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Proposte contro gli sprechi e i privilegi delle caste

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Costi della politica, le proposte dell'Italia dei Valori

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Parlamento pulito: no a impunita'

Basta! Parlamento pulito                                    
 

PRAGMATISMO

NO ALLE IDEOLOGIE, SI AL PRAGMATISMO.

NUOVA COSTITUZIONE COSTRUITA DAL POPOLO

PER REGOLARE I POTERI DEI PARTITI E DEI POLITICI.

NO AI PRIVILEGI DELLA CASTA DI DECIDERE IL PROPRIO STIPENDIO.

SI AL PRINCIPIO CHE TRA STIPENDIO PIU' BASSO E QUELLO PIU' ALTO

DEVE ESSERCI UN RAPPORTO FISSO.

STIPENDI DEI POLITICI IN MEDIA EUROPEA.

STIPENDIO DEL MANAGER NON SUPERIORE A 13 VOLTE

QUELLO MEDIO DELL'OPERAIO DELLA SUA AZIENDA.

NO ALLE STOCK OPTION

NO ALLA FINANZA CREATIVA, NO AI DERIVATI

 

 Questo sito non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicita'. Non puo' pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001 Alcune delle immagini contenute sono prese dal web. Per qualsiasi problema fatemi sapere e verranno rimosse.

 

Messaggi di Ottobre 2008

Post N° 755

Post n°755 pubblicato il 31 Ottobre 2008 da albert.z
 

                                                                                                        5.11.2008

Obama ha vinto. Obama ha dichiarato: “Gli Stati Uniti sono il posto dove tutto è possibile”. Guardo il mio Paese dove niente è possibile. Un piduista capo del Governo. Un’opposizione indecente. L’informazione sotto controllo. E mi viene il magone.
Obama, giovane, colto, slanciato, intelligente, di colore, parla di futuro, di innovazione. “Il cambiamento è arrivato”, ha detto. “La nostra vittoria è partita dal basso”. Da noi quando arriverà? Gerontocrazia e oligarchia regnano. I Berlusconi, i Napolitano, i Gelli, gli Andreotti sono vecchi che viaggiano tra i 70 e i 90 anni. Vogliono vivere in eterno, fino a 120 anni.
Il Paese è una stanza piena di aria viziata. Il puzzo del potere ci ha contagiato. Non sentiamo più il nostro stesso odore. Chi vuole aprire la finestra, portare venti di cambiamento, puliti, onesti, viene massacrato come fu Borsellino, come fu Ambrosoli. O emarginato, combattuto dalle istituzioni e dai media. Come De Magistris, come la Forleo.
Immaginate Obama che, come primo atto di Governo, dichiara la sua immunità per legge per salvarsi da un processo di corruzione. Durerebbe poche ore, poi dovrebbe fuggire all’estero. Pensate a Obama che parla di inceneritori e di centrali nucleari, avrebbe vinto McCain. Obama è una speranza, Veltrusconi una condanna.
Mi sento addosso un senso insopportabile di pesantezza. Avverto più di prima un tanfo di arteriosclerosi nelle strade. L’Italia stanotte è invecchiata di colpo. Ci guardiamo allo specchio e ci spaventiamo. Cosa siamo diventati? Cosa ci aspetta senza un cambiamento radicale? La Rete ha annunciato per prima la vittoria di Obama, 3.000 comuni italiani su circa ottomila sono senza ADSL. Peggio dell’Africa, ma con il digitale terrestre d’antiquariato.
Scusate, devo riprendermi. Obama mi ha tirato un colpo basso, da oggi sarà più difficile capire perché viviamo, perché dobbiamo vivere in questo sfascio. La Rete è stata fondamentale per la sua campagna, è un segnale della fine dei giornali e delle televisioni. La rivoluzione in Italia, se ci sarà, non sarà televisiva. Informiamoci e informate in Rete, senza sosta. Forse la finestra si spalancherà, belin. Loro non molleranno mai, noi neppure.

Beppe Grillo.

 
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Gli interessi di Tremonti

Post n°753 pubblicato il 31 Ottobre 2008 da albert.z
 

In prima linea durante queste settimane di durissima crisi finanziaria, Tremonti è da sempre considerato una delle figure più in vista nell'alleanza che gravita attorno a Berlusconi. Esiste però una faccia poco nota del pianeta Tremonti, costituita dalla sua attività professionale di fiscalista. Lo studio, fondato negli anni Ottanta, ha la sede storica a Milano, dove occupa gran parte di un elegante palazzo in via Crocefisso. Dal citofono il cognome del ministro oggi è sparito. Vi rimangono quelli dei più anziani fra i partner attuali: Enrico Vitali, Dario Romagnoli e Lorenzo Piccardi. Il sito Web informa che Tremonti "ha lasciato lo studio".



Gli studi professionali non sono aziende ma associazioni fra partner che si dividono i profitti. Se uno lascia, a meno di accordi segreti, la ditta esce dal suo patrimonio. Per Tremonti, però, l'idea di un taglio netto è dura da sostenere: ogni volta che è uscito dal governo, è tornato a lavorare in studio. È accaduto nel luglio 2004 quando, in rotta con Gianfranco Fini, per 14 mesi dovette lasciare il posto a Domenico Siniscalco. Ed è successo nel 2006, dopo l'ultima vittoria di Romano Prodi.

Questo avanti-indietro dà vita a un corto circuito continuo. Il primo aspetto problematico nasce nei rapporti fra ministero e imprese a controllo statale. Tremonti partecipa alla nomina di manager di aziende che, poi, figurano fra i clienti dello studio, come accaduto con Enel e altre società. Un intreccio che si complica quando il ministro assegna incarichi a persone che incrocia nell'attività privata. Nel 2002 ha piazzato nel collegio sindacale dell'Eni Paolo Colombo, fratello di Fabrizio, un suo associato. Due anni dopo lo stesso Paolo Colombo è divenuto consulente dello studio e lo scorso giugno, nella tornata di nomine all'Eni varate da Tremonti, è stato promosso consigliere. L'unica donna fra i partner dello studio, Laura Gualtieri, è stata nominata nel collegio sindacale di due aziende della Finmeccanica, Agusta e Alenia Aermacchi, anche se solo come sindaco supplente. Curioso il caso del presidente dell'Enel, Piero Gnudi, riconfermato in giugno: è stata la figlia, Maddalena, a venire accolta, quest'anno, tra gli associati dello studio fondato da Tremonti.

