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Proposte contro gli sprechi e i privilegi delle caste

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Costi della politica, le proposte dell'Italia dei Valori

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Parlamento pulito: no a impunita'

Basta! Parlamento pulito                                    
 

PRAGMATISMO

NO ALLE IDEOLOGIE, SI AL PRAGMATISMO.

NUOVA COSTITUZIONE COSTRUITA DAL POPOLO

PER REGOLARE I POTERI DEI PARTITI E DEI POLITICI.

NO AI PRIVILEGI DELLA CASTA DI DECIDERE IL PROPRIO STIPENDIO.

SI AL PRINCIPIO CHE TRA STIPENDIO PIU' BASSO E QUELLO PIU' ALTO

DEVE ESSERCI UN RAPPORTO FISSO.

STIPENDI DEI POLITICI IN MEDIA EUROPEA.

STIPENDIO DEL MANAGER NON SUPERIORE A 13 VOLTE

QUELLO MEDIO DELL'OPERAIO DELLA SUA AZIENDA.

NO ALLE STOCK OPTION

NO ALLA FINANZA CREATIVA, NO AI DERIVATI

 

 Questo sito non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicita'. Non puo' pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001 Alcune delle immagini contenute sono prese dal web. Per qualsiasi problema fatemi sapere e verranno rimosse.

 

Messaggi di Febbraio 2009

Per favorire la ripresa

Post n°834 pubblicato il 28 Febbraio 2009 da albert.z
 

Una cosa che si dovrebbe fare regolarmente è di tassare i patrimoni inutilizzati.

Chi ha patrimoni oltre i 25 milioni di euro e non li utilizza, non creando opportunità di lavoro, o li utilizza molto parzialmente, dovrebbe contribuire con una tassazione supplementare del 10% annui, per finanziare opere pubbliche, progetti di sviluppo e sostegno ai poveri della propria regione.

Chi ha società con residenza all'estero deve decidere o fa rientrare la società sotto la giurisdizione italiana o non può candidarsi al Parlamento italiano e nemmeno godere dei diritti civili del proprio paese.

Le tasse sono una cosa  necessaria per far funzionare lo Stato in cui si vive ed è impensabile pretendere di avere il privilegio di non pagarle o di pagarle solo in parte e voler essere cittadino a tutti gli effetti.

Propongo il sequestro dei beni a chi nasconde al fisco i propri beni facendoli registrare in un paese straniero sede di paradisi fiscali.

In Italia si fa il contrario: chi aveva società con sede nei paradisi fiscali diventa premier e poi, quando mette le società in Italia e fonda RTI, (società televisiva di Berlusconi) , ottiene addirittura una tassazione dell'1% !!!!

Occorre far rivivere Robin Hood. Ora domina lo sferiffo e la sua banda!!!

 

 

 

 

 

 
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Tento una proposta per uscire prima dalla crisi

Per uscire prima dalla crisi occorre fare in modo che la gente lavori e i consumatori comprino, perché sono in grado di comprare.

La crisi è dovuta alle gravi storture dei banchieri, che hanno potuto agire indisturbati a creare debiti e a venderli mettendo in moto un giro che poteva portare solo al disastro. In seguito alla crisi finanziaria c'è stata la conseguente crisi economica, con calo della domanda e quindi della produzione, i licenziamenti e la messa in cassa d'integrazione a stipendio ridotto. La conseguenza è che essendoci meno denari in circolazione si consuma di meno e non si rilancia l'economia. Quindi lo Stato deve rilanciare i consumi dando degli incentivi per gli acquisti di prodotti per rimettere in moto la produzione di auto (più ecologiche), frigo, lavatrici ... con conseguente aumento del debito pubblico.

Ora però abbiamo molta manodopera a casa. Lo Stato ( coi soldi dei contribuenti) si accolla le 700 euro al mese ( circa) da dare a chi è in cassa integrazione e sta a casa.

Con 700 euro al mese è chiaro che i consumi calano rispetto ai 1.000- 1.200 che poteva spendere andando a lavorare.

Le fabbriche lavorano meno ( solo con quella parte che non è in cassa integrazione), producono meno e quindi guadagnano meno e pagano anche meno tasse.

Lo Stato deve rimetterci:

1) i soldi della cassa integrazione,

2) gli incentivi per l'acquisto delle macchine,

3) un minor gettito fiscale sia da parte degli operai,

4) che un minor gettito anche da parte delle industrie.

Succede che il debito pubblico aumenta e poi bisognerà pagare anche gli interessi.

Propongo di:

creare anche una cassa integrazione lavorativa, cioè che lo Stato eroghi le 700 euro al mese all'operaio, ma che questo non stia a casa, ma vada a lavorare a produrre.

Se l'imprenditore usufruisce dell'operaio, lo paga dandogli lo stipendio meno le 700 euro che paga lo Stato, così ogni prodotto gli costa meno e può abbassare il prezzo.

In questo modo occorrono meno incentivi e sia l'operaio che la fabbrica pagano le tasse.

L'economia torna a girare prima. Ad un certo punto si riducono, le ore di cassa integrazione lavorativa e si ritorna alla normalità, senza aver creato un grosso debito pubblico.

 

 
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LA GRANDE CRISI

Post n°830 pubblicato il 26 Febbraio 2009 da albert.z
 

Ormai la crisi è arrivata.

Migliaia di famiglie italiane sono in crisi. Migliaia di industrie chiudono in quanto non giungono ordini per la produzione.

Le cause: le banche guidate da banchieri pirati, hanno inventato prodotti finanziari artefatti e falsi  e la globalizzazione, che ha diffuso la malattia. La crisi ha avuto il suo massimo negli USA, la patria del liberismo senza regole.

Le banche e gli enti di controllo sono i primi responsabili della catastrofe finanziaria. Dov'erano in questi anni la Banca d'Italia, la Consob, l'ABI, i ministri del Tesoro?

I titoli spazzatura, i futures senza futuro, i subprime, i Cdo, i buchi di bilancio, le esposizioni bancarie senza garanzie. Questi signori o sapevano tutto, e allora sono dei criminali e vanno perseguiti, oppure sono degli incompetenti da licenziare al più presto.

Solo oggi capiscono che il Mercato ha bisogno di regole e controlli, altrimenti le crisi si avranno sempre.

Le banche con i loro falsi in bilancio, senza pene, senza controlli, hanno combinato il caos.

Le banche controllano i giornali, sono presenti nei consigli di amministrazione dei gruppi editoriali. Lo tsunami finanziario è descritto come un evento soprannaturale, qualcosa di inevitabile, di cosmico. I vertici delle banche sono vittime della situazione, non responsabili. Quanto hanno guadagnato di stock option negli ultimi anni i banchieri grazie ai titoli tossici? Di quanto si sono ridotti lo stipendio dopo la crisi? Credo che sia necessario una pubblica discussione con dati, nomi, responsabilità, guadagni illeciti di chi è stato al vertice delle istituzioni finanziarie e dei loro complici dell'informazione.

