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Proposte contro gli sprechi e i privilegi delle caste

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Costi della politica, le proposte dell'Italia dei Valori

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Parlamento pulito: no a impunita'

Basta! Parlamento pulito                                    
 

PRAGMATISMO

NO ALLE IDEOLOGIE, SI AL PRAGMATISMO.

NUOVA COSTITUZIONE COSTRUITA DAL POPOLO

PER REGOLARE I POTERI DEI PARTITI E DEI POLITICI.

NO AI PRIVILEGI DELLA CASTA DI DECIDERE IL PROPRIO STIPENDIO.

SI AL PRINCIPIO CHE TRA STIPENDIO PIU' BASSO E QUELLO PIU' ALTO

DEVE ESSERCI UN RAPPORTO FISSO.

STIPENDI DEI POLITICI IN MEDIA EUROPEA.

STIPENDIO DEL MANAGER NON SUPERIORE A 13 VOLTE

QUELLO MEDIO DELL'OPERAIO DELLA SUA AZIENDA.

NO ALLE STOCK OPTION

NO ALLA FINANZA CREATIVA, NO AI DERIVATI

 

 Questo sito non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicita'. Non puo' pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001 Alcune delle immagini contenute sono prese dal web. Per qualsiasi problema fatemi sapere e verranno rimosse.

 

Messaggi di Maggio 2008

 

Scrivete ai parlamentari della Lega Nord.

Post n°639 pubblicato il 29 Maggio 2008 da albert.z
 

 

 

Ill.mo On.

chiedo che non si facciano più leggi a favore di Berlusconi o dei ricchi. No a leggi salva RETE4 che impediscono al legittimo proprietario di usarne le frequenze, o altro.

Chiedo che la prima legge da approvare, riguardante il programma da realizzare,  sia il  FEDERALISMO FISCALE, altrimenti poi non lo otterrete, o sarà molto annacquato.

Il Federalismo deve prevedere la riduzione a metà dei consiglieri dei vari organi ed enti locali, e il controllo decisionale degli stipendi da parte del Senato  federale e non dei singoli organi o enti, concedendo stipendi in media europea, con variazione non superiore al 3%

Il Federalismo fiscale deve assegnare il 12-15 % delle entrate IRPEF locali ai Comuni, l’1% alle Province( finchè esistono), il 20-22% alle Regioni. Occorre anche un fondo di solidarietà dotato del 3-4 % dell'IRPEF.

Naturalmente, potranno avere parte delle altre entrate, provenienti sia da multe, sia pedaggi sulle reti autostradali regionali, parte dell’IVA dai carburanti….

Distinti saluti

 

 

Gli indirizzi :

http://www.camera.it/organiparlamentariSM/239/260/10004/documentotesto.ASP?Gruppo=478

 

 Per i senatori della Lega Nord:

http://www.senato.it/leg/16/BGT/Schede/Gruppi/00000033.htm

 
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SCANDALOSO E VERGOGNOSO

Post n°638 pubblicato il 28 Maggio 2008 da albert.z
 
Tag: ICI, irpef

A Palermo si va verso il RADDOPPIO dell'addizionale Irpef, che il Consiglio comunale voterà martedì prossimo, un'ulteriore colpo alle tasche dei cittadini palermitani : Una famiglia media, con marito e moglie che lavorano entrambi e guadagnano 30 mila euro l'uno all'anno, con l'aumento dell'aliquota dallo 0,4 allo 0,8 per cento, pagherà di addizionale comunale 480 euro all'anno contro i 240 che ha finora pagato. Dopo la stangata Tarsu quella sull'immondizia, adesso i palermitani dovranno fare i conti con un nuovo aumento delle imposte.
 Ma proprio i soldi della TARSU dove sono andati a finire ?
La decisione di raddoppiare l'Irpef è stata presa due giorni fa durante un vertice di maggioranza dei consiglieri di centrodestra. I primi no alla manovra arrivano proprio dalla compagine di centrodestra. L'Mpa, che con sette consiglieri su cinquanta rischia di essere decisivo al momento della votazione, si dissocia: «Siamo di fronte a un madornale malinteso perché l'Mpa non ha mai dato il proprio via libera al raddoppio dell'addizionale Irpef», dice Marianna Caronia, deputato regionale degli autonomisti.

