono di arrivare alla sentenza definitiva. La Prescrizione cessa di agire a inizio del processo, per non tentare di rallentare il processo per fare intervenire la Prescrizione.
52) Divieto totale di costruire con il sistema del project financing per Comuni, Province e Regioni, dato che i lavori fatti finora sono costati almeno 5 volte il valore reale. Lo Stato può farlo ma solo a prezzi nella media europea. Ogni lavoro và preventivamente sottoposto all'approvazione della Corte dei Conti.
STORIA RECENTE
TRAVAGLIO SPIEGA CRAXI: http://spacepress.wordpress.com/2009/01/07/bettino-craxi/
TRAVAGLIO SPIEGA BERLUSCONI 1 http://it.youtube.com/watch?v=iXJin-dYraY
TRAVAGLIO SPIEGA BERLUSCONI 2 http://it.youtube.com/watch?v=eoue61XDw6k
LE BUGIE DI BERLUSCONI: http://it.youtube.com/watch?v=0YcztkyDPYc
BORSELLINO intervistato PRIMA DI MORIRE http://it.youtube.com/watch?v=DN9iM-7DSlo
BERLUSCONI E DELL'UTRI http://it.youtube.com/watch?v=iXJin-dYraY
Dell'Utri, Berlusconi e i boss siciliani: http://tv.ilfattoquotidiano.it/2012/03/09/quando-dellutri-incontrava-boss-milano/192237/
LA PAPPATORIA: TAV NAPOLI-ROMA http://it.youtube.com/watch?v=NpS8acymTQg
Corruzione E TAV: http://it.youtube.com/watch?v=l1i0yOY_qLE
NOTIZIE http://it.youtube.com/watch?v=sOh_NBuf7WQ
I pentiti E BERLUSCONI http://www.youtube.com/watch?v=1yySraMnHPg
Libero Provenzano e Ilardo Che vuole Parlare Ucciso:
http://www.youtube.com/watch?v=VCBfT5ANcuo
CANDIDATURA DEL PDL: http://www.repubblica.it/2009/07/sezioni/politica/berlusconi-divorzio-13/vernola-intervista/vernola-intervista.html
Ciancimino: I SOLDI DELLA MAFIA PER FARE Milano2:
I PENSIERI DI BOSSI SU BERLUSCONI ED ALTRE IDEE LEGHISTE
GLI INCIUCI DELLA VOLPE DEL TAVOLIERE, MASSIMO D'ALEMA:
UN GRANDE : Travaglio
Storia di Berlusconi e i mafiosi 1
http://www.youtube.com/watch?v=v_63LZA9qUE
Storia di Belusconi e i mafiosi 2
http://www.youtube.com/watch?v=-rDQ61o-Scg&feature=related
http://www.youtube.com/watch?v=rIgmWlQQvIg
http://tv.ilfattoquotidiano.it/2013/05/02/servizio-pubblico-travaglio-su-pd-e-pdl-guerra-civile-che-non-ce-dei-20-anni/230741/
Le menzogne di Berlusconi
L''unione fa la forza
IL POPOLO DEVE STARE UNITO E VOTARE PER UN PARTITO CHE CURI GLI INTERESSI DI TUTTI E NON DEI POTERI FORTI.
I PARTITI DEL CENTROSINISTRA, PER FARE GLI INTERESSI VERI DEI LAVORATORI A REDDITO FISSO, DEI PENSIONATI E DEI CONSUMATORI, DEGLI AMMALATI, NON DEVONO AVERE FINANZIAMENTI DA CITTADINI PRIVATI SUPERIORI AI 1000 EURO ALL'ANNO.
I PADRONI DEL VAPORE:
http://www.beppegrillo.it/2009/03/diretta_da_brux/index.html?s=n2009-04-01
http://www.youtube.com/watch?v=ZnLNtJJQEik
COMBATTIAMO LA CRIMINALITA' ORGANIZZATA
CHE SI E' INSERITA NELLE ISTITUZIONI.
PROGRAMMA MOVIMENTO 5 STELLE:
http://www.beppegrillo.it/2010/02/il_programma_de_1/index.html?s=n2010-02-18
Ho un sogno: far eleggere una ASSEMBLEA COSTITUENTE composta da 51 cittadini esperti, semplici cittadini, che poi non si candideranno a cariche politiche, affiancati da 10 politici. Questa Assemblea deve scrivere le regole a cui i politici dovranno attenersi. Il Parlamento non potrà modificarle. Lo potrà fare solo una nuova Assemblea di cittadini, non politici e le modifiche dovranno essere confermate da un referendum.