Il secondo aspetto delicato riguarda la sfera politica. I proclami del ministro a volte stridono pesantemente con il business dello studio, facendo apparire Tremonti come il Don Giovanni di Mozart: cambiando identità a seconda della donna che ha davanti, il seduttore sembra perdere se stesso. Lui attacca la grande finanza, ma fra i clienti abbondano le banche, dalla Merrill Lynch al Monte dei Paschi di Siena, che in luglio si è avvalso della consulenza fiscale di Vitali & C. per vendere alla Lehman Brothers l'attività dei crediti in sofferenza. E non mancano i petrolieri, quelli che avrebbero dovuto piangere per l'introduzione della cosiddetta Robin Hood Tax. Il 17 luglio, parlando alla Camera dei deputati, Tremonti si è scagliato contro i colossi russi dell'energia, affermando che in Europa operano soggetti dalle "caratteristiche aggressive diverse da quelle di mercato". Un mese prima, quando era ministro da 40 giorni, la Erg della famiglia Garrone aveva però venduto alla russa Lukoil il 49 per cento delle raffinerie e della centrale di Priolo, in Sicilia, per 1,37 miliardi. Per minimizzare l'impatto fiscale sull'incasso, la Erg si era rivolta allo studio fondato da Tremonti, con cui vanta un lungo rapporto: uno dei partner, Marcello Valenti, è sindaco della Erg Raffinerie Mediterranee.

In maniera più rilevante, l'elastico tra politica e professione si intreccia con uno dei compiti più delicati del ministero dell'Economia: il controllo dell'onestà contributiva dei grandi gruppi, che sono pure clienti, dalla Pirelli alla Fiat. Lo studio non vuole fare commenti sull'elenco dettagliato dei clienti. Ma l'intreccio produce effetti ai limiti del comico, come accaduto il 19 giugno alla festa della Guardia di Finanza, celebrata al Foro Italico sotto gli occhi di Tremonti, appena tornato ministro. Durante la cerimonia tre finanzieri - il tenente colonnello Sergio Napoletano e i marescialli Antonio Fusco e Roberto D'Oria - sono stati premiati per aver portato a termine "una complessa attività di verifica nei confronti di una nota azienda dell'alta moda", che aveva sottratto al fisco "redditi per oltre 280 milioni". La nota azienda era degli stilisti Dolce & Gabbana, che per difendersi dall'erario, si erano affidati allo studio fondato da Tremonti. 'L'espresso' ha potuto ricostruire altri episodi - da Telecom Italia alla Techint, dalla Magiste di Stefano Ricucci all'eredità fiscale del gruppo Capitalia - nei quali Tremonti si è ritrovato coinvolto prima come ministro, poi come collaboratore dello studio, o viceversa.

EVASORI D'ACCIAIO Nei primi mesi del 2008 l'Agenzia delle Entrate si è ritrovata sul tavolo un caso delicato. A essere coinvolta era la Dalmine della famiglia Rocca. Spulciando il bilancio 2003, gli ispettori di Bergamo dell'Agenzia hanno scoperto che la Dalmine aveva escluso dall'imponibile 108 milioni di sterline (160 milioni di euro): cifra versata alla BHP Billiton Petroleum per chiudere un procedimento legale avviato dopo la rottura di un gasdotto e che aveva condotto a un pronunciamento sfavorevole della High Court of Justice inglese. La vicenda è complessa. In un primo momento sembrava che potesse essere accolta la linea difensiva del gruppo Rocca, affidata allo studio Tremonti, che sosteneva la deducibilità del prezzo pagato. In seguito, altre verifiche hanno dato ragione agli ispettori di Bergamo, aprendo la strada a una contestazione stimabile in un centinaio di milioni. Passati cinque mesi dal ricambio al vertice dell'Agenzia, la questione non risulta però ancora definita.

DIETROFRONT TELECOM Se c'è un caso che mostra l'intrecciarsi delle indagini del Fisco con l'andirivieni di Tremonti dal ministero, è quello relativo all'acquisizione di Blu, un vecchio operatore di telefonia Gsm in difficoltà, da parte di Telecom. La compagnia, guidata allora da Marco Tronchetti Provera, acquista Blu nel 2002. Nel dicembre dello stesso anno (con Tremonti ministro), chiede all'Agenzia delle Entrate, sede di Torino, di utilizzare le perdite fiscali dell'operatore in disarmo per ridurre l'imponibile, avvalendosi di un parere del tributarista Franco Gallo. Ottiene l'ok nel marzo 2003.

Due anni dopo, gli ispettori centrali dell'Agenzia, guidata all'epoca da un altro fedele tremontiano, Raffaele Ferrara, contestano alla Telecom di aver rappresentato l'operazione Blu in modo scorretto. Tremonti all'epoca è uscito temporaneamente dal governo e Telecom si affida alla consulenza del suo studio. Nella vicenda ballano cifre da capogiro. L'accertamento si conclude nel dicembre 2007 con la richiesta di 436 milioni di maggiori imposte, oltre a sanzioni e interessi per 492 milioni. Il 7 maggio scorso, casualmente il giorno del ritorno di Tremonti al ministero, viene spedita una cartella esattoriale che impone il pagamento di una prima tranche di 182 milioni. Telecom ottiene dalla Commissione tributaria di Torino la sospensione della riscossione. E ora l'Agenzia tratta con il gruppo e il suo consulente - Vitali, Romagnoli, Piccardi e Associati - la possibilità di una transazione.