Ora le banche e i politici devono rimettere in moto l'economia. Devono costruire le regole. La class action la faranno partire? I magistrati potranno indagare?

Intanto per molti c'è la paura di non arrivare a fine mese.

Per i politici italiani, al contrario, è sempre festa. Contnuano a perpetuare tutti i loro privilegi ed a insultare con i loro stipendi da superesperti milioni di lavoratori e pensionati.

 

 

 

 
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Mi chiamo Andrea Trisciuoglio e ho ...

Post n°829 pubblicato il 26 Febbraio 2009 da albert.z
 

Post n°163 pubblicato il 25 Febbraio 2009 da AntiRuggine2

 Mi chiamo Andrea Trisciuoglio e ho 30 anni! Il 20 febbraio 2006 mi hanno diagnosticato una sclerosi multipla, una malattia cronica del sistema nervoso centrale(encefalo e midollo spinale) in cui la mielina (la sostanza che avvolge le fibre nervose) per motivi ancora sconosciuti viene distrutta dal sistema immunitario alterato in più zone (multipla) dove rimangono cicatrici (sclerosi) chiamate placche. Molti ricorderanno anche questa data per quella tragica casualità che vedeva Luca Coscioni spegnersi lo stesso giorno. Quando compare una disabilità, essa insegna a sfruttare al meglio le abilità residue. Della mia malattia, di questa intrusa, la cosa più importante è di averla trasformata in un’occasione di rinascita e lotta politica. Di aver avuto il coraggio di trasformare il mio privato in Res Publica. Di voler ribadire che la persona malata è anzitutto persona e, come tale, ha diritto a vivere un’esistenza piena. Un giorno spero che il neurologo mi chiami in seguito ad un trapianto di cellule staminali e mi dica: “Sulle lastre non riesco più a vedere le placche; la guaina mielinica che ricopre i tuoi nervi si è riformata; il tuo sistema immunitario non sarà più alterato”. Ma qui in Italia quell’infelice legge 40 del 19 febbraio 2004 su Procreazione Medicalmente Assistita e Libertà di Ricerca Scientifica vieta l’utilizzo di cellule staminali embrionali per la ricerca. Al momento non si sa ancora se siano meglio le staminali dell’adulto, del cordone ombelicale o quelle embrionali; l’unico modo per saperlo è studiarle, studiarle tutte, riavviare anche qui la ricerca scientifica. Si fa un gran parlare in questo paese della sacralità dell’embrione, ma mi chiedo “il malato cos’è?” Se il nostro paese continuerà ad essere vittima dell’oscurantismo anti-scientifico, milioni di cittadini come me continueranno ad essere condannati dall’irresponsabilità della politica prima che dalla gravità della malattia.sembra strano solo a me che si sia parlato di questa malattia, solo dopo che la poverina vedova Pavarotti ammise pubblicamente di averla?... e che con i suoi 180milioni di euro si sia andata a curare in america?Perchè non si è fatta curare in uno dei nostri splendidi, magnifici, meravigliosi ed efficentissimi centri di cura e ricerca???Forse perchè noi abbiamo ancora la legge 40 e la ricerca è bloccata in questa italiuccia???Andrea Trisciuoglio

 
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Walter, il dialogatore, se ne va

Post n°827 pubblicato il 21 Febbraio 2009 da albert.z
Foto di albert.z

Walter è una brava persona, ma non è adatto a fare il segretario di un grosso partito.
Ha impostato la sua politica cercando sempre il dialogo con Berlusconi.
Quando Berlusconi aveva bisogno, era prontissimo a dialogare, per ottenere i suoi scopi, che tutti sappiamo. Dopo aver tanto dialogato ed avere avuto tre reti tv, in cambio di qualche regalo o concessione, il dialogo gli era sempre meno necessario.
Ogni tanto tornava a dialogare per avere qualcos'altro: il permesso di entrare in Parlamento, nonostante una legge vietasse l'elezioni ai concessionari di beni pubblici, agli editori, ai grossi industriali. Era la famosa legge del 1957, n° 361, che puntualmente, con il dialogo, hanno reso inutile. Tanto la democrazia non conta niente, di fronte al dialogo ben compensato.
Dialogando ottenne che durante i referendum sulle tv, l'"Ulivo di allora" di Prodi e compagni, non intervenisse per aprire gli occhi sul pericolo di un Presidente  grosso e ricco editore.Berlusconi era un bravo dialogatore, conosceva i suoi polli, ed era  pronto a sovvenzionare ora questo ora quello e promettere eterna riconoscenza
L'ingenuo Walter credeva di poter dialogare ancora, anche con un Berlusconi forte di una maggioranza di oltre 100 deputati in più dell'opposizione..
Invece, nonostante le sue continue e pressanti richieste, ebbe sbattuta la porta in faccia.
Berlusconi, per farsi il lodo Alfano non aveva bisogno di Walter, o D'Alema.
Walter, provò a cambiare politica, ma ormai aveva perso la faccia con i suoi elettori .Non aveva nemmeno raccolto le firme contro il lodo Alfano!
Ormai era spiazzato e fu una sconfitta dopo l'altra, fino alle elezioni in Sardegna.
Tutti, eccetto qualche amico, lo criticavano, e così mise fine alla sua opera.
Ora pensa all'Africa. Con stipendio e pensione, può andare sul posto a donare in prima persona,
la pensione, ricavata dalle sudate tasse dei lavoratori italiani.
Tanto gli resta lo stipendio che è già doppio rispetto a quelli europei.
Coraggio Walter: non soffrirai.

PS Quando doni ricorda di dire: soldi pagati dai contribuenti italiani

 
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GOVERNO BERLUSCONI REGALA SOLDI AGLI STRANIERI

Post n°825 pubblicato il 20 Febbraio 2009 da albert.z
 

LA LEGA HA CRITICATO MOLTO IL GOVERNO PRODI PER AVER CONCESSO LA PENSIONE SOCIALE ANCHE AI GENITORI DEGLI STRANIERI.

