Creato da albert.z il 31/08/2006
Proposte contro gli sprechi e i privilegi delle caste

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Costi della politica, le proposte dell'Italia dei Valori

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Parlamento pulito: no a impunita'

Basta! Parlamento pulito                                    
 

PRAGMATISMO

NO ALLE IDEOLOGIE, SI AL PRAGMATISMO.

NUOVA COSTITUZIONE COSTRUITA DAL POPOLO

PER REGOLARE I POTERI DEI PARTITI E DEI POLITICI.

NO AI PRIVILEGI DELLA CASTA DI DECIDERE IL PROPRIO STIPENDIO.

SI AL PRINCIPIO CHE TRA STIPENDIO PIU' BASSO E QUELLO PIU' ALTO

DEVE ESSERCI UN RAPPORTO FISSO.

STIPENDI DEI POLITICI IN MEDIA EUROPEA.

STIPENDIO DEL MANAGER NON SUPERIORE A 13 VOLTE

QUELLO MEDIO DELL'OPERAIO DELLA SUA AZIENDA.

NO ALLE STOCK OPTION

NO ALLA FINANZA CREATIVA, NO AI DERIVATI

 

 Questo sito non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicita'. Non puo' pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001 Alcune delle immagini contenute sono prese dal web. Per qualsiasi problema fatemi sapere e verranno rimosse.

 

Messaggi del 16/06/2010

Il ministro Alfano prende per i fondelli gli italiani

Post n°1318 pubblicato il 16 Giugno 2010 da albert.z
 

E LA MERITOCRAZIA PROMESSA?

il signor Alfano  ha nominato ad un alto incarico ministeriale questo personaggio.  E la meritocrazia?

È Calogero «Lello» Ceresa. Il quale sarà forse un genio pronto a sbocciare grazie all'intuizione del suo pigmalione e compaesano ma per ora, ricordano Giuseppe Arnone e il sito internet Sicilia24h.it, è ignoto alle cronache nazionali e noto a quelle locali solo come impiegato alla Provincia di Agrigento, ex consigliere comunale di Forza Italia nonché presidente della sagra «Mandorlo in fiore». Ma soprattutto eccellente suonatore di friscalettu nel gruppo folcloristico «Val d'Akragas».

Sia chiaro: sul fatto che sia tutto in regola non vogliamo neanche entrare. E così sull'ipotesi che «Lello» sia un formidabile talento non ancora espresso. Ma viste le polemiche sull'applicazione di una meritocrazia «vera» nel pubblico impiego, è con nomine così che il governo pensa di battere la diffidenza contro una cosa sacrosanta come il merito?

 
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LA VERITA' SU POMIGLIANO

Post n°1317 pubblicato il 16 Giugno 2010 da albert.z
 

Su Pomigliano serve chiarezza. La verità è che Tremonti non ha letto l'accordo e ormai tutto è propaganda, tutto è strumentale. Io penso che prima di giudicare bisogna leggere bene quel che c'è scritto su un accordo e come quel che c'è scritto dura nel tempo. Perché per fortuna Tremonti passa, Sacconi passerà molto prima, ma i lavoratori avranno quelle condizioni di lavoro per 35/40 anni. Quindi ogni parola pesa come pietre. Allora noi abbiamo letto, come Italia dei Valori, il testo che è stato proposto e vediamo cosa c'è scritto.
C'è scritto che un lavoratore dovrà lavorare 6 giorni su 7 la settimana, tre turni di lavoro al giorno. Cioè entra al mattino alle 6 ed esce alle 14; entra alle 14 ed esce alle 22; entra alle 22 ed esce alle 6 del giorno dopo. Questo da lunedì fino a domenica mattina.

Pensiamo a un lavoratore che lavora in catena di montaggio. Nella catena di montaggio ogni minuto passa un pezzo, tu ogni minuto devi fare quel gesto ossessivamente, Per 40 anni devi fare quel movimento. Fare questo lavoro comporta che a 50 anni molti vengono operati di tunnel carpale, molti hanno problemi drammatici alla schiena perché è lavoro manuale pesante e ripetitivo.

