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Proposte contro gli sprechi e i privilegi delle caste

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Costi della politica, le proposte dell'Italia dei Valori

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Parlamento pulito: no a impunita'

Basta! Parlamento pulito                                    
 

PRAGMATISMO

NO ALLE IDEOLOGIE, SI AL PRAGMATISMO.

NUOVA COSTITUZIONE COSTRUITA DAL POPOLO

PER REGOLARE I POTERI DEI PARTITI E DEI POLITICI.

NO AI PRIVILEGI DELLA CASTA DI DECIDERE IL PROPRIO STIPENDIO.

SI AL PRINCIPIO CHE TRA STIPENDIO PIU' BASSO E QUELLO PIU' ALTO

DEVE ESSERCI UN RAPPORTO FISSO.

STIPENDI DEI POLITICI IN MEDIA EUROPEA.

STIPENDIO DEL MANAGER NON SUPERIORE A 13 VOLTE

QUELLO MEDIO DELL'OPERAIO DELLA SUA AZIENDA.

NO ALLE STOCK OPTION

NO ALLA FINANZA CREATIVA, NO AI DERIVATI

 

 Questo sito non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicita'. Non puo' pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001 Alcune delle immagini contenute sono prese dal web. Per qualsiasi problema fatemi sapere e verranno rimosse.

 

