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Proposte contro gli sprechi e i privilegi delle caste

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Costi della politica, le proposte dell'Italia dei Valori

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Parlamento pulito: no a impunita'

Basta! Parlamento pulito                                    
 

PRAGMATISMO

NO ALLE IDEOLOGIE, SI AL PRAGMATISMO.

NUOVA COSTITUZIONE COSTRUITA DAL POPOLO

PER REGOLARE I POTERI DEI PARTITI E DEI POLITICI.

NO AI PRIVILEGI DELLA CASTA DI DECIDERE IL PROPRIO STIPENDIO.

SI AL PRINCIPIO CHE TRA STIPENDIO PIU' BASSO E QUELLO PIU' ALTO

DEVE ESSERCI UN RAPPORTO FISSO.

STIPENDI DEI POLITICI IN MEDIA EUROPEA.

STIPENDIO DEL MANAGER NON SUPERIORE A 13 VOLTE

QUELLO MEDIO DELL'OPERAIO DELLA SUA AZIENDA.

NO ALLE STOCK OPTION

NO ALLA FINANZA CREATIVA, NO AI DERIVATI

 

 Questo sito non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicita'. Non puo' pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001 Alcune delle immagini contenute sono prese dal web. Per qualsiasi problema fatemi sapere e verranno rimosse.

 

Messaggi del 10/03/2010

Il lavoro in liquidazione

Post n°1199 pubblicato il 10 Marzo 2010 da albert.z
 

di Piergiovanni Alleva e Giovanni Naccari*, il Manifesto, 4 marzo 2010

Soluzione finale. Il governo e la maggioranza di destra stanno per approvare in Parlamento il disegno di legge (1167-b/Senato) che sul lavoro completa l'opera di destrutturazione del sistema di tutele del lavoro, già portata avanti con fervore da ben noti provvedimenti legislativi (detti comunemente «pacchetti») fino al decreto legislativo 276/2003 (c.d. legge Biagi). Si tratta di una sorta di «soluzione finale» (o «crocefissione», stante la vicinanza della Pasqua) perseguita con molta determinazione e anche con una certa perfidia tecnica che rende poco visibile la reale portata e gravità dell'operazione. Allarmate reazioni, infatti, sono venute soprattutto dagli esperti (Consulta giuridica Cgil, Associazione per i diritti sociali e di cittadinanza, Agi, appello di giuslavoristi). Ma è mancata, finora, la grande mobilitazione della gente comune, come quella che si era attivata dopo l'attacco all'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. Eppure la posta in gioco è la stessa, e anzi addirittura più ampia di quella che nel marzo 2002 portò milioni di lavoratori a riempire il Circo Massimo.

Tutto il potere al datore
L'ispirazione generale del progetto si fonda, da un lato sulla volontà di privare i lavoratori della facoltà di un rapido ed efficace accesso alla giustizia, e dall'altro dalla volontà di privare i giudici del potere di ripristinare effettivamente i diritti violati dei lavoratori. Questo si evince in primo luogo dall'articolo 32 del progetto che - sotto la specie di voler impedire al magistrato un controllo di merito, ossia sull'opportunità dell'esercizio del potere datoriale - pretenderebbe di lasciare alla decisione semplicemente arbitraria del datore vicende importantissime, quali i trasferimenti o i licenziamenti per ragioni economico-produttive. Dunque, senza alcun contemperamento tra il potere del datore e l'interesse del lavoratore alla stabilità dell'occupazione, come invece vorrebbe l'articolo 41, comma 2 della Costituzione.

Certificazioni false, giudizi arbitrari
Lo sbilanciamento del progetto a favore della parte datoriale risulta altrettanto evidente dalle innovazioni apportate alla certificazione dei contratti di lavoro. Questo istituto, introdotto dalla cosiddetta legge Biagi, ha sempre avuto un fondamento intimidatorio e ricattatorio, perché consiste nell'attribuzione a un rapporto di lavoro di una certa «etichettatura», alla quale il lavoratore acconsente solo per l'assoluta necessità di lavorare. Così normali rapporti subordinati possono essere «certificati» come a progetto, a termine, ecc. Tuttavia, l'esistenza dell'articolo 24 della Costituzione ha garantito finora al lavoratore il diritto di rivolgersi al giudice per ristabilire la vera natura del rapporto. E così ora, per raggiungere l'obiettivo di rendere intoccabile la certificazione di un rapporto sostanzialmente falso, il progetto elimina la stessa possibilità che il lavoratore si rivolga al giudice, prevedendo che nel contratto certificato, stipulato dal lavoratore sotto ricatto, possa essere introdotta una clausola arbitrale per la quale qualsiasi vertenza (sia riguardante la vera natura del rapporto, sia ogni altra vicenda, licenziamento compreso) venga decisa non più dal giudice, ma solo da un «arbitro», cioè da un esperto che, come insegna l'esperienza, è facilmente influenzabile dalle classi economicamente dominanti, e che giudicherà «secondo equità», ossia senza applicare precise norme sanzionatorie.

