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Proposte contro gli sprechi e i privilegi delle caste

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Costi della politica, le proposte dell'Italia dei Valori

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Parlamento pulito: no a impunita'

Basta! Parlamento pulito                                    
 

PRAGMATISMO

NO ALLE IDEOLOGIE, SI AL PRAGMATISMO.

NUOVA COSTITUZIONE COSTRUITA DAL POPOLO

PER REGOLARE I POTERI DEI PARTITI E DEI POLITICI.

NO AI PRIVILEGI DELLA CASTA DI DECIDERE IL PROPRIO STIPENDIO.

SI AL PRINCIPIO CHE TRA STIPENDIO PIU' BASSO E QUELLO PIU' ALTO

DEVE ESSERCI UN RAPPORTO FISSO.

STIPENDI DEI POLITICI IN MEDIA EUROPEA.

STIPENDIO DEL MANAGER NON SUPERIORE A 13 VOLTE

QUELLO MEDIO DELL'OPERAIO DELLA SUA AZIENDA.

NO ALLE STOCK OPTION

NO ALLA FINANZA CREATIVA, NO AI DERIVATI

 

 Questo sito non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicita'. Non puo' pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001 Alcune delle immagini contenute sono prese dal web. Per qualsiasi problema fatemi sapere e verranno rimosse.

 

Messaggi di Ottobre 2010

Bunga bunga

Post n°1420 pubblicato il 29 Ottobre 2010 da albert.z
 
Tag: BUNGA

ELIO E LE STORIE TESE: BUNGA BUNGA!!!

 

 
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Abolire il CNEL

Post n°1419 pubblicato il 22 Ottobre 2010 da albert.z
 
Tag: cnel

Aboliamo il CNEL e risparmiamo 20 milioni di euro!
AntonioBorghesi.it - venerdì 22 ottobre 2010

 
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Riforma? No: Il vero obiettivo è azzoppare i pm

Post n°1418 pubblicato il 22 Ottobre 2010 da albert.z
 

di GIUSEPPE D'AVANZO

LA riforma della giustizia è una favola buona per gli ingenui. Nei tre striminziti fogli che il ministro della Giustizia porta in giro, al Quirinale, Montecitorio, Palazzo Madama, Palazzo dei Marescialli, non c'è alcuna traccia di riforma. Nessuna correzione di ciò che è oggi storto. Nessuna cura delle criticità del sistema. "Riforma" è un eufemismo.

Consente all'Eletto di manipolare la Costituzione per rendere innocuo il pubblico ministero, la bestia nera. Il sedicente rinnovamento della giustizia non è altro che questo: l'assalto all'autonomia e all'indipendenza delle procure; il tentativo di fare del pubblico ministero non un "potere" né un "ordine" ma "un ufficio" - sarà così definito - che rappresenta nel processo le fonti di prova raccolte dalle polizie dipendenti da una mano governativa che, a sua volta, deciderà con il ministro di Giustizia "le priorità" nell'esercizio dell'azione penale. Addio articolo 112 della Carta: "Il pubblico ministero ha l'obbligo di esercitare l'azione penale". Liquidato l'articolo 109: "L'autorità giudiziaria dispone direttamente della polizia giudiziaria".

C'è anche altro nel programma del governo: la separazione delle carriere; lo sdoppiamento del Consiglio superiore della magistratura e l'aumento della quota delle presenze politiche; il principio di responsabilità di giudici e pm; l'Alta Corte di disciplina; l'inappellabilità delle sentenze di assoluzione; le eccezioni al principio di inamovibilità. Ma l'intero profilo della "riforma" non perde mai d'occhio l'azione penale obbligatoria e ha un unico focus: il pubblico ministero indipendente, che si immagina debba essere diretto per vie oblique dal governo. Sono idee che non restituiranno alcuna efficacia, alcun equilibrio, alcuna ragionevolezza all'amministrazione della giustizia. Di ben altro c'è bisogno, come da anni ripetono gli addetti.

