Creato da wss1 il 01/11/2007
Parco giochi per menti libere... (solo una "mente criminale" può avere un blog così....)
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Consigli dalla regia....
Avete voglia di divertirvi?
Avete voglia di mettere da parte i vostri casini mentali?
Passate al Parco del Web!!
VENITE AL WEBBO'S LAND!!
L’unico parco divertimenti in cui più Nuvole ci sono e meglio è…
L’unico parco giochi in cui i bambini sono più adulti degli adulti che lo frequentano…
L’unico parco giochi in cui anche chi è in panchina, si diverte come chi sta giocando…
L’unico parco giochi in cui anche se inciampi in una “cacca”, tutti ridono e nessuno se ne fa un problema…
L’unico parco giochi in cui la cioccolata la fa da padrona…
L’unico parco giochi aperto 24 ore su 24 e 7 giorni su 7, perché se non c’è il custode, il Cloud, c’è sicuramente qualcun altro che ha le chiavi, lui si fida di molte persone e fa bene…
VENITE AL WEBBO’S LAND !!!
DIVENTERA’ IL VOSTRO LUOGO PREFERITO PER IL DIVERTIMENTO!!
(spot a cura di Cio.Van) (grazie!)
« Quasi quasi cambio mestiere..... | Come dice Shakira..... » |
Non sono un esperto in materia, conseguentemente accetto pareri da chiunque li voglia dare, con maggiore competenza del sottoscritto. |
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Metti un box con i link dei tuoi video...
No, non metto box con link ai miei video, questo post era solo per capire se ero nel torto completo o meno, non per farmi pubblicità. Grazie comunque.
Se non metti i link perlomeno dammi una dritta su dove trovarli...
I video sono su Youtube. Uno c'è pure qua di fianco.
Credo
Grazie!
Grazie a te per l'occasione di riaccendere il cervello dopo le vacanze con un tema interessante e potenzialmente (virtualmente nel senso primo del termine) infinito
Ho riacceso il cervello, il tuo cervello? Impossibile: non lo spengi mai! ;)
Grazie!
Bisogna innanzitutto mettersi d'accordo sul significato che si voglia dare al termine interpretazione.
Nel lessico musicale per interpretazione s'intende il modo in cui si esegua un brano, senza assolutamente cambiarne la natura sonora, ossia la disposizione, organizzazione e successione delle note e, pur tuttavia, dandogli un'impronta che lo rende in qualche modo più o meno vicina ai modelli percettivi di chi esegue da una parte e di chi ascolta dall'altra.
In una parola, la Quinta Sinfonia di Beethoven è la stessa che la dirigano Toscanini o Abbado, ma si colgono elementi discorsivi che, come nel parlare, rendono differente l'una esecuzione dall'altra ed entrambe, ad esempio, dall'idea che io posso avere dell'esecuzione di quell'opera.
Altra cosa, ma questo non è il nostro caso, è la traduzione di un testo, poiché qui l'interpretazione avviene utilizzando termini non necessariamente uguali che riescono a rappresentarlo tramite concetti.
Non c'è, non può esserci per fatti psico-fisiologici, una esecuzione-interpretazione univoca di un testo musicale.
Tuttavia, mi sembra di capire, correggetemi se sbaglio, che qui s sia usato il termine "interpretazione" per riferirsi ad un processo, squisitamente creativo e soggettivo, che è quello di abbinare immagini ad un brano musicale preesistente.
Se vogliamo, quindi, l'esatto contrario di quello che è creare una colonna sonora: vestire di musica una trama drammatica preesistente.
In entrambi i casi, che si vesta di immagini una trama sonora o di suoni una sceneggiatura, il processo creativo è più che mai soggettivo e non potrebbe essere altrimenti.
Perdonate la lunghezza, ma possiamo anche continuare :)
Maestro, grazie, non si preoccupi della lunghezza, possiamo continuare quanto ci pare.
Chi ha mosso delle critiche ha sbagliato.
