Creato da Web_London il 15/04/2015

Note a margine

A volte di vince, a volte si perde ma la lotta è sempre impari

 

Nessuna cortesia all'uscita

Post n°801 pubblicato il 10 Marzo 2021 da Web_London

 


Nessuna cortesia all'uscita.

E' mettere una linea netta tra noi e qualcun altro, oltre la quale non si va più.
Succede nel mondo del lavoro, succede tra qualche nostra amicizia che pensavamo sincera e, talvolta, può capitare nell'amore, anche in quelli che ci appaiono i più indissolubili.
Che sia giusto o sbagliato io non lo so, mi rendo però conto che può diventare una necessità.

A me è successo, raramente ma è successo.
Poi, nel tempo, me ne sono quasi sempre pentito, non è mai stato nelle mie corde e nel mio carattere mettere una linea netta tra me e un'altra persona.
Non mi appartiene, faccio fatica perfino a concepirlo e quando è successo mi è costato tanta fatica. Se penso poi a come mi sentirei io se qualcuno lo facesse con me, beh, io ne farei una malattia e ci metterei un bel po'  a farmene una ragione.
Magari tenterei qualcosa o forse no, probabilmente mi ci dovrei trovare dentro per capire come ci si può sentire davvero.
Di sicuro, conoscendomi, non la vivrei assolutamente bene.

Ma l'ho fatto, qualche volta mi è capitato di tirare una riga netta e definitiva. Mi sono reso conto di averlo fatto solo per riuscire a sopravvivere o perlomeno per continuare a vivere.
E non è mai stato indolore, è stato uno strappo sulla carne viva che, nel bene o nel male, ha lasciato una ferita sulla pelle che ci ha messo del tempo a rimarginarsi.

A volte penso che se solo potessi riavvolgere all'indietro il nastro del tempo non lo rifarei, almeno non in modo così netto e definitivo e, soprattutto, non con tutte le persone con cui l'ho fatto.



 

 
 
 

E' tutta un'altra cosa

Post n°800 pubblicato il 05 Marzo 2021 da Web_London


 

Sono solo immagini che vanno e vengono.
Si fermano per qualche istante e poi se ne vanno per ritornare all'improvviso quando vogliono loro.
Alcune limpide e chiare, altre meno, sfumate quel tanto da renderle indefinite ma non meno riconoscibili.
Le riconosci e le cogli al volo anche se i contorni sono sfuggenti e rarefatti.

Tornano, frammenti, pochi istanti di un bel pezzo di vita, andata via troppo in fretta per non fartela mancare nel momento in cui arrivano.

No, amica mia, non ti sto parlando di amori nati e poi finiti, di storie più o meno lunghe e fortunate come un colpo gobbo al Supernealotto.
Tanto, anche quelli prima o poi finiscono, finiscono sempre, vanno e vengono come le stagioni e quando si chiude il sipario e si spegne l'ultimo applauso dal fondo della sala, resta solo quella struggente malinconia che scatena i poeti e riempie le pagine sui romanzi d'appendice.
Un amore che finisce è buono per farci un post in un blog, magari anche più se ci scappa un momento buono, brucia dentro per un po' e ci appare come un fuoco che divampa e lo facciamo sempre più grande di quel che era.
Ma anche il fuoco più grande dopo un po' si spegne e più è forte e prima finisce.
E finisce sempre.

Un amore che finisce lascia sempre aperta un'altra possibilità, una vita che era intrecciata alla tua si spegne, invece, è tutta un'altra cosa.
Ti entra nella pelle, squarcia la carne lasciandola esposta a ogni tipo di infezione e fa male, un male che in certi momenti ti lascia indifeso e disperso come un cane preso a calci e lasciatò lì.
Non finisce mai, nel tempo si trasforma, cambia pelle, diventa un ricordo che ogni tanto torna a farti un po' di compagnia ma lascia sempre una ferita che senti pulsare più forte quando cambia il tempo.
E non c'è niente da fare, devi solo lasciare che il tempo ti insegni a conviverci.

Si, è completamente tutta un'altra cosa.


 
 
 

Le donne dovrebbero essere tutte così, zitte, o parlare poco, sempre devote a noi uomini e tanto servizievoli. Sbaglio per caso?

Post n°799 pubblicato il 01 Marzo 2021 da Web_London



E' proprio vero, le donne dovrebbero essere tutte così, zitte o parlare poco, sempre devote a noi uomini e soprattutto tanto servizievoli per esaudire ogni nostro desiderio senza star tanto lì a discutere.
A me non sembra di chiedere troppo, sbaglio per caso?

...

Un giorno scrissi qui dentro di una cosa che mi era capitata e, a dirla tutta, stupito non poco .

L'inizio
Ho appena pranzato al bar sotto la Galleria del Teatro dove da un po' ho preso l'abitudine di andare. E' vicino, ci metto pochi minuti e così ho un po' di tempo per farmi le cose mie.
In questo bar c'è una cameriera, alta e dai lunghi capelli neri che fino a due settimane fa nemmeno sapeva il mio nome, fredda e formale come una voce registrata di una segreteria.
Da qualche giorno, invece, ha cominciato a chiamarmi per nome, appena finisco il panino mi chiede se voglio il caffè ed è completamente cambiata.
Un giorno ero lì e parlavo del più e del meno con il titolare e mi è capitato di raccontargli che di solito quando prendo il caffè al bar mi faccio sempre dare anche mezzo bicchiere d'acqua.
La cameriera, che probabilmente ha ascoltato questa conversazione, quando alla fine ho ordinato il caffè, prima di prepararlo ha riempito mezzo bicchiere d'acqua e l'ha messo sopra il bancone guardandomi di sottecchi senza dire niente e aspettando la mia reazione.
"Meravigliosa!!" le ho detto.
E da quel giorno, quando capita a lei di prepararmi il caffè, non si scorda mai di mettermi vicino anche mezzo bicchiere d'acqua
Potenza della primavera? Massì, son ragazzi!

Questo qualche settimana fa

 

E di questi giorni ...

