stradanelbosco
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Post n°72 pubblicato il 19 Settembre 2011 da stradanelbosco
******************** ************** il narcisismo dell'artista
Il francese Fenelon, , diceva: “ L’originalità è pericolosa in tutto”. Essendo stato egli un grande precursore dell’Illuminismo , l’asserzione suona stranamente. Comunque , sappiamo che l’artista combatte contro sto pericolo. L’opera dell’artista provoca sempre uno scollamento antisociale, va contro le convenzioni, in pratica opera una destabilizzazione, proprio in virtù di questo suo vole essere originale, da questo suo volersi staccare, e quindi questa sua peripezia individuale diviene narcisismo. Quale forte pulsione dell’artista a voler lasciare la propria traccia!! a organizzare un proprio scenario, tutto personale. Tolta la corazza delle convenzioni ( che poi non è che durino più di tanto!!) il vero artista dà inizio al suo lavoro di smantellamento. E’ successo con Bach, è successo con Beethoven, è successo con Caravaggio, è successo con Picasso, è successo con Voltaire, ecc…!! Oggi si sta smantellando la Bellezza!
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Arturo Benedetto Michelangeli nell'interpretazione di alcune Variazioni dell'Arietta della Sonata .n.32 (Op.111), la più rivoluzianaria sonata di Beethoven. E' opinione diffusa che dopo sta Sonata , la Musica non sia più andata oltre.
******* le stesse variazioni dell'Arietta , interpretate da Claudio Arrau noterete lo sforzo ciclopico di Beethoven nell'esplorare con estrema levità le due zone estreme della tastiera
***** Veniamo ad un'altra rivoluzione
Giotto: la Maestà d'Ognissanti (Uffizi, Firenze) E' opinione diffusa che Giotto di Bondone abbia tracciato la strada maestra della nuova Arte *** E ora confrontate l'opera di Giotto con queste altre due Maestà * questa di Duccio da Buoninsegna ( sempre agli Uffizi)
e questa di CIMABUE ( sempre agli Uffizi, nella stessa sala assieme alle altre due) **** nel confronto noterete una rivoluzione epocale!! Avreste mai immaginato di trovare nella Maestà di Giotto,fra le altre innovazioni, delle quali non sto a parlarvi, una Madonna così umana, così "ma-donna", della quale vien messo in evidenza anche il rigoglioso seno, simbolo eccelso di maternità? Impensabili in Cimabue e Duccio! Il narcisismo di Giotto sta nell'aver trovato la prontezza e un quasi " cinismo" per effettuare una peripezia tutta personale con cui sfidare " superbamente" ogni elemento disgregatore nel futuro. E da quel momento l'Arte non è più stata quella di prima. Questo intendo per Narcisismo, e non sinonimo di vanità. * ****
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Sai cosa mi viene da cantare? " Io e te , da soooli..." faceva parte della canzone " Io che non vivo più di un'ora senza te" mi sembra. Eh, s'!! tempi duri per i troppo buoni. E poi sai che ti dico?? Ti dico che tu su ste cose ci capisci e...addirittura passi oltre!!! Garantito! parlola di stradanelbosco!!! Un bacione! e grazie!!! tanto stasera o domani lo cambio il post. Nun'è è cooosa!!! tt
la tua riflessione mi ha dato l'opportunità di mettere un'aggiunta al post , nella quale puoi trovare risposta al commento che così gentilmente hai voluto apporre. Grazie! tt
ma per poter rispondere bene alla tua riflessione, che poteva essere anche di altri, ho preferito mettere l'aggiunta al post verso la fine, parlando dei tre grandi -Cimabue, Duccio e Giotto. Il " narcisismo" non è inteso come vanità o come il gloriarsi di una cosa, ma, e cito il mio post, la capacità di" effettuare una peripezia tutta personale con cui sfidare " superbamente" ogni elemento disgregatore nel futuro". Questa quasi consapevolezza, questo sforzo ciclopico, lo chiamo " narcisismo", come quello di Prometeo che sfida gli Dei e ruba il segreto del fuoco. Non è riferito a nessuno, naturalmente!! tt
....o meglio, non conosco nessuno che , nel senso che intendo io, possa meritare st'appellativo. Ci troveremmo di fronte a un genio. :) Comunque l'avevo capito che ti riferivi a quel narciso, così ben dipinto da Caravaggio, tral'altro. Ciao. tt
sono io che non sapevo che lo sforzo ciclopico di Prometeo potesse essere definito un narcisismo , così come lo intendi tu , cioè come la capacità di" effettuare una peripezia tutta personale con cui sfidare " superbamente" ogni elemento disgregatore nel futuro".Forse si potrebbe azzardare un minimo di comparazione tra i due narcisi perchè dopo aver preso coscienza di sè , dopo essersi guardato e aver creduto molto in se stesso( ecco il" mio" narciso), prometeo per rimanere nel tuo esempio trova la capacità di effettuare quella peripezia del tutto personale che intendevi tu,......... non vorrei si pensasse che tiro troppo l'elastico, però non mi sembra male come interpretazione......che ne dici?:)....bonne nuit!