Il catalogo delle necessità è noto. Revisione delle ottocentesche circoscrizioni giudiziarie (sono 165, potrebbero diventare 60). Riduzione dei tribunali (sono oggi 1.292). Introduzione della posta elettronica per l'esecuzione delle notifiche (cinquemila cancellieri ne consegnano brevi manu agli avvocati 28 milioni ogni anno). Depenalizzazione dei reati minori per riservare il processo penale - molto costoso - alle questioni di maggiore allarme sociale. Rinnovamento della professione forense: "più avvocati, più cause" e gli avvocati in Italia sono 230mila, 290 ogni 100 mila abitanti, contro 4.503 magistrati giudicanti in un rapporto avvocato/giudice strabiliante che demolisce il processo civile. Limitazione del ricorso in Cassazione (30 mila sentenze l'anno). E soprattutto la riforma di un processo penale che ibrida tutti i difetti dei possibili modelli (inquisitorio, accusatorio) trasformandolo in un gioco dell'oca interminabile e incoerente. Oggi gli atti dell'indagine non valgono per il dibattimento (in coerenza con la logica del processo accusatorio) però le garanzie del dibattimento sono state estese alle indagini preliminari (in contraddizione con la logica accusatoria). Così l'indagine - e non il processo - è un dibattimento anticipato mentre il rinvio a giudizio, più che essere una valutazione della necessità di un dibattimento, è diventato una sentenza sull'istruttoria (sul lavoro del pubblico ministero). Il processo ne è soffocato. La sovrabbondanza di assillanti formalismi lo disintegrano in una rosa di microprocessi. Giudizio sull'inazione (archiviazione). Giudizio sui tempi dell'azione. Giudizio sulle modalità dell'azione (misure cautelari). Giudizio sulla completezza delle indagini e sul fondamento dell'azione (udienza preliminare). Un processo, in cui ogni atto può generare un microprocesso, che richiede avvisi, notifiche, discussioni, deliberazioni e consente ripetute impugnazioni, non potrà avere mai una "ragionevole durata". Figurarsi se può essere "breve" come vuole, soltanto per amore di se stesso, Silvio Berlusconi. Non lo sarà neanche domani con la sedicente "riforma" che lo conserva labirintico, obeso, avvizzito e lunghissimo, ma vuole addomesticarlo riducendo all'impotenza un pubblico ministero che - si ipotizza nei tre foglietti di Alfano - potrebbe anche essere "elettivo" con la nomina di magistrati onorari alle funzioni di accusatore.

Ci toccherà vedere pubblici ministeri con il fazzolettone verde alla Lega al collo o, nel Mezzogiorno, pubblici ministeri imposti dalle mafie? Probabilmente no. Questa riforma non si farà mai e d'altronde riscrivendo un paio di articoli della Costituzione non si trasforma il pubblico ministero in un burocrate al servizio del governo perché "la Carta non è fatta di norme disarticolate come atomi separati. È un sistema con nessi interni" (Franco Cordero). Alla fine questa favoletta della "riforma della giustizia" servirà soltanto ad avvelenare ancora di più un clima politico già attossicato; ad alzare la posta per rendere "male minore" il via libera all'impunità del premier; a distrarre l'opinione pubblica dai clamorosi fallimenti del governo; a preparare la piattaforma della campagna elettorale del 2011. Ancora una volta e come sempre, necessità dell'Eletto e non degli elettori.  

(22 ottobre 2010)

 
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DIETROFRONT DI FINI: NIENTE LEGALITA', MA CONDIVISIONE DEL POTERE

Post n°1417 pubblicato il 21 Ottobre 2010 da albert.z
 
Tag: Fini

Il trattamento " Boffo" ha avuto il risultato desiderato: FINI SI ALLINEA. Mi ricorda tanto i video di Ascanio Celestini su Tony il mafioso e Tony il corrotto. E' una grande delusione. Speravo che esistesse una destra moderna e con i valori. Invece esiste solo l'interesse del momento: l'accapparamento delle poltrone per dividere il potere, non conta, se con un criminale potenziale o reale, basta governare.

Il FLI, nato per la legalità, ormai è malato gravemente di berlusconite, corruzione per il potere, prostituzione politica.

Votando il lodo Alfano i finiani si prostituiscono: gettano via il valore della legalità per il potere. Alle elezioni del 2013 non raggiungeranno il 3%.

Con l'approvazione del lodo Alfano miglioreranno le percentuali per IDV e PD.

Di Pietro e Bersani, possono stare tranquilli: nessuno dei loro elettori li abbandonerà più per il FLI!!!

