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Interpretazione univoca?

Post n°1534 pubblicato il 27 Agosto 2010 da cloudbreak
 

Non sono un esperto in materia, conseguentemente accetto pareri da chiunque li voglia dare, con maggiore competenza del sottoscritto.
Giocherellando con il pc, mi sono ritrovato a realizzare alcuni videoclip partendo da una base musicale, scegliendo delle immagini che potessero adattarsi al meglio, legate insieme con i giusti montaggi, e, una volta completati, li ho spediti su Youtube, liberamente accessibili ed utilizzabili da chiunque volesse farlo. I risultati ottenuti sono vari, qualcuno è venuto meglio, qualcun altro è venuto peggio, e i commenti ricevuti da chi li ha visionati variano a seconda del proprio gusto, da positivo a negativo che sia, con tutte le sfumature intermedie. E' divertente, oltre a rendermi un po' orgoglioso, che due viedoclip realizzati siano stati presi il primo come riferimento ad un lavoro di un artista scomparso poco dopo la sua realizzazione, ed un altro sia finito linkato nel sito web di chi l'ha materialmente scritto e co-eseguito assieme ad altri musicisti.
Il tutto, ovviamente, è nato dall'ascolto del singolo brano, dalla personale interpretazione che ho dato, e da come mi sono immaginato la musica ed i testi presenti trasformati in immagini.
Bene, una settimana fa ho fatto un ultimo video e l'ho "sparato" su Youtube. Ho trovato le immagini che mi parevano giuste quasi per caso, qualche mese fa, che erano le più simili alle immagini che mi venivano ascoltando quel brano. Mi sono messo al lavoro, ed è venuto un video, magari migliorabile, ma comunque a mio parere sufficientemente aderente al senso del brano. Un utente di Youtube l'ha criticato, dicendo che non ho seguito alla lettera il testo, mettendoci immagini che, a suo parere, non sono corrette.
E qui mi sorge il dubbio. Può esserci un'interpretazione univoca di un brano musicale?
Secondo me, no. La musica è qualcosa di emotivo, di non razionale. I numeri sono oggettivi, rappresentano quantità definite, e non possono essere interpretati. Ma la musica?
Certo, ci sono delle regole da seguire (correggetemi se sbaglio). Ma ciascuno di noi interpreta ciò che sente, filtrandolo con il suo modo di essere, frutto delle proprie conoscenze specifiche, dei propri studi, delle proprie esperienze di vita, della propria sensibilità, con il proprio gusto personale. E può piacere o non piacere, può trovare messaggi differenti rispetto ad un altro, provare emozioni diverse. Se così non fosse, sarebbero inutili le varie esecuzioni di qualunque brano musicale, di qualunque genere: ci si dovrebbe attenere alla lettera all'interpretazione autentica di chi ha scritto il pezzo. E non avrebbero senso le varie versioni che, ad esempio, ogni orchestra sinfonica, ogni direttore, ogni solista fornisce di uno stesso pezzo: tutte le rappresentazioni dovrebbero essere uguali l'una all'altra, sempre.
E lo stesso discorso vale per qualunque campo artistico, sia la scrittura, la poesia, la pittura, la scultura. Ciascuno di noi ha la propria personale interpretazione di ciò che vede, di ciò che sente, di ciò che legge. Filtra il significato attraverso le emozioni che riceve da una qualunque opera, esprimendo giudizi, che non possono essere per forze tutti uguali.
Ecco, quindi, che mi pare sbagliato il giudizio che mi è stato dato, seppur in modo ben più che lecito. Dopotutto anche lo stesso autore del pezzo, trasformato in immagini dal sottoscritto, ebbe a dire, a suo tempo, che in ciascun brano da lui scritto c'erano tutte le emozioni che l'ascoltatore poteva avere, e che erano variabili a seconda di chi l'ascoltava.
Mi date la vostra opinione?

Commenti al Post:
Kappa_A
Kappa_A il 27/08/10 alle 17:49 via WEB
Sicuramente qualsiasi opera genera emozioni e giudizi diversi da persona a persona... credo che anche lo stato d'animo di chi ascolta ne influenzi parecchio l'opinione
Metti un box con i link dei tuoi video...
 
 
cloudbreak
cloudbreak il 27/08/10 alle 17:54 via WEB
Appunto. Quindi anche secondo te non ci può essere un'interpretazione uguale per tutti di una qualunque opera, giusto? Anche perchè, se così fosse saremmo tutti uguali, penseremmo tutti allo stesso modo. O sbaglio?
No, non metto box con link ai miei video, questo post era solo per capire se ero nel torto completo o meno, non per farmi pubblicità. Grazie comunque.
 