un pò l'hai tirato st'elastico, anzi direi che lo specchiarsinell'acqua e vderela propria immagine riflessa potrebbe anche dire " prendere coscienza di ciò che di grande si è fatto". Comunque il punto di forza del mio ragionmento è proprio quello che vede l'artista proiettato con la sua opera a sconfiggere gli elementi disgregatori che in futuro potrebbero sovvertire la sua opera. Comunque grazie! tt
il tuo commento è spaccato in due, e faccio fatica a cercare il nesso fra la prima e la seconda parte. Nella prima, penso tu abbia ragione assai nel senso di procedere avanti con uno sguardo al passato per rinnovarlo e anche superarlo. Poi dici che sarebbe bello amarci di più tutti: sta cosa , presa a se stante, è magnifica per il cuore e l'anima, ma l'artista ama se stesso , e , secondo me, è di egoismo spaventoso, proprio perchè è chiuso a tripla mandata nella sua postazione e nulla , nell'atto della creazione, può smuoverlo.Se l'artista si lasciasse coinvolgere dal sentimento, non produrrebbe capolavori, ma solo buone cose, degne di un pò d'attenzione. Questo penso io. Grazie! tt
e poi avrei qualcosa da dire sui confronti istituiti per spiegare l'innovazione di Giotto. Se lo confronti con la scultura, con Arnolfo o con Nicola e Giovanni Pisano, vedrai quali sono le sue fonti. In realtà questo confronto, così azzeccato nella storia della musicologia, tra le 3 maestà, è un artificio anti-storico, che non spiega Giotto, ma propugna l'idea del genio nato dal nulla che ha la sua ragion d'essere nella opposizione al suo tempo.
Non è così. Non è soltanto così. E, soprattutto, non AVREBBE potuto essere così al tempo.
Mi ha fatto enorme piacere che tui abbia individuato Nietzche, penso che anche Giotto ( ma chi sono io per parlare de sto mostro sacro?)abbia come tutti noi trovato la " trave" nietzschiana, solo che lui ne ha saputo fare buon uso, penso.L'onesta "superbia" di Giotto, penso nasca proprio da sto fatto. Picasso oggi ha detto: " Io non cerco, trovo!" : affermazione terribile, che credo anche Giotto abbia fatto e anche ai suoi tempi deve essersi aggirato fra travi noetzschiane. Nel suo essere artefice, nel suo percorso creativo, egli , Giotto, deve aver rimosso i precedenti spettacoli, chiamiamoli così, per dar vita al suo spettacolo E come è naturale che succeda , ha dovuto fare un doppio movimento: decostruire e poi costruire.Secondo me, non ha imbellettato o costruito un altro piano sopra o ha allargato la casa, ma ha dovuto siciramente decostruire per poi costruire.E dentro sta specie di processo creativo, è stato immune da interferenze di memoria che avrebbero inquinato il gesto narcisistico con il quale prendeva forma la sua opera. Le fonti che tu hai citato, sicuramente ci sono state, ma io penso che per fare quello che ha fatto e sganciarsi comnpletamente dagli ultimi bagliori delle icone bizantine, ci sia voluto un gesto forte, fortissimo. Giotto è su un altro pianeta. Quando sono entrato nella Cappella degli Scrovegni per la prima volta, homavvertito il narcisismo e il cinismo di cui parlo, termini da non prendersi alla lettera e nellìaccezione che normalmente viene loro attribuita, ma nel senso spirituale , non so come dire, non peggiorativo.Per non parlare della cappella Peruzzi e Bardi in Santa Croce, dove addirittura il mio stupore è lievitato. Nè si può negare la consapevolezza dell'artista d'aver fatto un gesto creatico di una forza e di una sensibilità tremende! Non ricordo dove Leonardo ha scritto: " La pittura è cosa mentale!", ecco da sto fatto si pottrebbe ricavare la forza delle intenzioni poste nel gesto creativo di Giotto, che poi i risultati, hanno confermato. A tal punto che Dante stesso ne parla confrontando Cimabue con Giotto. E se ne ha parlato Dante, posso stare tranquillo che il "narcisismo" di Giotto sia cosa vera! Grazie. tt