In questi tempi continuo ad andare sempre in quel bar e da un paio di settimane ordino solo un po' di verdura. Peperoni, zucchine, melanzane o quel che alla mattina i tre titolari decidono di preparare.
Qualche giorno fa mi metto un momento di fronte al bancone per vedere cosa posso mangiare.
Di solito prima ordino e poi prendo uno stuzzicadente tra i tanti dentro un bicchiere e vado a sedermi dove trovo un po' di posto.
Quel giorno, la cameriera, quella che da un certo giorno in poi ha cominciato a chiamarmi per nome, mi prepara un piattino di verdura, me l'appoggia sul bancone e prima che lo facessi io, mi porge anche il bicchiere con gli stuzzicadenti!
Ossignore!!
La guardo e rivolgendomi al suo titolare e non riesco a trattenermi: "Attento a non perderla questa ragazza qui, eh!"
"No, no, ci mancherebbe altro" mi risponde mentre la ragazza ci guarda sorridendo e probabilmente un cincinin imbarazzata.

Ieri è successo ancora
Entro nel bar, ordino della verdura e poi perdo due secondi a far due chiacchiere con uno dei titolari; è solo per un attimo ma in quel velocissino istante lei esce dal suo posto e quando mi giro la vedo fuori dal bancone che sta appoggiando una tovaglietta di carta e le posate in un posto libero tra due clienti.

Ossignore!!!
E' incredibile questa ragazza, zitta zitta, senza parlare più di tanto, vede tutto, sente tutto e poi ti fa trovare tutto pronto; ma io dico, è o non è il massimo, uno dei desideri segreti di ogni uomo??

E' proprio vero, me ne rendo conto ogni giorno che passa, le donne dovrebbero essere tutte così, zitte o parlare poco, sempre devote a noi uomini e soprattutto tanto servizievoli per esaudire ogni nostro desiderio senza star tanto lì a discutere.
A me non sembra di chiedere troppo, credo che in fondo sia il minimo sindacale ... sbaglio per caso?


(Un vecchio Post)



 

 
 
 

Poi è nato. Ma non ricordava più

Post n°798 pubblicato il 28 Febbraio 2021 da Web_London

 


"Io ti ho già incontrata.
In un'altra vita, in un altro tempo,
ma eri sempre te.
Adesso lo so"

...


Lui scelse di nascere e questo lo ricordava bene.
L'anima era nella "Visione Perfetta" del "Senza Spazio e Tempo" quando all'improvviso un bagliore di luce richiamò la sua attenzione.
Fu allora che lui decise: "Torno lì"

Allora è stato il suo Primo Tempo, il tempo delle scelte e fu lì che la sua anima decise la Missione.
E la Missione era la Gioia Condivisa, fu questa la sua prima scelta.
Poi vennero le altre, il luogo, i genitori, il corpo che l'avrebbe ospitato e una vita che passò e nella quale, ne era sicuro, la incontrò.
Poi, in un preciso momento del Senza Tempo, tutto era fatto, era arrivato il momento del passaggio e l'anima era pronta.
Ma c'era ancora spazio, nel Senza Spazio e Tempo, per una promessa.

E la promessa era una sola risposta a una precisa domanda
La guardò un momento prima cercando di fissare forte il suo viso nella sua mente.
Qualche istante dopo, un attimo prima, le chiese:
"Prometti di ricordare?"
"Ricordare cosa?"
"Tu prometti"
"Lo prometto"

La mano del Tutto si posò su di lui e lui sorrise.
Quello fu l'ultimo attimo vissuto nel Senza Tempo e Spazio.

Poi è nato.
Lui sapeva ma non ricordava più.
Ma sapeva.

(Una mia personale suggestione dopo aver letto quel meraviglioso libro di di Brian Weiss)



Nessuno dice mai se prima o se poi,

e forse qualche Dio non ha finito con noi

 

 
 
 

Ognuno ha il suo racconto, il suo esclusivo canto

Post n°797 pubblicato il 24 Febbraio 2021 da Web_London


"
Casa mia, prateria quasi in città
c'è un casello, un cartello e via"

(The King)


"Ognuno ha il suo racconto,
il suo esclusivo canto"

...

E' sera e oggi è stata una giornata difficile.
Vabbè, non dico niente di originale, lo sarà stata per tanti che non è una novità per nessuno.
Comunque, la mia oggi lo è stata.
Stanotte ho dormito poco e male, continuavano a girarmi per la testa dei pensieri, brutti pensieri, densi di preoccupazione.
Credo di aver preso sonno a notte fonda e di aver dormito fino a quando è suonata la radiosveglia, facendo mille sogni improponibili di cui in questo momento non ne ricordo nemmeno uno.
La radiosveglia mi sveglia ogni mattina verso le 6.30, si accende su Radio24 con le prime pagine dei giornali e un bravo giornalista che le commenta.

Mi sono alzato con fatica e solo sotto la doccia ho cominciato a ragionare e a connettere il cervello.
Con calma i soliti gesti mattutini, la doccia, aspettare che il caffè venga su e nel frattempo vedere come hanno aperto i mercati asiatici, le preaperture di quelli europei e accendere la tv sul canale delle news.
Stamattina un brusco risveglio, Shangai è andata giù pesante e ho perso anch'io. Non ci voleva, già ieri sera l'indice tecnologico americano era andato giù come un siluro.
Evabbè,
nelle ultime settimane sono andati su treni  che un piccolo storno era fisiologico, non pensiamoci che domani sarà un altro giorno.
Un paio di volte la settimana, più o meno verso le 7.30, mi messaggio con il mio amico Bruno per incontrarci al bar de centro, caffè per lui e un cappuccino per me, di solito verso le 8.
Stamattina eravamo disponibili tutti e due e ci siamo incontrati al bar del centro. C'era molta altra gente e c'era anche Mauro, un ragazzo disabile che incontriamo ogni tanto e che stamattina mi ha fatto dei discorsi sul movimento 5 stelle che condividevo anch'io
Com'è strana la vita a volte, incontrare qualcuno e sentirlo parlare di cose a cui ci pensavi anche tu.

Comunque, svegliarsi stamattina è stata più dura del solito, ho dormito poco e la stanchezza la comincio a sentire.
E' da una settimana o giù di lì che più di una persona mi chiede se sono dimagrito.
Una collega poi, me l'ha chiesto più volte: "Web, ma sei dimagrito? Quanto sei dimagrito?"
Si, è vero, la dieta e il vogatore stanno facendo i loro effetti e sono dimagrito di quasi sei chili.
La pancetta sta sparendo, le spalle si stanno irrobustendo, lo sento, e la lotta contro la glicemia non è più impari, la combatto ad armi pari anche se è dura.
Mangio, perdio se mangio, non mi faccio mancare niente, ma ci sto un po' più attento e mi do dei limiti.
Funziona, sembrava impossibile ma, sempre che la bilancia non sia andata via di testa o voglia prendermi per il culo, funziona.
La settimana scorsa, sono andato a provarmi un vestito per sostituire uno che ormai sono quasi dieci anni che lo porto e il sarto, sapendo che ho la taglia 56 e vedendo che il vestito nuovo mi stava largo, mi ha chiesto:
"Web, sta dimagrendo per caso? Non le va più bene la 56  ma ci stiamo avvicinando a una 54"
"Si, in questo periodo sono dimagrito e qualche chilo lo devo perdere ancora"
"Ah benon, mi tocca stringerle tutto allora"
"Già..."