Sterilizzazione dell'art. 18
Come si può intendere, non sarà necessario attaccare frontalmente l'articolo 18, perché basterà aggirarlo, sostituendo il soggetto che dovrebbe applicarlo. Ad esempio, in caso di licenziamento ingiustificato, l'arbitro più facilmente non deciderà il «reintegro» nel posto di lavoro, ma più «equamente» una modesta «monetizzazione» per l'«arbitraria» perdita dell'occupazione del sempre più solo e indifeso lavoratore.

Come infierire sul precariato
Chi non si è fatto illusioni sugli orientamenti sociali della destra, osserva con sgomento il cinismo con cui il progetto tende a perpetuare lo sfruttamento del precariato. Anche qui l'attacco è per via processuale. Infatti il progetto pone ora ostacoli temporali e psicologici alla possibilità di ottenere la trasformazione in contratti di lavoro subordinato a tempo indeterminato, i rapporti precari (a termine, a progetto,somministrati, ecc.) che risultassero per un verso o per l'altro illegittimi. Infatti, ora bisognerà che il rapporto precario sia impugnato stragiudizialmente al massimo entro 60 giorni dalla sua conclusione e che l'azione giudiziaria sia effettivamente iniziata nei successivi 180 giorni. Si sfrutta cinicamente, da una parte la scarsa o nulla conoscenza giuridica dei semplici lavoratori, magari extracomunitari, e dall'altra la titubanza che il lavoratore precario ha sempre verso una immediata impugnazione per la speranza di un rapporto contrattuale spontaneo.

C'è dell'altro
Il progetto, infatti, sfidando la sentenza della Corte costituzionale che ha riconfermato la conversione a tempo indeterminato del rapporto a termine illegittimo, prevede che al lavoratore non vengano dovute tutte le retribuzioni perdute, ma soltanto un risarcimento minimale, con pesanti ripercussioni retributive e previdenziali per il lavoratore ingiustamente assunto come precario. In definitiva, per il governo di destra, egli deve perdere anche quando vince.

* associazione per i diritti sociali e di cittadinanza

(4 marzo 2010)

STANNO REALIZZANDO LE METE E GLI OBIETTIVI DELLA P2: METTERE TUTTI I POTERI NELLE MANI DELLA CLASSE DOMINANTE. LA CLASSE DOMINANTE DECIDE TUTTO PERCHE' CONTROLLA I POLITICI, O ADDIRITTURA DIVENTA PARTE DELLA CASTA DEI POLITICI. E' UNA ALLEANZA TRA RICCHI ( industriali, banchieri, finanzieri, liberi professionisti), E POLITICI PER METTERE IL POPOLO IN UNO STATO DI PURA E TOTALE DIPENDENZA E SOGGEZIONE.
BANCHE, ASSICURAZIONE, PARLAMENTO, ENTI, CONFINDUSTRIA,  ALLEATI PER DOMINARE E ARRICCHIRSI, MENTRE IL POPOLO DEI LAVORATORI DIPENDENTI LAVORA, PAGA LE TASSE E OBBEDISCE PER ARRICCHIRE I PADRONI.
MARX E' MORTO E GLI EX COMUNISTI, PER SOPRAVVIVERE, SI SONO ALLEATI CON I PADRONI PER SPARTIRSI IL POTERE, ALLE SPALLE DEI LAVORATORI.
D'ALEMA DOCET. NON E' IL SOLO. TUTTO IL PARTITO DEI DS, DURANTE GLI ANNI IN CUI ERA SEGRETARIO DEI DS, O PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, D'ALEMA HA SVENDUTO LA DEMOCRAZIA, FACENDO ACCORDI CON BERLUSCONI. LEGGETE IL LIBRO DI MARCO TRAVAGLIO: AD PERSONAM.