 NEI GIORNI SCORSI, IL GOVERNO BERLUSCONI, HA DECISO DI REGALARE IL BONUS FAMIGLIA ANCHE AGLI STRANIERI CHE HANNO I GENITORI A CARICO RESIDENTI ALL'ESTERO. TANTO PAGA SEMPRE E SOLO PANTALONE. LA LEGA E' SEMPRE LI' A FARE CIO' CHE IL CAVALIERE ORDINA:

TOGLIERE L'ICI ANCHE AI RICCHI,

 METTERE A CARICO DEL CONTRIBUENTE

 ITALIANO I DEBITI DELL'ALITALIA,

 IL LODO ALFANO PER RESTARE IMPUNITO,

 UN FEDERALISMO FATTO SOLO NEL 2011,

 AVER TOLTO IL TETTO PER I CONTRIBUTI DEL 55%

A CHI METTE UN IMPIANTO ECOLOGICO, COSI' I RICCHI SI RISTRUTTURANO LA CASA

 E SI METTONO L'IMPIANTO SOLARE, I FRIGO .... A SPESE DELLE

 TASSE DEI LAVORATORI, OPERAI, IMPIEGATI E PENSIONATI,

CHE NON HANNO SOLDI PER RISTRUTTURARE.

 HANNO DECISO DI LIMITARE LE INTERCETTAZIONI PER POTER COMBINARE GUAI E

                            NON ESSERE COLPITI.... E LA LEGA APPROVA!!!

 LA SICUREZZA CHE AVEVANO PROMESSA NON ESISTE.

BERLUSCONI SI TIENE LA FREQUENZA DI RETE 4, VIOLANDO LA COSTITUZIONE,

 ANCHE SE SENTENZE DEFINITIVE

 L'ASSEGNANO AL PADRONE DI EUROPA7..............

 MILLS E' CONDANNATO PER AVER DICHIARATO IL FALSO A FAVORE DI BERLUSCONI,

(IL CORRIERE DELLA SERA RELEGA LA NOTIZIA IN UN QUADRATINO QUASI INVISIBILE.)

 IL GUAIO E' CHE CONTINUA VINCERE LE ELEZIONI. AGLI ITALIANI PIACE, SPECIE AI GIORNALISTI.

 FORSE LA MAGGIORANZA E' COME LUI O VORREBBE ESSERE COME LUI.

 

LA SUA FEDINA:

http://www.youtube.com/watch?v=rcHg5ck8ftY

E' IL VIATICO PER FARLO PRESIDENTE ?

PER I SUOI GIORNALISTI, AVVOCATI, DIPENDENTI PARLAMENTARI E' UN SANTO.

 PER SAPERNE DI PIU':

http://hovistocosechevoiumani.wordpress.com/2009/01/09/processo-mori-obinu-dellutri-tolto-dal-rapporto/

 http://hovistocosechevoiumani.wordpress.com/2008/12/23/423/

 http://blog.panorama.it/italia/2008/04/15/a-processo-il-generale-mori-favori-provenzano/

 

 

 

 
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PER USCIRE DALLA CRISI

Post n°824 pubblicato il 20 Febbraio 2009 da albert.z
 
Foto di albert.z



PROPOSTA DI GIULIO SANTAGATA, EX MINISTRO GOVERNO PRODI



Mi sono chiesto più volte in questi giorni segnati da un vero e proprio bollettino di guerra sul fronte della crisi con crolli di produzione,di domanda e soprattutto di occupazione, che cosa avrei consigliato a Romano Prodi se fosse stato ancora alla guida del Governo ed io uno dei suoi collaboratori più stretti.

Mettiamo alcuni punti fermi. Anzitutto l'impatto più duro di questa crisi riguarda la tenuta dei posti di lavoro e il sostegno al reddito di chi il lavoro lo dovrà ridurre o perdere. In secondo luogo concordo col ministro Tremonti che non ci sono sul mercato finanziario le condizioni che consentano all'Italia comportamenti simili a quelli di altri Paesi meno indebitati di noi. Sforare il deficit di un ulteriore punto di PIL  è operazione troppo rischiosa e onerosa  per il collocamento dei nostri titoli.

Difficile e controproducente cercare di minimizzare la reale dimensione della crisi e complicato lasciare esposto il nostro sistema produttivo alla concorrenza, ancor più dura in un mercato calante, di imprese che godono di consistenti aiuti da parte dei loro governi (il caso dell'auto è emblematico ma certo non il solo).

Noi per altro manchiamo di quegli strumenti che consentano alle imprese una forte elasticità ciclica senza che questo costituisca costi insostenibili per i lavoratori. Per meglio dire abbiamo, con la cassa integrazione, forse il miglior strumento disponibile per gestire le crisi cicliche e le ristrutturazioni ma la Cassa si applica a meno del 50% dei lavoratori. In particolare tutti i lavoratori precari sono privi di tutele.

Ci servono urgentemente almeno 10 mld di euro. Il combinato disposto delle due affermazioni precedenti (ci vogliono risorse straordinarie e non possiamo indebitarci ulteriormente) porta a dire che le risorse le dobbiamo trovare dove sono.
Il mio consiglio al Presidente Prodi sarebbe stato a questo punto quello di ricorrere ad una tassa patrimoniale una-tantum per il 2009.

Se vi siete ripresi dallo spavento cerco di spiegare i limiti, le modalità e le dimensioni dell'intervento che, come vedrete, si configura più come un prestito forzoso che come un'imposta vera e propria.

Vediamo subito le modalità. Si tratta di una imposta commisurata al patrimonio da versare nel 2009 e recuperabile scalandone l'ammontare dalle imposte sul reddito dei tre anni successivi.

Ma quale è la base imponibile? Quali patrimoni vengono tassati?

Metterei subito un limite dimensionale. Sono soggetti all'imposta i valori patrimoniali eccedenti i 10 milioni di euro. Ma la dimensione non basta. Escluderei i beni strumentali delle imprese e le partecipazioni qualificate ossia la proprietà dell'impresa.

La squilibrata distribuzione del reddito di questi anni ha portato a concentrare fortemente la ricchezza tanto che la Banca d'Italia ci dice che il 10% dei contribuenti detiene più del 50% della ricchezza. E' solo alla quota più ricca che chiederei un contributo per attenuare l'impatto della crisi e per uscirne con una società più sicura e coesa.

Poi occorre definire una o più aliquote avendo attenzione a non penalizzare troppo quella parte di cittadini che ha ancora una forte capacità di consumo. Certo la crisi finanziaria ha colpito anche i valori patrimoniali ma non dimentichiamoci che veniamo da bolle speculative che avevano gonfiato a dismisura tali valori, primo tra tutti il valore degli immobili.

Ma Prodi sarebbe stato d'accordo? In linea di principio penso di si ma certamente avrebbe chiesto,prima di esprimersi,di avere dati su chi viene toccato, la dimensione degli imponibili e la misura del gettito.

Oggi non ho accesso alle informazioni e alle competenze tecniche del Ministero dell'Economia e della Ragioneria dello Stato e quindi la simulazione che propongo può essere solo indicativa degli ordini di grandezza in gioco, comunque credo aiuti a capire di cosa stiamo parlando.

