"E' unicamente attraverso la bellezza che si perviene alla libertà."
F. Schiller
Quando l’uomo che a cavallo d’un mulo entrò, guardingo e disilluso, nella sua città senza ricever feste e allori, e capì che “il profeta non riceve onori in patria”, aveva forse pensato ad una patria di profeti tutti stranieri l’uno per l’altro, dove costretti a considerarsi meritevoli, avrebbero impiegato il loro tempo a comprendersi vicendevolmente. Aveva forse pensato con malcelata malinconia (che il cuore lascia sempre emergere dai laghetti che bagnano lo sguardo veggente) che è proprio la nostra gente che non ci riconosce. E gli parve così evidente in quel momento che la diversità è il movente più qualificato per il riconoscimento del nostro valore individuale, che fu così umile finalmente da provar vergogna di se, per non aver compreso tutto questo prima d’affaticare il povero mulo.
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Percepire la politica come un’entità disgiunta dalle dinamiche sociali è, nella migliore delle possibilità, un’alienazione e, nella peggiore, una pianificata ipocrisia. Il Clown alla Rovescia scende dal suo palco improvvisato, una cassetta di frutta che scricchiolava sotto il suo insufficiente peso umano, e il suo pubblico applaude scrosciante.
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Pare che i flussi di energia abbiano innumerevoli fonti. Ciò può voler dire, applicando a quest’affermazione un facile ragionamento, che allora è una soltanto e, semplicemente, incommensurabilmente vasta. Certo, la semplicità e l’incommensurabile vastezza sembrano concetti antipodici, ma anche questo apparente conflitto si risolve presto. L’energia sottile gravita attorno all’energia che ha assunto una vibrazione bassa, che si concentra nelle forme tangibili, e la tiene in compattezza, abbracciata, e a questo punto la rende anche esistente. Bisogna infine dire che tanto più l’energia è sottile, tanto più essa è dinamica, imprevedibile e difficilmente riconoscibile.
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- Certo. La presenza in città di sua altezza Joseph Brant sta facendo il dovuto scalpore. In fondo siete il principe di Canajoharie. Non possono lasciarvi in anticamera troppo a lungo.L’indiano guardò il bastone da passeggio che teneva tra le ginocchia scuotendo la testa. Da "Manituana", Wu Ming.
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E' l'estate del 2008. Roma è calda e appiccicosa, la casa di Annarella è una bolgia di letti sfatti, i piatti sono accatastati sul lavandino incrostati di pattume alimentare e le mosche non fanno che girare attorno ronzanti e affamate. Lei ti accoglie in casa con la faccia cdi una bimba monella, che ha compiuto una grave infrazione al codice etico familiare ma non ha il coraggio di dirlo ai genitori. L'atmosfera però è carica del suo coraggio, della sua disperazione e della sua paura di ferirti, e i suoi sensi di colpa nei tuoi confronti dureranno anni. Quando poi ti pianterà per la seconda e ultima volta, le impediranno di scambiare con te due parole, davanti a una birra, e penserai che ti odia, perchè la colpa sei tu.
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"Hai chiamato per farmi gli auguri di Natale?" Muoiono così i nostri alieni puntiformi, si dissolvono garbatamente come si erano accesi, escono dalle nostre illusioni riaprendo nuovamente il sipario ad una realtà che attende troppo il nostro contributo poetico, e non ci si viene mai incontro. Quelle maledette lanterne che abbiamo amato per qualche istante giacciono adesso distese su qualche campo incolto, dove il mais è stato raccolto e le piante sono state spezzate e arse con meccanica indifferenza. |
Post n°104 pubblicato il 15 Dicembre 2012 da lakeghost
Sono le 15 e qualcosa quando esco di casa trafelato sapendo di portare minimo 20 minuti di ritardo all'appuntamento con Frank. Carmela è accucciata sul pail proprio fuori dalla porta, bianca sporca e grassa, chiede una carezza, è una gatta voluttuosa. Le indicazioni che ho avuto da Frank sulla strada per raggiungerlo a lezione non sono state completamente esaustive. Imbocco l'autostrada mentre il sole si avvicina alle vette bianche del Gran Sasso, reggono un cielo tagliato a metà tra il blu dello spazio rischiarato appena e il grigio gonfio delle nubi che salgono piano dall'orizzonte. Passa quasi un'ora prima che riesca ad individuare il luogo dell'appuntamento, mi passa a prendere dal benzinaio, faccio in tempo per una pisciata, comprare le cartine e mezzo chilo di pane, che rompo disordinatamente mentre lo aspetto. Quando arriva mi offre un caffè e un bicchiere d'acqua, e io so già che prima che finisca la lezione avrò nuovamente la tanica da svuotare.