   
Kappa_A
Kappa_A il 27/08/10 alle 18:30 via WEB
E poi è anche una questione di gusti... ciò che piace a me a te può fare schifo o viceversa...
Se non metti i link perlomeno dammi una dritta su dove trovarli...
 
     
cloudbreak
cloudbreak il 27/08/10 alle 18:42 via WEB
Appunto per questo è impossibile che ci sia una sola intepretazione di ciò che si ascolta, e che debba per forza essere quella. A meno che non sia l'autore stesso che ti fornisce l'intepretazione autentica, ma anche in questo caso c'è sempre il gusto personale che incide, e che varia da persona a persona.
I video sono su Youtube. Uno c'è pure qua di fianco.
 
cateviola
cateviola il 27/08/10 alle 19:27 via WEB
Un brano che richieda una ed una sola "interpretazione" (a quel punto, però, bisognerebbe parlare di "esecuzione", meccanica traduzione in immagini delle parole della canzone, ignorando i molteplici significati che una qualsiasi opera d'arte contiene e in parte esprime, in buona parte semplicemente evoca) non sarebbe molto interessante, secondo me. Si parla di interpretazione per questo.
Credo
 
 
cloudbreak
cloudbreak il 27/08/10 alle 19:33 via WEB
Concetto da estendere a qualunque forma espressiva artistica, comprendendo quindi musica, scrittura, pittura, recitazione, eccetera. Se fosse vero il concetto di "interpretazione univoca", come dici giustamente te, si perderebbe l'interesse nel seguirla. Sarebbe quindi una semplice fotocopia dell'originale.
Grazie!
 
   
cateviola
cateviola il 27/08/10 alle 19:43 via WEB
anche la "semplice" traduzione di un romanzo (attenzione, non sto parlando di una poesia, che solo un altro poeta sa tradurre senza appiattirne la ricchezza in una specie di "lista della spesa") è un ri-creazione dell'opera. Basti pensare che di tanto in tanto vengono pubblicate nuove traduzioni della medesima opera perché la lingua cambia, la cultura viva cresce (o decade, a seconda dei punti di vista, comunque si trasforma) e un'eccellente traduzione diventa vecchia, ma non vuol dire fosse sbagliata a suo tempo. Immutabile e soggetta a interpretazione univoca può essere forse una conchiglia fossile, ma anche lì... quanto possono raccontarci gli oggetti venuti da tempi remoti! E a ciascuno - nei diversi luoghi, tempi, contesti di vita, condizioni esistenziali, socioculturali ecc... - in maniera differente
Grazie a te per l'occasione di riaccendere il cervello dopo le vacanze con un tema interessante e potenzialmente (virtualmente nel senso primo del termine) infinito
 
     
cloudbreak
cloudbreak il 27/08/10 alle 19:54 via WEB
Giusto anche l'esempio del romanzo. La semplice traduzione, senza aggiustamenti, renderebbe le frasi illeggibili: non è che una frase si possa trasportare da una lingua all'altra senza aggiustamenti, diventerebbe senza senso! Interpretazione univoca la si può avere sui numeri, che indicano quantità oggettivamente riscontrabili da tutti: per tutti, ad esempio, due più due fa quattro come risultato, non è che per qualcuno possa essere "quattro ed un po'". O per la logica pura, come quella informatica, vero o falso, non ci sono le vie di mezzo. Ma per il resto, è tutto soggettivo.
Ho riacceso il cervello, il tuo cervello? Impossibile: non lo spengi mai! ;)
 
cio.van
cio.van il 28/08/10 alle 13:51 via WEB
per la musica e pure per tutto il resto non può esserci un giudizio che mette d'accordo tutti... qualcosa o qualcuno piace perchè suscita un'emozione personale...ognuno di noi ha occhi e anime diverse...
 
 
cloudbreak
cloudbreak il 29/08/10 alle 16:27 via WEB
Esattamente. E' quindi improbabile che ci possa essere una sola interpretazione di ciò che essa sia. Può esistere solo se l'autore spiega il suo significato, ma nel caso specifico l'autore stesso ha dichiarato che ciò che scriveva assumeva significati differenti a seconda dell'ascoltatore, delle sue esperienze, della sua sensibilità.
Grazie!
 
