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Proposte contro gli sprechi e i privilegi delle caste

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Costi della politica, le proposte dell'Italia dei Valori

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Parlamento pulito: no a impunita'

Basta! Parlamento pulito                                    
 

PRAGMATISMO

NO ALLE IDEOLOGIE, SI AL PRAGMATISMO.

NUOVA COSTITUZIONE COSTRUITA DAL POPOLO

PER REGOLARE I POTERI DEI PARTITI E DEI POLITICI.

NO AI PRIVILEGI DELLA CASTA DI DECIDERE IL PROPRIO STIPENDIO.

SI AL PRINCIPIO CHE TRA STIPENDIO PIU' BASSO E QUELLO PIU' ALTO

DEVE ESSERCI UN RAPPORTO FISSO.

STIPENDI DEI POLITICI IN MEDIA EUROPEA.

STIPENDIO DEL MANAGER NON SUPERIORE A 13 VOLTE

QUELLO MEDIO DELL'OPERAIO DELLA SUA AZIENDA.

NO ALLE STOCK OPTION

NO ALLA FINANZA CREATIVA, NO AI DERIVATI

 

 Questo sito non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicita'. Non puo' pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001 Alcune delle immagini contenute sono prese dal web. Per qualsiasi problema fatemi sapere e verranno rimosse.

 

Messaggi del 09/04/2010

vacanze romane

Post n°1259 pubblicato il 09 Aprile 2010 da albert.z
 
Tag: ROMA
Foto di albert.z

La prossima settimana sarò a Roma, dal 12 al 16 aprile. Ci sono stato varie volte, da quando ho fatto il militare. Manco da 12 anni. Roma è meravigliosa, ha monumenti affascinanti, una storia unica, chiese e musei pieni di opere d'arte. A Roma piangi per una malattia rara: la sindrome di Stendhal.

Ricordo, che l'ultima volta, in bus, tre nordafricani hanno tentato di borseggiarmi.

Speriamo che tutto vada bene.

Da un servizio tv, vengo a sapere che a Roma operano centinaia di ladri provenienti dal nordafrica, bravissimi a derubare gli stranieri ovunque.

I LADRI, IN ITALIA, HANNO TROVATO IL PAESE IDEALE PER RUBARE. PARE CHE ABBIANO UNA GRANDE AMMIRAZIONE PER BERLUSCONI. DICONO:"E' IL PIU' BRAVO". QUANDO E' SCOPERTO SI FA FARE UNA LEGGE AD PERSONAM ED E' A POSTO. UN GENIO. FRA POCO NON CI SARANNO PIU' NEMMENO LE INTERCETTAZIONI E CHI SCRIVE SU UN GIORNALE CHE UN LADRO E' UN LADRO, VA IN GALERA.

 

 

 

Omaggio a Caio Giulio Cesare

 GIULIO CESARE

GIULIO CESARE: IL MASSIMO DELLA GENIALITA' IN MOLTI SETTORI:

MASSIMO STRATEGA DELL'ARTE  MILITARE E' STATO IL PIU' GRANDE GENIO MILITARE DELLA STORIA ROMANA, STATISTA LUNGIMIRANTE.

 OPERO' PER IL BENE DELLO STATO E PER IL BENE DEL POPOLO.

Il nome "Cesare" rimane in molte lingue come sinonimo di "comandante", "leader"; il tedesco Kaiser, il russo Zar ed il persiano Scià hanno la stessa radice del nome di Cesare, e ci furono in tempi successivi molti imperatori con quel nome. La pronuncia latina del nome era Cáesar .