Al fuoco amico risponde Giulio Tantillo, capogruppo di Forza Italia: «Al vertice l'Mpa era presente e non mi è sembrato che fosse contrario a un aumento doloroso ma necessario per sopperire alla mancanza di fondi statali e coprire alcune spese. A partire da quelle sociali».
Chi dice la verità ? Ma tanto a noi cosa importa quando c'è da pagare anche per il cattivo governo della città,siamo sempre noi a pagare.
Dicono che i circa 22 milioni di euro in più che il Comune conta di incassare. Saranno tutti impiegati per aumentare il contratto di servizio di Amia, la società comunale che deve fronteggiare il rishio di  fallimento. 

L'Amia a quanto pare è gli servono subito 44 milioni di euro. Il Comune, con la manovra Irpef, gliene ne può garantire solo la metà. Ma questi ventidue milioni di euro non serviranno comunque a coprire gli ammanchi dell'Amia, che ha un buco di 95 milioni. Per la quota restante si spera nel governo nazionale che entro la fine dell'anno possa trasferire risorse per risollevare i conti dell'Amia, magari ricapitalizzandola.
Cosa aspettiamo a scendere in piazza ?
L'opposizione:
«Dobbiamo dare battaglia e coinvolgere la gente, i sindacati, le associazioni », dice il consigliere Salvatore Orlando. «Da un lato il governo toglie l'Ici, dall'altro il Comune aumenta le tasse», incalza Ninni Terminelli, mentre Maurizio Pellegrino punta il dito contro la gestione delle società comunali: «I conti delle aziende sono una voragine ». Per Nadia Spallitta di un'Altra storia, «prima di far pagare ai cittadini le sue scelte sbagliate, l'amministrazione deve immediatamente revocare il cda dell'Amia e il suo presidente». Le fa eco le collega di gruppo Antonella Monastra: «La giunta ci spieghi dove sono finiti i soldi della Tarsu».

 
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Balle spaziali

Post n°637 pubblicato il 28 Maggio 2008 da albert.z
 

"Volete farvi quattro risate? Leggete Francesco Alberoni - sociologo del nulla, scalatore delle discese, esperto dell'ovvio - sul Corriere di oggi. Sulla prima pagina del Corriere, dove una volta scriveva Pasolini; oggi Alberoni. Dice Alberoni: "Sono convinto che l'Italia si riprenderà rapidamente. Prima di quanto tutti credano. E si riprenderà perché finalmente ha riacquistato il senso della realtà. Oggi tutti chiedono sicurezza, vogliono i termovalorizzatori, trovano giusto che il capo del Governo si incontri con il capo dell'opposizione, condannano i minorenni che stuprano o uccidono le adolescenti - (prima invece eravamo tutti solidali con gli stupratori) - e accettano che un ministro proponga che i funzionari che non lavorano possano venire licenziati. I giornali e la televisione cominciano a descrivere oggettivamente i fatti di cronaca nera, di corruzione e di povertà, senza ubriacarci con cento pareri politico-ideologici". - (È bastato che Berlusconi vincesse le elezioni, guardate quanti miracoli in due settimane) - "La gente può riflettere e giudicare con la sua testa, usare il suo buon senso. Naturalmente ci sono personaggi che non hanno ancora capito che la società è cambiata e si comportano come quei giapponesi che, a guerra finita, continuano a combattere. Ma spariranno." Parola di Francesco Alberoni. Insomma, il titolo è "Il Paese sta riconquistando il senso della realtà".
E vediamo subito qualche esempio di questo riconquistato senso della realtà. Per esempio l'abolizione dell'ICI. Che peraltro, per le case più modeste, era stata già abolita prima. Ma quelli che l'avevano abolita non ce lo avevano nemmeno raccontato, perché non sapevano comunicare. Bene, adesso l'hanno abolita anche per i ricchi e dicono di voler fare il federalismo fiscale. In realtà non c'è tassa più federale di una tassa comunale come l'ICI, che essendo basata sul patrimonio e non sul reddito, costringeva a pagare un po' di tasse anche quelli che sul reddito evadono completamente o parzialmente. E soprattutto era il polmone che finanziava i comuni. Cioè era la tassa più federale che si potesse immaginare. I federalisti l'hanno cancellata e adesso ci diranno che vivremo tutti in un mondo migliore perché risparmieremo tutti un sacco di soldi. In realtà non è vero niente, perché se sparisce l'ICI si aprono voragini nei bilanci dei comuni. Il governo ha già detto che rimborserà i comuni dei mancati introiti dell'ICI e che cosa farà? Aumenterà altre tasse per ripianare. Cioè, non pagheremo più una tassa che si chiama ICI, ma ne pagheremo un'altra che si chiamerà "rimborso dell'ICI". Al comune di Palermo, in questi giorni, hanno circa raddoppiato l'IRPEF e il comune di Palermo è una delle avanguardie di questo nuovo modo di fare il federalismo fiscale fregando la gente.
Detassazione degli straordinari. Altra grandissima conquista. E tutti ci credono. E tutti ne discutono. In realtà, come spiegava ieri Scalfari su Repubblica, ci sarà semplicemente uno spostamento nei salari dalla parte fissa alla parte variabile in modo da poter pagare e incassare, diciamo, nella quota che sarà detassata, e questo aumenterà l'elusione e l'evasione fiscale. In ogni caso la detassazione degli straordinari non riguarda gli statali, cioè per esempio le forze dell'ordine, che sono pagate pochissimo e che fanno un lavoro molto spesso difficile non avranno alcun beneficio. Inoltre non saranno coinvolte praticamente le donne, perché le donne di rado fanno straordinari. Non emergerà il nero, perché le aziende in nero continueranno a pagare in nero senza i contributi e senza pagare le tasse. Ci sarà un effetto che bloccherà ancora di più le assunzioni e farà ancora di più ricorso al precariato e agli straordinari di quelli che sono già assunti...