CLIENTI & RAIDER Tremonti, tornato ministro e alle prese con la crisi finanziaria, attacca speculatori, paradisi fiscali e banchieri. Lo studio che lui ha fondato mostra però consuetudine con tutte queste categorie. In Lussemburgo aveva aperto nel 1992 la società Studio Tremonti International, liquidata due anni dopo. Più recentemente, ha difeso l'operato della Bell di Emilio Gnutti (vedi box a lato). E tra i clienti non sono mancati Gianpiero Fiorani e Stefano Ricucci. Il banchiere chiese un parere fiscale allo studio nel 2003, per una riorganizzazione che permise alla Popolare di Lodi di pagare meno tasse per decine di milioni. Quando invece nel luglio 2006 il gruppo Ricucci iniziò ad andare a gambe all'aria, e si ritrovò a dover sanare le imposte evase, la prima porta a cui bussò è quella di via Crocefisso. E così, a trattare con l'Agenzia un accordo per decine di milioni si è ritrovato Giuliano Foglia, un partner entrato nello studio cinque anni fa.

Regali ai ricchi?

GERONZI D'ORO Uno dei casi più clamorosi, tuttavia, riguarda Unicredit. L'istituto guidato da Alessandro Profumo quest'anno potrebbe pagare un miliardo di tasse in meno per effetto di una norma introdotta dal Tremonti ministro. La sorpresa è contenuta in una società inattiva, Ipse 2000, il cui pacchetto di maggioranza Unicredit ha trovato in Capitalia, la banca acquistata l'anno scorso. Ecco i fatti. Otto anni fa Capitalia, guidata da Cesare Geronzi, decide di finanziare l'avventura di Ipse, una società nata dal nulla per buttarsi nei telefonini Umts. Ipse si dissangua per rilevare le frequenze necessarie e nel 2004 è sull'orlo del fallimento. Porta però in dote 3 miliardi di perdite fiscali che possono dar luogo a un beneficio in termini di minori imposte stimabile in un miliardo. Capitalia offre Ipse all'Enel, che già possiede Wind, e potrebbe essere interessata alle frequenze. Il fatto che una 'bara fiscale' possa essere sfruttata da un'azienda statale come l'Enel suscita però critiche. E l'Agenzia delle Entrate pone un vincolo: Enel può compiere il blitz solo se non rivenderà Wind a stretto giro di posta, cosa che invece intende fare.

L'affare si blocca, ma Capitalia ha un 'piano B'. Forte di un parere di Enrico Vitali, mira a utilizzare per sé le perdite fiscali. Senza fare troppo rumore, compra azioni Ipse fino al 50 per cento più una. La mossa è necessaria per usufruire del cosiddetto 'consolidato fiscale', varato dal Tremonti ministro l'anno prima. E permette a Geronzi, al momento di vendere la banca, di indorare la pillola di Ipse, un'operazione del tutto sballata. Il frutto potrebbe essere colto da Profumo quest'anno. Un miliardo di minori tasse per lo Stato non è poco: alla cosiddetta carta per i poveri, voluta dal ministro, sono stati destinati solo 200 milioni.

(30 ottobre 2008

 Altro che Robin Hood!!!

 
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Il conflitto di Tremonti

Post n°752 pubblicato il 31 Ottobre 2008 da albert.z
 
Foto di albert.z

di Luca Piana

Gli affari segreti dello studio fondato dal ministro. Tra banche, petrolieri e aziende pubbliche. Incarichi di prestigio agli associati. E pratiche che procedono a rilento all'Agenzia delle Entrate 

 

La pratica è arrivata sul tavolo degli ispettori anti evasione ormai da tempo. La Mondadori, casa editrice di proprietà di Silvio Berlusconi, è sospettata di aver evaso il fisco. Facendo i controlli sulle dichiarazioni del 2004, gli uomini dell'Agenzia delle Entrate di Milano si sono accorti che la Mondadori aveva escluso dal reddito imponibile una serie di guadagni, riducendo le tasse da pagare.

Una cifra non elevata, dicono fonti vicine al dossier, anche se superiore ai livelli che potrebbero far scattare la denuncia per falsa dichiarazione. Il caso, però, è politicamente scottante per due aspetti diversi. Il primo è che sarebbe clamoroso vedere un premier punire se stesso per aver evaso il fisco. Il secondo è che tra i consulenti fiscali abituali del gruppo Fininvest c'è, anche se in modo non esclusivo, lo studio fondato dal ministro dell'Economia, Giulio Tremonti. Così all'Agenzia delle Entrate, l'ente che si occupa della lotta all'evasione guidato da un fedelissimo del ministro, Attilio Befera, la pratica Mondadori sembra non fare progressi da mesi: alla stessa casa editrice fanno sapere di non essere a conoscenza se i rilievi, dichiarati già nel bilancio 2007, abbiano avuto seguito. All'Agenzia, invece, non commentano.

 
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L'ombra dei manovratori

Post n°751 pubblicato il 31 Ottobre 2008 da albert.z
 

testimonianze_291008.jpg

Quello che sta accadendo in tutta Italia non ha bisogno di commenti, i fatti parlano da soli. I parlamentari dell'Italia dei Valori erano in Piazza Navona oggi, megafono alla mano, per invitare i nostri ragazzi al dialogo, per sostenerli, per chiedergli di non farsi strumentalizzare, per evitare possibili derive violente di infiltrati che nulla hanno a che vedere con la legittimità di un grido di aiuto lanciato pacificamente.

I feriti di Piazza Navona nascondono, per la breve ricostruzione dei fatti fornita dai presenti, delle assurdità, come se qualche suggerimento di politici irresponsabili dei giorni scorsi, abbia trovato sponda tra i ragazzi violenti con la complicità di una parte di coloro che erano lì per garantire la sicurezza. Alcuni video pubblicati su Corriere.it mostrano atti di violenza contro altri manifestanti, mentre i cordoni delle forze dell’ordine vengono tenute a bada da qualche loro dirigente solerte agli ordini ricevuti.

Le testimonianze di alcuni manifestanti in questo video parlano di mazze e bastoni occultati da alcuni facinorosi già predisposti e preordinati a tutto, parlano di un automezzo entrato nella piazza senza troppi controlli. Come è stato possibile tutto ciò in una piazza assediata dalle forze dell’ordine in tenuta antisommossa, in una piazza dove i turisti erano costretti a giri interminabili per attraversarla? Chi c’è dietro questa fiammata di violenza? A chi giova mettere gli studenti l’un contro l’altro? Chi vorrebbe che i cittadini e i genitori vedessero nelle sacrosante manifestazioni studentesche di oggi i fantasmi eversivi del passato?