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Messaggi del 04/02/2010
Bersani cerca la prova.
Forse vuole una nuova prova d'amore dopo le tante ricevute in passato dallo psiconano. Il prossimo passo del portavoce di D'Alema sarà la fusione d'amore fredda del Pdmenoelle nel Pdconlaelle.
"Bersani: "Berlusconi chiarisca se vuole le riforme per sé o per il paese.
" Signor Bersani, ma dopo il LODO SCHIFANI, IL LODO ALFANO, LA SOPPRESSIONE DELLE INTERCETTAZIONI TELEFONICHE, IL SEGRETO DI STATO APPOSTO ALLE INDAGINI SUI CAPI DEL SISMI, LA DEPENALIZZAZIONE DEL FALSO IN BILANCIO, LO SCUDO FISCALE, IL PROCESSO BREVE, LA SVENDITA DEI BENI MAFIOSI, I TAGLI AI FONDI PER LA SICUREZZA... possiamo sapere di quanti e quali ulteriori CHIARIMENTI ha bisogno?".
Raffaele Muraglia, Diano Castello (IM)
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L'inciucio definitivo: la bicamerale e l'eleggibilità fuorilegge di Berlusconi
E allora Berlusconi teme fortemente l’aspetto giudiziario, ora che i giudici hanno le mani sulla sua finanza estera, dalla quale poi si scopre che partiranno non solo i soldi per Craxi, ma anche i soldi per pagare i giudici, per aggirare le leggi antitrust in Italia, in Spagna etc.. E allora che cosa decide? Quando è debole sul fronte giudiziario Berlusconi fa la faccia serena e amorevole e chiede aiuto: il suo modo di chiedere aiuto è offrire il dialogo, il centrosinistra, nel momento in cui dice “ dialoghiamo, non andiamo alle elezioni”, che cosa dovrebbe fare? Fare quello che farebbe qualunque politico furbo, cioè andare subito alle elezioni, anche perché ha un candidato molto forte che è stato lanciato da alcuni mesi grazie a un genio della politica, Nino Andreatta, il candidato si chiama Romano Prodi, che nei sondaggi è dato molto favorito; invece D’Alema - chissà come mai! - contro gli interessi del centrosinistra e a favore degli interessi di Berlusconi, che teme le elezioni perché teme Prodi, decide di mettersi d’accordo con Berlusconi per logorare Prodi, che lui considera un intruso nel centrosinistra perché non appartiene al suo giro, e di fare un bel governissimo insieme a Berlusconi e agli altri grandi partiti, che faccia le riforme e che allontani non solo l’arrivo in politica di Prodi, ma anche le ambizioni di leadership di Fini, che già all’epoca stava cercando di smarcarsi dal Cavaliere e, soprattutto, l’imminente ingresso in politica di Di Pietro, che era stato tenuto fuori dal giro per due anni dopo le sue dimissioni da magistrato, era stato bombardato di processi basati sul nulla, infatti sono finiti tutti nel nulla a Brescia, gli hanno fatto una cinquantina di capi d’imputazione in una trentina di procedimenti, altro che la persecuzione denunciata da Berlusconi! Di Pietro è il politico più perseguitato che ci sia stato prima ancora di entrare in politica. E quindi un bell’accordicchio, un bel governissimo quello di D’Alema e Berlusconi! Viene incaricato dell’operazione Antonio Maccanico, che è una specie di inciucio vivente, Maccanico ci prova, ci sono anche delle divertenti intercettazioni telefoniche in quel periodo tra alcuni personaggi che stano nell’éntourage di questo governissimo Maccanico, a cominciare da Lorenzo Necci, ex Presidente delle Ferrovie, nelle quali si parla tranquillamente di amnistia, quello era il governo delle larghe intese o, come disse Dini in un lapsus, in una conferenza stampa, delle larghe imprese, c’erano tutte le grandi imprese e tutti i politici coinvolti in tangentopoli che rischiavano di finire dentro, perché ormai i processi erano arrivati alla fine e che aspettavano l’amnistia: a questo doveva servire questo governo, con la scusa delle riforme. Quando sentite parlare di grande riforma traducete subito in amnistia e impunità: a questo servono in Italia le riforme, come pretesto per fare l’amnistia.