 
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Attenti governanti, non fateci arrabbiare.

Post n°630 pubblicato il 22 Maggio 2008 da albert.z
 

I popoli non dovrebbero aver paura dei propri governi, sono i governi che dovrebbero aver paura dei propri popoli." Thomas Jefferson

 
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L'IMMIGRAZIONE VA CONTROLLATA

Post n°629 pubblicato il 22 Maggio 2008 da albert.z
 

La psicologia dice che abbiamo paura di chi non conosciamo, abbiamo paura del diverso, temiamo per la nostra identità, per noi e per i nostri figli. Se arrivano troppi stranieri, in breve tempo, c'è una normalissima reazione di rigetto. Chi non la capisce, la definisce razzismo. Non si può pretendere che possano arrivare milioni di persone, con tutte le conseguenze del caso e che l'individuo povero, bisognoso, che vede nello straniero un concorrente, vada in estasi. In SUD AFRICA sono arrivati al punto di uccidere gli stranieri, in quanto SONO VISTI COME CONCORRENTI PER LA SOPRAVVIVENZA DI SE' E DEI PROPRI FIGLI. Per ora non siamo a quel punto, ma se fra un paio di anni gli stranieri raddoppiassero avremmo anche da noi uccisioni in massa di stranieri concorrenti per il boccone di pane. O si capisce il fenomeno oppure si fa solo del facile buonismo, istigatore al razzismo. La colpa non è di chi teme per sè e per i propri figli, ma di chi apre le porte senza intuire le conseguenze. L'immigrazione va controllata. e regolata. ANCHE QUELLA COMUNITARIA.

Quando la Romania  è entrata in Europa, il governo italiano, diretto da Prodi, non ha chiesto la moratoria, perché voleva dare ai suoi amici industriali una manodopera abbondante e a prezzo basso.

IRLANDA, SPAGNA, INGHILTERRA E AUSTRIA IMPONGONO IL FRENO, NOI INVECE... Così il Governo ha spalancato  le porte ai romeni La moratoria imposta da Prodi sulla libera circolazione è tanto blanda che dal 1° gennaio 2007 è partita l’invasione.

PRODI E BONINO, QUANTI GUAI AVETE COMBINATO!!!

 
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Berlusconi e il vizietto: norma per salvare Rete4

Post n°628 pubblicato il 22 Maggio 2008 da albert.z
 
Tag: RETE4

DA l'Unità


Pochi giorni di governo e Berlusconi è gia a lavoro per tutelare i propri interessi. Questa volta si tratta di salvare Rete4 dalla sentenza della Corte Europea di Giustizia che il 31 gennaio ha condannato l’Italia per aver permesso alla rete Mediaset di trasmettere illegalmente dalle frequenze terrestri.

Vittima di turno del cronico conflitto d’interessi del cavaliere è Europa7. La televisione di Francescantonio Di Stefano, da anni si batte per poter trasmettere sulle frequenze ottenute dopo un bando vinto regolarmente nel luglio 1999 e sempre occupate da Rete4. Martedì il governo ha presentato un emendamento per aggirare la sentenza della Corte Europea e per evitare che il canale di Mediaset sia costretto a passare sul satellite.