 

 

 
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MANIFESTAZIONE DAVANTI LA RAI, CONTRO MINZOLINI

Post n°1258 pubblicato il 09 Aprile 2010 da albert.z
 

L'onda di Facebook non molla Minzolini
"Sul Tg1 vogliamo risposte dalla Rai"

di CARMINE SAVIANO

 

L'onda di Facebook non molla Minzolini
SARANNO di nuovo ai cancelli della Rai. Per "scalfire l'arroganza del potere". E per chiedere, ancora una volta, la rettifica per le notizie false date dal Tg1 del 26 febbraio sul Caso Mills. L'appuntamento è per sabato alle 11 all'ingresso della Rai in Viale Mazzini. Loro sono 'La valigia Blu', movimento nato da 'La dignità dei giornalisti e il rispetto dei cittadini', 196mila adesioni, su Facebook in un mese e mezzo. Per ricordare, alla testata diretta da Augusto Minzolini, che "prescrizione non è assoluzione". Tra gli obiettivi: mettere in discussione la lottizzazione della televisione di stato. "Vogliamo che la Rai sia libera dai partiti e garante del pluralismo".

L'annuncio della mobilitazione è stato dato con una lettera che Arianna Ciccone, responsabile de 'La Valigia Blù e anima del Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia, ha inviato al presidente della Rai Paolo Garimberti. Vi si legge: "Più volte vi abbiamo scritto via mail e cercato al telefono. Chiedendo di essere ricevuti o di avere una risposta. Ma ci ha avvolto solo uno stupefacente silenzio misto a indifferenza". Nella lettera la Ciccone rievoca la giornata del 5 marzo, quando è stata ricevuta in Rai. "La posizione del dott. Paglia  -  responsabile delle relazioni esterne Rai - è stata: la notizia corretta è stata data successivamente. Ma come può capire non basta dare la notizia correttamente. Bisognava fare riferimento all'errore e magari scusarsi con i telespettatori".

Ad oggi l'impegno di 'Valigia Blù si spinge oltre la richiesta di rettifica. "Sappiamo benissimo, a questo punto, che la rettifica non verrà mai più data", scrive la Ciccone. "Ma quello che non riusciamo ad accettare è il vostro silenzio nei nostri confronti. Nè lei nè Zavoli nè il direttore Minzolini avete ritenuto opportuno degnare 196mila cittadini di una risposta. Perché? 196mila cittadini non valgono niente? Non sono niente? Non hanno diritto a essere presi in considerazione?". E ancora: "Quello che sta avvenendo alla Rai ci preoccupa molto. La nostra lotta è il simbolo di una richiesta sempre più pressante da parte dei cittadini: una Rai e un'informazione pubblica libera dai partiti e che sia garanzia di tutti i cittadini. E dia spazio alla pluralità delle voci. Sempre".

Poi l'annuncio della manifestazione: "Non servirà a niente, vista l'arroganza con cui il potere continua a trattarci, ma sabato 10 aprile alle ore 11.00 saremo di nuovo a Roma. E altre persone simbolicamente davanti ad altre sedi Rai regionali. Per dirvi che esistiamo. Che non assisteremo alla morte lenta della Rai senza fare niente". Un annuncio che si conclude con una proposta: "Vogliamo una Tv pubblica modello BBC. Destra, sinistra e centro stanno distruggendo la (ex?) più grande azienda culturale del paese".

Nelle ultime ore 'Valigia Blù ha pubblicato online il proprio manifesto. Che oltre alla lettera di Arianna Ciccone a Garimberti, contiene un articolo di Giovanna Zucconi sulla 'curà delle parole:  "Nulla è più rivoluzionario, oggi, che rispettare le parole. Riprendiamocele, le parole, maneggiamole con cautela, brandiamole con il rispetto che meritano. Che meritiamo". Perché "prescrizione non è assoluzione" non è solo una questione terminologica.
LA BANDA DEI CRIMINALI ORGANIZZATI IN PARTITI, DOMINA L'INFORMAZIONE.
ANCHE DAL PD, NESSUN SEGNALE, PER CERCARE DI AVERE UNA RAI INDIPENDENTE.
I PARTITI VOGLIONO UNA RAI ASSERVITA ALLE LORO NECESSITA'.
I CITTADINI VOGLIONO UNA RAI INDIPENDENTE!!!!
 
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Frode sui diritti tv, per Berlusconi

Post n°1257 pubblicato il 09 Aprile 2010 da albert.z
 

Milano, accuse di appropriazione indebita e frode fiscale

I PM : Frode sui diritti tv, per Berlusconi
richiesta di rinvio a giudizio.