E' un periodo strano, le persone accanto a me sono nervose e tirate come una corda di violino.
La mia amica Francesca, quella santa donna che ogni tanto raccoglie i miei pensieri, ha un periodo che è nervosa e ha i nervi a fior di pelle.

L'altra sera, mentre eravamo al telefono e stavo spiegandole come collegare Zoom per riunione, ci siamo quasi attaccati per un nonnulla, per una cazzata  stavamo cominciando a litigare. Con lei non mi capita quasi mai ma, perdio, era talmente nervosa e tirata come l'ho vista poche volte.
Al lavoro poi, alcuni sono più nervosi del solito e dire che le cose non vanno male, anzi.

Questo pomeriggio ho incontrato una signora che ha appena perso il marito. Mi ha chiamato per occuparmi della sua successione e ci siamo incontrati.
E' una persona anziana, una specie di amica di famiglia, e quando ci siamo seduti ha parlato ininterrottamente per quasi un'ora mentre io non ho fiatato e me ne sono stato zitto ad ascoltare.
Mi succede di rado ma oggi è stata così, per quasi un'ora lei ha parlato di tutto mentre io, guardandola in silenzio da dietro la mascherina, pensavo che in fondo ne avesse un gran bisogno.
Alla fine, quando ci siamo salutati si è messa a piangere e ame ha fatto una gran pena, suo marito era un uomo buono, tanto, e mi dispiace davvero che sia andata così e che non abbia potuto salutarlo prima che lui se ne andasse.

E' uno strano periodo, un po' così, sono impegnato in più fronti e non sempre le cose vanno come vorrei.
Credo di averlo già scritto, spesso faccio fatica a rinunciare quel senso di voler sempre avere il controllo della situazione e mollare e lasciare che le cose succedano anche se non vanno come io vorrei.
E' difficile per me, me ne rendo conto ma faccio sempre una gran fatica.

Ieri sera ho fatto un commento su Facebook ad un post di un'amica di vecchissima data.
Lei è un'artista, prende  vecchi
oggetti che gli altri buttano via, li ricolora e li trasformandoli in meraviglie quasi irriconoscibili.
Ha avuto molte citazioni in un sacco di riviste, da quelle di moda a quelle di arredamento ed è stata una bella sorpresa per me quando ho saputo che aveva questo talento.
Ieri sera aveva messo in rete una sua creazione e l'ho commentata. Non lo faccio mai ma era talmente bella che non ho potuto farne a meno.
Beh, lei ha risposto al mio commento e mi ha quasi commosso per quello che ha scritto.
Sarà che sto diventando vecchio e mi emoziono per delle schiocchezze?
Anche, ma non credo sia stato per quello, comunque era da tanto che non mi succedeva di emozionarmi così e la ringrazio per questo.

Avrei voglia di vedere qualche amico che non vedo da tempo.
Paolo, Roberto e poi Alberto con cui, una sera, durante il lockdown abbiamo fatto una telefonata di oltre quattro ore, poi e molte altre persone, alcune che per pigrizia ho lasciato lì e altre, entrate e uscite dalla mia vita ma di cui conservo un ricordo.
Speriamo le possa rivedere, spero ci sia l'occasione appena questa disperazione del Covid sarà finita perché ne ho una gran voglia davvero.

Intanto, adesso c'è Draghi.
Cosa penso di Draghi?
Penso che sarà dura per lui, è un uomo particolare, nel 2011 ha fatto una cosa che a nessuno
era riuscita prima di lui.
Quando qualcuno ha tentato di speculare e affondare l'Euro, lui ha guardato negli occhi il mercato e, in sostanza, ha detto: "Provateci"
Un uomo solo contro il mercato e alla fine ha vinto lui, nessuno al mondo a mia memoria c'era mai riuscito.
Per chi mastica di finanza sa che non bisogna mai, mai, mettersi contro il mercato se si vuole uscirne ancora vivi, ma sempre andargli dietro, il mercato è come un Tsunami che non puoi combattere da solo, è troppo grande per chiunque, governi compresi.
Ma lui, da solo, sul ponte di comando della BCE l'ha fatto e ha vinto.
E' per questo che adesso l'Italia non è come l'Argentina degli anni novanta e i mutui sono all'1%.
Non fosse stato cosi, se avesse perso, probabilmente staremmo ancora tutti lì a leccarci le ferite

Credo che in questo ruolo di Presidente del Consiglio farà fatica, è un uomo abituato ad ascoltare tutti ma poi a decidere da solo, soprattutto a decidere, e conoscendo i politici di adesso l'impresa non è tanto facile.
Si, adesso sono tutti lì a tendergli il tappeto rosso e a inchinarsi quando passa ma fra non molto, con la i sondaggi in mano che non andranno come vorrebbero, ci saranno molti scontenti e per due voti in più si metteranno di traverso, miopi e incapaci di andare oltre la punta del proprio naso.
Draghi è l'uomo giusto ma, purtroppo, è circondato da troppi politicanti incompetenti e attenti solo a raccattare un voto in più
Speriamo bene perché se con lui non va, ricordiamoci che dopo c'è solo l'abisso e terre inesplorate e pericolose.
Speriamo bene.


"Ognuno ha il suo racconto,
il suo esclusivo canto"



 
 
 

Bentornato Pojana

Post n°796 pubblicato il 16 Febbraio 2021 da Web_London


Bentornato Pojana

 
 
 

Il tempo segna la distanza

Post n°795 pubblicato il 08 Febbraio 2021 da Web_London


Un giorno, un cazzaro ha scritto:

"Niente dura per sempre,
nemmeno gli amori che
pensiamo essere eterni.
Siamo stati tutti ex di qualcuno
e verremo sempre prima
di qualcun altro che un giorno

prenderà il nostro posto.
Credimi sulla parola,

non sono cinico e tantomeno un baro,

è solo questione di tempo"

Forse è vero oppure no, a me piace pensare
che alla fine, arrivi un momento in cui noi tutti vorremmo
non essere più "ex di qualcuno" ma "l'ultimo"

...