domenicomolinini
domenicomolinini il 31/08/10 alle 11:46 via WEB
Questo argomento mi interessa moltissimo, l'ho recentemente affrontato nel corso delle mie lezioni in un master di musicoterapia
Bisogna innanzitutto mettersi d'accordo sul significato che si voglia dare al termine interpretazione.
Nel lessico musicale per interpretazione s'intende il modo in cui si esegua un brano, senza assolutamente cambiarne la natura sonora, ossia la disposizione, organizzazione e successione delle note e, pur tuttavia, dandogli un'impronta che lo rende in qualche modo più o meno vicina ai modelli percettivi di chi esegue da una parte e di chi ascolta dall'altra.
In una parola, la Quinta Sinfonia di Beethoven è la stessa che la dirigano Toscanini o Abbado, ma si colgono elementi discorsivi che, come nel parlare, rendono differente l'una esecuzione dall'altra ed entrambe, ad esempio, dall'idea che io posso avere dell'esecuzione di quell'opera.
Altra cosa, ma questo non è il nostro caso, è la traduzione di un testo, poiché qui l'interpretazione avviene utilizzando termini non necessariamente uguali che riescono a rappresentarlo tramite concetti.
Non c'è, non può esserci per fatti psico-fisiologici, una esecuzione-interpretazione univoca di un testo musicale.
Tuttavia, mi sembra di capire, correggetemi se sbaglio, che qui s sia usato il termine "interpretazione" per riferirsi ad un processo, squisitamente creativo e soggettivo, che è quello di abbinare immagini ad un brano musicale preesistente.
Se vogliamo, quindi, l'esatto contrario di quello che è creare una colonna sonora: vestire di musica una trama drammatica preesistente.
In entrambi i casi, che si vesta di immagini una trama sonora o di suoni una sceneggiatura, il processo creativo è più che mai soggettivo e non potrebbe essere altrimenti.
Perdonate la lunghezza, ma possiamo anche continuare :)
 
 
cloudbreak
cloudbreak il 31/08/10 alle 12:15 via WEB
In questo caso specifico sì, le immagini sono state abbinate ad una musica e ad un testo già esistenti, cercando quelle che a mio parere potessero essere le più adatte all'insieme musica+parole. Mi è stato rimproverato, come ho spiegato, che le immagini poco hanno a che fare con l'idea dell'autore del brano. E' un affermazione che contrasta moltissimo una dichiarazione dell'autore stesso, il quale disse in un'intervista che ciò che voleva fare con i suoi lavori era fornire uno spunto dal quale l'ascoltatore potesse trovare la propria chiave di lettura personale. E secondo me, ogni musica, poesia, racconto, pittura, scultura, fornisce a chi la osserva o a chi l'ascolta una serie di emozioni differenti dagli altri. Non mi pare che la musica sia ascoltabile seguendo un manuale d'uso o di una lista specifica di emozioni da provare, tipo "dal minuto xx al minuto xx si deve sentire rabbia, dal minuto xx al minuto xx amore, eccetera". Altrimenti ci riduciamo ad essere delle semplici fotocopie l'uno dell'altro.
Maestro, grazie, non si preoccupi della lunghezza, possiamo continuare quanto ci pare.
 
domenicomolinini
domenicomolinini il 31/08/10 alle 17:56 via WEB
Allora andiamo avanti.
Chi ha mosso delle critiche ha sbagliato.
Non mi stancherò mai di dire che la musica non ha alcuna valenza semantica che non sia la musica stessa. Pertanto non si può rappresentare una serie di suoni con una relativa serie di immagini.
Ai miei studenti, improvvisando al pianoforte, chiedo cosa significhi quello che ho suonato e la risposta non può essere che pirandellianamente: uno, nessuno e centomila.
La musica è un linguaggio, ma del linguaggio essa non possiede l’accezione con cui è comunemente riconosciuto: l’essere un mezzo di comunicazione come la parola.
Il linguaggio musicale, infatti, a differenza con il meccanismo semantico insito nella parola, scritta o parlata, non è fatto di vocaboli convenuti, e di termini stabiliti, atti a dare un’informazione univoca.
Facciamo ascoltare, ad esempio, un brano che ha un titolo emblematicissimo: Quadri di una esposizione, di Musorgskij.
Ebbene, nessuno che non conosca l'opera potrà mai riconoscere dal contesto musicale il soggetto del quadro che ha dato nome ad ognuno dei "momenti" che costituiscono l'opera completa. Ma anch'io che, invece, dei Quadri ho scritto un'orchestrazione, mentre scrivo o leggo o dirigo non vedo immagini, né personaggi, né paesaggi.
Piuttosto potremmo porre la problematica su piani estetici, per quanto soggettivi, poiché la soggettività qui la fa da padrona: quella musica si sposa bene con quelle immagini? Quelle immagini si sposano bene con quella musica?
Sì. No.
E chi lo dice?
(Mi spiace, giochiamo sempre in famiglia, ma che volete: noi questo mestiere facciamo e sfacchiniamo "sulle sudate carte" per farlo bene) Penso che molti di voi abbiano visto il film Kill Bill con la regia di Tarantino ebbene una scena topica di quel film ha la sua colonna sonora "ufficiale", ma anche una "accademica" che mio figlio ha scritto frequentando il corso di Musica per Film all'Accademia Chigiana con Luis Bacalov. Quando è stato proiettato il frammento con la "nuova" colonna sonora nessuno ha obiettato, anzi... :)
 