Le indagini della Banca d'Italia ci dicono che la ricchezza delle famiglie italiane  (immobili,terreni, titoli, ecc.) al netto dei debiti finanziari ammonta a oltre 8.000 miliardi e che il 10% delle famiglie più ricche detiene oltre 4.000 miliardi. La quota collegabile alla attività d'impresa non supera l'8% e possiamo stimare che, volendo riferirci solo ai patrimoni più cospicui, potremmo operare su una base imponibile di 3500 miliardi.

Una aliquota del 3 per mille sarebbe dunque in grado di dare un gettito sufficiente ad intervenire adeguatamente a rafforzare i nostri ammortizzatori sociali.

A questo punto alcuni  si confermeranno nell'idea che la caduta anticipata del governo Prodi sia davvero stata provvidenziale ma sono convinto che da questa crisi si esce solo con uno sforzo collettivo in assenza del quale ci ritroveremo tutti a vivere in un Paese peggiore e forse, a conti fatti, quel prestito ha un buon tasso di remunerazione anche per chi penserebbe di subire una ingiustizia da parte di uno Stato ingordo.

Comunque state tranquilli. Governa Berlusconi e la crisi la pagheranno anzitutto i precari, i lavoratori e le piccole imprese.




di: Giulio Santagata


CONDIVIDO LA PROPOSTA.


PER IL FUTURO: NON RITENGO PRODI SIA NUOVAMENTE CANDIDABILE, A CAUSA DEI TROPPI ERRORI COMMESSI DAL SUO ULTIMO GOVERNO: TICKET DI 10 EURO A RICETTA, CONDONO, APERTURA FRONTIERE A ROMANIA SENZA MORATORIA, PENSIONE SOCIALE ANCHE AI GENITORI DEGLI STRANIERI, SENZA AVER MAI VISSUTO IN ITALIA, SCARSA LOTTA ALL'EVASIONE FISCALE, NON AVER MESSO LE PENE ALLE BANCHE SE NON RISPETTAVANO LE LIBERALIZZAZIONI DI BERSANI, AVER LASCIATO IL PRIVILEGIO A BERLUSCONI DI PAGARE SOLO L'1% DEI GUADAGNI DI RTI, CIOE' LE TELEVISIONI, NON AVER MESSO ORDINE SULLE TASSE ALLE RENDITE FINANZIARIE, AVER AUMENTATO LE TASSE A CHI GIA' LE PAGAVA.............


OCCORRE UN LEADER NUOVO, CHE NON SIA NE' D'ALEMA, RUTELLI, MARINI, FASSINO,  O COMPAGNIA BELLA.


OCCORRE UNO NON COMPROMESSO CON BERLUSCONI O CON I POTERI FORTI.


UN OBAMA ITALIANO, CHE FACCIA LEGGI A FAVORE DELLA GENTE, DEI CONSUMATORI, DEGLI AMMALATI, ABBASSI I SUPERSTIPENDI DEI DIRIGENTI E MANAGER, CHE SONO UN'OFFESA AGLI ALTRI LAVORATORI, CHE PORTI AVANTI UN PROGRAMMA DI REGOLE SUL MERCATO, SULLA BORSA, SULLE BANCHEPER IMPEDIRE TRUFFE COME QUELLE DEI DERIVATI, PER TENERE BASSI I TASSI SUI MUTUI, CHE TAGLI I PRIVILEGI DELLE CASTE ...............

OCCORRE UNO ONESTO CHE NON PRENDA A 50 ANNI PENSIONE E STIPENDIO, UNO CAPACE A DIFENDERE I LAVORATORI, PERCHE' TUTTI GLI ALTRI PARTITI, ALLA DESTRA DEL PD, PENSANO SOLO A QUELLI DEI LIBERI PROFESSIONISTI, COMMERCIANTI, INDUSTRIALI,BANCHIERI, FINANZIERI, NOTAI, POLITICI E CASTE VARIE.
                                 OCCORRE UN VERO DEMOCRATICO

 
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ENNESIMA GAFFE DI BERLUSCONI SUGLI DESAPARESIDOS

Post n°823 pubblicato il 19 Febbraio 2009 da albert.z
 
Foto di albert.z

Il governo argentino ha convocato l'ambasciatore italiano a Buenos Aires, Stefano Ronca, a cui ha espresso "preoccupazione e disagio" per le affermazioni sui "desaparecidos" attribuite dal "Clarin" a Silvio Berlusconi. Lo hanno riferito fonti del ministero degli Esteri argentino. Il corrispondente del giornale argentino, Julio Alganarez, ha ripreso dall'"Unita'" una frase pronunciata nel comizio di chiusura della campagna elettorale in Sardegna, con cui il presidente del Consiglio avrebbe ironizzato sul dramma dei dissidenti lanciati in mare dagli aerei. "Erano belle giornate, li facevano scendere dagli aerei..".


IL NOSTRO DITTATORE-SOFT SOGNA DI LIBERARSI DEI SUOI OPPOSITORI CON IL METODO ARGENTINO: BUTTANDOLI DALL'AEREO?

 
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Condannato

Post n°821 pubblicato il 18 Febbraio 2009 da albert.z
 

millsilvio.jpg

 

Oggi l’epilogo del processo Mills che ho deciso di seguire direttamente dal blog per essere certo che i riflettori su questo fatto non si spegnessero. Mills è stato condannato a 4 anni e 6 mesi per falsa testimonianza a copertura di Silvio Berlusconi nel processo per corruzione della Guardia Di Finanza e nel processo dei fondi neri di All Iberian. L’avvocato inglese, in poche parole, ha incassato 600 mila dollari versati in un conto svizzero da “Mr B” per dichiarare il falso e coprire “Mr B”.

 

Fin qui, una storia di ordinario squallore nazionale. Quello che non è ordinario, invece, è che se Mills è stato condannato in quanto “corrotto” significa che abbiamo anche un “corruttore”.

 

Ma si sa come vanno le cose in Italia rispetto agli altri paesi occidentali: negli Stati Uniti il Presidente Obama allontana i ministri che hanno problemi con il fisco; in Italia, chi corrompe un testimone, può fare il Presidente del Consiglio.

 

Berlusconi non è stato processato perché, per evitare il processo, si è fatto fare il Lodo Alfano. Il processo sarebbe corretto chiamarlo Berlusconi - Mills, e non solo Mills.

 

Contro questa degenerazione dello stato di diritto, l'Italia dei Valori è scesa in piazza raccogliendo un milione di firme per il referendum abrogativo di questa legge immorale e incostituzionale. Unico partito a battersi per la democrazia. Unica opposizione.

 

DA www.antoniodipietro.com

 

 
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Stato di diritto, addio

Post n°820 pubblicato il 12 Febbraio 2009 da albert.z
 
Foto di albert.z

 

La goccia dello Stato di diritto sta per far traboccare il vaso. Ieri è cominciata, in commissione Giustizia alla Camera, la discussione sul nuovo disegno di legge del governo in materia di intercettazioni telefoniche. Dovete sapere che è un attacco allo Stato di diritto, e mi meraviglio che nemmeno i giornali "indipendenti" ne parlino.