Il tempo segna la distanza
tra quel che ero e quel che adesso sono diventato.
Echi lontani di guerre mai vinte, giorni caduti e notti senza sonno
e poi lampi di luce in fondo a una strada, fiochi bagliori senza forma nella nebbia.

Il tempo segna la distanza
tra quel che eri e quel che ora tu sei diventata.
Le tue attese accese e poi i silenzi amari,
e il rumore di un ruvido addio
che dal centro del tuo cuore alla fine il vento ha portato via.

E' anche per questo che tu adesso stai li,
mezza no e mezza si.

E' anche per questo che io adesso sto qui,
mezzo no e mezzo si.

 

Mezzo cuore lo parcheggio qua,
l'altro pezzo la strada la sa


 

 
 
 

Aperto solo per Asporto

Post n°794 pubblicato il 28 Gennaio 2021 da Web_London

 

Pausa pranzo

Nemmeno oggi c'è un po' di sole, fa freddo, parecchio freddo.
Sono andati tutti a pranzo e qui dentro ci siamo solo io e un altro collega seduto di fronte a me.
Non capisco di cosa stia parlando, lo sento brontolare al telefono con qualcuno che sembra non capire quello che sta dicendo.
Ho appena finito una call su quella cosa dell'Ecobonus 110% che il governo ha messo in pista in questi mesi.
Non è proprio come la gente pensa, non è così immediato e le pratiche sono lunghe e tortuose che a fare qualche errore ci si mette un attimo.
Vedremo come andrà, non dico niente.

Siamo arrivati a fine gennaio e continua ad essere una disperazione
Siamo ancora con le mascherine in faccia, 500 morti ogni giorno, i vaccini che non arrivano oppure prendono altre strade più renumerative per chi li produce, non lo so ma ho il forte sospetto che sia così, eppure in fondo al tunnel, anche se molto in fondo, si intravede una piccola luce.
Ma è una luce, non ci sono dubbi.
La famosa curva che ormai abbiamo imparato a conoscere tutti sta lentamente scendendo.
Non molto, per carità, ma quel tanto che basta per essere, nel mare delle notizie disastrose, una piccola speranza.

Come non bastasse, siamo anche in piena crisi di governo
Ma io dico, non ce n'erano già tanti problemi sparsi intorno al tavolo per pensare anche di far cadere il governo?
Mah, mon lo metto in dubbio, sicuramente ci saranno state delle ragioni da entrambe le parti, tutte più o meno valide, ma proprio adesso doveva cadere?
Stavolta rischiamo verramente di diventare il fanalino di coda del mondo occidentale, gli altri correanno e ci staccheranno a vista mentre noi staremo ancora cercando di capire cosa ci è capitato e poi a lamentarci e far polemiche come siamo soliti fare.
Un tipo che conosco con cui un tempo eravamo amici, forse lo siamo ancora anche se da un po' di tempo che non lo incontro, e che avevo pure invitato al mio matrimonio oltre vent'anni fa, oggi è stato dal Presidente Mattarella per le consultazioni per il nuovo Governo.
E' stato così strano ascoltarlo nella stanza del Quirinale mentre dava ai giornalisti e alle telecamere il resoconto dell'incontro.
Lo conosco bene e vederlo lì mi sono venuti in mente un sacco di pensieri e di situazioni che abbiamo vissuto insieme fino a qualche anno fa.
E vabbè ...

Intanto, camminando piano oppure correndo forte, la vita scorre in avanti.
In questo tempo non è come me la sarei aspettata, non in questo momento, ma lo sappiamo tutti che la vita è anche questa, prima o poi ti mette davanti quello a cui tu non avresti mai pensato e immaginato.
Ci vorrebbe sempe la giusta distanza emotiva dalle cose ma cosi non è, non lo è mai; quando ti mette con le spalle al muro te ne freghi della distanza emotiva e reagisci per trovare una soluzione.
Io mi conosco, ho il grande difetto di voler sempre avere il controllo sulle cose che mi stanno intorno e faccio tanta fatica a rendermi conto che non è mai così, le cose succedono e tu non ci puoi far nulla per evitarlo se non affidarti e avere un briciolo di fiducia
Dirlo è facile ma quanta fatica per riuscire ad accettarlo per uno come me abituato a prendere continuamente delle decisioni per gli altri e assumersi la responsabilità delle azioni che fa.
Ma così è, spesso non ci si può fare niente se non fidarsi e fare un passo indietro per farne, un giorno, due avanti.

E' così strano, con questa cosa qui delle zone a colori, non ho nemmeno voglia di pranzare.
"Aperto Solo Per Asporto" è la nuova parola che leggo fuori da ogni bar e da ogni tratoria. Ordini, prendi, paghi e te ne vai a mangiare fuori oppure risali nel palazzo e ti metti seduto alla scrivania
E' triste, preferisco saltare, solo qualcosa di caldo consumato in piedi a guardare la gente che cammina disordinata per la piazza.
Non morirò certo di fame e a mangiare ci penserò stasera.
Durante la pausa ho fatto due passi per il centro.
Negozi deserti, un clima da post attacco chimico di una guerra batteriologica, tutti con la mascherina che ti guardano male se tu l'abbassi un momento per prendere una boccata d'aria, non c'è che dire, c'è ancora un brutto clima e non si sa ancora bene quando finirà.

Andremo a votare? Non lo so, io vorrei si evitasse
Avremo un altro governo? Penso di si, non ho idea se e come reggerà ma credo che raccattando un po' a destra e un po' a sinistra, in qualche modo una fragile maggiornaza la troveranno
Quantò durerà io non lo so, ci proveranno, cercheranno di tenerla in piedi, io per ora alternative non ne vedo.
A me piacerebbe proponessero uno come Cottarelli ma credo sarà molto difficile, è un tecnico e i ministri tecnici hanno sempre avuto poca fortuna come Primi Ministri.

Stamattina mi ha chiamato il corriere di Amazon, era davanti a casa mia per consegnarmi un pacco. Me lo sono fatto arrivare a casa perché era un po' voluminoso e pesante e la vedevo dura portarlo in auto e soprattutto a farcelo stare.
Con le palestre chiuse mi sono fatto un regalo, un vogatore, dicono che faccia bene il suo lavoro e per tenersi in forma a me può andar bene.
Bene, adesso comincerò a vogare e diventerò un piccolo Abbagnale!
Li ricordate i fratelli Abbagnale, quante emozioni ci hanno reglato con Galeazzi che perdeva la voce ogni volta arrivavano alla fine.
Altri tempi ...