 

FINI E' UN D'ALEMA DI DESTRA!

 
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REAGIRE al nano malefico

Post n°1416 pubblicato il 15 Ottobre 2010 da albert.z
 

 

 

 
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16 OTTOBRE 2010 : IL POPOLO SI RISVEGLIA. INIZIANO LE DANZE!!!

Post n°1415 pubblicato il 15 Ottobre 2010 da albert.z
 

ABBIAMO TOCCATO IL FONDO. LA CASTA DEI PIDUISTI HA SOTTOMESSO L'ITALIA, ARRICCHITO BERLUSCONI, GLI AMICI DELLA CRICCA  E LASCIATO CHE I SUOI ELETTORI POTESSERO EVADERE LE TASSE. I GIOVANI SONO SENZA SPERANZE, I LAVORATORI HANNO SEMPRE PIU' VESSAZIONI. IL 10% DELLA POPOLAZIONE POSSIEDE IL 45% DELLE RICCHEZZE. L'IMMIGRAZIONE E' INCOTROLLATA, LE AZIENDE LICENZIANO GLI ITALIANI PER ASSUMERE GLI STRANIERI,  IN NERO. I CINESI NEI LORO LABORATORI FANTASMA LA VORANO IN NERO E NON PAGA NO LE TASSE.  LE FABBRICHE DELOCALIZZANO, LASCIANDO SU UNA STRADA MIGLIAIA DI LAVORATORI. OCCORRE REAGIRE, PRENDERE COSCIENZA, CHE IL MODELLO ULTRALIBERISTA, PIDUISTA, DALEMIANO, STA FACENDO IMPOVERIRE I LAVORATORI, I PENSIONATI, LE FAMIGLIE. BERLUSCONI E I SUOI FIGLI SI SERVONO DEL PARLAMENTO PER FARSI LEGGI AD PERSONAM, PER EVITARE I PROCESSI, CAMBIARE LE PENE, LE PRESCRIZIONI DEI LORO REATI, PER DOMINARE IL SETTORE DEI MEDIA, TV, AZIENDE EDITRICI ED IMPOSSESSARSI DI CENTINAIA DI AZIENDE. IL PARLAMENTO LAVORA PER FARE LEGGI PER LUI E LA SUA BANDA.  PER AVERE L'IMPUNITA' SI FA' LEGGI CHE SONO DEI PRIVILEGI ANTICOSTITUZIONALI.

BASTA.

IL POPOLO DEVE UNIRSI PER LA DEMOCRAZIA, LA LIBERTA', LA DIGNITA', IL LAVORO, LA GIUSTIZIA SOCIALE, LA DIFESA DELLA COSTITUZIONE, L'UGUAGLIANZA DI OGNI CITTADINO, LA GIUSTIZIA.

OCCORRONO RISPOSTE ADEGUATE O SI DEVE ANDARE AL VOTO.

 

 

 

 

 
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16 ottobre 2010 in piazza per i diritti e la democrazia

Post n°1414 pubblicato il 15 Ottobre 2010 da albert.z
 

IN PIAZZA PER I DIRITTI, PER LA DEMOCRAZIA, PER LA DIGNITA'

 
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La Svezia si sveglia

Post n°1413 pubblicato il 15 Ottobre 2010 da albert.z
 

Gli svedesi dicono che vi sono troppi stranieri, specie islamici, mantenuti con le tasse degli svedesi, in media per 7 anni, prima che trovino lavoro. Oltre 5 milioni di stranieri, su 9,5 milioni, vivono con il sussidio del governo, a spese dei contribuenti svedesi. Anche in Svezia la disoccupazione è alta. Se gli straniewri se ne andassero, non ci sarebbero problemi, in quanto i disoccupati svedesi sarebbero costretti a lavorare.

http://tv.repubblica.it/copertina/se-anche-la-svezia-si-sveglia-con-gli-xenofobi-in-parlamento/54808?video

I socialdemocratici, perdono voti a vantaggio dei nazionalisti del Partito democratico, che aumenta, grazie ai voti degli scontenti, sia poveri che ricchi.

Gli islamici non si integrano, vivono nei loro quartieri come fossero nei paesi musulmani:molte donne portano il burqa.