Cosa si dice in questo accordo? Che il lavoratore non potrà più fermarsi durante il turno a mangiare con mezz'ora di mensa, ma la mensa viene portata a fine turno. Quindi un lavoratore entra alle 6 del mattino e fino all'una e mezza non può nemmeno fermarsi per mangiare. Il lavoratore che ha, per la pesantezza di questo lavoro, delle pause di 40 minuti in un'intera giornata, se le vedrà ridotte a 30 minuti.
Il lavoro straordinario, non bastassero 40 ore di lavoro la settimana, viene reso obbligatorio e il lavoro straordinario obbligatorio arriva ad 80 ore all'anno.

Qualora ci fossero dei fermi produttivi perché un fornitore non porta il materiale, cioè esterni alla volontà del lavoratore, il lavoratore deve recuperare anche durante la mezz'ora della mensa. Cioè entra alle 6, deve aspettare fino all'una e mezza per mangiare rischiando di svenire sull'impianto, se per caso hanno avuto dei problemi produttivi, può darsi che l'azienda lo obblighi a non andare in mensa per fare straordinario anche dall'una e mezza alle due, quindi gli salta addirittura la mensa.

C'è inoltre una ferocia verso eventuali malattie che, ricordo, sono concesse su certificato dei medici, dove l'azienda afferma che in casi ritenuti anomali non paga i tre giorni di malattia. Viene addirittura, leggo perché è bellissimo, abolito per i nuovi assunti un'indennità salariale. E uno dice "vabbé l'azienda risparmia un sacco di soldi". Viene ridotta l'indennità salariale di 3 euro al mese. Un'altra di 0,70 euro al mese, lordi eh! E viene abolita anche un'altra indennità di 1,7 euro al mese. Cioè vengono tolti al lavoratore assunto 3,6 euro lordi al mese. Cioè siamo all'accanimento terapeutico contro i lavoratori.
Ma il fatto più grave, comunque, è che se il lavoratore decide, nell'arco della sua vita lavorativa di scioperare per chiedere più pause; per chiedere di essere rispettato; si dice che lo sciopero è vietato perché se scioperi rischi il licenziamento.

Quindi queste sono le cose che stanno scritte. Per questa ragione siamo in presenza non solo di un ricatto, ma di una violazione feroce dei diritti costituzionali. A questo punto Italia dei Valori torna al ragionamento principale.
La FIAT vuole produrre 280mila auto nell'impianto di Pomigliano, in particolare la Panda? Io credo che il sindacato deve mettere la FIAT in condizione di produrre 280mila auto. La FIAT vuol fare con i tre turni di lavoro? Credo che il sindacato debba mettere la FIAT in condizione di fare tre turni di lavoro e rendere l'azienda efficiente, produttiva e competitiva.
Ma quello che Italia dei Valori sostiene è: "Ma chi l'ha detto che per fare queste produzioni bisogna ridurre gli operai a schiavi?"

Con questo accordo non sei nemmeno libero di scioperare (e guardate che lo sciopero lo fa un operaio rimettendoci dei soldi, pur guadagnando 1150 euro al mese). Non c'è nessuno che sciopera per niente. Quindi andare a toccare un diritto fondamentale garantito dalla nostra Costituzione è gravissimo.

Italia dei Valori dice: "Caro Marchionne, sei un grande manager, ti è riconosciuto, sei riuscito a fare della FIAT un'azienda protagonista nel mercato mondiale. Vedi di non discutere sui giornali. Parla con i lavoratori, sappi che un lavoratore se viene ridotto a schiavitù, prima o poi si ribella e quindi la fabbrica non funzionerà. Perché le fabbriche e gli uffici funzionano quando i lavoratori si sentono partecipi e coinvolti.

E infine l'ultimo dato che rileviamo come Italia dei Valori è questo: noi abbiamo un ricordo. Nel passato, quando c'erano grandi conflitti come questi, si diceva "qual è l'obiettivo?" L'obiettivo è mantenere 5mila posti di lavoro a Napoli che hanno un indotto di altri 10mila lavoratori, quindi un obiettivo da condividere. Quando si configgeva c'era un ministro che chiamava le parti e diceva "venite nella mia stanza, non si esce di qui senza un accordo". Cos'ha fatto Sacconi?

