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Proposte contro gli sprechi e i privilegi delle caste

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Costi della politica, le proposte dell'Italia dei Valori

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Parlamento pulito: no a impunita'

Basta! Parlamento pulito                                    
 

PRAGMATISMO

NO ALLE IDEOLOGIE, SI AL PRAGMATISMO.

NUOVA COSTITUZIONE COSTRUITA DAL POPOLO

PER REGOLARE I POTERI DEI PARTITI E DEI POLITICI.

NO AI PRIVILEGI DELLA CASTA DI DECIDERE IL PROPRIO STIPENDIO.

SI AL PRINCIPIO CHE TRA STIPENDIO PIU' BASSO E QUELLO PIU' ALTO

DEVE ESSERCI UN RAPPORTO FISSO.

STIPENDI DEI POLITICI IN MEDIA EUROPEA.

STIPENDIO DEL MANAGER NON SUPERIORE A 13 VOLTE

QUELLO MEDIO DELL'OPERAIO DELLA SUA AZIENDA.

NO ALLE STOCK OPTION

NO ALLA FINANZA CREATIVA, NO AI DERIVATI

 

 Questo sito non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicita'. Non puo' pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001 Alcune delle immagini contenute sono prese dal web. Per qualsiasi problema fatemi sapere e verranno rimosse.

 

Messaggi del 19/03/2010

SIAMO IN MANO A BANDE ORGANIZZATE: I PARTITI

Post n°1223 pubblicato il 19 Marzo 2010 da albert.z
 

Diego Pascale ha inviato un messaggio a  BASTA.
 
Oggetto: INIZIATIVA POPOLARE
Cari Amici,

Oltre al essere il promotore del gruppo BASTA sono anche il promotore della Proposta di Legge per la riforma dei costi della politica italiana, depositata presso la I Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati con il numero di protocollo:346/10, Ottobre 2008.

Ogni anno la politica italiana, per la sua completa gestione, spende una cifra che supera i 350 miliardi di euro l'anno.

Questa cifra comprende tutte le spese per la funzione di "Politico" (ad ogni livello e per le prerogative che ne derivano) e per la

funzione di "Nominato" dalla politica (consigli di amministrazioni pubbliche - per esempio la RAI - Enti pubblici, Organi

Costituzionali, Commissioni, Consulte, ecc. ecc.).

Ovviamente la funzione di politico và, a prescindere da ogni tipo di discussione, salvaguardata ma.....

nella cifra totale di 350 miliardi (miliardi di euro), si hanno, in ordine:

- 50 miliardi di euro l'anno per gli stipendi dei politici e "nominati"

- 10 miliardi di euro l'anno per le auto di servizio a disposizione dei soggetti sopra indicati ("auto blu")

- 300 milioni di euro l'anno per rimborso spese elettorali ai partiti (cifra di molte volte superiore a quella effettivamente spesa dai

partiti) e contributi ai gruppi parlamentari

- 220 milioni di euro l'anno per i deputati e senatori cessati dalla carica (pensioni, rimborsi e assegni vari)

- 200 milioni di euro l'anno per i consiglieri regionali cessati dalla carica (pensioni, rimborsi e assegni vari)

oltre a tutte le altre spese di gestione (come segreterie, personale, attrezzature, affitti, ecc.).

Considerando l'emergenza che il nostro paese vive (licenziamenti, fallimenti, precarietà,insicurezza sociale generale) per la

mancanza di nuove entrate finanziarie che possano far riprendere fiato

all'economia nazionale, il settore delle "Spese per la politica" è l'unico aspetto che non ha subito alcuna modifica da parte delle

istituzioni politiche (se non in qualche raro caso ma nell'ordine di

non oltre il 1 o 2%) e che diminuire il numero dei parlamentari non sarà certamente di aiuto; con la mia proposta di legge (che è

stata sottoscritta da oltre 70.000 italiani) è possibile realizzare un risparmio concreto di oltre 10 miliardi di euro

semplicemente adeguando in misura minima, senza sminuire il ruolo di politico, i costi riferiti a stipendi (in moltissimi casi

altissimi rispetto alla media del paese), vitalizi (pensioni), privilegi che nella loro totalità assumono una importante valenza

economica e mezzi di servizio (auto blu), senza eliminare alcun altro tipo di spesa prevista per

la normale amministrazione degli uffici.