 
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PD, liberati dai vecchi politanti

Post n°1412 pubblicato il 15 Ottobre 2010 da albert.z
 
Tag: D'Alema, PD

Lettera aperta al PD – Un invito ad aderire ufficialmente alla manifestazione della FIOM del 16 Ottobre.

 

Pubblichiamo questa lettera aperta al PD (di  Roberta Papalini il giorno martedì 12 ottobre 2010 alle ore 17.03 ) perchè ci pare interessante e ricca di spunti.

Caro Partito,

Grillo non e’ un politico, ma il portavoce di istanze che la politica ha abbandonato.

Grillo e’ un provocatore,il contenitore di esigenze popolari.

Se apparire come un politico,significa,a mio avviso,che la politica,o meglio i suoi rappresentanti,non sono in grado di fare il lavoro (ottimamente retribuito,quasi a livello di speculazione retributiva a mio parere) per cui sono pagati.

Prendiamo l’esempio delle big companies e della disabilita’: quando c’era D’Alema al governo sono state compiute le piu grandi privatizzazioni a fine speculativo della storia degli ultimi 15 anni;penso all’IRI ed alla Telecom che lo stesso D’Alema,con il consenso di Prodi,ha fatto passare alle mani di Colaninno (noto affossatore nonchè becchino di Alitalia nella storia della distruzione dell’impresa italiana,ed il cui figlio ancora milita nelle fila del PD,chissa’ con quali scopi).

Con quale coraggio il figlio del piu’ grande distruttore di aziende del centro-sinistra affronta temi come l’impresa etica?Non sarebbe più edificante vergognarsi per le manivre del padre e chiedere scusa al paese e dimmettersi dal PD, partito che si dichiara attualmente a favore del lavoro, almeno a parole?

Poi Colaninno cosa ha fatto?Ha usato le leggi sulle esternalizzazioni,che prima di D’Alema e Prodi erano ben strutturate e non permettevano alle imprese di esternalizzare come volevano,come invece e’ successo dopo il governo di centro-sinistra,ed ha buttato nelle new co(contenitori tipo matrioska,vuoti di contenuti ma pieni di posti liberi dove mettere i disagiati,gli scomodi,le donne,ed i”particolarmente inutili,o diversi”)la legge 104(ma non doveva essere tutelata?

ma come si puo’ tutelare questa legge,se l’individuo da risorsa aziendale diventa risorsa umana e ci sono dentro mille cavilli legali che rendono impossibile garantire ogni tutela agli handicappati?).Poi ci hanno infilato dentro donne incinte,come me all’epoca,poi padri di famiglie disagiate dove c’era dentro un figlio disabile od una moglie depressa od un grave stato di poverta’,poi i sindacalisti onesti,i rompicoglioni “sui generis”e gli inetti,ossia quelli che non si abbssavano a leccare il culo, ma anche gli inetti devono usare la lingua almeno per mangiare, o no?

Poi hanno mobbizzato tutta questa gente, senza che ci fosse alcun sostegno ne’ da parte delle ASL,chiamate in causa da gente incazzata come me,ne’ da sindacati come la CGIL che ci ridevano in faccia,davanti alle denunce per mobbing pressante,perche’,chiaramente,mica si potevano mettere contro Telecom,che era stata venduta per due lire da un’alto dirigente (anzi,dal capo) di quel partito che avrebbe dovuto da sempre dettare le linee guida delle loro lotte sindacali!!!

Allora cos’e’ successo?I disabili hanno perso il posto,il padre di un disabile si e’ suicidato (era un mio collega di piano,fu davvero una bellissima esperienza,elettrizzante) ed io ho perso il bambino che aspettavo per lo stress e le delusioni di tutte le porte che persone che credevo amiche mi hanno chiuso in faccia.

Poi venite a dirmi che devo guardare il mondo dall’alto..e voi,riuscite a guardarvi allo specchio,dopo aver letto tutto questo?

Ho un solo obiettivo adesso, attaccarmi alle calcagna di chi regge il nostro paese da governi o opposizioni fintanto che non vedrà che tra il dire ed il fare non ci sarà più di mezzo un oceano.

Ecco perchè chiedo che dopo tutti i danni che avete fatto come Partito sia di governo che di opposizione decidiate almeno di aderire alla manifestazioni dell’unico sub-sindacato che ancora tutela e lotta per il diritto al lavoro.