D’Alema e Berlusconi dunque vanno avanti, compaiono per la prima volta insieme a Porta a Porta a braccetto e Vespa, sensale di matrimonio, presenta per la prima volta la coppia Silvio /Max in televisione, i due cinguettano che è una meraviglia, un amore proprio, purtroppo per loro il tentativo va a catafascio, perché Fini da una parte e Prodi dall’altra spingono per le elezioni, fanno saltare il banco e quindi Silvio e Max rimangono promessi sposi. Si va alle elezioni e infatti le vince Prodi, D’Alema a quel punto è destinato a rimanere disoccupato, è talmente sdegnoso nei confronti di Prodi che decide di non entrare neanche nel governo Prodi, anche perché il progetto dell’Ulivo non gli piace, il progetto dell’Ulivo piace a Veltroni, mentre D’Alema lo considera un abominio, D’Alema è per un partito socialdemocratico di tipo ottocentesco e quindi non vuole sentir parlare di Ulivo, ma soprattutto non vuole sentire parlare di società civile, quello è il momento in cui nascono i circoli dell’Ulivo, che vanno oltre i partiti: liste civiche, i club dell’Ulivo, era il momento in cui la gente sperava di essere protagonista, di potercela fare anche all’interno della politica tradizionale. D’Alema non entra nel governo e comincia subito a scavare la terra sotto i piedi a Prodi, inventandosi insieme a Berlusconi una bicamerale per riformare addirittura la Costituzione. L’accordo viene fatto nel luglio del 96, il governo Prodi è appena insediato, gli elettori naturalmente sono gabbati, anche perché nessuno li ha avvertiti che il centrosinistra, se avesse vinto le elezioni, si sarebbe messo d’accordo con Berlusconi per riscrivere la Costituzione, con uno così: Berlusconi in quel periodo era indagato a Milano per corruzione giudiziaria e corruzione semplice, a Palermo per mafia e riciclaggio, indagini poi archiviate e era addirittura indagato già a Firenze come possibile complice delle stragi del 93 insieme a Dell’Utri. Con uno così D’Alema si mette d’accordo per riscrivere non il Codice della strada, ma bensì la Costituzione repubblicana. Nello stesso giorno in cui a luglio fanno l’accordo per la bicamerale passa una legge che proroga sine die le tre reti della Fininvest: che cosa è successo? E’ successo che, entro la fine di agosto, il Parlamento deve fare qualcosa per dare risposta a quella sentenza della Corte Costituzionale, Fininvest da tre reti a due; il Parlamento ha avuto un anno e mezzo per fare qualcosa, non ha fatto una beneamata mazza e adesso c’è la scadenza: l’hanno lasciata arrivare apposta la scadenza, naturalmente, per potersi fingere colti alla sprovvista e giustificare ciò che nessuno giustificherebbe, ossia una proroga per fare in sei mesi ciò che non si è fatto in un anno e mezzo e infatti non lo faranno neanche nei sei mesi successivi. Maccanico dà la proroga affinché Rete Quattro continui a trasmettere fino alla fine del 96 e alla fine del 96 che cosa succede? Niente, un’altra proroga. Dopodiché, nel 97 verrà fatta una leggina nella quale si dice che vale il principio antitrust fissato dalla consulta, ma che a farlo rispettare, nel caso in cui non fosse rispettato e a applicare le sanzioni previste dovrà essere un’autorità per le comunicazioni, che entrerà in funzione solo quando ci sarà stato un congruo sviluppo tecnologico delle televisioni. Che cosa vuole dire “un congruo sviluppo tecnologico”? Può voler dire tutto e niente e infatti non vuole dire niente, è un modo come un altro per dire “ decidiamo la settimana dei tre venerdì”, che non arriva mai, perché ogni settimana di venerdì ne ha uno solo. Infatti da quel momento non ci sarà più neanche bisogno di proroghe, è una proroga sine die, tant’è che nel 2002 la Corte Costituzionale dovrà nuovamente intervenire per dire “ ve l’abbiamo già detto nel 94 che questa situazione non può andare avanti, adesso avete un anno di tempo” e infatti nel 2003, alla scadenza dell’ennesimo ultimatum fissato dalla consulta, Berlusconi, che nel frattempo sarà tornato al governo, si farà il suo decreto salva Rete Quattro. Vogliamo aggiungere ancora “quali sarebbero, in tutti questi anni, gli accordi sottobanco che avremmo fatto con Berlusconi? Sarei curioso di sentire l’elenco”?