Sacconi, da lacchè qual é, ha semplicemente deciso di dar ragione alla FIAT a prescindere e di insultare i lavoratori. Ma questo non è un Ministro del lavoro. Questo è il ministro della precarietà e della disoccupazione. E' il Ministro che insulta chi lavora. Quindi quel che è davvero equivalente ad una bestemmia in Chiesa, in questa vicenda è che il Governo invece di chiamare a responsabilità la FIAT e le organizzazioni sindacali prende parte nella partita dove ci sono già 50 giocatori contro 2. Cinquanta a favore della FIAT e due a favore dei lavoratori. Nei due a favore dei lavoratori, ci sta anche l'Italia dei Valori.

 
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Il cavaliere impunito e la regola del silenzio

Post n°1316 pubblicato il 16 Giugno 2010 da albert.z
 

DDL INTERCETTAZIONI

 

di GIORGIO BOCCA

Giù la maschera. Quello che vuole, che pretende la maggioranza al potere è l'impunità totale, il silenzio sui suoi furti e malversazioni. Ai tempi di tangentopoli la maggioranza al potere si accontentava di far passare i suoi furti per legittima pubblica amministrazione. Ricordate la tesi del craxiano Biffi Gentili? Se i politici sono chiamati ad amministrare grandi città, grandi problemi con competenze da tecnocrati perché non devono essere pagati come tali? E se non lo sono perché si vuole impedire che si autofinanzino? Oggi la maggioranza al potere non ha più bisogno di questi sofismi. Rivendica il diritto di rubare attraverso la politica come un normale, dovuto diritto di preda. Al tempo di tangentopoli i socialisti craxiani ma anche quelli di altri partiti avevano nascosto i furti per mezzo della politica nei conti "protetti" cioè segreti in Svizzera a Singapore a Hong Kong. E avendo messo il bottino al sicuro si erano tolti anche il gusto di prendere per i fondelli i loro concittadini con la tesi assurda che l'autofinanziamento dei partiti non era solo una necessità ma un dovere di chi si faceva carico di amministrare lo Stato e la democrazia.


Oggi nella Italia berlusconiana il furto attraverso la politica è scoperto, normale. Appena si può si ruba e viene il sospetto che sia avvenuta una mutazione antropologica, che la maggioranza al potere sia convinta che l'uso della politica per rubare sia non solo normale ma lodevole e che le istituzioni abbiano il dovere di proteggerlo. L'Italia un tempo paese dei misteri, delle società segrete, delle congiure massoniche sotto l'egida del cavaliere di Arcore sta diventando una democrazia autoritaria dichiarata e compatta a difesa dei suoi vizi e dei suoi furti. Perché opporsi al bavaglio che viene imposto all'informazione? Non aveva ragione Mussolini ad abolire la cronaca nera e a coprire gli scandali del regime? Esiste un modo più efficace di lavare i panni sporchi in gran segreto senza che le gazzette li mettano in piazza? L'imprenditore Anemone che si rifiuta di rispondere ai magistrati che indagano sui suoi affari non è la pecora nera, l'eccezione ma la norma della società berlusconiana del fare tutto ciò che comoda ai padroni, senza pagare dazio.

La conferma della mutazione antropologica viene dal fatto che i politici presi con la mano nella marmellata mostrano più stupore che vergogna. La loro corruzione era normalissima, candida, da buon padre ladro di famiglia. A uno era bastato pagare una garconnière al centro di Roma, un altro aveva lasciato mano libera agli impresari edili dopo il terremoto in cambio di una revisione in casa sua dei servizi igienici, diciamo del funzionamento del cesso e del bagno. Ad altri ancora la possibilità di avere a spese dello Stato qualche mignotta, insomma la grande crisi della politica italiana, il grande rischio di una democrazia autoritaria, di una dittatura mascherata, morbida starebbe nella banalità del male, nei piccoli vizi nelle piccole tentazioni della cosiddetta classe dirigente.

Un'Italia senza misteri con un capo del governo schietto, schiettissimo. Che vuole? Che pretende? Il minimo di un uomo del fare più che del pensare: di non avere controlli, di non avere intralci e se gli viene in testa di allevare un cavallo nessuno si permetta di obbligarlo a tirar su una mucca. Che cosa ha scoperto il Cavaliere? Quello che avevano scoperto prima di lui tutti gli uomini autoritari del fare, che i controlli sono fastidiosi e a volte insopportabili. In una parola: che la democrazia è più complicata e faticosa della dittatura.

 

(12 giugno 2010)  Da REPUBBLICA

 
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