Lascio detto oggi, quello che accadrà dello Stato di diritto quando sarà approvato questo provvedimento.

Sarà approvato cosi com’è, perché ieri ho avuto modo di riscontrare in commissione, dove ho cercato di battermi per far capire l'assurdità di certe decisioni, la certezza che non c'è peggior sordo di chi non ti vuole sentire: la maggioranza parlamentare non ti ascoltava nemmeno, non gliene fregava niente a nessuno.

Sono ben sei gli elementi che distruggono lo Stato di diritto in questo disegno di legge:
1) I criminali si scelgono il giudice
2) La beffa dell'intercettazione
3) L'inganno dell'eccezione "criminalità organizzata"
4) Eliminazione delle intercettazioni ambientali
5) La gabbia della burocrazia
6) Bavaglio ai giornalisti e Stato di polizia

1) I criminali si scelgono il giudice

Sapete cosa prevede questo disegno di legge? Il dovere di astensione e il conseguente obbligo di sostituzione del magistrato che riceve l'iscrizione nel registro di reato a seguito della denuncia da parte di una delle persone che sta indagando. Mi spiego: ogni persona che non vuole essere messa sotto indagine da un certo magistrato, può scegliersi il suo giudice, il suo Pubblico ministero. Che cosa fa l’imputato? Quando vede che c'è un Pubblico ministero che sa dove trovare le carte e le prove nei suoi confronti, basta che lo denunci. Infatti, se il magistrato risulta iscritto al registro di reato è costretto a bloccare le indagini che sta portando avanti. Ogni imputato può scegliersi il suo giudice. D'ora in poi, la criminalità organizzata, i terroristi, i mafiosi se vedono un magistrato come De Magistris, Forleo, insomma un magistrato che fa il proprio dovere, lo denunciano. In quel momento, senza guardare in alcun modo la bontà della denuncia, il magistrato si deve dimettere e non può più portare avanti l'indagine. Mi pare che questo sia di una gravità inaudita.

2) La beffa dell'intercettazione

Per poter intercettare una persona ci vogliono “gravi indizi di colpevolezza”. Significa: non puoi più intercettare se hai degli indizi di un reato che si è commesso, non puoi più intercettare se hai degli elementi da chiarire, ma puoi intercettare solo se sai che la persona è colpevole. Ma se sai che la persona è colpevole, perché la devi intercettare? La verità è che se non la intercetti non sai che è colpevole, quindi, non la puoi intercettare e non puoi scoprire il reato. Ancora una volta, sposti il magistrato e intercetti quando è inutile.

3) L'inganno dell'eccezione "criminalità organizzata"

Dicono che si può intercettare anche se non ci sono indizi di colpevolezza nei casi di criminalità organizzata. E’ un'altra truffa, perché la criminalità organizzata è composta da un gruppo di persone che commettono un numero indefinito di reati in un periodo di tempo che può essere anche lungo. Infatti sappiamo che solo alla fine delle indagini, una volta scoperta l’esistenza dell'associazione a delinquere, dell'associazione terroristica, si può scoprire che invece di una, sono coinvolte più persone, invece di uno, sono stati commessi più reati, e si scopre che questi sono legati da un unico filo criminoso. Insomma, non lo puoi scoprire prima, ma alla fine. Ma se puoi indagare solo quando hai la prova dell'esistenza dell'associazione criminale, non riuscirai mai a scoprirlo, perché lo potrai sapere solo alla fine. E’ chiaro: questo disegno di legge è scientifico, luciferino e mefistofelico.

4) Eliminazione delle intercettazioni ambientali

Per poter intercettare in via ambientale, c'è bisogno della contestualità del reato. Mi spiego: che cosa sono le intercettazioni? Sono la captazione di voci, di immagini che possono avvenire sia attraverso il telefono, sia attraverso una microspia che viene messa nel luogo in cui le persone parlano. Possono parlare a casa, al bar, ai giardinetti, ai parlatori delle carceri e in altri posti. L'intercettazione ambientale è la più importante perché al telefono non parla più nessuno, perché si sa che si può essere intercettati. Con questo sistema, con questo disegno di legge si può effettuare l'intercettazione ambientale solo nel momento del fatto, cioè questa è valida solo nel momento in cui viene commesso il reato. Quindi se vuoi intercettare una persona per sapere se farà una rapina, non la puoi intercettare il giorno prima. Insomma, lo puoi fare solo nel momento in cui fa la rapina, dove si fa tutto meno che parlare. Né puoi intercettare il giorno dopo la rapina, dove dicono "cento a me, cento a te, cinquanta alla figlia del Re". Insomma, non puoi intercettare la persone che hanno commesso il reato perché non stanno facendo più la rapina, ma si stanno spartendo il bottino.. Capite che è un'altra presa in giro!

5) La gabbia della burocrazia

Per poter fare un'intercettazione telefonica non bastano più il Pubblico ministero e il giudice, ma bisogna andare al Tribunale presso il distretto della Corte d'Appello. Immaginate quanti atti bisogna spostare. Se si trattasse di un fascicolo composto da dieci carte lo potrei capire, ma immaginate un fascicolo, come quello che avevo fatto io per Mani Pulite, un milione e mezzo di carte, o quello di De Magistris, di duemila pagine. E dove ogni volta che bisogna fare richiesta per un’intercettazione, bisogna portare questi fascicoli dalla procura, dove si sta indagando, fino al tribunale distrettuale con un camioncino, per poi aspettare che un collegio di tre giudici l'approvi.
Inoltre, un giudice basta per condannare all'ergastolo, mentre per intercettare e per acquisire i tabulati delle telefonate, ci vorranno tre giudici. Immaginate che farraginosità. Soprattutto, ogni volta che uno di questi giudici ha deciso sulle intercettazioni, non potrà più decidere sugli altri provvedimenti da prendere, e quanti giudici ci vorranno in tutti i tribunali? Ogni giudice dovrà astenersi dal procedere ogni volta che ha già proceduto una volta nei confronti di qualcuno. Resta il fatto che se c'è un'indagine di una trentina di persone nel giro di un mese, nessun giudice potrà poi giudicarli e bisognerà aspettare che arrivi un nuovo concorso tra qualche anno, o fra qualche prescrizione.