MILANO - Pur destinato a essere subito fermato e sospeso dalla nuova legge sul «legittimo impedimento», un nuovo processo a Silvio Berlusconi inizierà a giugno: l’Ufficio dei giudici delle indagini e delle udienze preliminari del Tribunale di Milano ha infatti ricevuto ieri dalla Procura della Repubblica le 45mila pagine di atti con la richiesta di rinviare a giudizio per «appropriazione indebita» e per «frode fiscale» il presidente del Consiglio, accusato (nella compravendita Mediaset di diritti tv) di aver concorso nel 2002-2005 dalla plancia di Palazzo Chigi a svuotare di 34 milioni di euro la società quotata in Borsa di cui è azionista di maggioranza, e a frodare il fisco per 8 milioni di euro con effetti tributari sensibili ancora fino al settembre 2009.

La Procura chiede di processare per «frode fiscale» anche il presidente di Mediaset, Fedele Confalonieri, e il vicepresidente Mediaset e presidente Rti, Pier Silvio Berlusconi, figlio di Silvio; più altre 9 persone tra le quali il produttore tv americano Farouk «Frank» Agrama. A costui nell'ottobre 2005 i pm milanesi fecero sequestrare in Svizzera 100 milioni di euro sui conti della sua Wiltshire Trading ( Hong Kong), e tuttora li detengono nel presupposto che questo denaro sia non il frutto di una colossale «cresta» fatta dal fornitore Agrama a spese delle casse del cliente Mediaset (azienda che si dichiara parte lesa da propri manager infedeli), ma il portafoglio accumulato da un Agrama «socio occulto» di Berlusconi. L’inizio dell’udienza preliminare nella quale il giudice Marina Zelante valuterà la richiesta di rinvio a giudizio, a cominciare dall’applicazione o meno della nuova legge sul «legittimo impedimento», sarà fissato non prima di metà-fine giugno, visto che per quella data la sua cancelleria risulta aver già fissato altri fascicoli pervenutile prima di questo.

Intanto, però, dopo il deposito degli atti il 22 gennaio scorso e il relativo partire dei 20 giorni procedurali a disposizione delle difese, nell’ultimo mese già sulla tempistica della richiesta di processo si è sviluppata in Procura una dialettica, anche epistolare, tra il neoprocuratore aggiunto Edmondo Bruti Liberati e i due sostituti procuratori titolari del procedimento, Fabio De Pasquale e Sergio Spadaro: l’uno riteneva che su questo fascicolo, tanto più in quanto aperto già da 5 anni, non potesse nuocere un’ulteriore manciata di giorni per limare e migliorare alcuni aspetti tecnici dei capi d’imputazione; gli altri paventavano che sui tempi fisiologici del procedimento si volessero far calare valutazioni di " opportunità", come ad esempio quella di far partire solo dopo le elezioni regionali la richiesta di rinvio a giudizio già pronta a metà marzo.

Nel merito dell’accusa, i pm prospettano che Agrama, Berlusconi «titolare di poteri di fatto sulla gestione di Mediaset spa», Daniele Lorenzano «uomo di fiducia di Berlusconi» per l'acquisto di diritti tv, Roberto Pace «direttore di Mediatrade fino al 2002», e Gabriella Ballabio «dirigente di Mediatrade e poi di Rti», abbiano «operato all'interno di un sistema di frode utilizzato dalla fine degli anni 80, in forza del quale i diritti di trasmissione forniti dalla Paramount, e in misura minore da altri produttori internazionali, invece che direttamente dai fornitori venivano acquistati da Mediaset a prezzi gonfiati per il tramite di società di comodo riconducibili ad Agrama». Così sarebbe maturata l’appropriazione indebita «di una parte rilevante (nel 2000-2005 complessivamente 100 milioni di dollari Usa) delle somme trasferite da Mediatrade, e dal 2003 da Rti, alla società Olympus Trading ( di Agrama, ndr) a titolo di pagamento di diritti tv». Questo denaro, la cui valutazione a fini penali è però largamente falcidiata dalla prescrizione che solo negli ultimi 8 mesi ha già mandato in fumo 40 milioni di euro in contestazione, per i pm sarebbe stato «successivamente depositato sui conti presso l'Ubs di Lugano nella disponibilità di fiduciari di Agrama, su conti aperti a nome di Pace e di Ballabio, e su altri conti in Svizzera e altrove».