Messaggi del 12/03/2010

Rapine legalizzate: pensioni dei parlamentari

Post n°1211 pubblicato il 12 Marzo 2010 da albert.z
 

Le pensioni dei parlamentari

Irene Pivetti, nel 2013, a 50 anni, dopo 9 anni a Montecitorio inizierà a percepire una pensione di 6.203 euro mensili. Giuseppe Gambale, entrato ragazzino nel 92', è andato in pensione nel 2006 a 42 anni con 8.455 euro lordi al mese. Giovanni Valcavi, banchiere varesino, è rimasto al Senato 68 giorni (dovette poi dimettersi per incompatibilità) ma ogni mese, dal 23 aprile del 1992 , porta a casa una pensione attualmente di 3.108 euro. Dall'autunno del 2000 incassa ogni mese il vitalizio senatoriale (sia pure ridotto per reversibilità) la vedova di un uomo che non mise mai piede al Senato: Arturo Guatelli, che subentrò a camere già sciolte al senatore Morlino (morto per infarto). Vi sono 4 ex parlamentari radicali (Angelo Pezzana, Piero Graveri, Luca Boneschi e René Andreani), che percepiscono una pensione di 1.733 euro netti al mese per essere stati al Parlamento un solo giorno. Si sono infatti dimessi lo stesso giorno in cui sono stati proclamati eletti. Toni Negri, leader di Potere operaio, nel 1983 era detenuto per associazione sovversiva e insurrezione armata contro i poteri dello Stato. Pannella lo inserì nelle liste radicali facendolo eleggere in Parlamento, dove i mise piede alla Camera solo per sbrigare le pratiche connesse al suo insediamento. Dopo 64 giorni e 9 sedute, temendo di finire di nuovo in gattabuia, si diede alla latitanza in Francia senza mai più farsi vedere a Montecitorio. Ciononostante, dal 1993 (compiuti 60 anni) riscuote ogni mese la pensione parlamentare, oggi di 3.108 euro. Altri parlamentari con meno di 60 anni si sono aggiunti con l’interruzione dell’ultima legislatura: Antonio Martusciello, Fi, , 46 anni, dal 1° maggio 2008, intasca 7.959 euro lordi al mese di vitalizio. Lo stesso avviene per Rino Piscitello, Pd, 47 anni e mezzo e pure lui ha 4 mandati. Alfonso Pecoraro Scanio (Verdi), 49 anni, deputato dal 1992, 16 anni di mandato effettivo, vitalizio di 8.836 euro lordi al mese. Enrico Boselli (Sdi), 51 anni, 4 mandati e 7.958 al mese. Come Oliviero Diliberto, segretario del Pdci, 52 anni. Ricevono 6.203 euro al mese: Mauro Fabris (Udeur) e Franco Giordano (Prc) entrambi 50 anni, Stefano Boco (Verdi), 52 anni, Carlo Leoni (SD), 53 anni, Gloria Buffo (SD) 54 anni, Marco Fumagalli (SD), Maurizio Ronconi (Udc), 55 anni, Dario Rivolta (FI) 55 anni, Salvatore Buglio (RnP), 57 anni, Tana de Zulueta (Verdi), 57 anni, Mauro del Bue (Psi), 57 anni, Francesco Monaco (Pd), 57 anni. Hanno un mensile di 3.636 euro: Dario Galli (Lega), 57 anni, Giannicola Sinisi (Pd), 51 anni, Natale D’Amico (Dini), 52 anni, Roberto Barbieri (Psi), 55 anni, Roberto Manzione (Consumatori), Gianni Nieddu (Pd), 56 anni . Percepiscono 7.959 euro al mese Ettore Peretti (Udc), 50 anni, Ramon Mantovani (Prc), 53 anni, Enrico Nan (FI), 55 anni, Fulvia Bandoli (SD), 56 anni. Pietro Folena (Prc), 50 anni, 8.836 euro. Incassano 8.164 euro al mese Franco Danieli (PD), 52 anni, Stefano Morselli (La Destra), 54 anni, Euprepio Curto (An), 56 anni, Aniello Palumbo (Pd), 56 anni, Tiziana Valpiana (Prc), 57 anni. Ancora, tra i “giovani” pensionati del Parlamento, ritroviamo Marco Taradash, 57 anni, ex deputato di Forza Italia, un tempo radicale, e Alfonso Gianni, 58 anni, 15 di anzianità parlamentare, di Rifondazione , Valerio Calzolaio (Pd), e Vittorio Sgarbi, 55 anni, con 8.455 euro al mese. Ci sono anche sotto i sessant’anni, l’ex magistrato di «Mani pulite» Tiziana Parenti, Maura Cossutta, figlia del fondatore dei Comunisti italiani Armando; e Annamaria Donati, Verde della prima ora, Peppino Calderisi, storico combattente contro il finanziamento dei partiti quando era seguace di Marco Pannella, ora in Forza Italia e Nando Dalla Chiesa, 58, Pd. Ci sono gli ex senatori Edo Ronchi (Pd), 58 anni, e Willer Bordon, 59 anni: entrambi avranno (riscatti permettendo) il massimo del vitalizio senatoriale: 9.604 euro. Non vanno poi dimenticati gli ex parlamentari condannati per gravi reati e che ciononostante percepiscono laute pensioni: Paolo Cirino Pomicino (Udeur): 1 anno e 8 mesi definitivi per finanziamento illecito tangente Enimont, 2 mesi patteggiati per corruzione per fondi neri Eni, Antonio Del Pennino (FI): 2 mesi e 20 giorni patteggiati per finanziamento illecito Enimont; 1 anno 8 mesi e 20 giorni, patteggiati per i finanziamenti illeciti della metropolitana milanese, e di protagonisti di Tangentopoli, come Altissimo, Di Donato, Pillitteri, La Ganga, De Lorenzo, Martelli, Tognoli. Senza dimenticare i falsi testimoni come Formica, e i condannati ante Tangentopoli: Pietro Longo, Franco Nicolazzi e Mario Tanassi.