6) Bavaglio ai giornalisti e Stato di polizia

Questa è la gravità con cui si sta procedendo per impedire che si scoprano i reati. Allontanamento dei magistrati che indagano, impossibilità di indagare, ed infine l'ultima perla: l'impossibilità per voi di venire a sapere come stanno i fatti. Questa norma, infatti, non dice solo che non si può intercettare e che il magistrato può essere mandato via dal suo imputato se non gli piace, ma dice anche che i giornalisti e l'informazione non devono dire più niente. Tutto verrà fatto al buio, in uno Stato di polizia, nessuno deve sapere niente: che cosa è successo alla Clinica Santa Rita, perché a Napoli sono successe tutte quelle cose con Romeo, perché in Abruzzo è successo lo scandalo Del Turco. Nessuno deve sapere niente fino a quando non si concludono le indagini, e soltanto con riferimento alle persone direttamente interessate. Ma una cosa è il segreto istruttorio, altra cosa è il diritto dell'opinione pubblica di sapere che un sindaco, un presidente della Provincia, un presidente della Regione, un grande imprenditore italiano, a cui hai affidato i tuoi soldi, è scappato con il malloppo. Una cosa è il segreto istruttorio per non rovinare le indagini mentre si fanno, altra cosa è il venire a conoscenza delle ragioni per cui una persona viene arrestata. Perché un domani può arrivare uno Stato di polizia, uno che ti arresta e non puoi sapere il perché, non devi sapere nulla, e se chiedi qualcosa o se informi di qualcosa qualcuno, vai in galera pure tu, come si usava ai tempi del fascismo.

Conclusioni: Stato di diritto addio ed economia a rotoli

Capite che tutto questo sta prefigurando da una parte uno Stato di polizia, dall'altra uno Stato dell'impunità. Di questo si sta occupando il governo Berlusconi, invece di venire incontro alle istanze dei cittadini con disegni di legge e provvedimenti che riguardano l'economia, il lavoro, la disoccupazione, gli ammortizzatori sociali, i giovani senza futuro. Perché si occupa di questo? Per spostare l'attenzione verso quello che non sa risolvere, cioè l'economia a rotoli del nostro Paese. Riflettete amici, riflettete.

 
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UNA STORIA ILLUMINANTE

Post n°819 pubblicato il 12 Febbraio 2009 da albert.z
 
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DA L'UNITA'

Quando Mori mi disse: «Nel rapporto non citare Dell’Utri»

di Nicola Biondo

«Il generale Mori mi disse di non citare nel mio rapporto i nomi di tutti i politici, tra questi c’era anche Marcello Dell'Utri: una persona importante, molto vicina ai nostri ambienti. Se lo metto, pensai, succede il finimondo». È questa una delle dichiarazioni più pesanti fatte ieri davanti al tribunale di Palermo dal colonnello Michele Riccio, l'uomo che riuscì a infiltrare nel cuore di Cosa Nostra il mafioso Luigi Ilardo.

Pur senza ancora nominare Dell’Utri, Riccio aveva cominciato a rivelare le parti più scabrose delle confidenze di Ilardo fin dal 1996. «Tutti gli appartenenti alle varie organizzazioni mafiose nel territorio nazionale - scrisse in un rapporto - avrebbero dovuto votare Forza Italia. I vertici palermitani avevano stabilito un contatto con un esponente insospettabile di alto livello appartenente all'entourage di Berlusconi. In cambio Cosa Nostra si aspettava leggi a favore degli inquisiti e coperture per gli interessi economici».
Chi era quel politico vicino a Berlusconi? Riccio qualche sospetto lo ebbe subito. Infatti, ha spiegato, chiese esplicitamente a Ilardo se si trattasse di Dell’Utri. La risposta fu: «Ma se lei le cose le sa, che me le chiede a fare?». Non lo mise per iscritto, e non solo per le pressioni dei superiori. Glielo chiese in modo esplicito l’infiltrato: «Ilardo - ha spiegato in aula - voleva fare le sue dichiarazioni a proposito dei politici direttamente ai giudici. Ufficialmente non era ancora un pentito e temeva che, se avesse fatto qualche nome pesante, avrebbe potuto rischiare la vita a causa di talpe istituzionali». Cosa che puntualmente accadde: il 10 maggio 1996, a Catania, due killer mai identificati lo uccisero. Così, nel processo in corso, è stato a Riccio a parlare del mondo politico. Estendendo il discorso ai rapporti dello stesso suo ex superiore: «In un'occasione - ha testimoniato - vidi un piatto d'argento e Mori mi disse che gli era stato regalato da Cesare Previti».

Ma, tra i fatti nuovi emersi nel processo, quello forse più imbarazzante per il generale Mori è connesso ai rapporti di suo fratello col gruppo Fininvest. Una storia vecchia e complicata. Era emersa per la prima volta nel corso delle indagini sui cosiddetti "mandanti esterni" delle stragi mafiose, procedimento poi archiviato nel quale erano indagati Berlusconi e Dell'Utri. In uno dei rapporti effettuati nel corso delle indagini, la Direzione investigativa antimafia parlava di un’azienda, la “CO.GE Spa”, della quale erano titolari due imprenditori coinvolti in affari di mafia, Filippo Salamone e Giovanni Miccichè. La stessa azienda, sottolineava ancora il rapporto della Dia, all’inizio degli anni Novanta era controllata dalla “Paolo Berlusconi Finanziaria Spa” e, tra i soci, c’era tale Giorgio Mori. Chi era costui?
Mori ha sempre smentito che fosse suo parente. L’ha fatto sulla base di argomento in apparenza inoppugnabile: suo fratello si chiama Alberto e non Giorgio. Circostanza, questa, che sembrava aver chiuso definitivamente la questione. Invece, nel processo in corso, il colonnello Riccio l’ha clamorosamente riaperta. Ha detto infatti di aver saputo da una fonte autorevolissima (Giancarlo Foscale, prima amministratore delegato della Standa, poi vicepresidente della Fininvest) che il fratello di Mario Mori lavorava per l’azienda leader del gruppo Berlusconi. Non più un problema di nomi, dunque, ma un fatto sostanziale. Solo ieri il generale Mori ha ammesso che in effetti suo fratello Alberto, dunque quello vero, ha lavorato per la Fininvest, anche se solo fino al 1991.
Se l’avesse detto spontaneamente, la questione si sarebbe chiarita subito per quello che, con tutta probabilità è: un errore materiale sul nome. Il fatto è che il generale Mori vuole tenere l’ambiente berlusconiano, e in particolare Dell’Utri, il più lontano possibile dalla sua persona. Era lui il capo del Sisde quando, nel 2002, il servizio segreto civile diffuse un rapporto che, a sorpresa, collocava dell’Utri e Previti tra le potenziali vittime di Cosa Nostra: questo perché, «al di là dell'effettivo coinvolgimento in affari di mafia» i due erano percepiti come “mascariati”, cioè compromessi, e quindi non difendibili presso l'opinione pubblica.
Una testimonianza pesantissima. La descrizione dell’unico incontro tra Ilardo e il generale Mori fa rabbrividire. Secondo il colonnello Riccio, il mafioso infiltrato disse al capo del Ros dei carabinieri queste parole: «Certe cose che avvengono in Sicilia non sono Cosa Nostra ma sono poste in essere dalle istituzioni e voi lo sapete». Adesso quella frase, che Mori smentisce di aver mai sentito, è sotto la lente d'ingrandimento della magistratura. Ilardo non può più spiegarla. Ma forse aveva ragione Provenzano quando in un pizzino scriveva «Ci sono uomini che fanno più danno da morti che da vivi».