Ne aggiungiamo ancora un paio: il primo, Berlusconi è ineleggibile in base alla famosa legge del 1957, quella che rende ineleggibili i concessionari pubblici, chi ha la concessione per l’attacchinaggio dei manifesti non può fare il Sindaco e neanche l’Assessore, chi fa il medico in un’A.S.L. e è dirigente in una A.S.L. non può fare il Consigliere o l’Assessore regionale, sono incarichi incompatibili in quanto sono in conflitto di interessi. La faccenda del medico è una storia di conflitto di interessi tra cariche, la faccenda di televisioni è una storia proprio di concessioni: esattamente come ci sono le aziende di telefonia che operano in concessione dello Stato e i loro proprietari ovviamente non possono essere eletti, allo stesso modo chi ha una radio e ha la concessione per trasmettere o ha una televisione e ha la concessione per trasmettere non può, secondo la legge del 57, ricoprire cariche elettive. Chi stabilisce l’ineleggibilità della persona una volta eletta? La Giunta per le elezioni della Camera, se si è un Deputato, o del Senato, se si è un Senatore, quindi decide la maggioranza parlamentare. Quando quello ineleggibile appartiene alla maggioranza è ovvio che la sua maggioranza lo dichiara eleggibile, anche se è ineleggibile, visto che siamo in Italia! In un altro Paese le regole sono sacre e quindi valgono per gli amici come per i nemici, in Italia, come è noto, per i nemici si applicano e per gli amici si interpretano: infatti nel 94 Berlusconi vince le sue prime elezioni e la Giunta per le elezioni della Camera lo dichiara eleggibile, anche se non lo è, con un éscamotage, ovvero stabilisce che la concessione non è sua, cioè non ce l’ha il proprietario del gruppo Fininvest, ma la concessione ce l’ha il manager, al quale il proprietario ha affidato l’incarico manageriale, quindi praticamente rimane ineleggibile Confalonieri che, non essendosi candidato, non ha mai chiesto di essere eleggibile, mentre il proprietario è eleggibile perché la concessione viene accollata al manager, che non è il proprietario. E’ una truffa naturalmente, vidimata con il timbro della maggioranza parlamentare che però, nel 96, perde le elezioni e diventa minoranza. Nel 96 finalmente Berlusconi, ineleggibile, eletto ma ineleggibile, finisce davanti alla Giunta per le elezioni della Camera dove la sua maggioranza non ha più la maggioranza, perché la maggioranza adesso ce l’ha l’Ulivo. E che cosa fa l’Ulivo? La stessa cosa che ha fatto il Polo due anni prima: continua a dichiarare ineleggibile Confalonieri, che non ha mai chiesto di essere eleggibile perché non si è mai candidato e continua a dichiarare eleggibile Berlusconi, che non lo è e questa scena si ripeterà nel 2001, con Berlusconi nuovamente in maggioranza, nel 2006 con Berlusconi nuovamente in minoranza e nel 2008, con Berlusconi nuovamente in maggioranza. Cambiano le maggioranze, ma l’ineleggibile viene sempre dichiarato eleggibile.
“Quali sarebbero in tutti questi anni gli accordi sottobanco che avremmo fatto con Berlusconi? Sarei curioso di sentire l’elenco”. L’ultimo, alleno per oggi, è quello che succede nel 1999, ma questo un po’ lo conoscete e quindi lo riepilogo per sommi capi: il governo D’Alema ha bandito la gara per le nuove concessioni televisive, per rimettere ordine nella giungla dell’etere, ciascun titolare, ciascun aspirante editore televisivo tra quelli già presenti sul mercato (Mediaset, Telemontecarlo, Videomusic etc. etc. e quelli nuovi, Europa Sette 1 e Europa Sette 2) presentano le loro credenziali, vengono tutte accolte queste domande, tranne quella di Rete Quattro, perché? Perché è eccedente rispetto al principio antitrust della Corte Costituzionale e quindi Rete Quattro perde la concessione e ottiene la concessione Europa Sette. Che cosa fa il governo D’Alema? Invece di prendere le frequenze di Rete Quattro, spegnerla e cedere le frequenze a Europa Sette, che ha vinto la gara, mentre Rete Quattro l’ha persa, concede un’abilitazione provvisoria a Rete Quattro a continuare a trasmettere anche se non ha più la concessione, lascia le frequenze a un soggetto che non ha la concessione, mentre quello nuovo che ha avuto la concessione non ottiene le frequenze, perché quest’abilitazione provvisoria prosegue nel corso degli anni, fino a quando poi Berlusconi va al governo e sistema le sue pendenze con la Legge Gasparri 1 e, bocciata quella, con la Legge Gasparri 2.