Luigi Ferrarella - Corriere della Sera
09 aprile 2010

Vorrei tanto sapere se ci ha frodato. Credo che gli italiani abbiano il diritto di sapere se Berlusconi è un criminale, che si è messo in Parlamento, con una banda di avvocati, per frodare e per farsi leggi per restare ingiudicato e impunito.

Va processato subito, come tutti e, se colpevole, deve essere punito e mandato in esilio, altrimenti la sua banda di delinquenti, con l'aiuto di D'Alema, Violante, Boato, Fassino, Napolitano......... tenterà di rimetterlo in Parlamento per fare leggi ad personam, come hanno fatto finora, per vantaggio suo, dei suoi amici e dei venduti che lo aiutano.

LEGGI IL NUOVO VANGELO: AD PERSONAM, DI MARCO TRAVAGLIO.

TROVERAI LA STORIA DEI CRIMINALI POLITICI ITALIANI, CHE SI SONO ARRICCHITI A SPESE DEL POPOLO LAVORATORE.

 
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I BERLUSCONES SEMPRE MOLTO ATTIVI

Post n°1256 pubblicato il 09 Aprile 2010 da albert.z
 

TRIBUTI ITALIA: 90 MILIONI DI EURO DI BUCO.

La conseguenza è che centinaia di piccoli Comuni sono sull'orlo del fallimento

Così le tasse vengono pagate
e poi spariscono nei conti "sbagliati"di ROBERTO MANIA e FABIO TONACCI

TASSE RUBATE. Tasse privatizzate. Tasse evaporate. Almeno 90 milioni di euro  -  ma forse molti di più  -  di tasse pagate dai cittadini e mai versate nelle casse dei rispettivi Comuni. Tosap, Tarsu, Cosap, Ici, multe. Soldi finiti nel conto corrente sbagliato. È lo scandalo delle tasse rubate o  -  se volete  -  dei "furbetti delle tasse". Oppure, ancora meglio: è lo scandalo annunciato di "Tributi Italia", società privata per la riscossione delle imposte locali, nata a Chiavari e cresciuta in fretta in tutta Italia, a nord e a sud, al centro e nelle isole. Ecco: la bolla delle tasse, dopo quella immobiliare. D'altra parte Giuseppe Saggese, cinquantenne tarantino, figlio di magistrato, che di questa storia è il protagonista essendo il fondatore e poi il dominus di "Tributi Italia", costretto a tirare i fili da dietro le quinte per via dei due arresti (nel 2001 e nel 2009), le tasse le chiama "piastrelle". Piastrelle con le quali costruire pezzo dopo pezzo il proprio patrimonio.