«L'emendamento del governo in materia di frequenze televisive è un rimedio peggiore del male». Lo dichiara Paolo Gentiloni, responsabile comunicazione del Partito Democratico. «Col pretesto di rispondere alla procedura di infrazione europea sulla legge Gasparri il governo ha appena presentato un emendamento al "decreto salva-infrazioni" che, da un lato, ignora buona parte dei rilievi della Commissione e, dall'altro, propone una nuova sanatoria per tutti gli attuali titolari di frequenze», sottolinea l'ex ministro delle Comunicazioni. «In sostanza - prosegue Gentiloni - si finge di fronteggiare l'infrazione Ue mentre, in realtà, si tenta di aggirare la sentenza della Corte di Giustizia Europea del 31 gennaio scorso».

L’epopea di Europa7 comincia nel 1999 quando ottiene dallo Stato la concessione per una rete nazionale. Il Governo D’Alema, allora in carica però non le assegna le frequenze per iniziare a trasmettere. Nel novembre del 2002 la Corte Costituzionale con la sentenza n. 466 stabilisce che Retequattro deve dismettere definitivamente le trasmissioni terrestri entro il 31 dicembre 2003. Il 24 dicembre 2003 Silvio Berlusconi firma un decreto legge (“salva Retequattro”) per superare tale termine.

Il Consiglio d’Europa composto da 45 Paesi, approva nel giugno del 2004 una risoluzione che deplora l’esclusione di un potenziale operatore televisivo, Europa 7, vincitore della gara pubblica per la diffusione televisiva sulle frequenze occupate da Retequattro del Gruppo Mediaset. Il 19 luglio 2005 il Consiglio di Stato, con un dispositivo di ben 61 pagine, riconosce tutti i diritti e le ragioni di Europa 7 e invia alla Corte di Giustizia dieci quesiti nei quali ravvisa che la legge Gasparri e il decreto legge Berlusconi non rispettano le direttive Europee. Il 31 gennaio 2008 la Corte di Giustizia Europea stabilisce che i regimi transitori susseguitisi con la legge Maccanico, il decreto legge “salva Retequattro” e la legge Gasparri non rispettano le direttive europee e che, quindi, il lungo periodo transitorio di cui ha beneficiato Retequattro è illegittimo e, riconosce ad Europa 7 il diritto ad avere le frequenze per trasmettere
 
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 AMMINISTRATORI D'ORO.

Post n°627 pubblicato il 21 Maggio 2008 da albert.z
 

 
PER LA SERIE : GLI SPRECHI CONTINUANO
In linea di principio erano tutti d'accordo: troppo alti i costi della politica, troppo elevati gli stipendi e i costi di gestione di alcune società pubbliche controllate dalle Regioni. Ma quando lo Stato aveva deciso di mettere ordine nella materia, aveva usato la mano pesante, fissando nel dettaglio il numero e il «tetto» di spesa da rispettare per ciascuna società. Finendo per pestare i piedi alle Regioni e alle Province autonome cui la Costituzione riconosce autonomia decisionale. Così ieri la Corte Costituzionale, chiamata in causa da due ricorsi della Regione Veneto e della Provincia autonoma di Bolzano, ha dato torto allo Stato e ha dichiarato illegittimi alcune norme della Finanziaria 2007 che limitavano l'autonomia degli enti locali. Salta, così, il comma 730 che aveva posto un limite agli stipendi dei manager delle società partecipate dalle Regioni e al numero dei componenti dei consigli d'amministrazione.

 
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Il 22 maggio 2008, ore 11.00 manifestazione in piazza Montecitorio

Post n°626 pubblicato il 21 Maggio 2008 da albert.z
 

Il Presidente del Consiglio si fa una legge a suo uso e consumo. Questa volta il governo ha presentato una proposta criminogena per salvare Rete4. Ancora una volta saranno gli italiani a pagare per Silvio Berlusconi. E’ stato infatti presentato un emendamento per aggirare la sentenza della Corte di Giustizia europea e quella della Corte Costituzionale italiana, sentenze che danno ragione a Europa7.

Piuttosto che dare immediata esecutività a quella sentenza, come sarebbe avvenuto in qualsiasi Paese democratico, il nostro Governo risponde con un emendamento per aggirarla. Quella gara fu vinta da Europa7 a cui non è stato mai permesso di trasmettere fin dal 1999. Oggi Rete4, se dovesse passare questo emendamento, continuerebbe a farlo, in barba a qualsiasi rispetto delle leggi e delle sentenze.