10 gennaio 2009
dA WIKIPEDIA
 
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Berlusconi aspirante caudillo, P2 prossima all'obbiettivo

Post n°818 pubblicato il 12 Febbraio 2009 da albert.z
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La famosa frase “La Costituzione italiana è di stampo sovietico” non l'ha pronunciata l'altro giorno per la prima volta, ma il 12 aprile 2003 al Lingotto di Torino, e come al solito giornali e telegiornali fecero finta di non capire, di non vedere, la trattarono come una battuta: “che simpatico, la Costituzione è sovietica...”.
No, non è simpatico: lui pensa veramente che la Costituzione, costituita sulla divisione dei poteri e quindi la massima espressione della cultura liberale che si sia mai vista in Italia, sia sovietica, comunista, perché la divisione dei poteri impone dei paletti, dei limiti al potere del Premier ed essendo lui totalmente incostituzionale e antidemocratico, autoritario, totalitario, plebiscitario e sudamericano come tutti i caudillos della sua fatta, lui non sopporta l'esistenza di limiti.

 
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IL PUTTANIERE CI PROVA SEMPRE

Post n°817 pubblicato il 11 Febbraio 2009 da albert.z
 

Il perfetto puttaniere è un incompreso, non vuole mandare la polizia nelle scuole, non intende offendere la Costituzione. Chiagne e fotte, come potrebbe essere altrimenti? Un vero puttaniere non vuole farsi processare, è innocente a priori. Non è colpa sua se D’Alema ci stava, se Violante non sa dirgli mai di no o se a Fini piace il kamasutra. E neppure se Mills si è corrotto da solo o se Previti ha corrotto i giudici per l’assegnazione della Mondadori. Il puttaniere non c’entra per definizione e tiene famiglia, di solito più di una. La strategia del puttaniere però, per riuscire, richiede un numero elevato di puttane in circolazione, ma quelle, lui lo sa, non mancano mai. Di rado riceve un rifiuto, in quel caso si comporta da puttaniere di alta scuola italiana. Chi non te la dà diventa una puttana. E lo dice in giro a tutti. Lo confida sconsolato a Fede e a Giordano, a Gasparri e a Cicchitto. Fa girare la voce e le rotative per distruggere una reputazione.

Previti da wikipedia:

Il 13 luglio 2007, la II sezione penale della Cassazione ha reso definitiva la condanna ad un anno e sei mesi per Cesare Previti, ed altri imputati, comminata in secondo grado. Questa sentenza stabilisce in modo definitivo che la sentenza del 14 gennaio del 1991 con cui la Corte di appello di Roma (relatore ed estensore della sentenza il giudice Vittorio Metta, anche lui condannato) dava la maggioranza della Mondadori a Silvio Berlusconi era frutto di corruzione. La sentenza di appello del processo Mondadori a carico di Previti, confermata dalla Cassazione, dice esplicitamente che il Cavaliere aveva “la piena consapevolezza che la sentenza era stata oggetto di mercimonio”. Del resto, “la retribuzione del giudice corrotto è fatta nell’interesse e su incarico del corruttore”, cioè di Silvio Berlusconi. Il denaro adoperato per la corruzione proviene dal conto All Iberian, che, secondo i suoi stessi avvocati, era un conto personale di Berlusconi. Berlusconi, nel processo per il lodo Mondadori era stato prescritto avendo ottenuto le attenuanti generiche, ma il reato era stato constatato, né lo stesso Silvio Berlusconi aveva deciso di rinunciare alla prescrizione per essere assolto nel merito. A seguito di questa sentenza l'imprenditore Carlo De Benedetti, a cui la sentenza di Metta portò via la Mondadori, ha annunciato che chiederà il risarcimento di un miliardo di euro.

 
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Misterunpercento, Berlusconi,mister unpercento,

Post n°815 pubblicato il 05 Febbraio 2009 da albert.z

SORU E BERLUSCONI A CONFRONTO

 

Ricordo a “Mister unpercento Berlusconi” alcuni dettagli che forse sfuggono alla sua memoria.
Soru non utilizza concessioni pubbliche delle frequenze televisive, fonte di enormi guadagni, pagando le briciole dell’1% di fatturato di RTI agli italiani.
Soru non era sodale di Craxi e tesserato alla P2.
Soru non ha finanziato illecitamente Craxi per costruire la fortuna delle sue aziende.
Soru non si difende dalla concorrenza di Sky portando l’IVA dal 10 al 20%.
Soru non ha assoldato Cesare Previti per corrompere i giudici di un processo.
Soru non ha depenalizzato il falso in bilancio.

 
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Intercettazioni: i silenzi non saranno compresi

Post n°814 pubblicato il 05 Febbraio 2009 da albert.z
 



napolitano_intercetta.jpg


Pubblico una lettera inviatami da Massimo Donadi, capogruppo alla Camera dell'Italia dei Valori, sul disegno di legge sulle intercettazioni presentato dal Governo. Lettera che condivido.


"Caro Antonio, "


con il disegno di legge sulle intercettazioni, il Governo ha avverato la profezia di Julius Von Kirchmann: “Un tratto di penna del legislatore e intere biblioteche diventano carta straccia”. Solo che, in questo caso, a diventare carta straccia sarà la legalità e lo stato di diritto in questo Paese.
Con il disegno di legge sulle intercettazioni, il Governo di fatto ha “falcidiato” uno strumento fondamentale nelle mani dei magistrati per tutelare i cittadini di fronte ad ogni forma di criminalità e corruzione. Per andare oltre ad un’immagine a te cara, questa volta non basta dire che è come togliere il bisturi dalle mani di un chirurgo ma che al chirurgo gli vogliono proprio amputare le mani.


Sono tre i passaggi “perversi” di questo disegno di legge che metteranno a serio repentaglio la sicurezza di milioni di cittadini e che consentiranno alla criminalità organizzata di prosperare indisturbata.
Primo. Da oggi per i reati puniti con meno di 10 anni le intercettazioni sono state di fatto abrogate perché per poterle disporre occorre di fatto che si sia già provata la colpevolezza dell’indagato. Piuttosto che intercettarlo, dunque, lo si andrebbe proprio ad arrestare.
Secondo. Fissare a 60 giorni il termine massimo per le intercettazioni, significa che, se al 59 giorno, se si scoprono ulteriori complici, tutto viene vanificato. Insomma, chi delinque continuerà indisturbato a farlo.
Terzo. Se, nei casi di estorsione, il Governo pretende che sia la persona offesa a chiedere le intercettazioni, in realtà come il Sud del nostro Paese, la battaglia contro il pizzo sarà vanificata per sempre.
Per tutte queste ragioni, ritengo che la riforma delle intercettazioni sia un atto di eversione costituzionale, un attentato alla sicurezza dello Stato, un resa definitiva del Paese alla mafia, alla camorra, alla ‘ndrangheta.