“ Quali sarebbero in tutti questi anni gli accordi sottobanco che avremmo fatto con Berlusconi? Sarei curioso di sentire l’elenco”, il resto alla prossima puntata, intanto ovviamente su Il Fatto Quotidiano seguiremo ogni giorno l’evoluzione dell’inciucio, cercando di smascherare che cosa nasconde e quali altri accordi sottobanco sono celati in questo nuovo inciucio, anche se ormai sono talmente evidenti che avvengono alla luce del sole, sopra il banco. Passate parola.
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GLI INCIUCI DI D'ALEMA E SOCI
Credo che, per riuscire a capire quello che sta succedendo e quello che potrebbe succedere nell’anno prossimo, dobbiamo focalizzare alcuni personaggi e credo che lo faremo nelle prossime settimane.
Il re dell'inciucio
Uno di questi, protagonista dell’inciucio prossimo venturo, anzi in pieno corso con il Partito dell’Amore è Massimo D’Alema. Massimo D’Alema ormai non riesce più a nascondere neanche per trenta secondi quello che vuole fare, perché è arrivato a un tale livello di inciucismo che gli scappano gli inciuci anche senza volerlo e quindi l’altro giorno, quando una giornalista gli ha chiesto se siamo nuovamente in clima di inciucio, lui ha risposto “ beh, insomma, gli inciuci non sono mica sempre stati soltanto delle cose negative: per esempio, Togliatti ne fece di positivi, perché a volte gli inciuci servono”.
In realtà quello che serve ogni tanto è qualche compromesso, possibilmente non al ribasso, ma al rialzo, in nome di valori e infatti D’Alema si riferiva al compromesso fatto da Togliatti con il mondo cattolico al tempo del concordato, anzi della conferma del concordato di Mussolini, che fu inserito nella Costituzione italiana, d’accordo con i comunisti: una scelta che si può discutere, io per esempio sono contrario ai concordati e sono per il principio cavouriano, libera chiesa e libero Stato, senza che ci siano particolari accordi né privilegi tra il potere temporale della chiesa e lo Stato italiano, ma insomma questo non era certamente un inciucio che salvava gli interessi di bottega di qualcuno, l’accordo tra comunisti e cattolici a proposito dei rapporti tra Stato e chiesa. Quello di cui stiamo parlando oggi non c’entra niente con i principi, non c’entra niente con la religione, non c’entra niente con le idee: c’entra con la bottega, la solita o le solite, perché qualcuno un giorno o l’altro magari ci spiegherà che cosa ci guadagna la bottega del centrosinistra a darle tutte vinte a Berlusconi.
D’Alema poi, dato che ormai è regolarmente il primo sospettato di ogni inciucio e ci mancherebbe altro, se ne è uscito, in un’intervista, in una chiacchierata con il vicedirettore de L’Unità, con questa frase: “ quali sarebbero in tutti questi anni gli accordi sottobanco che avremmo fatto con Berlusconi? Sarei curioso di sentire l’elenco”, evidentemente ha un principio di Alzheimer, speriamo di no! Non si ricorda più quello che ha fatto fino a poco prima e allora questa rubrica, questo Passaparola è felice di rinfrescare la memoria sbiadita e annebbiata di Massimo D’Alema.
La carriera di Massimo D’Alema è iniziata nella notte dei tempi, come tutte le carriere di tutti i politici italiani, che sono lì poco poco da venti anni, quando non da trenta. Lui è nato nel 1949 a Roma, aveva un padre che era un grande personaggio, che ha fatto parte delle Commissioni Consiliari d’inchiesta sia sulla P2 e sia sul caso Sindona, esattamente l’opposto di come è venuto poi fuori il figlio: il padre era uno che combatteva contro i poteri occulti, con i rappresentanti dei quali poi il figlio si è spesso messo d’accordo e sta nuovamente per mettersi d’accordo. Maturità classica, giornalista, non si è laureato, anche se ha studiato un po’ a Pisa, ha detto lui di aver tirato delle molotov, ma c’è chi dubita perfino di quello: si pensa che se ne sia vantato, ma che poi non le abbia tirate davvero, come se quello fosse un vanto, tra l’altro; è deputato dal 1987, è stato vicesegretario del PDS subito dopo che Occhetto cambiò il nome e la natura del Partito Comunista dopo il crollo del muro di Berlino e poi fu segretario nel 94, dopo che il centrosinistra perse rovinosamente prima le elezioni politiche di marzo contro Berlusconi e poi ulteriormente le elezioni europee di giugno. Occhetto si dimise: caso piuttosto raro un politico che perde le elezioni e si dimette, infatti è stato subito raso al suolo Occhetto, proprio perché chi si dimette per aver perso le elezioni va fatto scomparire, di modo che non dia il cattivo esempio agli altri, che invece di elezioni ne hanno perse dieci o dodici, ma ci hanno fatto sopra una carriera. D’Alema diventa segretario nel 94 e poi nel 97 diventa Presidente della bicamerale, nel 98 Presidente del Consiglio fino al 2000 e poi, con il ritorno di Prodi al governo nel 2006, D’Alema diventa Vicepresidente del Consiglio e Ministro degli Esteri. Dunque è in Parlamento da.. legislatura 87, legislatura 92, legislatura 94, legislatura 96, legislatura 2001, legislatura 2006, legislatura 2008, sono sette legislature al Parlamento italiano, più una legislatura al Parlamento europeo, non male. “Quali sarebbero in tutti questi anni gli accordi sottobanco che avremmo fatto con Berlusconi? Sarei curioso di sentire l’elenco”.
