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Le virgole. O sono accenti?

Brutta roba, le virgole. Anche i punti e virgola, comunque. Tutta 'sta roba strana, che si mette a caso, senza una logica.
Ma peggio ancora son gli accenti: le famose virgoline messe sulle parole, sulle vocali presenti all'interno delle parole.
Sì, lo so, non si vedono, ma ci sono. E si può inciampare su queste maledette virgole, o, meglio, sugli accenti. E cambiare il senso di una parola.
Così "égida" può diventare "egìda".
Ma perbàcco (o pérbacco.... perbaccò....), la ragione c'è. Vado a spìegare (spiègare... spiegàre... spiegarè....).
C'è un nome proprio di persona, ossia Egìdio. Qual'è il femminile di Egìdio? E' "Egìdia". Dal moménto (mòmento... momentò...) che "Egìdia" è brutto da dire, si contrae in "Egìda". Che poi non puo essere usato come nome proprio di persòna (pèrsona... personà... 'sta virgolina mi frega sempre....), ma in un altro contesto. E non essendo nome proprio, si può mettere la minùscola (mìnuscola.... minuscòla... uffa...).
Ecco quindi che la ministra dell'Istruzione non ha sbagliato: si dice "egìda", con l'accento sulla "i". L'ha detto lei, la ministra, quindi è così.
Fidàtevi....
Fìdatevi....
Fidatèvi....
Fidatevì....
Vabbè, ci siamo capiti....