Una cosa è certa ed è è che la degenerazione di queste manifestazioni di libertà, aiutano di fatto la linea del Governo che in tutti questi giorni si è affannato a denigrare i manifestanti come frange pericolose ed irresponsabili. A noi, e soprattutto alla “società civile”, non resta allora che opporci al decreto Gelmini allo stesso modo di come abbiamo fatto con il decreto Alfano, promuovendo un referendum per spazzare via i loro decreti dittatoriali. Appena il decreto Gelmini sarà pubblicato, provvederemo a depositare il quesito in Cassazione e cominceremo la raccolta delle firme sugli stessi tavoli in cui stiamo già raccogliendo le firme referendarie contro la legge “salvapremier”.

 
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Maroni e le istruzioni dettagliate

Post n°750 pubblicato il 31 Ottobre 2008 da albert.z
 

Roma 30 ottobre 2008

da_Cossiga_a_Maroni.jpg
I provocatori e la Polizia di Stato

Ieri in Piazza Navona c'era un camion lasciato passare dalla Polizia.
Nel camion c'erano caschi, mazze, forse tirapugni e una ventina di provocatori.
Provocatori, non studenti.
I provocatori hanno picchiato gli studenti sotto gli occhi della Polizia.
Uno dei provocatori, come si può vedere dal video, è in rapporti affettuosi, di grande simpatia con la Polizia, come se fosse un collega.
La piazza era gremita. Un camion con mazze e teppisti poteva essere lì solo in due casi:
- perchè la Polizia lo ha consentito su ordine di qualcuno
- perchè la Polizia non governava la piazza.
Maroni, il ministro degli Interni, che prende istruzioni dettagliate, un portaordini dello psiconano, dovrebbe spiegarci cosa è successo e dopo dimettersi.
La politica è fallita. Il cittadino può solo dialogare con il poliziotto in tenuta anti sommossa.
Se non basta la Polizia, allora arrivano gli infiltrati, così i giornali e le televisioni di regime possono gridare agli "scontri tra studenti".
Giornalisti, non vi vergognate? Le vostre parole sono peggio delle mazze tricolori degli squadristi di Piazza Navona

Da www.beppegrillo.it

 
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Picchiatori mandati contro gli studenti

Post n°749 pubblicato il 30 Ottobre 2008 da albert.z
 

Kossiga ha fatto scuola. Ieri, 29 ottobre 2008, all'improvviso sono arrivati i picchiatori, tanto sospirati dal vecchio kossiga, esperto in provocazioni e forse in qualcosa di più grave, negli anni bui della prima Repubblica-

VEDI VIDEO

http://www.youtube.com/watch?v=ZqVr1l9fOdA

 
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BERLUSCONI: VOGLIO TUTTO IO

Post n°748 pubblicato il 29 Ottobre 2008 da albert.z
 

EVIDENTEMENTE LA RAI NON E’ ABBASTANZA ‘ASSERVITA’di Silvia Garambois

.

 Silvio Berlusconi
.

«Mi chiedo come fate ad accettare che la Rai - che vive anche grazie alla vostra pubblicità - inserisca i vostri spot dentro programmi dove si diffondono solo panico e sfiducia»: il padrone (ombra) della concorrente Mediaset si è rivolto senza peli sulla lingua agli industriali che aveva ospitato a cena, venerdì scorso, a Villa Madama. Un banale discorso da venditore di spazi pubblicitari… Ma quell’invito a cena Silvio Berlusconi lo aveva fatto in qualità di Presidente del Consiglio, preoccupato per la crisi economica: e poi lo chiamano “conflitto di interessi”.

È passato tutto il week end senza alcuna smentita o rettifica, senza che dai vertici Rai si levasse un sussulto. «Quale sofisticata nuova forma di editto bulgaro dobbiamo attendere per ribellarci?», chiede ora il segretario del sindacato dei giornalisti Rai, Carlo Verna: «La Rai non è la sola ad aver osservato il silenzio nel fine settimana sulle gravi parole non smentite di Berlusconi agli industriali, invitati a non investire in spot sul servizio pubblico radiotelevisivo. Spero che passando oggi i tornelli i vertici Rai si sveglino». Verna dà l’affondo anche contro l’opposizione: «In azienda non lavorano solo giornalisti, che patirebbero le conseguenze di una Rai messa in ginocchio dal libero (o reverenziale?) accoglimento del suggerimento. Ci sono migliaia di lavoratori e qualche centinaio di dirigenti, mi piacerebbe sentire la voce di chi li rappresenta, invece di un silenzio assordante! E i leader delle opposizioni che dicono?».

L’Associazione “Articolo 21″ è sul piede di guerra: «La minaccia politica è accompagnata dalla minaccia di sanzioni economiche», ha sostenuto Giuseppe Giulietti, portavoce dell’associazione, annunciando che verranno assunte «le più opportune iniziative in sede internazionale e nazionale. Dalle autorità di garanzia e in particolare dall’autorità dell’antitrust ci attendiamo che, al di là dei formalismi giuridici,vogliano almeno far finta di dare un amichevole buffetto, per carità non oso chiedere di più, al presidente richiamandolo ad una maggiore sobrietà nelle parole e soprattutto nelle azioni». E anche Pd, Udc e Idv sono intervenuti, coniugando la campagna di Berlusconi anti-spot alla Rai, con la nomina del nuovo vertice Rai e del presidente della Commissione di vigilanza.

Per Franco Monaco del Pd, infatti, è un motivo in più per chiedere l’esclusione dal prossimo Cda Rai di «uomini Mediaset, ex parlamentari, o dirigenti di partito». Roberto Rao (Udc) ricorda che «la denuncia di un buco di 40 milioni di pubblicità in meno alla Rai testimonia la crisi delle aziende italiane e qualcuno sembra sollecitare gli imprenditori a non investire in pubblicità sulle reti del servizio pubblico. Per questo è urgente insediare la commissione di Vigilanza Rai ed eleggerne il presidente». E ancora, Felice Belisario, presidente del gruppo Italia dei Valori al Senato, dichiara: «Rafforzare Mediaset e indebolire la Rai: questo l’obiettivo di Berlusconi al quale poco interessa di violare la legge sul conflitto d’interessi. Non è solo una grave scorrettezza ma anche l’ennesimo tentativo di rafforzare le sue società. Per questo giustifica gli italiani che non pagano il canone e continua a boicottare la formazione della Commissione di Vigilanza».