 
cloudbreak
cloudbreak il 01/09/10 alle 07:07 via WEB
La musica non può essere rappresentata per immagini, è vero, ma può generare immagini, nella testa dell'ascoltatore. Vale a dire: l'ascoltatore viene stimolato emozionalmente da ciò che ascolta, e si innesca un meccanismo di generazione di altre emozioni, che può essere in qualche modo rappresentato da immagini, da parole, giusto per comunicare all'esterno quali siano le sue sensazioni. Ecco, non è tanto la musica stessa a generare immagini, quanto il meccanismo che aziona, e che varia da persona a persona, proprio perchè le persone non sono tutte uguali, e le emozioni di ogni persona non sono mai le stesse od uguali agli altri. Quando mi sono ingegnato a realizzare il mio primo video, ho "immaginato" qualcosa sulla base di ciò che stavo ascoltando, ho costruito una specie di "storia" partendo da ciò che sentivo, e poi mi sono messo alla ricerca di quelle immagini che rappresentavano al meglio quel che sentivo. Posso aver colto lo spirito giusto, ma anche posso aver fatto degli errori colossali a detta di altri. Ma chi lo può stabilire? Io l'ho "visualizzato" così, altri lo possono vedere in altre forme: chi ha ragione? Tutti e nessuno, secondo me.
 
 
ilike06
ilike06 il 01/09/10 alle 18:38 via WEB
 
   
ilike06
ilike06 il 01/09/10 alle 18:46 via WEB
 
     
cloudbreak
cloudbreak il 02/09/10 alle 14:08 via WEB
Grazie!
 
   
cateviola
cateviola il 01/09/10 alle 18:49 via WEB
mi metto a sedere comoda e gusto l'ascolto ... grazie, GAC&Mamma del Giovin Maestro
 
cateviola
cateviola il 31/08/10 alle 23:49 via WEB
che piacere leggervi... oggi non era giornata, per me, ma se domani avrò un filo di tempo libero in più ... andiamo avanti!
 
 
cloudbreak
cloudbreak il 01/09/10 alle 07:07 via WEB
Sempre avanti!
 
domenicomolinini
domenicomolinini il 01/09/10 alle 18:45 via WEB
L'ascolto musicale può suscitare l'abbinamento con immagini preesistenti o la creazione di immagini ad hoc (come in questo caso).
Ripeto che è del tutto legittima qualsiasi operazione si faccia, o si voglia fare, con ciò che costituisce prodotto dell'intelletto.
L'unico limite che porrei, ma anche qui ci possono essere deroghe e la storia dell'arte ne è piena, è che l'opera di altri non sia distorta. Eppure qualcuno ha messo i baffi alla Gioconda e non può essere certamente considerato un ciarlatano!
Alla fine, quindi, cosa rimane? Il buon gusto. Il senso della misura. Il senso del bello.
Nessuno può vietare di utilizzare la Quinta Sinfonia di Beethoven come colonna sonora di documentari che mostrino stormi di uccelli, oppure vulcani in eruzioni, o spaghetti con le cozze, o rovine di città bombardate per l'imbecillità degli uomini.
Ora, ditemi voi, che ci azzeccano (Di Pietro docet) gli uccelli con i vulcani e gli spaghetti e le cozze e le città bombardate?
Ci azzeccano, dico io (e stavolta sono io che doceo).
Che poi, è lecito guardare, ascoltare e, quindi, dire quel che piaccia o non piaccia.
Altra cosa, ben più complessa, è l'ascolto fine a sé stesso. Per intenderci, quello che si fonda sulla percezione sonora in assoluto, poiché esso coglie i suoni come immagini e tutti li cataloga, traduce, comprende, secondo un processo semantico che può avvenire solo se ci sia una profonda educazione musicale all'ascolto. Il che significa che non occorre conoscere la grammatica musicale, note e quant'altro, ma bisogna avere seguito un percorso formativo.
Tutti i salmi finiscono in gloria: in Italia l'educazione musicale, che non significa assolutamente conoscere la grammatica e la sintassi musicale (e tantomeno il solfeggio!!!) è pressoché assente da qualsiasi processo formativo. Sic et simpliciter
 
 
cloudbreak
cloudbreak il 02/09/10 alle 14:13 via WEB
E' vero quel che dice, Maestro, spesso ci sono delle musiche accompagnate a delle immagini che poco hanno a che fare. C'è un brano, bellissimo, che racconta con musica e parole le "luci della ribalta". Quando l'ho trasformato in video mi sono rifatto all'omonimo film del grande Charles Champlin, dato che l'argomento era lo stesso. Eppure lo stesso brano venne usato alla fine degli anni ottanta come colonna sonora di uno spot di una lavatrice: che c'incastrava? Nulla, direi....
 
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