Di fronte a questo scempio, che segna la vittoria di Berlusconi e dei falchi oltranzisti, non ci sono giustificazione degli alleati che tengano. E’ la sconfitta, senza mezzi termini, di Fini, di An, della Lega e di tutti quelli che, a parole, si professano e si dichiarano difensori della legalità. E’ il più grande regalo della storia del nostro Stato ad ogni forma di criminalità.
Ebbene, di fronte a tutto questo, ci aspettiamo, anzi, diamo per scontato, che le più alte cariche dello Stato, si opporranno a questa tragica scelta. Perché questa legge è ancora più grave del lodo Alfano, perché se il lodo Alfano è una norma eticamente vergognosa poiché garantisce l’impunità ad un uomo, questa sulle intercettazioni è socialmente devastante perché compromette la sicurezza e la libertà di milioni cittadini. Ed è proprio per questa ragione che siamo convinti che tutte le più alte cariche dello Stato comprenderanno che qui sono in gioco valori fondamentali di fronte ai quali, questa volta, silenzi o i mancati contrasti non saranno compresi in quanto rappresenterebbero un danno per il Paese.


Per il supremo rilievo dei valori in campo, il dibattito intorno a questa legge rappresenterà un punto di svolta nella vita democratica e nel confronto politico e istituzionale del Paese. Per questa ragione, le uniche posizioni possibili potranno essere quelle di chi sostiene la legalità o di chi la legalità la infrange, di chi questa legge la contrasta e la combatte, nelle forme e nei modi che appartengono al proprio ruolo, e di chi questa legge la consente o la avvalla. Nel mezzo, questa volta, nessuno si potrà collocare. Perché questa volta un mezzo non c’è.


Massimo Donadi



 
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CORTE DEI CONTI, CASTA POLITICA, PORCATA

Post n°813 pubblicato il 05 Febbraio 2009 da albert.z
 

 

4 Febbraio 2009 La Corte dei Conti sotto controllo

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La Corte dei Conti ha il compito di accertare i danni cagionati allo Stato o altro ente pubblico dai suoi agenti e condannare i responsabili al risarcimento. E' un organo di controllo che verifica come sono spesi i nostri soldi, le tasse che paghiamo. Gli amministratori pubblici e i politici stanno impiegando tutto il tempo di questa legislatura a mettere sotto controllo i loro controllori. Dopo la magistratura ordinaria ora tocca alla Corte dei Conti.
Vizzini, presidente della Commissione affari costituzionali, ha inserito un emendamento nella legge Brunetta. Vizzini non ha un minuto per esaminare la proposta di legge "Parlamento Pulito" firmata da 350.000 cittadini italiani, ma il tempo per un emendamento per salvare il culo ai suoi colleghi lo trova sempre. L'emendamento porcata di Vizzini mette i magistrati della Corte dei conti sotto il controllo dei politici. Potranno fare ciò che vogliono dei nostri soldi con la sicurezza che nessuno li controllerà.
Qualcuno parla di dittatura morbida o di nuovo fascismo, niente di tutto questo. Questi pensano solo ai soldi.

 
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ITALIA, PARADISO DEI DELINQUENTI

Post n°812 pubblicato il 05 Febbraio 2009 da albert.z
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Con il falso in bilancio,l'abolizione delle verifiche sull'evasione fiscale,la Cirielli e la Pecorella ecc, Berlusconi ha cancellato lo stato di diritto e aperto lo stato dell'abuso e della licenza a delinquere dei potenti.Ma ora,dopo il Lodo Alfano e con il divieto d'intercettare le forze criminali che possono agire indisturbate,Berlusconi ha rotto ogni argine alla difesa contro la criminalità.

Dovranno essere tre giudici a concedere le autorizzazioni alle intercettazioni

Se ci sono venti magistrati in tutto il tribunale, come se ne fa a trovare uno che fa il GIP, uno che il Gup, tre che fanno il riesame, tre che fanno le udienze e ora addirittura altri tre al posto di uno che decidono sulle intercettazioni.
E' evidente che non ce ne sono, ce ne dovrà essere uno che fa più ruoli in commedia. Risultato: diventerà incompatibile perché verrà ricusato: “tu non puoi decidere sulle mie intercettazioni perché mi hai già arrestato. Non puoi decidere sul mio arresto perché mi hai già intercettato. Non puoi decidere sul sequestro delle mie carte, perché hai già deciso sulle mie intercettazioni. Non puoi giudicarmi in aula, perché eri il mio GIP”. Si crea un intrico di incompatibilità per cui si creerà la paralisi completa in quel tribunale e non si riusciranno a trovare tre giudici che non si siano occupati del caso affinché possano decidere sulle intercettazioni, sugli arresti, sul processo.

 
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Acqua un bene comune

Post n°811 pubblicato il 04 Febbraio 2009 da albert.z

Andate su siamo_vivinord per commentare il post:

ACQUA UN BENE DI TUTTI
L'acqua è un diritto fondamentale umano, da gestire dalle comunità locali con totale capitale pubblico al MINOR COSTO.
OGNI SPECULAZIONE E' UN
FURTO, UN'OFFESA AI POVERI.
 
 
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TOP MANAGER. STIPENDIO MASSIMO 500.000 DOLLARI

Post n°810 pubblicato il 04 Febbraio 2009 da albert.z
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OBAMA, TRA LE ALTRE COSE GIUSTE, HA DECISO CHE I TOP  MANAGER AMERICANI NON PERCEPIRANNO PIU' DI 500.000 DOLLARI ANNUI, CONTRO I VARI MILIONI DI ADESSO.


QUESTA MISURA ETICA DOVREBBE ESSERE APPLICATA ANCHE IN ITALIA.


I VARI DIRIGENTI FIAT PERCEPISCONO 7 E PIU' MILIONI DI EURO E CHIEDONO AIUTI STATALI.


IL GOVERNO DEVE METTERE UN LIMITE A TUTTI GLI STIPENDI DEI MANAGER.


PROPOSTA:


 LO STIPENDIO DEL PIU' ALTO TOP MANAGER DI UN'AZIENDA NON DEVE ESSERE SUPERIORE A 13 VOLTE RISPETTO ALLO STIPENDO MEDIO ANNUO DI UN OPERAIO DELLA SUA AZIENDA. 

 
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