 
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SABATO 13 MANIFESTAZIONE CONTRO L'ILLEGALITA'

Post n°1198 pubblicato il 10 Marzo 2010 da albert.z
 

Vergogna!
Il D.L. 5.3.2010 detto "salva liste" è una vergogna!
La nostra Repubblica è ancora una volta sfregiata dall'arroganza di una maggioranza senza pudore!
La nostra Democrazia è in pericolo!
Quanto accaduto in queste ore, deve accendere le coscienze dei Cittadini onesti.
Non è più possibile far finta di niente, non è più possibile accettare questa deriva dittatoriale.
Non possiamo più limitarci a resistere; dobbiamo reagire, reagire, reagire!
In gioco c'è il nostro futuro.
Italia dei Valori sarà presente alla grande mobilitazione democratica in programma:
 
Sabato 13 marzo in Piazza Ferretto - Mestre (VE) dalle ore 17:00 alle ore 18:30
 
E' una manifestazione che vedrà partecipi tutte le forze politiche di centro sinistra.
Una giornata a cui ogni Cittadino onesto deve essere presente; è un'emergenza che dobbiamo affrontare per il bene del Paese.
Con i prossimi minuti, le prossime ore, i prossimi giorni dobbiamo avere un solo scopo:
 
Andare a manifestare per l'ennesimo furto di giustizia
 
Non è più momento di procrastinare, non è più momento di pensare che siano altri a dover fare.
Ognuno venga - e faccia venire - alla manifestazione possibilmente con una bandiera di IDV .
Serve una ramazzata a questo governo incapace di fare il bene dell'Italia, perchè troppo intenzionato a fare solo gli affari propri.
 
Faccio presente che in concomitanza a Venezia si terrà una manifestazione di Beppe Grillo A SOSTEGNO della sua lista per le elezioni Regionali e Comunali.
Vi prego pertanto di non confondere gli appuntamenti e di venire numerosi in Piazza Ferretto a Mestre.
 
RingraziandoVi per la partecipazione, cari saluti,
 
Il Coordinatore Regionale
Gennaro MAROTTA
E UNA MANIFESTAZIONE CONTRO IL LEGITTIMO IMPEDIMENTO E CONTRO IL FINTO PROCESSO BREVE?

 
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Mentre discutono del diritto di voto

Post n°1197 pubblicato il 10 Marzo 2010 da albert.z
 

Mentre discutono del diritto di voto, anche a chi è arrivato in ritardo, il cavaliere Berlusconi, esperto di pubblicità, di calcio e di donne ( forse anche di quelle a pagamento),  fa lavorare il suo Parlamento con leggi a favore del solito: Silvio Berlusconi.

La tecnica di parlare d'altro la hanno adottata fin da principio: Vespa tutte le sue serate le dedicava non alle leggi fatte dal Parlamento, ma al processo della povera mamma di Cogne.

Sinceramente avrei preferito che tutto fosse stato regolare e che tutti andassero a votare senza problemi, per un semplice fatto: mentre discutiamo se hanno sbagliato le regole a presentare la lista PDL, Berlusconi si fa fare UNA COSA GRAVISSIMA: IL COSIDETTO LEGITTIMNO IMPEDIMENTO, CHE DI LEGITTIMO NON HA NULLA SE NON L'ENNESIMO MODO, incostituzionale,  PER EVITARE DI RISPONDERE DELLE SUE MALEFATTE.
Contro questa nuova legge ad personam occorre mobilitarsi e scendere in piazza. Gia' con il famigerato LODO ALFANO E' RIUSCITO AD EVITARE DI ESSERE INTERROGATO, MENTRE ERA IN VIGORE. Quando il lodo è stato dichiarato incostituzionale hanno pensato di fare il legittimo impedimento e il gravissimo "PROCESSO BREVE", sulla carta, ma che in realta' vuol dire prescrizione certa per il 50% dei processi. Queste canaglie andrebbero bloccate con qualunque mezzo. Scendiamo in piazza, premiamo su tutte le Istituzioni per fermare questi privilegi da satrapo orientale. Scriviamo a tutti, facciamo qualcosa.
LASCIATE CHE VOTINO TUTTE LE LISTE CHE VOGLIONO, NON ANDIAMO IN CERCA DI FAR RISPETTARE A TUTTI I COSTI LEGGI RESTRITTIVE, LASCIAMOLI VOTARE.
NOI DOBBIAMO IN VECE INTERVENIRE PER IMPEDIRE CHE FACCIANO LEGGI AD PERSONAM, LEGGI A FAVORE DI QUALCUNO, A FAVORE DEGLI EVASORI FISCALI, DI CHI COMMETTE FRODE A DANNO DELLE CASSE DELLO STATO, A FAVORE DEGLI INDAGATI CHE CERCANO DI EVITARE I PROCESSI, CIOE' DI BERLUSCONI.
 
Sembra che giovedì scorso 4  marzo 2010, Berlusconi, accompagnato da La Russa, abbia minacciato Napolitano che se non firmava il decreto avrebbe mobilitato la piazza. Credo che Napolitano avrebbe dovuto reagire denunciando il fatto. Invece ha firmato.  SIAMO NELLA STESSA SITUAZIONE DEL 1922 CON L'AVVENTO DEL FASCISMO. Con le minacce gli aspiranti dittatori ottengono ciò che vogliono da re a da presidenti imbelli.
 
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