Non mi stancherò mai di dire che la musica non ha alcuna valenza semantica che non sia la musica stessa. Pertanto non si può rappresentare una serie di suoni con una relativa serie di immagini.
Ai miei studenti, improvvisando al pianoforte, chiedo cosa significhi quello che ho suonato e la risposta non può essere che pirandellianamente: uno, nessuno e centomila.
La musica è un linguaggio, ma del linguaggio essa non possiede l’accezione con cui è comunemente riconosciuto: l’essere un mezzo di comunicazione come la parola.
Il linguaggio musicale, infatti, a differenza con il meccanismo semantico insito nella parola, scritta o parlata, non è fatto di vocaboli convenuti, e di termini stabiliti, atti a dare un’informazione univoca.
Facciamo ascoltare, ad esempio, un brano che ha un titolo emblematicissimo: Quadri di una esposizione, di Musorgskij.
Ebbene, nessuno che non conosca l'opera potrà mai riconoscere dal contesto musicale il soggetto del quadro che ha dato nome ad ognuno dei "momenti" che costituiscono l'opera completa. Ma anch'io che, invece, dei Quadri ho scritto un'orchestrazione, mentre scrivo o leggo o dirigo non vedo immagini, né personaggi, né paesaggi.
Piuttosto potremmo porre la problematica su piani estetici, per quanto soggettivi, poiché la soggettività qui la fa da padrona: quella musica si sposa bene con quelle immagini? Quelle immagini si sposano bene con quella musica?
Sì. No.
E chi lo dice?
(Mi spiace, giochiamo sempre in famiglia, ma che volete: noi questo mestiere facciamo e sfacchiniamo "sulle sudate carte" per farlo bene) Penso che molti di voi abbiano visto il film Kill Bill con la regia di Tarantino ebbene una scena topica di quel film ha la sua colonna sonora "ufficiale", ma anche una "accademica" che mio figlio ha scritto frequentando il corso di Musica per Film all'Accademia Chigiana con Luis Bacalov. Quando è stato proiettato il frammento con la "nuova" colonna sonora nessuno ha obiettato, anzi... :)
Ripeto che è del tutto legittima qualsiasi operazione si faccia, o si voglia fare, con ciò che costituisce prodotto dell'intelletto.
L'unico limite che porrei, ma anche qui ci possono essere deroghe e la storia dell'arte ne è piena, è che l'opera di altri non sia distorta. Eppure qualcuno ha messo i baffi alla Gioconda e non può essere certamente considerato un ciarlatano!
Alla fine, quindi, cosa rimane? Il buon gusto. Il senso della misura. Il senso del bello.
Nessuno può vietare di utilizzare la Quinta Sinfonia di Beethoven come colonna sonora di documentari che mostrino stormi di uccelli, oppure vulcani in eruzioni, o spaghetti con le cozze, o rovine di città bombardate per l'imbecillità degli uomini.
Ora, ditemi voi, che ci azzeccano (Di Pietro docet) gli uccelli con i vulcani e gli spaghetti e le cozze e le città bombardate?
Ci azzeccano, dico io (e stavolta sono io che doceo).
Che poi, è lecito guardare, ascoltare e, quindi, dire quel che piaccia o non piaccia.
Altra cosa, ben più complessa, è l'ascolto fine a sé stesso. Per intenderci, quello che si fonda sulla percezione sonora in assoluto, poiché esso coglie i suoni come immagini e tutti li cataloga, traduce, comprende, secondo un processo semantico che può avvenire solo se ci sia una profonda educazione musicale all'ascolto. Il che significa che non occorre conoscere la grammatica musicale, note e quant'altro, ma bisogna avere seguito un percorso formativo.
Tutti i salmi finiscono in gloria: in Italia l'educazione musicale, che non significa assolutamente conoscere la grammatica e la sintassi musicale (e tantomeno il solfeggio!!!) è pressoché assente da qualsiasi processo formativo. Sic et simpliciter