 

Ma temo sarà una richiesta vana, vero?

Roberta Papalini

 
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INPS: PRECARI SENZA PENSIONE

Post n°1411 pubblicato il 15 Ottobre 2010 da albert.z
 

Ott 1011

Inps, è ufficiale: i precari saranno senza pensione. Silenzio dei media o scatta la rivolta

Pubblicato da Eleonora Bianchini alle 10:17 in Lavoro, Previdenza


La notizia è arrivata e conferma la peggiore delle ipotesi. Rimarrà sotto traccia per ovvi motivi, anche se in Rete possiamo farla circolare. Se siete precari sappiate che non riceverete la pensione. I contributi che state versando servono soltanto a pagare chi la pensione ce l'ha garantita. Perché l'Inps debba nascondere questa verità è evidente: per evitare la rivolta. Ad affermarlo non sono degli analisti rivoluzionari e di sinistra ma lo stesso presidente dell'istituto di previdenza, Antonio Mastrapasqua che, come scrive Agoravox, ha finalmente risposto a chi gli chiedeva perché l'INPS non fornisce ai precari la simulazione della loro pensione futura come fa con gli altri lavoratori: "Se dovessimo dare la simulazione della pensione ai parasubordinati rischieremmo un sommovimento sociale".

Intrage scrive che l'annuncio è stato dato nel corso di un convegno: la notizia principale sarebbe dovuta essere quella che l'Inps invierà, la prossima settimana, circa 4 milioni di lettere ai parasubordinati, dopo quelle spedite a luglio ai lavoratori dipendenti, per spiegare come consultare on line la posizione previdenziale personale. Per verificare, cioè, i contributi che risultano versati.

La seconda notizia è che non sarà possibile, per il lavoratore parasubordinato, simulare sullo stesso sito quella che dovrebbe essere la sua pensione, come invece possono già fare i lavoratori dipendenti. Il motivo di questa differenza pare sia stato spiegato da Mastrapasqua proprio con quella battuta. Per dire, in altre parole, che se i vari collaboratori, consulenti, lavoratori a progetto, co.co.co., iscritti alla gestione separata Inps, cioè i parasubordinati, venissero a conoscenza della verità, potrebbero arrabbiarsi sul serio. E la verità è che col sistema contributivo, i trattamenti maturati da collaboratori e consulenti spesso non arrivano alla pensione minima.

precari, i lavoratori parasubordinati come si chiamano per l'INPS gli "imprenditori di loro stessi" creati dalle politiche neoliberiste, non avranno la pensione. Pagano contributi inutilmente o meglio: li pagano perché l'INPS possa pagare la pensione a chi la maturerà. Per i parasubordinati la pensione non arriverà alla minima, nemmeno se il parasubordinato riuscirà, nella sua carriera lavorativa, a non perdere neppure un anno di contribuzione.

L'unico sistema che l'INPS ha trovato per affrontare l'amara verità, è stato quello di nascondere ai lavoratori che nel loro futuro la pensione non ci sarà, sperando che se ne accorgano il più tardi possibile e che facciano meno casino possibile.

Quindi paghiamo i nostri contributi che non rivedremo sotto forma di pensione. Se reagiamo adesso, forse, abbiamo ancora la speranza di una pensione minima.

 
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IL RACKET DI BERLUSCONI E' UN MACIGNO ENORME SULL'ITALIA

Post n°1410 pubblicato il 08 Ottobre 2010 da albert.z
 

UN GRANDE TRAVAGLIO, COME SEMPRE

 

Politica & Palazzo | di Gianni Barbacetto

8 luglio 2010

La nuova P2 di Denis Verdini
Ecco perché B. vuole il bavaglio

Il cuore del Popolo della libertà ha una vita segreta, un’attività sotterranea. Una “nuova P2” coagulata attorno al faccendiere Flavio Carboni. Le intercettazioni la svelano. Ed è per questo che Silvio Berlusconi dice che questa legge “è sacrosanta”

Il satrapo anziano vuole il bavaglio. “È sacrosanto”, ha detto a Studio Aperto, dopo aver fatto il giro delle radio e delle tv compiacenti, Tg1, Tg2, Tg4, per tentare di fermare gli smottamenti di consenso nella sua maggioranza e nel paese. L’eco delle sue parole risuona ancora in questo giorno di silenzio della stampa italiana. Un giorno in cui è più facile comprendere perché lo vuole a tutti i costi, il bavaglio: sono proprio le intercettazioni a permettere di sviluppare indagini come quella che ha scoperto una “nuova P2” coagulata attorno al faccendiere Flavio Carboni, non senza contatti con il coordinatore del Pdl Denis Verdini. Le intercettazioni, impietose, continuano a disvelare il fondo melmoso e occulto del potere italiano. Scoprono i giochi segreti che si svolgono attorno a Silvio Berlusconi.