Oggi centinaia di piccoli Comuni sparsi lungo la Penisola sono sull'orlo della bancarotta o soffrono per il buco nel loro bilancio. Ci sono Pomezia con un ammanco di quasi 22 milioni, Aprilia (20 milioni), Nettuno (3,2 milioni), Augusta (quasi 5 milioni), Bergamo (2,2 milioni), Fasano (quasi 2 milioni) e poi tanti, tanti, altri. I servizi, quelli per cui i cittadini pagano le tasse, spesso sono stati azzerati. Sono saltati oltre mille posti di lavoro. Solo qualche decina di dipendenti di "Tributi Italia" è rimasta a sbrigare le pratiche ancora necessarie, i collaboratori e consulenti sono stati licenziati, gli altri dipendenti sono in cassa integrazione. E lì resteranno dopo essere da mesi anche senza stipendio. "Tributi Italia", che raccoglieva le tasse per circa 400 Comuni, sta fallendo o è già tecnicamente fallita. Ha chiesto di poter accedere al concordato preventivo previsto della legge Marzano, la versione italica del "Chapter 11" americano. Il governo ha approvato una norma (sta nel decreto incentivi) per salvare la superholding delle tasse. Che adesso è in una sorta di stand by: prima cancellata per inadempienze dall'albo dei riscossori, quindi in attesa della decisione di merito del Consiglio di Stato, dopo la sospensiva ordinata dal Tar del Lazio. Impervi sentieri giudiziari che difficilmente cambieranno l'epilogo di questo scandalo. Il Tribunale di Roma deciderà prossimamente sull'ammissione della società al concordato preventivo. La Procura di Velletri si sta preparando a chiedere il rinvio a giudizio dei vertici della società con l'accusa di peculato. E le altre tredici inchieste aperte proseguiranno. Ma come è potuto accadere il furto delle tasse? È anche colpa degli amministratori? Chi doveva controllare? Chi restituirà i soldi ai Comuni e dunque i servizi ai cittadini?

Il modello Aprilia
Le tasse, per fortuna, non possono avere padrone. Ma qui siamo davanti a una fittissima ragnatela di interessi, tutti privati e mai pubblici. Ci sono amministratori inadeguati e ambiziosi. Ci sono affaristi travestiti da imprenditori con tante fidejussioni fasulle. Ci sono i controllori che non controllano o controllati che sono anche i controllori. Qualche volta pure i revisori dei conti sono abusivi. Non mancano, come sempre, le scatole cinesi. Ci sono scambi palesi e altri nell'ombra. Ci sono assunzioni clientelari, società miste pubblico-privato per nulla trasparenti e degne di un posto in prima fila nella degenerazione del non già edificante capitalismo municipale. Ci sono protezioni. Inspiegabili silenzi, colpevoli disattenzioni. Ci sono generali della Guardia di finanza in pensione che diventano consulenti proprio di "Tributi Italia". E ci sono soprattutto 14 Procure della Repubblica che indagano dopo i 135 esposti presentati dalle amministrazioni locali.
Questa storia può cominciare ad Aprilia, provincia di Latina. Siamo nell'agro pontino, 40 chilometri da Roma. E circa 70 mila abitanti fregati. Il sindaco, Domenico D'Alessio è prossimo a compiere 62 anni. Figlio di un pastore abruzzese arrivato da queste parti durante una transumanza, è diventato sindaco meno di un anno fa quasi per un moto di rivolta popolare: contro lo scandalo delle tasse sottratte. Si è presentato con quattro liste civiche e ha battuto, umiliandole, la destra e la sinistra. Ma, d'altra parte, il suo voto, dai banchi dell'opposizione, in quella riunione notturna del 19 marzo 1999 del consiglio comunale, fu uno dei due no all'affidamento all'Aser (società mista) del servizio di accertamento e riscossione dei tributi locali. Erano le tre di notte, presenti 14 consiglieri comunali su 30. Fu l'inizio della scalata, perché Aser è una delle controllate di "Tributi Italia" che, nata come Publiconsult nel 1986, si trasforma in San Giorgio nel 2004, e poi va all'assalto delle piccole concorrenti del business delle tasse e compra Gestor, Ausonia, Rtl e Ipe per diventare "Tributi Italia" nel 2008. Il "modulo di gioco" non cambia praticamente mai. Compresi, forse, i favolosi soggiorni di amministratori e consiglieri lungo la riviera di Levante in comodissimi yacht, dei quali si favoleggia tra gli apriliani arrabbiati.
Lo schema adottato ad Aprilia, infatti, si replica dovunque. "Tributi Italia" riesce a prendersi direttamente o attraverso una società mista pubblico privata, di cui possiede il 49 per cento, il servizio della riscossione. Nei consigli di amministrazione, però, la maggioranza va ai privati così da assicurargli il governo della società. Alla quale va un aggio stratosferico: fino al 30 per cento di quanto incassato. Aggio che, in alcuni casi, arriva al 75 per cento sugli accertamenti dell'evasione. Cartelle pazze? Chi può escluderlo. Le gare d'appalto (quando ci sono) sono ritagliate sulle caratteristiche della società mista di turno. Così, per impedire la concorrenza delle banche, all'attività di accertamento e riscossione dei tributi si affianca quella della manutenzione del verde pubblico. L'agguerrito assessore al Bilancio e alle Finanze di Aprilia, Antonio Chiusolo, subito dopo l'insediamento, ha scoperto, oltre al buco in bilancio, che le due palme impiantate a qualche chilometro dal municipio erano costate agli apriliani cinque milioni di euro, essendosi esaurita lì la cura per il verde offerta dall'Aser. Ma Chiusolo ha scoperto anche altre cose. Per esempio che le fidejussioni a garanzia delle prestazioni di "Tributi Italia" erano state emesse l'una dall'"Italica" di Cassino, destinata a fallire da lì a poco e con il proprietario indagato per truffa in un'inchiesta calabrese; l'altra da "Fingeneral" per nulla intenzionata a intervenire per via dell'insolvenza di "Tributi Italia". Insomma, polizze carta straccia. E quando Chiusolo si recò a Roma alla "Fingeneral" in Via di Porta Pinciana nei pressi di Via Veneto  -  dove, tra l'altro, al secondo piano del 146 c'è anche la sede legale di "Tributi Italia"  -  si trovò davanti tal Fabio Calì, amministratore della finanziaria, arrestato nel 2007 per una truffa da 93 milioni ai danni della Banca di Roma. Fidejussioni inesistenti e revisori dei conti non iscritti all'albo, ma messi addirittura a presiedere l'organo di controllo. Anche questo lo hanno scoperto il sindaco e il suo assessore: "Ortori Elio, nato a Massa il 23 luglio 1960, non risulta essere mai stato iscritto nel Registro dei Revisori Contabili", ha comunicato ai due amministratori l'ordine nazionale dei commercialisti.