Berlusconi è un uomo di cui non ci si può fidare e che antepone gli interessi delle sue aziende a quelli della collettività che dovrà pagare 350 mila euro al giorno con effetto retroattivo dal primo gennaio 2006 per vedere Emilio Fede (127 milioni di euro annui, questo il prezzo pagato a Rete 4 dagli italiani).

Avviso a tutti i cittadini che domani mattina alle ore 11 si terrà un sit in di protesta dell’ Italia dei Valori in piazza Montecitorio per il rispetto delle sentenze.

 
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BERLUSCONI: NESSUNO LO PUO' GIUDICARE

Post n°625 pubblicato il 21 Maggio 2008 da albert.z

Riporto un brano tratto da "Mani Sporche", libro pubblicato da Chiarelettere e scritto da Barbacetto, Gomez e Travaglio, dal titolo "Nessuno lo puo' giudicare" (pag. 106).

"Il 2003 è forse l'anno più nero della politica italiana in tutta la storia della Repubblica. Mai si era assistito a tali e tante lesioni delle libertà fondamentali e dei principi costituzionali. Con il pretesto della sua imminente promozione a presidente di turno dell'Unione Europea, Silvio Berlusconi manomette la Carta fondamentale e i Codici penale e procedurale, oltre a piegare continuamente il Parlamento alle sue personali esigenze processuali e affaristiche e a produrre una catena interminabile di censure ed epurazioni nel mondo dell'informazione.
L'anno si apre con dodici condoni fiscali (per gli evasori dell’Irpef, dell'Ici e così via) varati dal ministro dell'Economia Giulio Tremonti nella finanziaria appena approvata, per «fare cassa» e tentare di mantenere la promessa di non aumentare le tasse. «Le mie aziende non si avvarranno del condono», giura il premier. Bugia. Per mettersi in regola con il fisco, che reclama da lei 197 miliardi di lire, la Fininvest approfitta del condono e ne paga solo 35. Un affarone. Anche perché il vantaggio resta tutto in famiglia. La Fininvest infatti appartiene al 100 per cento ai Berlusconi e si era impegnata, al momento della quotazione di Mediaset, a pagare tutte le tasse dovute dalla nuova holding televisiva (che, essendo quotata, ha anche altri soci) per i fatti precedenti all'entrata in Borsa. La stessa strada del condono viene poi battuta da altre società personali del Cavaliere, come, l'Immobiliare Idra che controlla le sue ville sparse per l'Italia. Non contento, il premier usa il condono per cancellare le sue ulteriori pendenze col fisco, versando appena 1850 euro in due comode rate per evitare ogni accertamento sulle sue presunte evasioni (contestate dalla Procura di Milano nel processo sui bilanci di Mediaset) relative al periodo 1997-2002. Nel 2005 arriverà addirittura il condono erariale, per consentire ai politici e ai pubblici amministratori condannati in primo grado dalla Corte dei conti di sistemare le loro pendenze pagando dal 10 a1 20 per cento del danno quantificato dalla sentenza. Un danno, per le casse dello Stato, da centinaia di milioni di euro.
Ma il 2003 è soprattutto fanno del lodo Maccanico-Schifani, che immunizza le alte cariche dello Stato dai processi e rende invulnerabili i parlamentari, grazie all'annessa legge Boato, anche dalle intercettazioni indirette. È l’anno della legge Gasparri e del decreto salva-Rete4, che perpetuano il monopolio di Mediaset sulla tv commerciale e il suo oligopolio sul mercato pubblicitario. È l’anno della controriforma della seconda parte della Costituzione, pilata in estate da quattro «saggi» (il forzista Andrea Pastore, Francesco D'Onofrio, il leghista Roberto Calderoli e Domenico Nania di An) in una baita di Lorenzago del Cadore (Belluno), per rompere l'unità nazionale in nome di un federalismo in salsa padana e dotare il premier di poteri di vita o di morte sul Parlamento (la riforma sarà sonoramente bocciata dai cittadini italiani referendum confermativo dell'estate 2006).
Sempre nel 2003 il creativo Tremonti vara una riforma fiscale che detassa le plusvalenze da partecipazione, subito utilizzata da Berlusconi quando, nel 2005, cederà il 16,88 per cento di Mediaset detenuto da Fininvest per 2,2 miliardi di euro, risparmiando milioni di tasse. E un'altra legge à la carte del 2003 è il decreto «salva calcio», che è anche «salva-Milan»: i club indebitati potranno ammortizzare sui bilanci 2002 e «spalmare» nei dieci anni successivi la «svalutazione» del cartellino dei calciatori conseguente al generale stato di crisi in cui versano quasi tutte le società (tra serie serie B, il deficit sfiora i 4 mila miliardi di lire). Il risultato è ottenuto grazie a un doppio conflitto d'interessi: quello tra il Berlusconi presidente del Consiglio e il Berlusconi presidente del Milan; e quello tra il Galliani vicepresidente del Milan e il Galliani presite della Lega Calcio. Il decreto del presidente del Consiglio fa risparmiare al presidente del Milan 242 milioni di euro."