 
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RIBELLIAMOCI AL PRIVILEGIO DEL SATRAPO E DELLA SUA CORTE

Post n°1210 pubblicato il 12 Marzo 2010 da albert.z
 

Legittimo impedimento, come cambiano i processi a BerlusconiCon il via libera del Senato, ecco quali sono le ripercussioni del ddl sui tre processi in cui è coinvolto il premier

 
Lo scudo giudiziario

Premier e ministri possono avere il legittimo impedimento a presentarsi in tribunale? Vota

Nuovo stop per i processi che vedono sul banco degli imputati il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Mills, frodi fiscali Mediaset e le accuse di appropriazione indebita e frode fiscale legate a Mediatrade. Sono questi i tre procedimenti che subiranno ripercussioni dopo l'approvazione del ddl sul legittimo impedimento. Le critiche dell'opposizione si sono fatte sentire, con le proteste in aula e fuori, e si rafforzeranno nelle prossime settimane, quando, in particolare, è prevista la ripresa del processo Mills.


Approvato ieri, il legittimo impedimento è diventato legge: il ddl prevede 18 mesi di "scudo" per il premier e i ministri. La norma riguarda il presidente del Consiglio o i ministri: se sono chiamati a comparire in un processo, costituisce legittimo impedimento "l'esercizio di una o più delle attribuzioni previste dalle leggi o dai regolamenti". In poche parole sono prevalenti gli impegni politici rispetto a quelli giudiziari


PROCESSO MILLS
Per quanto riguarda il caso di corruzione dell'avvocato inglese David Mills, i termini di prescrizione scadranno nel febbraio del 2011. Undici mesi per i tre gradi di giudizio sono troppo pochi per capire chi ha ragione. Nel febbraio scorso, la Cassazione ha sentenziato che ci fu corruzione, ma il reato è stato prescritto per Mills. Il processo riprenderà comunque il 26 marzo e con alta probabilità verrà già richiesta l'applicazione del legittimo impedimento e il pm Fabio De Pasquale potrebbe chiedere un giudizio da parte della Corte Costituzionale, ma tutto deve essere deciso entro gli undici mesi.


FRODE FISCALE
 
La scadenza in questo caso è fissata al 2013, ma se venisse applicata la nuova norma il processo andrebbe azzerato e riprenderebbe di fronte a un nuovo collegio creato per il premier. 


MEDIATRADE
Il caso riguarda la presunta appropriazione indebita e la frode fiscale per i diritti televisivi di Mediatrade. A breve dovrebbe arrivare il rinvio a giudizio per il premier, i reati contestati dal pm riguardano il 2006 e sono prescrivibili entro il 2013. Per quest'ultimo c'è tutto il tempo per verificare le responsabilità di Silvio Berlusconi. Anche se nel testo non si fa alcuno riferimento alle udienze preliminari. (Apcom)

 E PENSARE CHE, NEL 1993,  SOTTO LA DOCCIA PIANGEVA! ERA RIMASTO SENZA LA PROTEZIONE DI CRAXI. POI, GRAZIE AI TRADITORI DEL POPOLO ORA RIDE!!!!!

 
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Quando la fantasia è inferiore alla realtà

Post n°1209 pubblicato il 12 Marzo 2010 da albert.z
 

      BELPIETRO

SARA' IL NUOVO PROPAGANDISTA DEL PDL  AL TG1?

TUTTI AL SERVIZIO DEL RE!  FINO A CHE ESPLODEREMO!!!

 
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LETTERA DI AMBROGIO BRAMBILLA. UN MILANESE CONTENTO

Post n°1208 pubblicato il 12 Marzo 2010 da albert.z
 

 DIFFONDERE PREGO

Vivo a Milano DUE in un palazzo costruito dal PRESIDENTE DEL CONSIGLIO.
Lavoro a Milano in una azienda di cui è mero azionista il Presidente del Consiglio....
Anche l'assicurazione dell'auto con cui mi reco a lavoro è del Presidente del Consiglio, come del Presidente del Consiglio è l'assicurazione che gestisce la mia previdenza integrativa.......