 
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Cossiga agghiacciante

Post n°747 pubblicato il 25 Ottobre 2008 da albert.z
 
Foto di albert.z

Maroni dovrebbe fare quel che feci io quand'ero ministro dell'Interno. In primo luogo, lasciare perdere gli studenti dei licei, perchè pensi a cosa succederebbe se un ragazzino rimanesse ucciso o gravemente ferito... Lasciarli fare (gli universitari, ndr). Ritirare le forze di Polizia dalle strade e dalle Università, infiltrare il movimento con agenti provocatori pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino i negozi, diano fuoco alle macchine e mettano a ferro e fuoco le città. Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello delle auto di Polizia e Carabinieri. Nel senso che le forze dell'ordine non dovrebbero avere pietà e mandarli tutti in ospedale. Non arrestarli, che tanto poi i magistrati li rimetterebbero subito in libertà, ma picchiarli e picchiare anche quei docenti che li fomentano. Soprattutto i docenti. Non dico quelli anziani, certo, ma le maestre ragazzine sì... questa è la ricetta democratica: spegnere la fiamma prima che divampi l'incendio".
Intervista a Francesco Cossiga. Presidente emerito della Repubblica Italiana e senatore a vita

L'Italia non è una vera democrazia.  Beppe Grillo

E questi sono i democristiani?!!!

 
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OCCORRE CHE I POLITICI RISPETTINO LA COSTITUZIONE

Post n°746 pubblicato il 24 Ottobre 2008 da albert.z
 

DA TEMPO LA NOSTRA NON E' UNA VERA DEMOCRAZIA.
L'aver permesso ad un editore dotato di ben tre reti tv di entrare al Parlamento ha  alterato gravemente la situazione democratica. Con il potere che ha è riuscito a mandare via e a soffocare professionisti eccelsi del giornalismo,come Montanelli e Biagi. La canea di servitori cresce con il crescere della sua ricchezza e del numero delle sue reti tv e giornalistiche di ogni tipo.

Berlusconi e', e rimane, ineleggibile, come stabilito da una norma del 1957, l'articolo 10 del Dpr n. 361 che dichiara non eleggibili "coloro che in proprio o in qualita' di rappresentanti legali di societa' o di imprese private risultino vincolati con lo Stato per contratti di opere o di somministrazioni amministrative di notevole entita' economica, che importino l'obbligo di adempimenti specifici, l'osservanza di norme generali o particolari protettive del pubblico interesse, alle quali la concessione o l'autorizzazione e' sottoposta".


Aver poi permesso che siano i segretari dei partiti a decidere chi sarà eletto e chi no, l'ha compromessa in maniera gravissima.
I deputati e senatori di FI sono al servizio del loro padrone, il quale è anche sotto processo per aver tentato di comprare alcuni senatori per far cadere Prodi.
 Chi dissente è emarginato e non entrerà più in Parlamento.
Bisogna sanare la situazione.
Occorre una iniziativa che porti ad applicare la famosa legge del 1957 che impediva ai concessionari di beni pubblici e agli editori di entrare in Parlamento. Occorre anche un'altra iniziativa che porti a far rispettare la COSTITUZIONE, ABOLENDO L'ATTUALE LEGGE ELETTORALE IN QUANTO CHIARAMENTE ANTIDEMOCRATICA ED ANTICOSTITUZIONALE.Come ottenere ciò ?
Tutti i veri politici DEMOCRATICI in senso lato ( democratici , idv, sinistra democratica)devono indicarci i modi.
Penso che tutte le varie organizzazioni democratiche dovrebbero impegnarsi per far rispettare la Costituzione raccogliendo le firme anche per abrogare la legge ALFANO.
BISOGNA CHE I MEMBRI DELLA CORTE COSTITUZIONALE AGISCANO IN BASE ALLE NORME COSTITUZIONALI E NON PER INTERESSI DI PARTE.
IL POPOLO DOVREBBE FARSI SENTIRE DI PIU'. IL 25 OTTOBRE E' UNA GIUSTA OCCASIONE.

 
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GELMINI: RITORNO AL PASSATO

Post n°745 pubblicato il 23 Ottobre 2008 da albert.z
 
Foto di albert.z

HO LETTO IL DECRETO SUL MAESTRO UNICO SUL SITO :

http://www.bambinicoraggiosi.com/?q=node/449

 E PENSO CHE CERTE COSE SIANO UTILI. QUALCUNO SI SCANDALIZZERA'.

IO, ACCESO  DIPIETRISTA, CHE APPPOGGIA LE  MODIFICHE DELLA GELIMINI SULLA SCUOLA ELEMENTARE.

IO RAGIONO SEMPRE CONSIDERANDO LE COSE UTILI, NECESSARIE, TENENDO CONTO DELLA SITUAZIONE ECONOMICA DELLO STATO E DELLA LORO EFFICACIA. NON RAGIONO PER PARTITO PRESO.

IL GREMBIULINO ALLA SCUOLA MATERNA ED ELEMENTARE EVITA LE CORSE AI CAPI FIRMATI E DA' IL SENSO DI UGUAGLIANZA.

IL VOTO IN DECIMI E' MOLTO PIU' PRATICO E PRECISO DEI GIUDIZI.

IL MAESTRO PREVALENTE CON L'AGGIUNTA DELL'INSEGNANTE DI RELIGIONE E DI INGLESE E' PIU' CHE SUFFICIENTE PER FAR RAGGIUNGERE UN'ADEGUATA PREPARAZIONE AGLI ALLIEVI DELLA SCUOLA ELEMENTARE.

IL VALORE ABILITANTE AL DIPLOMA DI LAUREA IN SCIENZE EDUCATIVE, MI SEMBRA UN AIUTO AI NEO LAUREATI .