Se questo adeguamento venisse applicato anche solo per qualche anno il nostro paese, senza affamare nessuno, potrebbe

avere risorse finanziarie sufficienti per intraprendere una strada di risanamento economico generale con benefici per tutti.

Ma, ovviamente, la classe politica (centrale e locale) non ha alcun interesse ad accettare una proposta del genere.

Altrettanto ovvio è, come la mia proposta dimostra giacendo in Parlamento insieme ad altre ben più note, che le iniziative popolare

hanno poche possibilità di riuscita a meno che ..... l'adesione non sia elevatissima e nelle forma giuridica migliore.

Pertanto, se come me vuoi realmente fare qualcosa di concreto per il nostro Paese, il nostro futuro e per quello delle prossime

generazioni, ti chiedo di compilare la proposta che potrai trovare al questo LINK

http://www.facebook.com/l/cc122;www.publice.it/Modulo%20firme.pdf,

di firmarla, stamparla e di inviarrmela per

posta al seguente indirizzo: DIEGO PASCALE - VIA DELLE CHIAIE - 81050 PRESENZANO (CE).

Forse non riusciremo ad andare fino in fondo o forse si (se saremo milioni di persone a farlo)...questo sinceramente non lo so.

Quello che so è che, a prescindere dal personale orientamento politico che ognuno di noi ha, dinanzi ad una classe politica

generale incapace di far ripartire il nostro Paese è dovere di tutti di non stare a guardare ma, nella propria individualità, di fare

qualcosa per convincere le classi dirigenti ad intraprendere strade diverse per la gestione politica del nostro paese.

Quando ho iniziato questa iniziativa mi sono semplicemente detto.... "Non mi importa se sarà una iniziativa di successo o

meno.. chi e quanti la firmeranno. Quello che mi interessa è che è una iniziativa "giusta" e quindi vale la pena di essere

intrapresa"..... Ed è così arrivata in Parlamento.....

Grazie.

Diego Pascale

 
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Sicilia: privilegi o furti legalizzati di denaro pubblico?

Post n°1222 pubblicato il 19 Marzo 2010 da albert.z
 

Era direttore generale dell'emergenza rifiuti, Cuffaro lo premiò
l'attuale giunta ha provato a impugnare ma ha perso davanti alla Corte dei conti

Regione Sicilia, pensione record
all'ex burocrate 1.369 euro al giorno   
di EMANUELE LAURIA

 

Regione Sicilia, pensione record all'ex burocrate 1.369 euro al giorno

La sede della Regione Sicilia

PALERMO - L'ultimo grand commis dell'ente più generoso d'Italia, alla fine, si è portato a casa una pensione da favola: mezzo milione di euro l'anno. Ha lottato un paio d'anni, l'avvocato Felice Crosta, per un diritto che alla fine gli è stato riconosciuto dalla Corte dei Conti. Quei soldi gli spettano.

Perché così ha stabilito una legge della Regione siciliana, approvata nella stagione d'oro del governatore Cuffaro. E l'amministrazione, proprio in questi giorni, si sta adeguando, aprendo la cassa. Mezzo milione. Cioè 41.600 euro al mese, 1.369 euro al giorno. Cifra lorda, sia chiaro. Ma destinata a fare impallidire persino capi di Stato, governatori di Bankitalia e giudici della Corte costituzionale: Giorgio Napolitano, per dire, ha un'indennità annua di circa 220 mila euro. Carlo Azeglio Ciampi, prima di insediarsi al Quirinale, si vide riconoscere da Palazzo Koch una pensione da 34 mila euro al mese. Mentre Romano Vaccarella e Gustavo Zagrebelsky, ex presidenti della Consulta, percepiscono rispettivamente assegni di quiescenza pari a 25.097 e 21.332 euro mensili, secondo i dati rivelati da L'Espresso nel 2008.