 
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Soldi dei cittadini in tasca ai partiti

Post n°624 pubblicato il 21 Maggio 2008 da albert.z
 

Per i politici le nostre tasse sono quisquilie, pinzillacchere, mance, disponibilità di spesa a loro totale discrezione. Una frase qui, un piccolo emendamento lì, un’aggiunta e, come per miracolo, si materializzano milioni di euro per i partiti.
Somme sottratte alla sanità, alle famiglie, alla sicurezza, alla scuola. Soldi che spariscono nel nulla.
Bersani prima PCI, poi PDS, quindi DS, poi PD e ora ombra-PDL è un maestro nell’utilizzo occulto dei soldi degli italiani.
Nella legge Bersani del 2006 c’è un codicillo sui giornali di partito. Se prima il partito, per avere i finanziamenti per un giornale, doveva essere presente in Parlamento, dopo, grazie al codicillo, non era più necessario.
Il requisito di rappresentanza parlamentare non è richiesto per le imprese editrici che risultano essere giornali od organismi di partito o movimenti politici che alla data del 31 dicembre 2005 abbiano già maturato il diritto ai contributi”.
Esiste un partito con due giornali, si chiama PD. Bersani aveva messo i contributi al sicuro prima della fusione.L’Unità riceve 6,5 milioni di euro di contributi, Europa 3,6 milioni. In tutto fanno 10,1 milioni di formaggio con i buchi per Topo Gigio. Soldi nostri, tasche loro.
Il codicillo è bipartisan. Riguarda anche i partiti scomparsi dal Parlamento, giornali come il Campanile di Mastella e Rinascita della sinistra e, a causa dell’accorpamento tra Forza Italia e AN, il Secolo d’Italia.
Soru sta comprando l’Unità. Riceverà contributi di 6,5 milioni di euro all’anno? Le nostre tasse faranno parte del suo bilancio?

 
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BERLUSCONI: TENTA DI FARSI FARE SUBITO UNA LEGGE PER SE

Post n°623 pubblicato il 21 Maggio 2008 da albert.z

Non ha ancora iniziato ad operare (nell’interesse dell’intera nazione come ha giurato davanti al Capo dello Stato), e già nel primo provvedimento che intende adottare sta inserendo una sanatoria che in primo luogo permetterà a lui stesso di sfuggire per l’ennesima volta ai processi che lo riguardano.


E’ una sanatoria che permette a chi è imputato per reati commessi prima del 31.12.2001 di chiedere la sospensione del dibattimento per due mesi per poter valutare se fruire del patteggiamento. Tra le persone a cui si renderebbe applicabile la norma –guarda un po’ – c’è anche lo stesso Berlusconi per il processo che lo vede accusato di corruzione in atti giudiziari nella vicenda dell’avvocato inglese David Mills. La vicenda si riferisce ad una lettera in mano ai magistrati che egli stesso aveva scritto al proprio commercialista, nella quale spiegava la provenienza di 600.000 dollari che l'accusa ritiene siano stati il compenso prezzo per dichiarazioni false in due processi milanesi a carico dello stesso Berlusconi.
Nella lettera al commercialista , datata 2 febbraio 2004, l'avvocato scriveva: "Io mi sono tenuto in stretto contatto con le persone di B. e loro conoscevano la mia situazione. Erano consapevoli, in particolare, di come i miei soci si fossero intascati la maggior parte del dividendo; sapevano bene che il modo in cui io avevo reso la mia testimonianza (non ho mentito ma ho superato momenti difficili, per dirla in modo delicato) avesse tenuto Mr.B fuori da un mare di guai nei quali l'avrei gettato se solo avessi detto tutto quello che sapevo".