Rapidamente, la carriera di D’Alema è così composta: disastri su disastri dal punto di vista personale, non ne ha mai azzeccata una e, nello stesso tempo, vantaggi su vantaggi dal punto di vista di Berlusconi, per cui D’Alema è una specie di Re Mida che tutto quello che tocca diventa oro per Berlusconi, invece diventa letame per quanto riguarda il centrosinistra e anche il povero D’Alema, che ha collezionato più fiaschi di una cantina.
Il primo inciucio: salviamo Rete 4
Comincia subito, dicevo, con gli accordi sottobanco alla fine del 94: sopra il banco sfiducia il governo Berlusconi insieme a Bottiglione, allora leader del Partito Popolare e a Bossi, che rovescia il governo di cui faceva parte nel dicembre del 94. Alla vigilia di quell’appuntamento, ossia della caduta del primo governo Berlusconi il 22 dicembre 94, c’è una sentenza della Corte Costituzionale, la quale stabilisce un principio antitrust, correggendo la Legge Mammì, cioè la Corte Costituzionale stabilisce che la legge Mammì è incostituzionale laddove consente alla Fininvest di avere tre reti televisive, quindi impone che Fininvest scenda a due; a quel punto, subito dopo, cade il governo Berlusconi.Berlusconi, dopo soli sette mesi dal suo ingresso in politica, si sente già spacciato, perché è caduto il suo governo, il suo alleato Bossi l’ha mollato e comincia a chiamarlo “ il mafioso di Arcore”, cioè comincia a capire, dall’altro lato nasce un governo Dini che, per volontà di Berlusconi, sta in piedi senza i voti di Berlusconi, di Alleanza Nazionale e del CCD , che all’epoca era il partito di Casini e stavano insieme, per cui è un governo che sta in piedi grazie alla Lega Nord e al centrosinistra, oltre che alla sinistra estrema: c’è una sentenza della Corte Costituzionale, che cosa farà mai la nuova maggioranza, i famosi comunisti? Prenderanno la sentenza della Corte Costituzionale, che non è propriamente un organo eversivo, e la tradurranno in legge, come per altro bisogna fare in questi casi e quindi Berlusconi dovrà rinunciare a una televisione, ma rinunciando a una televisione perderà il confronto con la RAI, che ne ha tre di televisioni, mentre lui dovrà scendere a due, proprio nel momento in cui sta avviando le procedure per quotare in borsa le sue televisioni, perché le sue aziende sono indebitate fino al collo, c’è chi parla di 5.000 e c’è chi parla addirittura di 7.000 miliardi di lire di debiti e le banche gli chiedono di rientrare, perché non si fidano più di lui. Gli avevano dato un po’ di respiro quando era diventato Presidente del Consiglio, perché al Presidente del Consiglio non si può dire di no, ma adesso che si è afflosciato il suo governo Berlusconi è nuovamente nei guai, quindi tutto gli capita nel momento più delicato, in cui cerca di quotare in borsa le sue tv, cioè cerca di portare sul mercato azionario i suoi debiti, accollandoli ai risparmiatori.