PER EVITARE ANNI SCOLASTICI IN PIU' DEL NECESSARIO SAREBBE AUSPICABILE FARE COME NEGLI ALTRI PAESI EUROPEI: A 18 ANNI SONO GIA' ALL'UNIVERSITA'. SOLO COSI' VA BENE LA LAUREA BREVE PER INSEGNARE ALLE ELEMENTARI, ALTRIMENTI E' UNA SPESA IN PIU' PER LE FAMIGLIE E LO STATO.

RITENGO INVECE, MOLTO UTILE CHE LE NEO DIPLOMATE SIANO ASSUNTE DOPO UN ANNO DI APPRENDISTATO PAGATO, SOTTO LA GUIDA DI MAESTRE ESPERTE.

PROPOSTA: CON I SOLDI RISPARMIATI SI PUO' AMPLIARE SIA IL TEMPO PIENO, OLTRE LE 24 ORE DI SCUOLA NORMALE, SIA RIFORMARE LA SCUOLA MEDIA INTRODUCENDO PIU' ORE E MATERIE SCIENTIFICHE E ORE DI LABORATORIO.

NATURALMENTE E' FONDAMENTALE PREMIARE GLI INSEGNANTI CON STIPENDI ADEGUATI ALLA MEDIA EUROPEA.

PER VEDERE IL TESTO DELLA LEGGE CHE RIGUARDA L'UNIVERSITA':

 http://bambinicoraggiosidue.blogspot.com/2008/10/riforma-gelminilegge-133-il-testo.html

PER L'UNIVERSITA' NON RITENGO GIUSTO CHE SI SPRECHINO SOLDI PUBBLICI PER CORSI DI LAUREA CON 1 SOLO ALLIEVO CORSI DI LAUREA ASTRUSI O DI POCHISSIMA UTILITA'. BISOGNA CHE SIA IL MINISTRO A RICONOSCERE I CORSI DI LAUREA UTILI ALLA SOCIETA' ED ELIMINI QUELLI COSTRUITI PER ACCONTENTARE IL SOLITO AMICO DEI POTENTI.

PROPONGO:

1)  MIGLIORARE, E DI MOLTO, LA SITUAZIONE DEI RICERCATORI.

2) COSTRUIRE UNIVERSITA' CON RELATIVI CAMPUS PER ALLOGGI PER STUDENTI MERITEVOLI E POVERI.

 
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UNA VOCE NEL DESERTO

Post n°744 pubblicato il 22 Ottobre 2008 da albert.z
 

"Signor Presidente, mi verrebbe voglia di dire anche questa volta «signor Presidente del Consiglio che non c'è», ma mi pare di capire che devo dire «signor Governo che non c'è»!
Con tutto il rispetto per il sottosegretario Martinat, chiedo alla Presidenza della Camera se si possa arrivare fino a questo punto: stiamo votando la fiducia ad un Governo che non si presenta neanche con un Ministro, non dico con il Presidente del Consiglio dei ministri, ma neanche con il Ministro per i rapporti con il Parlamento, neanche con il Ministro direttamente interessato!
A mio avviso, quindi, ci troviamo in una situazione in cui vi è necessità di negare la fiducia a questo Governo, perché consideriamo il suo modo di governare pericoloso per la democrazia, per l'economia e per la giustizia del Paese.
La sua perdurante latitanza dal confronto parlamentare dimostra ancora una volta che lei, signor Presidente del Consiglio che non c'è, non ha alcuna considerazione delle istituzioni democratiche. Il suo modo di governare, con il ricorso a continui decreti-legge e con il ripetuto ricorso al voto di fiducia, sta svuotando il Parlamento delle sue funzioni e del suo ruolo.
Mi permetta, signor Presidente della Camera, di utilizzare la prima parte del mio intervento su questo tema: stiamo votando continuamente la fiducia e abbiamo un Governo continuamente latitante nel momento in cui si vota la fiducia! A chi dobbiamo dare questa fiducia? Ai banchi vuoti?
La verità è che a questo Governo non interessa nulla del Parlamento. Va per la sua strada come faceva, una volta, chi decideva da solo, con ben altro intendimento.
Parliamo poi nel merito di questo provvedimento che viene chiamato «salva Alitalia».

Ma quando mai?