E' così, va così, in qualche modo la facciamo andare, non è un gran periodo, anzi, ma non credo sia migliore o peggiore di quello di tutti in questi mesi.
Confido nel futuro, ci punto tutto.


 
 
 

Ha fatto anche cose buone - Il culto di Mussolini e le bufale sul fascismo in Italia

Post n°793 pubblicato il 27 Gennaio 2021 da Web_London


"Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario,
perché ciò che è accaduto può ritornare,
le coscienze possono nuovamente essere sedotte
ed oscurate: anche le nostre."

Primo Levi

...

L'articolo seguente, preso dal Bolg di Gabriella Giudici e dal sito Io Ex Trastrong, fa luce e apre gli occhi sull'incredibile persistenza delle falsità sul fascismo davanti a un popolo, quello tedesco, che a differenza del nostro non ha mancato di fare i conti con la storia.

I miti del fascismo

1 «Devi ringraziare il Duce se esiste la pensione»
2 «Il Duce garantì l'assistenza sanitaria a tutti lavoratori»
3 «La cassa integrazione guadagni è stata pensata e creata dal Duce»
4 «Il Duce ha avviato il progetto della bonifica pontina»
5 «Ai tempi del Duce eravamo tutti più ricchi»
6 «Il Duce ha fatto costruire grandi strade in Italia»
7 «Quando c'era lui i treni arrivavano in orario»
8 «Il governo di Mussolini raggiunse il pareggio di bilancio il primo aprile 1924 (e quindi è migliore dei governi attuali)»
9 «Mussolini rinunciò al suo stipendio per risanare l'economia e finanziare la guerra»
10 «Mussolini non aumentò le tasse»
11 Mussolini impose ai membri del governo l'uso delle biciclette facendo risparmiare miliardi al popolo italiano
12 I fascisti non hanno mai rubato
13 Il Duce è stato l'unico uomo di governo che abbia veramente amato questa nazione

I miti del fascismo tra fantasia e realtà

Mito «Devi ringraziare il Duce se esiste la pensione»
Realtà:
In Italia la previdenza sociale nasce nel 1898 con la fondazione della "Cassa nazionale di previdenza per l'invalidità e la vecchiaia degli operai", un'assicurazione volontaria integrata da un contributo di incoraggiamento dello Stato e dal contributo anch'esso libero degli imprenditori. Mussolini aveva in quella data l'età 15 anni. L'iscrizione a tale istituto diventa obbligatoria solo nel 1919, durante il Governo Orlando, anno in cui l'istituto cambia nome in "Cassa Nazionale per le Assicurazioni Sociali". Mussolini fondava in quella data i Fasci Italiani e non era al governo.
Tutta la storia della nostra previdenza sociale è peraltro verificabile sul sito dell'Inps. La pensione sociale viene introdotta solo nel 1969. Mussolini in quella data è morto da 24 anni.

Mito: «Il Duce garantì l'assistenza sanitaria a tutti lavoratori»
Realtà: Con la legge dell'11 gennaio 1943, n. 138, con il nome di Ente mutualità fascista - Istituto per l'assistenza di malattia ai lavoratori, venne istituita la prima Cassa Mutua di Assistenza di Malattia che offriva tutele solo ai lavoratori del pubblico impiego. Tutti gli altri non ne avevano diritto.
Il diritto alla tutela della salute per tutti nasce il 13 maggio 1947, data in cui viene istituita l'INAM, Istituto Nazionale per l'assicurazione contro le malattie, riformato nel 1968, con la legge n. 132 (cosiddetta "legge Mariotti"), che assisteva tutti i lavoratori, anche coloro che dipendevano da imprese private.
Nel 1978, con la legge n. 833 del 27 dicembre, veniva estesa, oltre che l'indennità retributiva in caso di malattia, anche il diritto all'assistenza medica con la costituzione del Servizio Sanitario Nazionale, con decorrenza del 1º luglio 1980 (la cosiddetta "riforma sanitaria"). La norma era chiaramente ispirata al National Health Service (NHS) britannico.

Mito: «La cassa integrazione guadagni è stata pensata e creata dal Duce»
Realtà: La cassa integrazione guadagni (CIG) è un ammortizzatore sociale per sostenere i lavoratori delle aziende in difficoltà economica. Nasce nell'immediato dopoguerra per sostenere i lavoratori dipendenti da aziende che durante la guerra furono colpite dalla crisi e non erano in grado di riprendere normalmente l'attività. Quindi la cassa integrazione nasce per rimediare ai danni causati dal fascismo e della guerra che hanno causato milioni di disoccupati.

Mito: «Il Duce ha avviato il progetto della bonifica pontina»
Realtà: I primi lavori di bonifica cominciarono nel 1924 con l'istituzione del Consorzio di Bonifica di Piscinara che avviò la canalizzazione delle acque del bacino del fiume Astura, riprendendo un progetto di Leonardo Da Vinci, interessato anche lui su una ipotesi di bonifica.
Addirittura i primi lavori furono eseguiti da i Volsci (intorno al VI secolo a.c.) che, con un sistema di drenaggio a base di cunicoli rimasti celebri e forse insuperati, riuscirono ad assicurare la disciplina delle acque per cui la zona divenne prosperosa e fertile. Mussolini, quindi, non ha avviato un bel niente.

Mito: «Ai tempi del Duce eravamo tutti più ricchi»
Realtà: Mussolini permise agli industriali e agli agrari di aumentare in modo consistente i loro profitti, a scapito degli operai. Infatti fece approvare il loro contenimento dei salari.
Nel 1938, dopo 15 anni di suo operato, la situazione economica dell'italiano medio era pessima, il suo reddito era circa un terzo di quello di un omologo francese.

Mito: «Il Duce ha fatto costruire grandi strade in Italia»
Realtà: Il programma infrastrutturale che prevedeva la costruzione delle strade completate durante il ventennio cominciò già durante il quinto governo di Giovanni Giolitti, avendo constatato l'impossibilità di uno sviluppo industriale in mancanza di solide strutture.
Tale "rivoluzione" non potè essere attuata da Giovanni Giolitti, prima, e dal governo Bonomi che ne seguì solo per i sette mesi che resse a causa del boicottaggio e dell'ostruzionismo politico da parte del nascente fascismo, prima generico movimento popolare (1919) e poi soggetto in forma di partito dal 1921, con la costituzione del Partito Nazionale Fascista.