Assunzioni e poteri
Ma dove sono finiti i soldi che hanno provocato una voragine nei conti di così tanti municipi? Chi sa dove sono? Giuseppe Travaglini, quarantacinquenne, marchigiano, sostituto procuratore della Repubblica a Velletri, ha ricostruito il percorso seguito dalle tasse del vicino comune di Nettuno, delineando così il "sistema Saggese". L'ipotesi è che ci sia un "Conto padre" nel quale arrivano tutte le tasse provenienti dai vari Comuni. Dal "Conto padre", poi, si dipanerebbero i conti affluenti, i "conti figli", lasciati costantemente a zero. Da qui i soldi dei cittadini finirebbero nelle tesorerie dei Comuni, in ogni caso con un guadagno derivante dalla maturazione degli interessi bancari. Ma poi c'è il gran miscuglio: le tasse di Alghero che finiscono a Forlì, le multe di Nettuno usate per finanziare il verde pubblico di Bari e via dicendo. Spesso  -  secondo l'ipotesi dei pm  -  le tasse sono servite a Saggese per ripianare parte dei debiti con le banche. Così sarebbe stata possibile la crescita tumultuosa di "Tributi Italia": diventare la prima società privata della riscossione con oltre 230 milioni di fatturato nel 2008 e circa 1,8 milioni di utili prima delle imposte. Una crescita anche di potere nel rapporto con i politici locali, i partiti, le consorterie, gli amministratori. Aver in mano i cordoni della borsa, poterli aprire e poterli chiudere, significa avere il potere, o almeno un pezzo del potere. Può significare, per esempio, poter giocare al tavolo delle assunzioni clientelari, anche di parenti di consiglieri comunali, come si dice a Nettuno e pure a Bari. Dunque può significare l'ammissione al banchetto degli scambi territoriali, che è poi la sede autentica dove prende forma il potere o l'intreccio di poteri. Ed è anche in forza di questo protagonismo, decisamente politico, che "Tributi Italia" denuncia di avere un credito nei confronti di tutti i Comuni intorno ai 142 milioni di euro, pur ammettendo di essere in una fase di "tensione finanziaria". Perché il "sistema Saggese" si inceppa per colpa della crisi: manca all'appello l'Ici, aumentano gli evasori e l'accertamento diventa più dispendioso.

