stradanelbosco
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« marco SIMONCELLI | caporetto » |
Post n°80 pubblicato il 28 Ottobre 2011 da stradanelbosco
***************** ***** l'amore per l'arte **** "Tannhauser" ( ouverture). Direttore: Herbert vob Karajan *** Dopo " Lezioni di Piano" , vi presento l'ouverture dell'opera " TANNHAUSER" di Richard Wagner, diretta in modo superlativo dal compianto Herbert von Karajan. Perchè Tannhauser? Wagner aveva informato tutta la sua vita sulla musica e quindi sull'arte, ebbe vari amori e pire intensi, e amicizie le più alte, fra cui il Re di Baviera Ludwig. A quest'ultimo non esitò di aggrapparsi fino allo spasimo per ottenere ospitalità, finanziamenti per le sue opere, e protezione fino a ridurre quasi a zero le casse del regno. Eppure Wagner per amore dell'arte avrebbe spostato na montagna. Volete sapere la storia di Tannhauser, per chi non la conosce già? Ma penso che sia patrimonio comune ormai, ma per quei pochi che non dovessero conoscerla, ne faccio un cenno. "Tannhäuser (Tannhäuser und der Sängerkrieg auf Wartburg, Tannhäuser e la gara dei cantori della Wartburg) è un'opera in tre atti, composta da Richard Wagner, ispirata alle due leggende tedesche di Tannhauser e delle gare poetiche dei cantori della Wartburg. I temi chiave sono l'opposizione fra amore sacro e profano, e la redenzione tramite l'amore sacro(tema presente in molte opere di Wagner)"(dalWeb) ****
Le lusinghe di Venere Due piccole considerazioni. L'Ouverture del Tannhauserè uno dei brani più belli e affascinanti mai composti da mente umana. La sua tragicità è contenuta nell'immenso sentimento estetico della partitura e delle sonorità orchestrali, le quali erano fatte risuonare con precisi scopi propagandistici nei campi di concentramento nazisti, mentre dai camini uscivano i fumi dei forni crematori e mentre con quelle sonorità a tutto volume venivano soffocate le urla disperate di uomini donne e bambini, condannati ad un destino crudelissimo. Lo Stato di Israele tuttora proibisce l'esecuzione delle musiche di Wagner nei concerti. L'altra considerazione è di carattere artistico nel senso del travaglio che il Tannhauser mostra con piena evidenza, anche nella vicenda delle sue trasformazioni. Leggiamo , difatti, che ".... in un certo senso, l'opera non fu mai condotta a termine. Tannhauser e Venere
Wagner ,già a Dresda, nella ripresa del 1847, modificò il finale per aumentarne la presa teatrale e scenica; nel 1860-61. Per l'allestimento a Parigi, Wagner riscrisse quasi del tutto le due prime scene e ritoccò alcuni episodi della disfida dei cantori; e nel 1883, poco prima della morte, disse a Cosima ( sua moglie) di "essere ancora debitore al mondo del suo Tannhauser": certo, ogni volta che Wagner riprendeva in mano un suo lavoro, ritoccava, rifaceva e trasformava; ma il Tannhauser è un caso limite di ricerca teatrale, di coscienza poetica in via di definizione a contatto con problemi di equilibrio immanenti già nella primitiva concezione dell'opera,frutto peculiare del suo universo creativo: "il tema della redenzione d'amore dopo il peccato sensuale, dopo la devastazione dell'amore colpevole...."____
Un tema, soggiungo, che portò alle estreme conseguenze, anzi alla definitiva rottura, il rapporto di amicizia fra il filosofo Nietzsche e il compositore. Nietzsche non ammetteva che la Redenzione dovesse passare attraverso il peccato e l'espiazione per averlo commesso. Inoltre Il fatto che Wagner non considerasse mai conclusa veramente la stesura finale di quest'Opera, ci rimanda al tema della Gioconda di Leonardo o alla Recherche di Proust. Conosco solo La Divina Commedia come Opera conclusa e perfetta!