Mito: «Quando c'era lui i treni arrivavano in orario»
Realtà: non è vero. Si tratta di un mito derivante dalla propaganda durante il Ventennio. La puntualità dei treni era infatti per la propaganda fascista il simbolo del ritorno all'ordine nel paese ma, in realtà, è solo grazie alla censura sistematica delle notizie riguardanti incidenti e disservizi ferroviari che questa immagine si è potuta formare.

Mito: «Il governo di Mussolini raggiunse il pareggio di bilancio il primo aprile 1924 (e quindi è migliore dei governi attuali)»
Realtà: Partiamo malissimo perché il pareggio è successo nel 1925 ed in altra data. Il mito calca la mano sul concetto fondamentale che il governo fascista fu in grado di pareggiare il bilancio dello stato mentre i governi attuali siano degli inetti.
Che ci sia riuscito non c'è dubbio, ma era già successo prima che Mussolini salisse al governo (fu Minghetti a realizzarlo) nel 1876. Come ogni disinformazione che si rispetti è più importante quello che si sta dimenticando di dire, e cioè che negli anni successivi però andò tutto in vacca: la crisi mondiale in parte e il disinteresse dell'economia del Duce, molto più interessato a fare la guerra, portarono il bilancio in negativo vanificando tutti gli sforzi fatti.
La politica di autarchia messa in atto limitò moltissimo le importazioni e le esportazioni, politica totalmente inapplicabile oggi. Oltre ad aver causato la distruzione della nazione nella Seconda Guerra Mondiale.
Citando Totò: "L'operazione è riuscita, ma il paziente è morto"

Mito: «Mussolini rinunciò al suo stipendio per risanare l'economia e finanziare la guerra»
Realtà: che Mussolini abbia o meno rinunciato al suo stipendio è irrilevante essendo stato un dittatore con spese personali non trasparenti. È noto peraltro che quando fu catturato a Dongo con Claretta Petacci, aveva con sé un importante patrimonio inclusi, tra l'altro, 42 kg. d'oro in lingotti (l'Oro di Dongo).

Mito: «Mussolini non aumentò le tasse»
Realtà: a parte i primi anni non è vero che le tasse non furono aumentate, un po' alla volta nuove tasse colpirono gli italiani e la lira che aveva rafforzato nei primi anni venne svalutata più volte per poter tirare avanti. In parole povere davanti alle difficoltà il governo prese di volta in volta decisioni diverse in base al momento storico.

Mito: «Mussolini impose ai membri del governo l'uso delle biciclette facendo risparmiare miliardi al popoli italiano»
Realtà: Non esiste nessuna conferma sulla fiaba delle biciclette. Anzi ad un certo punto per spingere l'industria dell'automobile si mise una tassa sulla bici e, almeno in alcune grandi città, si cominciò a limitarne l'uso.
Sull'effettivo risparmio di questa manovra come prima pesa il non detto: a chi rimosse l'auto? Quante erano le auto? Furono risparmiati miliardi di lire? Se parliamo di miliardi di lire (ne considero almeno due per essere plurale) del 1925 parliamo di circa 1.5 Miliardi di euro oggi.
Al 2012 la spesa per autoblu e autogrigie in italia è stato di circa 1 Miliardo di euro, quindi dobbiamo dedurre che negli anni '20 in Italia c'erano più auto pubbliche che adesso? Vi sembra possibile? E cercando tra i documenti del parlamento di quegli anni si trovano stanziamenti per le automobili al servizio del governo...

Mito: «I fascisti non hanno mai rubato»
Realtà: Si è sempre detto che il Fascismo è stata una dittatura che ha strappato la libertà agli italiani ma che almeno i fascisti non hanno mai rubano, non sono stati corrotti. Invece non è così. Mussolini non fa in tempo a prendere il potere che la corruzione già dilaga. Un sistema corrotto scoperto già da Giacomo Matteotti: denuncia traffici di tangenti per l'apertura di nuovi casinò, speculazioni edilizie, di ferrovie, di armi. Affari in cui è coinvolto il futuro Duce attraverso suo fratello Arnaldo.
E poi c'è l'affare Sinclair Oil: l'azienda americana pur di ottenere il contratto di ricerche petrolifere in esclusiva sul suolo italiano paga tangenti a membri del governo, e ancora ad Arnaldo, per oltre 30 milioni di lire. Matteotti lo scopre ma il 10 giugno 1924 viene rapito da una squadraccia fascista e ucciso. Messo a tacere il deputato socialista, di questa corruzione dilagante gli italiani non devono, non possono assolutamente più sapere. Speculazioni, truffe, arricchimenti improvvisi, carriere strepitose e inspiegabili: gerarchi, generali, la figlia Edda e il genero Galeazzo Ciano e Mussolini stesso! Nessuno rimane immune.
I documenti scoperti e mostrati da storici di assoluto valore come Mauro Canali, Mimmo Franzinelli, Lorenzo Benadusi, Francesco Perfetti, Lorenzo Santoro presso l'Archivio Centrale dello Stato sono prove che inchiodano il fascismo alla verità. È stato anche realizzato un documentario RAI che lo testimonia bene.
Dossier, lettere, minacce, accuse vere e false oscenità, inganni, arresti, ricatti. Un ventennio di ricatti! Gerarca contro Gerarca, amante contro amante, e l'accusa di omosessualità come arma politica. E Mussolini su tutto e su tutti fa spiare, controlla, punisce, muove le sue pedine.

Mito: «Il Duce è stato l'unico uomo di governo che abbia veramente amato questa nazione»
Realtà: "Mi serve qualche migliaio di morti per sedermi al tavolo delle trattative"
Mussolini amava talmente l'Italia che:
- ha instaurato una dittatura
- ha abbassato tutti i salari
- ha firmato i Patti Lateranensi
- ha portato il paese al collasso economico
- ha tolto la libertà ai cittadini italiani
- instaurando le leggi razziali ha scritto una delle pagine più infami e vili della storia italiana.
Voleva così bene al suo popolo da farlo sprofondare in una guerra civile quando fu esautorato dal potere creando la Repubblica Sociale Italiana. Un paese già allo sbando a causa dell'armistizio dell'8 settembre e provato dalla guerra (condotta da lui con esiti a dir poco disastrosi) venne dilaniato ancora di più tra cosiddetta" Repubblica di Salò" e Italia liberata.