Il superburocrate siciliano, insomma, non si limita a doppiare i colleghi della Regione, tutti beneficiati dal vecchio sistema di calcolo retributivo, ma si candida a tutti gli effetti per la palma del dipendente pubblico più pagato d'Italia. Fra quelli in servizio e a riposo. Sfondando con decisione pure il tetto ai trattamenti previdenziali "obbligatori" posto nell'ormai lontano ottobre del 2003 dal consiglio dei ministri: 516 euro al giorno, il vecchio milione di lire. Crosta quasi triplica quella somma.
Il sultano dei servitori della pubblica amministrazione è un dirigente di lungo corso che negli ultimi due lustri ha
gestito l'emergenza rifiuti in Sicilia. Un'emergenza che non è finita: gli Ato, gli organismi che dovevano assicurare il servizio di raccolta e smaltimento, hanno accumulato oltre un miliardo di debiti, la gara per i termovalorizzatori è stata annullata dall'Unione europea e i cassonetti stracolmi autorizzano ormai i paragoni con la Campania. Ma Crosta, prima da vicecommissario per l'emergenza poi da capo dell'agenzia siciliana per i rifiuti, in questi anni ha visto accrescere i propri compensi fino a 460 mila euro. Una cifra che il suo mentore, l'ex governatore Salvatore Cuffaro, gli accordò nel marzo 2006. Un'indennità che a Crosta è valsa come base pensionabile, in forza di un emendamento approvato dall'Assemblea regionale siciliana a fine 2005, cioè proprio alla vigilia della sua nomina: un caso? Chissà. Di certo, nella Regione dove oggi impera Raffaele Lombardo - che ha rotto con l'ex amico Cuffaro - oggi non si fanno salti di gioia. Anche perché, oltre all'assegno mensile, l'ente dovrà riconoscere a Crosta circa un milione di arretrati e la somma relativa alla rideterminazione del Tfr. In un primo momento, l'amministrazione si era opposta alla liquidazione della maxi-pensione, riconoscendo "solo" 219 mila euro all'ex dirigente. Crosta si è però rivolto alla Corte dei Conti che ha attestato il suo diritto. La legge si può discutere. Ma va applicata. "Non si tratta certo di un regalo, io ho lavorato per 45 anni", si difende l'interessato. La Regione siciliana dai conti in rosso - due miliardi di deficit - non ha potuto che fare appello alla sentenza della magistratura contabile.

L'ultimo beneficio, peraltro, va a pesare su una spesa previdenziale già ragguardevole: oltre 560 milioni per pagare le pensioni di un esercito di ex dipendenti (14.917) più folto del personale in servizio. Tutti a carico del bilancio, perché la Regione siciliana è fra i pochi enti in Italia a non avere ancora attivato un fondo quiescenza, pur avendolo istituito per legge. E continua a erogare baby-pensioni a tutti coloro che dimostrano di avere un parente infermo da accudire. Un'estensione tutta siciliana della legge 104 - anch'essa figlia di una norma varata dall'Ars - che ha premiato negli ultimi anni 700 impiegati andati a riposo con 25 anni di anzianità (ne bastano 20 per le donne). Ne ha approfittato anche l'ex segretario generale Pier Carmelo Russo. Che a dicembre, dopo il pensionamento, è stato promosso assessore regionale dal governatore Lombardo. 
 (19 marzo 2010)
DA Repubblica
La soluzione del problema passa attraverso il federalismo fiscale totale: ogni regione deve vivere solo con le sue risorse fiscali. Gli amministratori regionali allora starebbero attenti a non sprecarle, perché avrebbero timore della reazione degli elettori corregionali.
 
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I politici siciliani succhiano sangue agli italiani

Post n°1221 pubblicato il 19 Marzo 2010 da albert.z
 

IL CASO. Ora ce n'è uno ogni cinque dipendenti
Avranno una indennità da 150-250mila euro. E' polemica

In Sicilia la fabbrica dei dirigenti
Lombardo assume altri 9 supermanager
di EMANEUELE LAURIA
PALERMO - Raffaele Lombardo ha lavorato sino a notte fonda, fiancheggiato dai suoi "saggi". E alla fine ha sentenziato: alla Sicilia servono quei nove supermanager. Altri nove? Sì, altri nove. Non bastavano i 2.111 dirigenti che hanno consegnato alla Regione il record della burocrazia italiana.

Uno ogni 5,6 dipendenti. In Lombardia ce ne solo 300, uno ogni dodici impiegati. Per non parlare dello Stato, dove il rapporto è di uno a cinquanta. Ma nella pletora isolana di burocrati graduati, ha stabilito la giunta Lombardo, non ci sono le professionalità richieste. Ci vogliono gli "esterni". E pazienza se, con le loro indennità oscillanti da 150 a 250 mila euro i prescelti graveranno per un milione mezzo di euro sul bilancio colabrodo dell'ente. Idonei e arruolati.