Ma quale «salva Alitalia»? Alitalia i libri li ha portati in tribunale! Alitalia è praticamente fallita, non c'è più! Non c'è più! Poteva esserci, se fosse stato lasciato tutto come avevamo cercato di lasciarlo noi, cioè vendendola ad Air France, una compagnia che di mestiere fa il trasporto aereo. Invece, durante le elezioni, il Presidente del consiglio ci ha detto: «Fermi tutti, datemi 300 milioni, perché io dietro l'angolo ho uno che compra Alitalia e la farà funzionare bene. I soldi li mette tutti lui, i dipendenti staranno tutti a posto e l'Italia viaggerà sicura e contenta». Ma dove? Dove? Era una truffa, una truffa elettorale.
Di truffa, allora, permettetemi di parlare in questo mio intervento. Lei, signor Presidente del Consiglio, sta truffando gli italiani! Lei e il suo Governo volete far credere - lo volete far credere e vi riesce, grazie alle sue televisioni e alle televisioni di Stato, ormai asservite a lei, e ai suoi giornalisti compiacenti e dipendenti - di aver salvato Alitalia. Invece l'avete affossata! Alitalia oggi è fallita! In compenso, si sono presentati gli amici del CAI, gli amici suoi del CAI, signor Presidente del Consiglio!
Proviamo a guardare chi sono costoro. Non sono emeriti sconosciuti, sono persone che hanno qualcosa da dire e qualcosa da prendere dal nostro Paese. Certamente non hanno nulla a che fare con il know how relativo al trasporto aereo. Gianluigi Aponte è un armatore che ha residenza in Svizzera, una miriade di finanziarie offshore e una flotta navale battente bandiera panamense. Costui sarebbe il «patriota italiano», con bandiera italiana, al quale lei vuole affidare le sorti della compagnia Alitalia! Certo, c'è anche Davide Maccagnini, immobiliarista che prima faceva cannoni e razzi missilistici, che del trasporto aereo deve avere una conoscenza davvero eccezionale.
Certamente una conoscenza eccezionale deve averne Benetton, proprio perché in conflitto di interessi. Egli, come tutti sapete, è persona che ha un interesse ben preciso nell'aeroporto di Fiumicino: lo ha infatti costruito e lo gestisce. Sarà uno dei proprietari di Alitalia. Insomma, per intenderci, come gestore di Fiumicino sarà lui a decidere quali tariffe far pagare all'Alitalia per utilizzare quell'aeroporto. Tutto in famiglia! Questo si può fare. Certo, c'è Salvatore Ligresti, io me lo ricordo bene, noto immobiliarista, palazzinaro e pregiudicato di Tangentopoli. Certo, c'è Francesco Bellavista Caltagirone, noto anche lui per le attività immobiliari e c'è anche l'imprenditore Marcegaglia. Infatti non si presenta solo l'imprenditrice Marcegaglia, ma l'intera impresa Marcegaglia. La conosciamo bene, non solo perché è il presidente di Confindustria ma anche perché papà Marcegaglia, come Geronzi e Roberto Colannino ce li ricordiamo nel caso della bancarotta, del crack Italcase. A costoro dobbiamo affidare il futuro di Alitalia! Gente che ha un'esperienza specifica su come gestire un'attività così importante. Oddio, c'è qualcuno che si interessa di aerei: il proprietario di Air One, Toto. Se ne interessa così bene che è pieno di debiti! Se ne interessa così bene che oggi, fondendo le due realtà, metterà il sistema dei trasporti italiano interamente in un'unica mano, con totale assenza di concorrenza.
Potrei continuare ancora ad illustrare chi sono questi diciotto «patrioti italiani» con i soldi degli altri, esperti molto bene a far cassa per loro e a far pagare i danni agli italiani. Abbiamo consegnato questa realtà a costoro, senza gara, dicendo che occorreva farlo urgentemente perché stava per fermarsi l'intero trasporto aereo.
Appena abbiamo detto che l'avremmo affidato a loro, il trasporto aereo è continuato senza che ci avessero messo ancora una lira. Lo sapete o no che ancora oggi il contratto non è stato fatto ed ancora oggi hanno chiesto tempo per presentare la loro bozza di contratto?
Ci chiediamo perché l'asset attivo di Alitalia non sia stato messo in vendita tramite una gara. Eravamo riusciti a vendere tutta l'Alitalia, sia la parte attiva che quella passiva; adesso invece il passivo è stato messo, con azione truffaldina, a carico dei contribuenti italiani, mentre l'attivo non è neanche stato messo in vendita, ma è stato dato in grazioso dono a diciotto «furbetti del quartierino», amici del Presidente del Consiglio, i quali hanno interessi del tutto diversi dal trasporto ed ai quali si dice di fare una gara per trovare un partner straniero!
Ma benedetto il Signore: questo partner straniero non potevate farlo trovare dallo Stato anzi dal commissario straordinario Fantozzi? Non potevamo noi bandire una gara e guadagnarci sopra? L'abbiamo regalata a loro affinché se la vendano e ci lucrino la differenza! Persino i privati hanno fatto attività speculativa con soldi pubblici!
Si tratta di un reato, se non fosse che lo fate per legge, perché questa è la nuova Tangentopoli! La vecchia Tangentopoli è quella di chi commetteva dei reati; la nuova Tangentopoli è fare per legge ciò che non si può fare in modo che appaia tutto legittimo. Si tratta di una immoralità, di una «porcata» come si usa dire ormai da tempo, da quando il noto Ministro Calderoli ha «ideato» con grande efficacia questo termine.
Quindi, signor Presidente del Consiglio, lei ha truffato gli italiani perché con questo decreto-legge ha preso per la gola non solo gli italiani, ma anche i dipendenti e le maestranze.
Vorrei farle presente e ricordarle, signor Presidente del Consiglio che non c'è, che lei non solo ha truffato, ma ha addirittura ricattato i lavoratori, ha descritto i lavoratori, i piloti, gli assistenti di volo e il personale a terra come raccomandati, lavativi, superstipendiati, nullafacenti: di tutto e di più. Quasi che la colpa del non funzionamento di Alitalia fosse delle sue maestranze e non dei suoi amministratori e non di quei politici che si sono fatti fare, come il Ministro Scajola, una linea aerea apposita che collega Roma ad Albenga !
Non come quegli amministratori come Cimoli, al quale per farlo dimettere, sono stati dati otto milioni di euro perché questo era previsto dal contratto!
Ai lavoratori di Alitalia oggi lei dice che se non accettano non sarà più loro riconosciuta né la cassa integrazione né la mobilità, come previsto. Questo si chiama ricatto! La truffa, invece, è quel che ha dato ed ha previsto per i lavoratori non dell'Alitalia, per quelli dell'indotto, quelli per i quali cioè, lei non ha neanche previsto il sistema di cassa integrazione e di tutela previsto per i lavoratori Alitalia.
Per questa ragione - e mi avvio alla conclusione ringraziandola, signor Presidente - noi del gruppo dell'Italia dei Valori, non solo non possiamo votare la fiducia, ma avvisiamo l'opinione pubblica, i cittadini italiani che lei si sta allontanando sempre più dallo Stato di diritto, dallo Stato della legalità e si sta comportando sempre più da quello che pensiamo che sia: un truffatore politico."

ANTONIO DI PIETRO

 
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CONTINUA L'ASSALTO ALLE CASSE DELLO STATO

Post n°743 pubblicato il 17 Ottobre 2008 da albert.z
 
Foto di albert.z

DOPO AVER DATO OGNI ANNO MIGLIAIA DI MILIARDI DI LIRE ALLE IMPRESE PRIVATE, SPECIE ALLA FIAT DEGLI AGNELLI, DOPO AVER SOVVENZIONATO CON LEGGI PIRATA I VARI INDUSTRIALI CON LE VARIE LEGGI DI REGALI A PIOGGIA, DOPO AVER DONATO SOLDI A BERLUSCON I CON LA TREMONTI BIS,  IL POPOLO , SARA' DEFRAUDATO ANCORA DI DECINE DI MILIARDI DI EURO PER:

 1) SALVARE I VARI BANCHIERI PERICOLANTI .   IN PARTICOLARE LA MEDIOLANUM, CHE E' LA BANCA DI BERLUSCONI.   CIOE' PER SALVARE SE STESSO.             