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( la violenza e la grettezza della sottocultura) *****
Non so se ricordate il bellissimo film " Lezioni di piano" della Jane Campion. Il film , e quindi il libro, varrebbero a dire che l'urgenza per l'arte talvolta è talmente impellente da superare anche il sentimento di amore per una persona. E non credo di sbagliarmi. Esce vittorioso anche sulla grettezza d'animo e sulla violenza di esseri terribilmente poveri nell'anima e nel cuore. E ce ne sono! Grazie per l'attenzione. **** Scena coreografica dall'Apollon Musagete ( Apollo che conduce le Muse)di Igor Stravinskji ********************
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io quel film, come gli altri della Campion fra cui Bright Star e Ritratto di Signora, l'ho vissuto molto intensamente, anche per via del tema incentrato sullo strumento del pianoforte. Ci sono stato male e la scena dell'amputazione del dito indice della mano destra è stato qualcosa di sconvolgente. La crudeltà dovuta alla grettezza e all'ignoranza, quella insita nel DNA, non quella dovuta alla povertà, è qualcosa di bestiale. Grazie del commento! tt
vedi, siamo io e te da soli! come dice quella bellissima canzone di Modugno o di Mina, non m'intendo. Cara Gioia, esclusi i presenti, le donne nel loro esere siffatto rimangono donne e non le cambierà mai nessuno. Che poi, a dirla tutta , io scrivevo sto post,per ricordare a tutti, a noi uomini specialmente, quanto anche nel "civile" occidente, "...la donna venga mutilata, magari non nel corpo, ma nella sua dignità, da una visione stupida e nello specifico maschilista della società. Una visione fatta di corpi, di bellezza da vendere o comprare o come unica arma per sfondare, di veicolo per proporre, di angosce di chi violenza in silenzio subisce, di padri padroni, di vigliacchi e stupratori, di maternità imposte o negate, al meglio sottopagate....."___ Ma siamo certi che le donne non possano essere uguali agli uomini, in queste violenze? peggiori sicuramente no. L'eroina del film Palma d'oro al Festival di Cannes, è una grande realtà " cinematografica", purtroppo, solo cinematografica, poichè o per opportunisno, o per paura congenita o per chissà che cos'altro, la donna è sempre lei a subire! L'amore per l'arte? E' l'unica cosa che mette donne e uomini sullo stesso piano, senza distinzioni di cultura e di intelligenza. L'arte e i suoi prodotti, prescindono dal sesso.Eventualmente si può dire che la donna fa più fatica a imporsi in una mostra o nella musica, ecc... ma i prodotti dell'arte hanno lo stesso paradigma, quello della valenza oggettiva. Grazie Gioia! Risponderò solo a te , continuando sto mio discorso Fra un pò! tt
ho parlato di amore per l'arte che a volte è superiore al sentimento d'amore per una persona. E' e può essere vero. Ma qui io parlo di violenza sulle donne. L'uomo per l'arte può trascurare anche figli e donne. Ricordo Giuseppe Verdi, che solo a MIlano, senza un soldo, in una casa fredda, con la moglie Margherita Barezzi e due figli piccoli, amando l'arte della musica come non mai, vide morire di stenti e di fredoo prima i suoi due figli , uno dietro l'altro, e poi addirittura la moglie. Io non riesco , cara Gioia, a immaginare il dramma di quest'uomo, non di questo musicista, ma di quest'uomo che vede la sua famiglia sfasciata dalla morte, dopo aver abbandonato la calma e la tranquillità di Busseto. Va a Milano per amore dell'arte e qui mentre i figli muoiono, per qualche soldarello deve pure comporre un'opera buffa, che facesse ridere, un'opera buffa, " UN GIORNO DI REGNO"!!! ma te lo immagini , avere la morte nel cuore e dover far ridere con la musica?? Posso confessarti na mia sensazione, cara GIOIA?? Verdimnaveva un pò il cuore di pietra e amava in maniera galattica la musica , cossì tanto da anteporla a qualsiasi akltra cosa , compresa la famiglia. E' una mia sensazione. D'altronde era un cocciuto conadino parmense, come tanti si trovano da quelle parti, tirchio al massimo, privo di scrupoli, affarista.. ma genio. Ma la gente mi sa che sia così da quelle parti. Ciao. Scusa ste mie esternazioni. Stamattina ho composto na musica molto bella , ero in preda a un sentimento particolare. Poi ti dirò!! Buona domenica. tt