E il conflitto d’interessi , gigantesco, continua!

se BERLUSCONI OSA FARSI QUALCHE LEGGE AD PERSONAM, CHIEDO CHE TUTTI SCENDANO IN PIAZZA A PROTESTARE.

GRILLO, DI PIETRO, CITTADINI.... ALL'ERTA!!!

 
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COSA PENSAVA BOSSI

Post n°622 pubblicato il 16 Maggio 2008 da albert.z
 

Bossi. Cosa pensava Bossi mentre parlava Testa d'Asfalto in Parlamento? Mentre le truppe di Topo Gigio gli dichiaravano amore eterno? E mentre Fassino-Unipol-cinque legislature si esibiva in un esercizio di triplo slinguo bipartisan? Cosa pensava il Senatùr a vedere davanti a lui, seduti nei banchi, piduisti e mafiosi?
Mi sono collegato in voip al suo cervello, ho intercettato i segnali delle sue sinapsi e scandagliato la sua memoria. Il risultato è sbalorditivo.

"L'unica riforma che veramente sta a cuore a Berlusconi è che non vengano toccate le sue televisioni. Invece io dico che bisogna portargliele via, perchè le sue televisioni sono contro la Costituzione. La prima riforma da attuare è quella di mettere in circolazione l'informazione. Berlusconi è tutto tranne che un democratico. Gelli fece il progetto Italia e c'era il buon Berlusconi nella P2. Berlusconi è molto peggio di Pinochet. 1(*) Ma vi pare che uno che possiede 140 aziende possa fare gli interessi dei cittadini? Quando lui piange, fatevi una risata: vuol dire che va tutto bene, che non ha ancora trovato la combinazione della cassaforte. Ci prova in continuazione: la Rai, la magistratura, il condono per i suoi amici palazzinari, le pensioni. 2(*) Bisognerebbe far scattare la legge per il ricostituito Partito fascista. Questi sono quella cosa lì. E si può dimostrare facilmente. Al loro interno non hanno nessun meccanismo elettivo. Questo partito è messo in piedi da una banda di dieci persone che lo controllano nascosti dietro paraventi, non rispettano le regole della Costituzione, chiamano golpista il presidente della Repubblica, svuotano di potere il Parlamento e vogliono fare un esecutivo senza nessun controllo superiore. Inoltre usano le televisioni, che sono strumenti politici messi insieme da Berlusconi quando era nella P2, secondo il progetto Gelli: dove il Paese dal punto di vista politico doveva essere costituito da uno schieramento destra contro sinistra dopo la rottura del meccanismo consociativo che faceva da ammortizzatore. Hanno usato le televisioni come un randello per fare e disfare. Si tratta di una banda antidemocratica su cui è bene che ci sia qualche magistrato che indaghi se viene commesso il reato di ricostruzione del Partito fascista 3(*). Attenti, quello ci vuole regalare un altro Ventennio 4(*)"

1(*) La Padania e Telepadania, 11/11/1998
2(*) 8/8/1994
3(*) Ansa 19/1/1995
4(*) 9/5/1994
Le citazioni sono tratte dal libro: "Se li conosci li eviti" di Travaglio-Gomez edito da chiarelettere

Beppe Grillo

 
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La   colpa degli ingressi dei clandestini e dei romeni

Post n°621 pubblicato il 16 Maggio 2008 da albert.z
 

Il ministro Maroni dichiara che intende rivedere i rapporti con la Romania in ambito UE, ma omette di considerare e precisare che la gestione dell’ingresso della Romania nell’Unione Europea è stata un’operazione gestita in prima persona dal Presidente del Consiglio Berlusconi e dall’allora ministro degli esteri Gianfranco Fini.
Il ministro Maroni dice che i rapporti con gli immigrati comunitari devono essere gestiti seguendo le indicazioni di una direttiva comunitaria che stabilisce il principio che il soggiorno di stranieri comunitari per un periodo superiore a tre mesi deve essere interrotto qualora non ci siano le condizioni di dimostrare i mezzi di sostentamento. Anche in questo caso il ministro Maroni omette di ricordare, e con lui i mezzi d’informazione, che la legge di recepimento di questa direttiva, che è del 2004, non risale ne al 2004, ne al 2005 ne al 2006, quando al Governo c’era Berlusconi, ma è stata fatta nel 2007 dal Governo Prodi.