Fonte: Blog di Gabriella Giudici
Fonte: Io, Ex Trastrong


Se ci fosse qualcuno che volesse approfondire l'argomento, consiglio questo libro di Francesco Filippi che si può trovare cliccando sopra l'immagine della copertina


 
 
 

Padri all'antica e Figli sapientini

Post n°792 pubblicato il 24 Gennaio 2021 da Web_London

 

Oggi ho chiesto a mio figlio di passarmi un momento il giornale.
Lui, con l'aria da sapientino che sa tutto mi ha detto:
"Papà, sei vecchio e fuori luogo. Non riesci più a stare al passo coi tempi!!"
e guardandomi come fossi un'idiota arrivato giù dai monti con la piena di questi giorni, mi ha passato il suo Iphone.

Per non farla troppo lunga,

la mosca è morta, l'IPhone è distrutto e mio figlio sta piangendo a dirotto come un vitello!!

(Anonimo del Web)

 

 
 
 

L'anno che verrà

Post n°791 pubblicato il 31 Dicembre 2020 da Web_London


GRAZIE

...

L'anno che verrà
Lucio Dalla

Caro amico, ti scrivo, così mi distraggo un po'
e siccome sei molto lontano, più forte ti scriverò

Da quando sei partito c'è una grande novità
l'anno vecchio è finito, ormai, ma qualcosa ancora qui non va

Si esce poco la sera, compreso quando è festa
e c'è chi ha messo dei sacchi di sabbia vicino alla finestra

e si sta senza parlare per intere settimane
e a quelli che hanno niente da dire del tempo ne rimane

Ma la televisione ha detto che il nuovo anno
porterà una trasformazione e tutti quanti stiamo già aspettando

Sarà tre volte Natale e festa tutto il giorno
ogni Cristo scenderá dalla croce,
anche gli uccelli faranno ritorno

Ci sarà da mangiare e luce tutto l'anno
Anche i muti potranno parlare mentre i sordi già lo fanno

E si farà l'amore, ognuno come gli va
anche i preti potranno sposarsi ma soltanto a una certa età

E senza grandi disturbi qualcuno sparirà
saranno forse i troppo furbi e i cretini di ogni età

Vedi, caro amico, cosa ti scrivo e ti dico
e come sono contento di essere qui in questo momento

Vedi, vedi, vedi, vedi
vedi caro amico cosa si deve inventare
per poter riderci sopra per continuare a sperare

E se quest'anno poi passasse in un istante
Vedi amico mio
come diventa importante che in questo istante ci sia anch'io

L'anno che sta arrivando tra un anno passerà
io mi sto preparando, è questa la novità

...


L'anno che verrà
Lucio Dalla

 
 
 

Anche a te e Famiglia ...

Post n°790 pubblicato il 25 Dicembre 2020 da Web_London


"Anche a te e Famiglia ..."
(Zaia Docet)

Buon Natale a chi passa per di qua
e un unico e solo desiderio, passare dei giorni sereni.

Nella disperazione di questi tempi, tra zone rosse, gialle, arancione, lockdown, mascherina su, mascherina giù, un virologo che in un programma dice una cosa e contemporaneamente uno che in un altro ne dice un'altra,

di un po' di tregua e di passare qualche giorn sereno ne abbiamo tutti un gran bisogno.

Statemi tutti bene e ripettate le regole sennò questa volta non ne usciamo più.

...


Evanescence
Lithium


 

 
 
 

È un Natale molto duro, a luci quasi spente e su ogni mio regalo non c'è scritto niente

Post n°789 pubblicato il 21 Dicembre 2020 da Web_London

 

È un Natale molto duro
a luci quasi spente
su ogni mio regalo
non c'è scritto niente.
Quando sai com'è l'abisso
non sei più lo stesso
sai solo andare avanti
per come sei adesso.

(L. Ligabue)


...

Ci sono momenti,
alcuni sono davvero buoni, ti danno prospettive inaspettate,
disegnano nuove direzioni e ti spingono oltre l'orizzonte davanti a te.

Altri, invece, lo sono un po' di meno.

Così, tanto per dire.


...


Ciò che rimane di noi
(L. Ligabue)

 

 
 
 

E' lei o non è lei?

Post n°788 pubblicato il 01 Dicembre 2020 da Web_London


Col tempo e le distanze
io sono quel che ho preso
dal giorni e dalle stanze
dal vino e dalle rose

 

...

Domenica sera ho riportato a casa mio figlio, il giovane anarchico, dopo il fine settimana passato assieme.
Ritornando indietro, mi sono fermato in un centro commerciale sulla strada Feltrina, uno di quei posti nati come i funghi in autunno, con un grande parcheggio, qualche negozio all'interno e un enorme supermercato che riempie più dell'ottanta per cento dello spazio.
Ho preso un carrello e sono entrato, notando davanti a me una donna procedere lenta e tranquilla, anche lei spingendo un carrello.
L'ho superata e prima di fare la spesa mi sono fermato nel bar a pochi metri dall'ingresso del supermercato a prendere un caffè.
Con la coda dell'occhio la vedo arrivare, mettersi a due metri da me e ordinare qualcosa anche lei.
Distrattamente, mi giro a osservarla e "Booom!" un flashback, la donna assomigliava in modo incredibile a una persona appartenuta al mio passato con la quale, tanti anni fa, ci siamo frequentati per un periodo di tempo.
Il suo modo di muoversi e di ordinare, quell'aria tra l'impertinente e il seduttivo, o forse tutte e due le cose messe assieme, sembrava proprio lei.
L'ho osservata meglio, appariva un po' più giovane e un po' più alta ma la somiglianza era incredibile.
Non poteva essere, passi qualche cambiamento, quello ci sta, ogni donna fa continuamente dei patti con il diavolo per il suo aspetto, ma con l'altezza come come la mettiamo, ci mancherebbe, mica possiamo alzarci quanto vogliamo, eh?
Non la vedo
da quasi dieci anni, non so neppure se abiti ancora nello stesso posto e incontrarla una domenica sera di novembre in quel supermercato di passaggio dalle parti di Treviso sarebbe stata una coincidenza poco probabile.
Una delle ultime volte che ho avuto notizie di lei, e ormai sono passati parecchi anni, avevo capito che da li a poco si sarebbe probabilmente trasferita da un'altra parte dell'Italia. Poi, un anno dopo o giù di lì, mi aveva contattato per una cosa di lavoro e intuii che forse era ritornata nella sua città.
Ci eravamo conosciuti in un tempo in cui non esisteva ancora nessun blog e a malepena sapevo cosa fossero mentre lei, invece, ne aveva uno bello vispo.
Leggendola, ci avevo messo poco a capire che in quell'universo virtuale era diventata una specie di personaggio, amata e odiata solo come chi ha del carattere e a lei il carattere non mancava di certo e ne aveva da vendere.
Ricordo alcuni suoi post e poi i commenti e le molte discussioni su quello che scriveva; non c'era che dire, in quello spazio, tra centinaia di profili di tutti i tipi, lei e il suo Blog non passavano inosservati.
Non si sottraeva mai al confronto e per questo aveva lunghe file di ammiratori e altrettante che la criticavano. E a dirla tutta, in cuor mio ho sempre avuto l'impressiome che a lei piacessero entrambe.
L'ho seguita per un po' e poi per mille motivi smisi e mi dedicai al mio blog e a quello di pochi altri.
All'epoca c'era un'amica che prima leggeva me, poi passava a leggere lei rimanendo ogni volta meravigliata facendo fatica a credere che che per qualche strano gioco del destino potessimo frequentarci.
La cosa faceva sempre sorridere anche me, sembrava strano ma in quei giorni era davvero così.
A parte quell'amica e pochissimi altri, nessuno sapeva o avrebbe mai immaginato che tra me e quella donna ci legasse un filo oltre a quello di essere due blogger con la passione della scrittura o almeno con la voglia di provarci.
Poi il tempo è passato, il filo tra di noi si è interrotto e le poche persone che sapevano sono uscite dai blog, l'hanno chiuso o si sono trasferite altrove e, come è giusto che sia, la vita è andata avanti lasciando per tutti dei lontani ricordi.
Se ci ripenso adesso, a tanti anni di distanza, e mio Dio ne sono passati ormai quasi dieci, mi rendo conto che in quei giorni ho imparato anche delle cose che mi sono poi state utili negli anni successivi.

