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lotta o sopravvivenza?

Creato da dreamersgirl il 23/03/2008

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Prof picchiato lascia la cattedra

Post n°90 pubblicato il 13 Ottobre 2008 da dreamersgirl
 

Novara, Il docente: "Mi sento umiliato"

Lo smacco subito fa più male dei pugni ricevuti in aula. Così il professore di Novara aggredito da uno studente durante le lezioni ha deciso di lasciare la cattedra. "In quella scuola non torno, come posso rientrare in una classe dove c'è un ragazzo che mi ha preso a pugni e minacciato di morte?". Il giovane, che inizialmente doveva essere cacciato dall'istituto, è stato infatti sospeso soltanto per due settimane.

"Non è giusto - ha spiegato il professore a La Stampa, amareggiato e deluso - A 57 anni e dopo 32 di insegnamento, sono costretto a lasciare. E poi mi aspettavo di essere difeso dai miei colleghi, ma così non è stato".

Lo sfogo del professore di educazione artistica della scuola amedia "Carlo Alberto" di Novara, Luigi Sergi, è amaro e rassegnato. "Addio scuola, addio lavoro, addio a tutta la mia vita spesa a cercare di formare ragazzi"; spiega, annunciando di non voler più tornare in cattedra. Il 2 ottobre un alunno straniero di terza media (un 16enne) ha risposto con un pugno a un suo rimprovero, mandandolo all'ospedale.

Per il giovane il consiglio di classe ha deciso una sospensione di 15 giorni e un corso di rieducazione, ma il docente ferito non ci sta e si ribella. "Ma a che serve? Dovevano scegliere tra me e lui. Avevo chiesto un provvedimento esemplare e invece è stata presa una decisione inutile e inadeguata. Questo ragazzo è già stato sospeso parecchie volte. I colleghi mi hanno lasciato solo, sono stato tradito", tuona il professor Sergi.

Accuse respinte al mittente dall'istituto, che ha subito precisato di aver applicato il regolamento, comminando la sospensione massima prevista. "Speravo che una volta questa scuola sapesse superare le pastoie burocratiche - ha detto l'insegnante di storia dell'arte -. Quel ragazzo ha sempre rifiutato qualsiasi rapporto con i professori. Non c'è mai stato verso di fargli fare un compito, di convincerlo a obbedire. Entra in classe, si mette alle orecchie un paio di cuffie, ascolta la musica, entra ed esce dall'aula a piacimento. Ho provato davvero di tutto".

In molti hanno incoraggiato il professore a non mollare, anche il sindaco e il ministro dell'Istruzione Maria Stella Gelmini. "Ha fatto tanto a molti ragazzi, deve continuare per loro", ha spiegato la Gelmini. Ora però sarà difficile trovare ancora argomenti per fargli cambiare idea e farlo tornare in cattedra.

 "Dopo il pugno del ragazzo, la mia scuola mi ha dato un altro colpo, quello del ko. La forza mi è passata del tutto", ha concluso il professor Sergi.

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e i genitori che ruolo hanno in questa vicenda? dov'è il rispetto per le istituzioni, di chi è la colpa?

 
 
 
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dove la bandiera illumina

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tu ci sei,
tra confronti e scollamenti
il tuo volto si riconosce,
la tua voce rinasce,
quasi un urlo di libertà
che scuote le coscienze.

Giovanni Riccobono

 

 

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