Mi fermo tutte le mattine a comprare il giornale, di cui è proprietario il Presidente del Consiglio.
Quando devo andare in banca, vado in quella del Presidente del Consiglio.
Al pomeriggio, esco dal lavoro e vado a far spesa in un ipermercato del Presidente del Consiglio, dove compro prodotti realizzati da aziende partecipate dal Presidente del Consiglio.
Alla sera, se decido di andare al cinema, vado in una sala del circuito di proprietà del Presidente del Consiglio e guardo un film prodotto e distribuito da una società del Presidente del Consiglio (questi film godono anche di finanziamenti pubblici elargiti dal governo presieduto dal Presidente del Consiglio).
Se invece la sera rimango a casa, spesso guardo la TV del Presidente del Consiglio,con decoder prodotto da società del Presidente del Consiglio, dove i film realizzati da società del Presidente del Consiglio sono continuamente interrotti da spot realizzati dall'agenzia pubblicitaria del Presidente del Consiglio.
Soprattutto guardo i risultati delle partite, perché faccio il tifo per la squadra di cui il Presidente del Consiglio è proprietario. Quando non guardo la TV del Presidente del Consiglio, guardo la RAI, i cui dirigenti sono stati nominati dai parlamentari che il Presidente del Consiglio ha fatto eleggere. Allora mi stufo e vado a navigare un pò in internet, con provider del Presidente del Consiglio. Se però non ho proprio voglia di TV o di navigare in internet, leggo un libro, la cui casa editrice è di proprietà del Presidente del Consiglio.
Naturalmente, come in tutti i paesi democratici e liberali, anche in Italianistan è il Presidente del Consiglio che predispone le leggi che vengono approvate da un Parlamento dove molti dei deputati della maggioranza sono dipendenti ed avvocati del Presidente del Consiglio, che governa nel mio esclusivo interesse!!!!!!!!!!!!!
Per fortuna!

PS.: Tutte le persone che ricevono la presente comunicazione hanno l'obbligo civile e morale di trasmetterla ad almeno altre cinque persone. Non sia mai che qualcuno lo votasse di nuovo.
POST COPIATO DAL BLOG  FINGERPRINT
Spero, almeno, che i preservativi non siano di Berlusconi!

 
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Fanno cio' che vogliono. Dopo le elezioni si scuseranno.

Post n°1207 pubblicato il 12 Marzo 2010 da albert.z
 

In due settimane Berlusconi ha avuto picchi di 57 minuti sul Tg4 e 41 sul Tg1
Tra il 28 febbraio e il 6 marzo al Pdl sul Tg1 il 30,5%, all'opposizione il 18%

Par condicio, l'allarme dell'Authority
Pdl invade i Tg Rai e dilaga a Mediasetdi ALBERTO D'ARGENIO

 

Par condicio, l'allarme dell'Authority  Pdl invade i Tg Rai e dilaga a Mediaset

Augusto Minzolini
direttore del Tg1

ROMA - Nell'ultima settimana - periodo cruciale per l'inizio della campagna elettorale - l'informazione dei telegiornali è stata "squilibrata". In favore del centrodestra. L'allarme arriva dall'Autorità per le comunicazioni, che ha chiesto "a tutte le emittenti" il rispetto del pluralismo. Leggendo i dati del monitoraggio sui Tg, appare chiaro come a maggioranza e governo sia stata garantita su tutti i canali - Rai e Mediaset - una copertura in proporzione superiore a quella dell'opposizione.

La nota dell'Agcom parla chiaro: "Pur considerando l'incertezza durante la presentazione delle liste elettorali, si rileva un certo squilibrio dell'informazione sui telegiornali. Richiamiamo tutti al rispetto dei principi di completezza, correttezza, obiettività, equità, imparzialità e parità di trattamento con particolare rigore nei periodi elettorali".

L'allarme è ancora più pressante vista l'abolizione dei talk show imposta dalle nuove regole della par condicio. E proprio ieri la Federazione nazionale della stampa ha annunciato una manifestazione a Bologna il 25 marzo in favore della libera informazione.