 
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ICI: Un regalo ai ricchi

Post n°620 pubblicato il 16 Maggio 2008 da albert.z
 

Il governo Prodi aveva ridotto l'ICI, in modo che tutti pagassero meno e che i proprietari dei piccoli appartamenti fossero esentati.

Ora, il governo Berlusconi, abolendo l'ici  tutti, fà un grosso regalo ai ricchi.

Il governo Berlusconi comincia mostrandosi realizzando le richieste dei ricconi.

In questo modo molti lavoratori autonomi  non pagheranno nemmeno un euro di tasse.

 
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UN amico in più

Post n°619 pubblicato il 15 Maggio 2008 da albert.z
 

Da L'ESPRESSO

Travaglio racconta che Schifani è stato amico di mafiosi.

Ecco cosa scrive Marco Lillo

Sua eccellenza Filippo Mancuso, solitamente bene informato, ha definito così il suo ex compagno di partito: «Un avvocato del foro di Palermo specializzato in recupero crediti». Schifani gli ha risposto con una lettera in cui difende la sua «onesta e onorata carriera» e nega di avere mai svolto una simile attività. Negli archivi della Camera di commercio di Palermo risulta però una società, oggi inattiva, costituita nel 1992 da Schifani con Antonio Mengano e Antonino Garofalo: la Gms. L'avvocato Antonino Garofalo (socio accomandante come Schifani) è stato arrestato nel 1997 e poi rinviato a giudizio per usura ed estorsione nell'ambito di indagini condotte dal sostituto Gaetano Paci della Procura di Palermo. L'ex socio di Schifani è ritenuto il capo di un'organizzazione che prestava denaro nella zona di Caccamo chiedendo interessi del 240 per cento. Schifani non è stato coinvolto nelle indagini ma certo non deve essere piacevole scoprire di essere stato socio con un presunto usuraio in un'impresa che come oggetto sociale non disdegnava: «L'attività esattoriale per conto terzi di recupero crediti e l'attività di assistenza nell'istruttoria delle pratiche di finanziamento...».

Schifani è stato sempre sfortunato nella scelta dei compagni delle sue imprese. In un rapporto dei carabinieri del nucleo di Palermo, di cui "L'Espresso" è in grado di rivelare i contenuti, si ricostruisce la storia di un'altra strana società di cui il capogruppo di Forza Italia è stato socio e amministratore per poco più di un anno. Si chiama Sicula Brokers, fu istituita nel 1979 e oggi ha cambiato compagine azionaria. Tra i soci fondatori, accanto a un'assicurazione del nord, c'erano Renato Schifani e il ministro degli Affari regionali Enrico La Loggia, nonché soggetti come Benny D'Agostino, Giuseppe Lombardo e Nino Mandalà. Nomi che a Palermo indicano quella zona grigia in cui impresa, politica e mafia si confondono. Benny D'agostino è un imprenditore condannato per concorso esterno in associazione mafiosa e, negli anni in cui era socio di Schifani e La Loggia, frequentava il gotha di Cosa Nostra. Lo ha ammesso lui stesso al processo Andreotti quando ha raccontato un viaggio memorabile sulla sua Ferrari da Napoli a Roma assieme a Michele Greco, il papa della mafia.

MARCO LILLO

Schifani Renato Giuseppe (FI)
Anagrafe: Nato a Palermo l'11 maggio 1950.
Curriculum: Laurea in Giurisprudenza; avvocato; dal 2001 capogruppo di FI al senato; 3 legislature (1996, 2001, 2006).
Segni particolari: Porta il suo nome, e quello del senatore dell'Ulivo Antonio Maccanico, la legge approvata nel giugno del 2003 per bloccare i processi in corso contro Silvio Berlusconi: il lodo Maccanico-Schifani con la scusa di rendere immuni le "cinque alte cariche dello Stato" (anche se le altre quattro non avevano processi in corso). La norma è stata però dichiarata incostituzionale dalla consulta il 13 gennaio 2004. L'ex ministro della Giustizia, il palermitano Filippo Mancuso, ha definito Schifani "il principe del Foro del recupero crediti", anche se Schifani risulta più che altro essere stato in passato un avvocato esperto di questioni urbanistiche. Negli anni Ottanta è stato socio con Enrico La Loggia della società di Villabate, Nino Mandalà, poi condannato in primo grado a 8 anni per mafia e 4 per intestazione fittizia di beni, e dell'imprenditore Benny D'Agostino, poi condannato per concorso esterno in associazione mafiosa. 

Antonio Di Pietro

Altre notizie su Schifani: http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=258290

 
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