Per carità, non è la prima volta che si ricorre ai tecnici prelevati fuori dall'amministrazione. E anzi, durante l'era Cuffaro, fecero rumore le indennità da mezzo milione di euro accordate a fedelissimi dell'ex governatore come la responsabile dei fondi europei Gabriella Palocci o il capo dell'agenzia per i rifiuti Felice Crosta. Compensi che non hanno evitato alla Sicilia di restare all'ultimo posto della spesa delle risorse comunitarie né di scongiurare un'emergenza ambientale simile a quella che colpì la Campania.

Ma Lombardo, che della discontinuità con l'allegra gestione dell'ex amico Cuffaro ha fatto un cavallo di battaglia, ora rischia di rimanere sfregiato dalle polemiche sulla burocrazia. Gli alleati che ha estromesso dal governo - Udc e Pdl - gli hanno già fatto notare che i tecnici scelti fuori dall'amministrazione saranno pure validissimi ma non sono proprio estranei alla politica: due di essi, Nicola Vernuccio e Rossana Interlandi, fino all'anno scorso erano i commissari dell'Mpa - il partito del governatore - a Palermo e Caltanissetta. Un altro, Gesualdo Campo, è stato assessore in quota autonomista nella giunta provinciale di Catania. E un altro ancora, Mario Zappia, ex sindaco di Bronte, grazie all'appoggio dell'Mpa aveva guidato l'Ato rifiuti "Joniambiente".

Il sindacato dei dirigenti interni della Regione chiede l'accesso agli atti delle nomine e preannuncia una pioggia di ricorsi. Stavolta con qualche chance: perché nel frattempo è entrato in vigore il decreto Brunetta che chiede di verificare se le professionalità ricercate non esistano già all'interno dell'amministrazione. E solo due giorni fa è stata pubblicata una sentenza della Corte costituzionale che, su un caso che riguarda il Piemonte, ha definito "eccessiva" la percentuale del 30 per cento di ricorso agli esterni. La stessa che vige in Sicilia. Anche la giunta Lombardo, nei giorni scorsi, si era posto il problema, andando in crisi davanti a un numero decimale. Il trenta per cento di 28 (la cifra complessiva dei posti a disposizione) fa 8,4: "Vuol dire che ne possiamo nominare otto o nove?", si sono chiesti in giunta, dove siedono due magistrati e quattro avvocati. Un paio di giorni di impasse e decisione non imprevedibile: nove, of course.

Il governatore, che pure sta tagliando i costi della sanità, ha abbassato i compensi e messo in cantiere una riforma che dovrebbe ridurre il numero dei dirigenti, rischia di restare impantanato nelle sabbie mobili della "sua" burocrazia. La stessa che gli aveva già riservato imbarazzi nell'autunno del 2008, quando si scoprì che l'ex assessore Giovanni Ilarda - una sorta di Brunetta siciliano - aveva fatto assumere la figlia nell'ufficio di gabinetto di un altro assessore. O a luglio del 2009, quando l'allora segretario generale della Regione, Pier Carmelo Russo, chiese di andare in pensione a soli 47 anni, sfruttando le generose norme siciliane per i dipendenti che hanno un parente da accudire.

Incurante delle polemiche, Lombardo ha promosso Russo al rango di assessore. Il burocrate ha accettato manifestando legittima sofferenza. E anticipando le perplessità degli avversari politici con una mossa a effetto: rinuncerà all'indennità di carica. Non alla pensione da 6.400 euro al mese. Nell'imbarazzo del Pd, che ha accettato di collaborare con Lombardo per le riforme (e che gli ha chiesto di congelare almeno le nomine degli esterni negli uffici di gabinetto), il governatore si è scontrato con l'ultimo caso legato alla burocrazia regionale giusto ieri: quando il consigliere regionale del Pdl Salvino Caputo ha denunciato che Antonino Nobile, un funzionario che era stato arrestato per tangenti e malgrado ciò aveva fatto regolarmente ritorno in ufficio, era stato candidato da una lista collegata all'Mpa alle elezioni del 2008. Il governo, di fretta, ha sospeso Nobile dal servizio. 
 
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