D'altra parte i dati dell'Authority sui telegiornali, unico veicolo di informazione politica televisiva fino al voto, parlano chiaro. Nella settimana compresa tra il 28 febbraio e il 6 marzo, il Tg1 guidato da Augusto Minzolini ha concesso al Pdl il 30,5% dell'informazione politica. Sommato al 2,3% della Lega si sfiora il 33%. Dati che non contano le apparizioni di premier, ministri, presidenti di Camera e Senato, che tutti insieme arrivano intorno al 23%. Totale 56%. L'opposizione (Pd, Idv, Radicali, Sel, Udc) vanta invece un misero 18%, con il Partito democratico al 9%. Fa il pieno il presidente della Repubblica (16%), che nella settimana del balletto sul salvaliste è stato al centro del mondo mediatico. Fatto sta che il Tg1 ha calpestato il cosiddetto "metodo Zaccaria", quello che da una decina di anni chiede ai Tg di dedicare un terzo dell'informazione all'opposizione e i restanti due terzi in parte eque a governo e maggioranza. E nelle due settimane precedenti, dall'11 al 27 febbraio, i dati sono ancora più squilibrati: sul Tg1 il Capo dello Stato scende ad un più normale 5,4%, il premier sale 13,4% e i rapporti tra maggioranza ed opposizione sono del 69,5 a 18,5%. E anche il confronto tra il Pdl e il Pd è schiacciante: 30,4 a 9%.
Sugli altri telegiornali le cose non vanno meglio, anzi, nel caso Mediaset la maggioranza dilaga (la tv del biscione non è immune dalle regole sul pluralismo). Partendo dal Tg2, settimana scorsa il Pdl ha occupato oltre il 33% dello spazio, il Pd il 12, con un rapporto totale tra maggioranza e opposizione 59 a 23%. Meglio di tutti i canali Rai il Tg3: dal 28 febbraio al 6 marzo la maggioranza ha preso il 50% dello spazio, il Quirinale il 16 e l'opposizione il 23. Dall'11 al 27 febbraio, fuori dal caos liste, l'opposizione arriva al 27%, con la par condicio sostanzialmente rispettata. Gli squilibri sono visibili anche quando le presenze delle cariche istituzionali (Berlusconi, Fini, Schifani, ministri e responsabili europei) sono conteggiate all'interno dei partiti di appartenenza: con questo metodo settimana scorsa sul Tg1 il Pdl ha occupato il 55,9% dello spazio contro il 16,5 del Pd, sul Tg2 siamo al 53,7 contro 19,5, sul Tg3 50 contro 20 (la Lega si porta su tutte e tre le testate il 4-5%).
Sempre tenendo questo dato come bussola, governanti all'interno dei propri partiti, i telegiornali Mediaset mostrano uno squilibrio ancora più plateale. Ultima settimana al Tg4: Pdl 64,9%, Lega 7,1%, Pd 1,7%. Tg5: 60,9 Pdl contro il 13,4 del Pd. Studio aperto 57 a 17. TgCom 71,9 a 17,9. Le due settimane precedenti, sui canali del biscione, Silvio Berlusconi ha avuto la parola con picchi di 57 minuti sul Tg4, 41 sul Tg1 e un più sobrio 16 sul Tg3. Nella settimana clou per il caos liste, invece, su SkyTg24 Pdl e Lega hanno avuto il 55%, Pd-Idv-Radicali 35%. In questo caso par condicio perfettamente rispettata.
SONO DELLE GRAN CANAGLIE E DEGLI IMPUNITI.
L'AUTHORITY SI LIMITA A CHIEDERE IL RISPETTO DELLE REGOLE. E LE PUNIZIONI? DOPO!!!!
OCCORRE ORGANIZZARE SUBITO UNA MANIFESTAZIONE DI PROTESTA DAVANTI
A RAI E A RETE4.
 
 
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