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Post n°103 pubblicato il 08 Dicembre 2012 da lakeghost
Saranno passati circa venticinque anni da quando la spuma del mar dei caraibi modellava i tuoi caratteri , il sole ti anneriva la pelle e le onde ti lasciavano posata tra le piante di cacao e i riti voodoo. Oggi celebri col tuo compagno e la tua creatura la forza d'animo, la fermezza intellettuale e la robustezza del tuo cuore, che hanno sopportato i dolori, le atrocità e le inaspettate ma altrettanto meritate gioie che solo un'antenna ricettiva come quella del tuo spirito giovane potevano abbracciare con tanta costanza. |
Un mucchietto sparuto di gente si è radunato ai piedi di un balcone d'un palazzo bianco, non troppo importante, ma era tutto suo. Vociava con la rabbia illogica dei disperati e lanciava oggetti contro le finestre, ortaggi per la maggiore, qualche pomodoro e altre vivande di cu abbondano le nostre tavole. Il Boss si affaccia e li sfida con spocchia, loro alzano il tono, lo vogliono vedere nudo, lasciare la Sicilia e non far più ritorno. Io cammino verso il balcone che si fa più basso mano a mano che mi avvicino, ed è così d'altronde, il potere è basso se lo si guarda da vicino. Gli dico che sono emigrato troppi anni fa oramai, e che da allora non faccio che vagare, ma non si riesce proprio a tornare stabilmente. Mi manca la mia terra madre, la sogno, la desidero come un uomo corteggia una donna capricciosa. Ma c'è un solo modo perchè tutti gli esuli facciano ritorno, non c'è altra strada se non quella che ci vede incrociati noi da una parte e dall'altra loro. Noi torniamo solo se voi ve ne andate. Lui si sporge dal balcone e si commuove, come un nonno da l'addio a un nipote con orgoglio ferito. Mi stringe la mano e sussurra "Non è possibile. Non è Possibile".
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Post n°101 pubblicato il 22 Novembre 2012 da lakeghost
Lettera nona (dall'Orto Abortito) |
Post n°100 pubblicato il 12 Settembre 2012 da lakeghost
Lettera Ottava Il deserto di cemento e ruggine, non molto tempo addietro, era una verde terra, dove le colline si alzavano modeste e i borghi in cima spuntavano curiosi come il muso d'una talpa. Le montagne bucavano i cieli, aguzze e bianche come i denti degli squali, le vallate morbide come il ventre d'una calda e tenera amante, e le acque impetuose bagnavano le coste e alimentavano la vita degli abissi. Adesso, quando la luna sorge sul deserto di cemento e ruggine, porta il viso di quelle anime maledette dalle atrocità, un fantasma col volto sozzo del sangue d'agnello. Death Valley Blues |
Post n°98 pubblicato il 26 Dicembre 2011 da lakeghost
Sto guardando con mortificazione il selciato d’una stradina di paese in salita, qualche bancarella sulla destra scivola di lato dai miei occhi senza alcun peso, sono concentrato sul mio passo lento e sto cercando di trattenere le mie parole di ghiaccio. Con tutta sincerità, non posso più muovere un passo. Tu ti giri, sto farfugliando qualcosa di maledettamente stupido e disperato, riderei di me se fossi sveglio. Quando mi baci le tue guance sono umide e salate, rigate dalle lacrime. Quel coglione d’un capellone ti guarda imbalsamato, come uno scoiattolo esposto sulla mensola di una baita di montagna. Ma ha la tua stima e mi dovrà bastare. Ci stiamo dicendo addio, sto singhiozzando come un bimbo che ha preso una sberla dal padre. Dio, le tue labbra, non le voglio lasciare. Scappo lontano da te a gambe levate, corro nel vento, il selciato sembra un tapis roulant. In stazione non c’è un treno che mi porti via da questa città morta, i cartelloni sono scritti in un alfabeto alieno e io sembro una talpa. |
Io quando prendo sonno sulla testa non ho il cielo stellato. Su di me non vegliano gli dei, non cantano le sirene, non soffiano i venti dell’est. Quando prendo sonno sulla mia testa si stende una lunga lastra di cemento, scura e soffocante, come un bagno nel catrame. Il Clown alla Rovescia non si annuncia più. Si materializza come una grandinata estiva, e se ne va lasciando pozzanghere rosse, rami spezzati e foglie marcite.
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Le cime dei pini accarezzano il cielo di luglio, il vento fresco dell’adriatico canta coi rami e le pigne e soffia sugli aghi che dormono a terra. Il sole affaccia piano tra le fronde e si abbassa salutando il mio viso con una luce potente e gialla. Le auto scintillano rumorose sulla strada di fianco e i bagnanti prendono le loro biciclette per muoversi da una parte all’altra della spiaggia. |
AREA PERSONALE
"Dark Was the Night, Cold Was the Ground" Blind Willie Johnson
"The Grat Gig In The Sky" Pink Floyd
Inviato da: cassetta2
il 02/09/2020 alle 10:11
Inviato da: lakeghost
il 19/09/2014 alle 21:56
Inviato da: StregaM0rgause
il 10/09/2014 alle 08:10
Inviato da: luigigr80
il 01/06/2014 alle 14:01
Inviato da: lakeghost
il 01/06/2014 alle 13:51