NON E' LA PRIMA VOLTA, VISTO CHE QUALCHE ANNO FA IL GOVERNO HA DATO MIGLIAIA DI MILIARDI DI LIRE PER SALVARE IL BANCO DI NAPOLI.

2) PER FINANZIARE GLI INDUSTRIALI.        

 IL GOVERNO IMPONE COME NECESSITA' CATEGORICA IL SOSTEGNO ALLE INDUSTRIE. L'EUROPA AVEVA TEORIZZATO CHE GLI STATI NON POTESSERO SOVVENZIONARE LE PROPRIE INDUSTRIE, IN QUANTO SAREBBE STATA CONCORRENZA SLEALE. ORA RIMPINGUARE DI SOLDONI I POVERI INDUSTRIALI DIVENTERA' LO SPORT PREFERITO DAI GOVERNI DI CENTRO  E DI DESTRA.  BERLUSCONI OGGI, E VELTRONI DOMANI, RICOMINCERANNO LE REGALIE AI VARI SIGNOROTTI PER FARSELI AMICI E PER AVERE IN CAMBIO VOTI E  FINANZIAMENTI AI PARTITI.

E I LAVORATORI E PENSIONATI?

SARANNO EDUCATI DAI GIORNALISTI RAI E MEDIASET  CHE TUTTO CIO' SARA' NEL LORO INTERESSE.

I RICCHI BANCHIERI, DIRIGENTI, INDUSTRIALI POTRANNO SBAGLIARE TRANQUILLAMENTE, TANTO IL POPOLO BUE LI FORNIRANNO SEMPRE DI GROSSE QUANTITA' DI DENARO.

E LE VILLE, GLI YACKT, I GIOIELLI ALLE AMANTI, CON QUALI SOLDI LI PAGHERANNO?

CON I SOLDI TOLTI AGLI OSPEDALI, ALLA RICERCA, AI POVERI, AGLI INSEGNANTI.

E IL POPOLO CHE FARA'?  COMPRERA' I GIORNALI DI BERLUSCONI PER SAPERE SE I SUOI CAPI STANNO BENE, SONO SODDISFATTI DELLE LORO AMICHETTE, CHE POI LE VEDREMO IN TV O IN PARLAMENTO.

CHE MONDO DI COGLIONI SENZA NERBO!

 
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RECESSIONE

Post n°742 pubblicato il 16 Ottobre 2008 da albert.z
 

Le aziende sono in asfissia economica. Le banche non gli danno più credito e questo, in Italia, significa la fine.
Le aziende, in particolare le piccole, sono obbligate a reggersi sul debito a causa dello Stato. Ogni volta che emettono una fattura devono anticipare l’IVA. Le fatture sono pagate, se va bene, a 120 - 160 giorni. Se va male, mai e l’IVA viene rimborsata dallo Stato in tempi biblici. Le aziende devono pagare tasse presunte e anticipate. La mafia è cento volte più corretta. Se una società ha un certo profitto in un anno, deve pagare le tasse su quel profitto, in anticipo, anche per l’anno successivo. E se l'anno dopo ha una perdita?
Le aziende si indebitano a causa dello Stato e devono rivolgersi alle banche. Se queste non fanno credito, le aziende chiudono. E’ quello che sta succedendo e che succederà nei prossimi mesi a centinaia di migliaia di aziende. Grandi, medie, piccole, a conduzione familiare. Le tasse non le pagheranno più, saranno fallite.
Lo Stato non può più chiedere anticipi, né sull’IVA, né sulle tasse.
Tassa c'è quando cittadino incassa. Prima non deve pagare.

 
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ERA STATO PRESVISTO IL CROLLO DELLE BORSE

Post n°741 pubblicato il 10 Ottobre 2008 da albert.z
 

BEPPE GRILLO, COME PUBBLICATO L'8 AGOSTO DEL 2007 AVEVA PREVISTO GRAVI GUAI A CAUSA DEI COMPORTAMENTI TRUFFALDINI DELLE BANCHE.

Ecco il testo già pubblicato:

LE BANCHE

Le banche possono essere meglio dei magliari e molto meglio della mafia. Non c’è limite alla loro finanza creativa. O, meglio, il limite c’è, è il crack, la bolla, la crisi dei mercati. Quando i risparmiatori perdono tutto, allora la creatività lascia il posto alle analisi degli economisti che spiegano bene e in dettaglio, ma sempre dopo. Chi ha perso tutto, mentre li legge, sente sempre il desiderio di incontrarli di sera con una mazza ferrata.
Le banche, soprattutto americane, applicano da anni un meccanismo infernale sui mutui. Funziona così. La banca concede il mutuo a persone a rischio. Mutui “subprime” per i quali non si verifica la fonte di reddito di chi li chiede. Mutui “Alt-a” dati con una semplice dichiarazione. Più mutui, più soldi per le banche. La banca guadagna sugli interessi del mutuo, ma il rischio è alto. Perchè chi ha contratto il mutuo potrebbe non pagare. La banca allora impacchetta i mutui in fondi di investimento, un po’ come trasformare la m..da in oro.
I mutui in vendita sono chiamati Cdo, obbligazioni collateralizzate di debito. In pratica le banche vendono i debiti di persone spesso insolvibili. Con un triplo guadagno: dal mutuo, dal fondo e dall’eliminazione del rischio. I Cdo possono essere stati inseriti in teoria in qualunque fondo. L’ignaro acquirente potrebbe scoprirlo nei prossimi giorni. Infatti, il valore del mercato immobiliare statunitense è in caduta libera da mesi, gli americani non riescono a pagare più le rate, i fondi vanno a picco.
Il Cdo non si sa dove è andato a finire. In quali banche, in quali Paesi, in quali fondi. A chi tocca, tocca. E’ il capitalismo del debito, bellezza. Quello che inventa le ricchezze e distrugge i risparmiatori.

Nessuno ha preso qualche provvedimento!!!

 
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