E’ in questo momento che c’è il primo accordo sottobanco, come lo chiama D’Alema e forse è anche l’unico accordo sottobanco: forse è in quell’occasione che Silvio e Max si mettono d’accordo con un accordo inossidabile, un patto d’acciaio che, incredibilmente, sopravvivrà all’usura del tempo e delle intemperie e che dura ancora oggi. E’ un accordo che resta segreto fino a quando Luciano Violante, il più furbo della compagnia, se lo lascia sfuggire in un dibattito parlamentare nel febbraio del 2002, quando si sta discutendo della Legge Burla di Frattini sul conflitto d’interessi, siamo durante il secondo governo Berlusconi, e c’è un bel tomo di Alleanza Nazionale, un certo Anedda, il quale osa perfino accusare il centrosinistra di voler espropriare le televisioni di Berlusconi. Pensate, il centrosinistra! Giustamente risentito, Violante si offende, il suo discorso credo che molti di voi lo conoscano, perché grazie a Sabina Guzzanti, che l’ha inserito nel film “ Viva Zapatero”, è diventato celeberrimo: celeberrimo per le cose che dice Violante e per le facce che fanno gli altri leaders del PDS, o dei DS, all’epoca credo si chiamassero già così, intorno a lui, non perché non sapessero la cosa, ma perché Violante se la stava facendo scappare in pubblico. Violante che cosa dice? “ Onorevole Anedda, piano con le parole esproprio etc., chieda a Silvio Berlusconi e, per conferma, all’Onorevole Letta, che cosa è successo quando è caduto il primo governo Berlusconi; noi - dice - abbiamo assicurato all’Onorevole Berlusconi e era presente anche l’Onorevole Letta, che non gli avremmo toccato le televisioni”. Il contesto è quello che vi ho detto, c’è una sentenza della Corte Costituzionale che dice che Berlusconi deve scendere da tre televisioni a due, cioè deve prendere probabilmente la più piccola, Rete Quattro, venderla o spedirla sul satellite, o comunque va spenta e le frequenze vanno date a un altro, perché bisogna garantire il pluralismo, ci sono troppi pochi soggetti che hanno le mani sulle televisioni, bisogna allargare il ventaglio, questo dice la Corte Costituzionale. E loro, in presenza di una sentenza della Corte Costituzionale, che cosa fanno? Vanno da Berlusconi e Letta, che è l’altro grande protagonista degli inciuci di questi anni, è l’altro grande punto di riferimento dell’inciucio D’Alema /Berlusconi, è lo sherpa, è il pony express che va a viene tra i due, e gli dicono “ a noi della sentenza della Corte Costituzionale non ce ne frega niente, ti garantiamo che non ti tocchiamo le televisioni e che quindi non tradurremo in legge la sentenza della Corte Costituzionale” e badate, in quel momento fare una legge antitrust sulle televisioni che tenesse l’impostazione appena data dalla Corte Costituzionale, che non era facoltativo, ma era obbligatorio fare, avrebbe avuto un’amplissima maggioranza in Parlamento, perché quello è il periodo in cui Bossi diceva che bisognava spegnere i ripetitori di Fininvest per ricostituzione del Partito Fascista, era il momento in cui Bossi parlava di Berlusconi come del mafioso di Arcore e lo accusava di trafficare in droga; era il momento in cui le televisioni Fininvest stavano pestando mediaticamente Bossi e la Lega Nord, perché avevano osato far cadere Berlusconi e sostenere un governo come non piaceva loro con il centrosinistra, conseguentemente era un momento in cui, oltre al centrosinistra, una legge sul conflitto di interessi - e è un’altra cosa - e soprattutto una legge antitrust sulle televisioni avrebbe ottenuto un’amplissima maggioranza in Parlamento; è lì, in quel momento che, come dirà Violante nel 2002 vantandosene, il centrosinistra, anzi che il vertice dalemiano del PDS promette a Berlusconi che se ne infischierà della sentenza della consulta e non gli toccherà le televisioni, perpetuando un sistema incostituzionale.