a la faccia dell'invettiva!! E' doverosamente giusto ilo tuo ragionamento, ma ha un difetto, diciamo così , in senso benevolo, e cioè se portato aòl limite, non ci sarebbero stati su stab terra i geni così importanti che , sacrificando tutto, spessissimo anche la famiglia e i figli, si sono dedicati completamente non solo all'arte ma anche alla ricerca e alla conquistan di in ogni campo del sapere umano. Io la chiamo" URGENZA" sta cosa , nel senso che l'urgenza di creare o di andare a fondo nella ricerca e nella scoperta, è talmente forte e raggiunge livelli di valenza e di forza così alti da non poter resistere ed ecco che " il fare" diventa assolutamente importante e trascurarlo non avrebbe portato ai traguardi finorav raggiunti. Quante storie abbiamo sentito e visto in cui sti genii sono stati sordi davanti a richieste di comprensione e di affetto, determinando spaccature insanabili negli affetti.Modigliani, Basquiat, Picasso, Puccini, Donizetti, Marconi,Mann,Wagner,Einstein, lo stesso Dante,e tantissimi altri!!! Chiaramente la pietà deve prevalere, e nessuna ragione al mondo può giustificare l'abbandono e la cattiveria sulle persone. Ma quelli che ho citato sono casi lievi, mentre ce ne sono din altri che hanno dell'infernale, ci sono delle "urgenze" così smodate e delle cattiverie caratteriali talmente forti da determinare un giudizio divino sulle malefatte!! I grandi dittatori nazisti e fascisti, ecc... e anche il caso di quest'energumano che addirittura infligge la pena corporale alla sua donna,!! roba da sharia, da integralismo, ecc...Ma vorrai scherzare... e tu addirittura lo giustifichi??? Ma mi sembra di sognare un brutto sogno, un incubo. Ricambio il bacio!naturalmente! tt
hai ragione da vendere!! i grandi artisti hanno avuto dei talenti innati per essere tali e se non li avessero messi a frutto soprattutto con del coraggio per superare le invidie e le malevolenze della gente, avrebbero commesso peccato al cospetto del Creatore! L'amore per l'arte porta naturalòmente a soffrire come dei cani a volte, essere considerati come appestati, vedo Basquiat, l'ultimo Donizetti, l'ultimo Mozart, oppure alcuni giovani che si sentono portati a fare grandi cose nell'arte subiscono dei veri e propri dictat da parte dei genitori che li indirizzano su tutt'altra strada. Penso che ci voglia un gran coraggio a mettere in campo i propri talenti nell'ARTE. L'arte non produce denaro, è la cantilena dei Capi, non dà da mangiare, ecc...Ce lo hanno rièpetuto anche ora e lo hai sottolineato benissimo pure tu!!! Ebbene, sappiamo tutti che l'Arte italiana oggi è la maggior fonte di guadagno per lo Stato. Il profitto a tutti i costi sta distruggendo tutto, dalle foreste agli animali, ai pesci nel mare, al mare stesso e quando non ci sarà più un pesce nell'oceano e nessun animale sulla terra e nessuna pianta che produca frutti, l'uomo mangerà la cartamoneta! tt
il tuo pensiero non è affatto piccolo, anzi è la chiave giusta per aprire la discussione, viste le mie premesse. Ma " amore per l'arte, può scorrere anche in un altro rivolo, e cioè essere così grande da posporre ad esso ogni altro sentimento o addirittura ogno altro affetto, il che vorrebbe dire " sacrificare anche il bene prezioso della famiglia e degli affetti più cari. Ecco chiarite le due grandi riflessioni: 1^ il continuo macerarsi sull'opera d'arte non considerandola mai conclusa nell'inseguirne la pefazione 2^ sacrificare tutto il resto per inseguire sto scopo. Come avrai letto, alcune opinioni non ammettono che si debba posporre nulla degli affetti, io invece sostengo che molto dipende dalla "urgenza" che nasce e alberga dentro l'artista. E quando quest'urgenza è fortissima, quando questa voglia di inseguire stabperfezione è fortissima, non ci sono affetti che tengano. NON PER NIENTE , AD ESEMPIO, LE EVENTUALI COMPAGNE O SPOSE, DEI GRANDISSIMI GENI HANNO SVOLTO UN RUOLO DEGNISSIMO DI ANCELLE DEL GENIO, ADOPERANDOSI PERCHE' LA STRADA DELL'ARTE FOSSE SPIANATA. Esempi ce ne sono a bizzeffe. Il più importante penso che sia quello di ANNA MAGDALENA BACH, la moglie del grnde Kantor di Lipsia che addirittura arrivò a scrivere con la stessa calligrafia del marito nel ricopiare gli spartiti, e gli diede anche tredici figli, che aggiunti ai 7 che Bach aveva avuto dalla prima moglie portarono a 20 la figliolanza del grande genio. Non sto a parlare della compagna di Modigliani, o dell'amore della Peggy Guggenheim, o della prima moglie di Giuseppe Verdi, così sfortunata da fare la fa e a Milano e veder morire von lei anche i suoi due figli. Ma Verdi " DOVEVA" scrivere musica, comporre, ma doveva pur vivere e guadagnare per mantenere la sua famiglia. Furono sfortunati, ma poi la fortuna arrivo dopo. E di casi come questi ce ne sono a bizzeffe!! Grazie del tuo " grande " pensiero! tt