Sei milioni di parcelle
E il Palazzo? Dove stavano i potenti di Roma mentre le tasse locali se ne andavano in direzioni anomale? Possibile che nessuno se ne sia accorto? Ci sono due deputati del Pd, Ludovico Vico, ex sindacalista della Cgil pugliese, e Rita Bernardini, esponente del Partito radicale, che hanno presentato più di una interrogazione ma senza mai risposte da parte del governo. Due deputati sommersi dalle richieste di sostegno da parte dei sindaci di tutta Italia, che non hanno esitato a denunciare la "corruttela" del sistema. Probabilmente anche il colpo decisivo per la cancellazione di "Tributi Italia" dall'albo dei riscossori è arrivato dal Parlamento. Lontano dai riflettori, la Commissione Finanze della Camera ha indagato a fondo sul caso "Tributi Italia". Si scoprono tante cose leggendo il resoconto dei lavori nella Commissione, come, d'altra parte, i verbali delle riunioni, tenute al ministero dell'Economia e delle Finanze, della Commissione che gestisce l'albo dei riscossori. Per esempio, si scopre di come sia stato tortuoso il cammino per la cancellazione dall'albo. E si scopre che l'Anci, l'associazione dei Comuni, non è sempre stata presente alle riunioni dell'Anacap (l'associazione di categoria dei riscossori). E perché tra i componenti di quest'ultima, che ha voce in capitolo sulla cancellazione, c'è Pietro Di Benedetto che fa l'avvocato e difende proprio "Tributi Italia"? Quest'ultima, a sua volta, ha speso non meno di 6 milioni di euro per pagare i suoi consulenti legali. Tasse dei cittadini? E poi: controllati che controllano? Non resta che dare l'ultima lettura al teutonico codice etico della holding delle tasse, quello che ciascun dipendente ora in cassa integrazione aveva per anni scrupolosamente osservato: "Tributi Italia crede fermamente che l'onestà sia una componente fondamentale di ogni comportamento etico e la lealtà è essenziale per costruire relazioni d'affari solide e durature". Sì, c'è scritto proprio così. SE si fa il federalismo fiscale in queste condizioni, i Comuni saranno CANNIBALIZZATI da queste società private, che operano secondo gli schemi privatitistici, ispirati da criminali che siedono in Parlamento.
                                                                                                                                          
QUESTE COSE SUCCEDONO PERCHE' LE PENE SONO MITI E I PROCESSI SPESSO FINOSCONO IN PRESCRIZIONE. I SEGUACI DI BERLUSCONI RESTANO SPESSO IMPUNITI, COME IL LORO IDOLO. GLI ITALIANI ONESTI, PAGANO, TACCIONO E CONTINUANO A SUBIRE ALTRIMENTI GLI SCHIERANO CONTRO POLIZIA, CARABINIERI, GUARDIA DI FINANZA, ESERCITO, AVIAZIONE, MARINA, E SE OCCORRE ANCHE I CORAZZIERI, OLTRE 350.000 MILITARI AL SERVIZIO DELLA BANDA CHE HA PRESO IL POTERE.
E' IL METODO BERLUSCONI: CON TRE TELEVISIONE, QUALCHE GIORNALE E TANTI AVVOCATI IN PARLAMENTO, SI RUBA SENZA PROBLEMI. SE QUALCHE GIUDICE TENTA QUALCHE PROCESSO, GLI AVVOCATI SONO PRONTI A SFORNARE UNA LEGGE PER IMPEDIRLO. NAPOLITANO, GRATO PER L'ELEZIONE A PRESIDENTE, FIRMA.
QUESTI SONO I FATTI. TUTTI TACCIONO E L'ITALIA VA VERSO IL DISASTRO.
LEGGETE AD PERSONAM DI MARCO TRAVAGLIO. E' IL VANGELO DEGLI ANNI 2000.
 
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