Secondo inciucio: al macero la sentenza della Suprema Corte
“Quali sarebbero in tutti questi anni gli accordi sottobanco che avremmo fatto con Berlusconi? Sarei curioso di sentire l’elenco”. Passano pochi mesi e, all’inizio del 95, Berlusconi ha un altro terrore: ci sono i referendum sulle televisioni promossi dalle Acli, dal gruppo di Fiesole, un gruppo di giornalisti di sinistra, promosso da varie associazioni Arci: si tratta di vietare gli sport dentro ai film in televisione, danno enorme per chi campa sulla pubblicità televisiva e si tratta di portare il numero delle reti a una per ogni soggetto privato, ogni soggetto privato potrà avere una televisione, che è già il massimo concesso negli altri Paesi, ci sono dei Paesi come la Spagna in cui non si può possedere neanche la metà di una rete televisiva, bisogna mettersi in società con altri. Questo referendum, sostenuto da autorevolissimi registi etc. etc., rischia di prevalere: perché? Perché se chiedi a uno se vuole vedersi un film tutto insieme, o se invece lo vuole lardellato di spot pubblicitari, è evidente che la gente risponderà in quel modo lì e se chiedi alla gente “ vuoi più o meno pluralismo?” beh, la gente immagino che chiederà più pluralismo anche tra quelli che votano per il centrodestra. E allora che cosa succede? Succede che Berlusconi, tramite Letta, fa sapere che sta per vendere le sue televisioni e che quindi è inutile fare il referendum, perché tanto lui le vende le televisioni, in più dice “ mettiamoci d’accordo in Parlamento per una riforma bipartisan delle televisioni, che renda inutile questo referendum che costerebbe un sacco di soldi ai cittadini contribuenti”, naturalmente gli altri, i tonni abboccano, oppure fanno finta di abboccare, Letta fa la spola, tenete presente che il centrosinistra in quel momento insieme alla Lega Nord ha la maggioranza, Berlusconi deve piatire, perché non comanda lui in quel momento. I tonni avviano una trattativa durante la campagna elettorale per il referendum, per vedere se si riesce, fino all’ultimo, a evitare i referendum, solo che Berlusconi sulle sue televisioni bombarda di spot dicendo “ votate no, votate no, votate no al referendum, perché se votate sì non avrete più le televisioni private, non avrete più i vostri programmi preferiti e le TV verranno spente”, sono degli spot terroristici, falsi, per terrorizzare la povera gente che non sa niente di queste cose e sono degli spot talmente falsi, che il garante condannerà le reti Fininvest a ripristinare la verità con degli spot veri, ma la Fininvest ripristinerà la verità una volta votato il referendum.
Dall’altra parte il centrosinistra, invece di sostenere il referendum, non fa praticamente campagna: perché? Perché crede o finge di credere che Berlusconi sia favorevole a fare una legge condivisa, bipartisan, trasversale e che stia per vendere le sue televisioni, anzi c’è pure qualche idiota del centrosinistra che dice “ no, per l’amor del cielo, non venderle a Murdoch, non venderle all’estero! E’ meglio che rimangano italiane anche nelle tue mani”, perché questi sono dei geni! Risultato: la campagna elettorale la fa solo Berlusconi per il no, quella del sì non c’è, anche perché il sì non ha soldi, mentre il no è Berlusconi, alla fine Berlusconi fa saltare il banco, non si fa nessuna legge condivisa, lui non vende nessuna televisione, vince il referendum, perché ha fatto da solo la campagna elettorale e così D’Alema il giorno dopo dice “ eh, adesso ha vinto il referendum, non possiamo più fare una legge che gli tolga almeno una televisione, come dice la Corte Costituzionale”: perché? Perché gli italiani hanno appena votato contro la prospettiva da togliergliene due; a parte che la logica non c’entra niente, perché può benissimo darsi che la gente sia favorevole a togliergliene una e non due e, in secondo luogo, che cosa dice o non dice la gente non c’entra niente, la Corte Costituzionale ha stabilito una cosa e tu la devi fare. E D’Alema dice “ da questo momento con il referendum non potremo più fare una legge a maggioranza senza i voti di Berlusconi sulle tv di Berlusconi”, ossia o Berlusconi vota una legge che gli toglie le tv, oppure noi non la possiamo fare. L’accordo del 94 dura, a quel punto cade il governo Dini e si dovrebbe andare alle elezioni, anche perché Berlusconi sono mesi che urla “ elezioni anticipate, elezioni anticipate! Un colpo di Stato, è il governo Dini che ci impedisce di andare alle elezioni, Scalfaro golpista”, c’era già il Partito dell’Amore all’epoca, Berlusconi insultava il Presidente del Consiglio che non era lui, cioè Dini, il Capo dello Stato chiamandolo golpista, serpente, etc., ma insomma è il Partito Dell’Amore, no? Quando lui fa questi insulti è il dolce Stilnovo! Per cui si pensa, dice “ beh, cade il governo Dini alla fine del 95 e si va alle elezioni, Berlusconi vuole le elezioni” e invece no, Berlusconi ha cambiato idea: perché? Perché deve quotare in borsa le sue televisioni e quindi ha bisogno di stabilità politica, in più non può certo rischiare di perderle le elezioni, in più i giudici di Milano hanno pure scoperto, finalmente, di chi è la famosa All Iberian, che pagava miliardi su miliardi a Craxi, il quale prendeva i soldi per fare le stesse leggi che poi D’Alema farà gratis, o almeno così si pensa.
Marco Travaglio
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