Carboni, finito in manette giovedì con altre due persone,  è un “campione d’Italia”. Ha attraversato la storia di questo paese almeno a partire dagli anni Settanta, quando ha avviato affari con Berlusconi, sotto l’ombrello della P2, quella classica, quella di
Licio Gelli, di Roberto Calvi (e, appunto, di Silvio Berlusconi, tessera numero 1816). C’è un rapporto storico tra Carboni e i fratelli Silvio e Paolo, fin dai tempi dei progetti edilizi in Costa Turchese, degli investimenti per Olbia 2. C’è una vecchia frequentazione tra Carboni e Marcello Dell’Utri.

Ma non è archeologia investigativa, quella che emerge dall’inchiesta di Roma sulla “nuova P2”. Ci sono, da una parte, gli affari da realizzare oggi: nel settore dell’energia eolica in Sardegna, per esempio, con rapporti stretti con i vertici del potere politico dell’isola, su su fino al presidente della Regione
Ugo Cappellacci. Ma, dall’altra, c’è di più. Quello che emerge è un sistema di potere. Il vecchio metodo della vecchia P2: determinare le scelte della politica, pilotare le decisioni della magistratura, teleguidare l’informazione, dirottare soldi e affari. Quel metodo continua anche oggi. Per esempio nei tentativi di influire sulla Corte costituzionale che nel 2009 doveva decidere sul Lodo Alfano (cioè sulla salvezza totale, sull’improcessabilità di Silvio Berlusconi alle prese con il processo Mills). A maggio 2009, a casa del giudice della Consulta Luigi Mazzella, a Roma, arrivano il suo collega Paolo Maria Napolitano, il ministro della Giustizia Angelino Alfano, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta, il presidente della commissione Affari costituzionali del Senato Carlo Vizzini e lui, Silvio Berlusconi in persona. Una delle più imbarazzanti cene nella storia della Repubblica. Sui giornali esplode lo scandalo. Appare chiaro il tentativo di condizionare la Corte. Eppure il progetto non viene abbandonato. Quattro mesi dopo, a pochi giorni dal giudizio della Consulta, il lavoro iniziato è proseguito da Denis Verdini: il 23 settembre, infatti, il coordinatore del Pdl riunisce nella sua abitazione romana Carboni, Dell’Utri, il sottosegretario alla Giustizia Giacomo Caliendo, i magistrati Antonio Martone e Arcibaldo Miller, oltre ad Arcangelo Martino e Raffaele Lombardi (i due personaggi arrestati con Carboni nell’inchiesta romana).

L’obiettivo è influire sulla Corte perché non bocci (come invece farà) il Lodo Salvaberlusconi. Ma la superlobby segreta lavora anche per influire sulla decisione della Corte d’appello di Milano che deve valutare l’esclusione della lista Formigoni alle Regionali. Per pesare sull’attività del Consiglio superiore della magistratura. Per sostenere la candidatura di
Nicola Cosentino alle regionali in Campania…

Il fatto che le manovre non riescano non assolve chi comunque le mette in atto, non sminuisce di un grammo le sue responsabilità. La “nuova P2” lavora a tempo pieno per sostituire gli interessi degli “affiliati” alle regole istituzionali, ai percorsi della democrazia. In questo sodalizio, che somma influenze massoniche e presenze opusdeiste (Dell’Utri), ha un ruolo centrale Denis Verdini. Ruolo politico, anche al di là dell’eventuale qualificazione giudiziaria. Verdini è, al tempo stesso, potente coordinatore del Pdl, banchiere di un piccolo Banco Ambrosiano pronto a finanziare gli amici, punto di riferimento degli uomini della “cricca”.

 
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