In quel momento, mentre prendevo il caffè osservando quella donna al banco del bar, mi sembrava di essere davanti ad una specie di ologramma in carne ed ossa, una sorta di sorella gemella, anche se capivo benissimo che sebbene la somiglianza fosse enorme non poteva essere lei .
Provavo la netta sensazione che avrei potuto leggerle i pensieri, non me lo so spiegare ma ci avrei messo la mano sul fuoco di sapere esattamente a cosa stesse pensando quella donna in quei pochi istanti in cui aspettava l'ordinazione e il suo sguardo vagava alla ricerca di posarsi su qualche cosa che catturasse il suo interesse.

La cosa mi incuriosiva anche perché portava una giacca rossa in ecopelle, una specie di chiodo, identica a quella della mia amica Francesca.
Francesca è molto disordinata e spesso dimentica le sue cose in giro senza sapere dove le ha lasciate e non sarebbe stato così improbabile che quella giacca fosse davvero la sua.
Ho pensato che le due donne in qualche modo si conoscessero e si fossero scambiate dei vestiti, mi hanno sempre detto che che tra donne a volte succede di prestarsi gli abiti, chi lo sa, poteva anche essere così.
Mah, non lo so se era così oppure no, a me la situazione appariva comunque un tantino bizzarra, la sosia di una donna che ho frequentato nel passato indossava una giacca identica a quella di una mia cara amica e che non le ho più visto addosso.
Ero consapevole che la soluzione fosse sicuramente molto più semplice di quella che immaginavo io, erano due giacche uguali a tante anche se a me sembravano davvero identiche, con le stesse strane
particolari lavorazioni fatte a mano e che di solito vengono confezionate in numero limitato.
Non era poi tanto difficile arrivarci ma ormai io mi conosco, ci sono cose che innescano dentro la mia testa le suggestioni più improbabili e poi la fantasia fa il resto, galoppando senza freni.
In quel momento mi sono venute in mente le situazioni più bizzarre e intriganti, vere e proprie capriole nel vuoto per dare un senso alla giacca rossa addosso a quella donna.
E' assurdo, lo ammetto, me ne rendo perfettamente conto anch'io, ma che ci posso fare, se dentro la nostra vita non si mette un po' di fantasia, specie in questo periodo, come altrimenti ce la potremmo cavare?

Ad un certo punto mi è perfino venuto voglia di chiederle:
"Ciao, ti ricordi di me?" ... e, una curiosità, quella giacca dove l'hai acquistata??"
Che cosa mi avrebbe potuto rispondere?
Se fosse stata alla persona che conoscevo forse mi avrebbe risposto: "Si, mi ricordo di te, ... che cosa vuoi?"
Se invece non fosse stata lei, come probabilmente non lo era, avrebbe potuto dirmi: "No, non so chi tu sia, ... che cosa vuoi?"
In ogni caso, avrei sempre dovuto dare una spiegazione al "che cosa vuoi?" e il mistero della giacca rossa sarebbe rimasto tale perchè in ogni caso, chiunque fosse stata quella donna, mi avrebbe preso per un matto e fuori come un balcone.
Naaaa, niente domande, domenica sera sera non ero granché di compagnia e in vena di tanti discorsi per cui mi sono limitato a pagare il mio caffè e passare oltre, prendendo il carrello e andando per la mia strada e tenendo per me il mistero di quella giacca rossa.

Incrociandola ogni tanto tra una corsia e l'altra, una volta ho colto l'occasione per buttare l'occhio dentro il suo carrello e tra le altre cose ho notato alcune scatolette di cibo per cani.
Non poteva essere lei, non ricordo avesse un cane anche se, a ripensarci meglio, in fondo è passata una vita e per quel che ne so io, perché no, adesso un cane potrebbe anche averlo.
Dopo venti minuti sono alla cassa e la vedo arrivare tutta pimpante spingendo il suo carrello e mettersi dietro di me aspettando il suo turno.
La osservo per un istante in più e mi accorgo che la somiglianza è stupefacente, soprattutto nel modo di muoversi nello spazio attorno a sè e di rivolgersi alla cassiera.
Non da nessun segno di riconoscermi e questo è già una conferma ma sento mancare ancora qualcosa per convincermi del tutto; la questione dell'altezza.
Mi viene un'idea a cui non avevo ancora pensato, c'è una sola cosa che può alzare l'altezza di una donna di almeno dieci centimetri e sono un paio scarpe con un stratosferico tacco 12.
Il pensiero viene immediatamente seguito dai miei occhi che un nanosecondo dopo e senza rendermene vanno ai suoi piedi e, ... naaaa, mistero risolto, non è lei, la donna indossava un paio di scarpe basse, altro che la vertigine del tacco 12!
Sorrido da solo, prendo l'uscita, esco dal supermercato, salgo in auto e torno verso casa.

Non era lei, questo era evidente, ma dopo tanti anni è stata un'occasione per ripensare un istante a quei giorni di tanto tempo fa e, perchè no, anche per ricordarmi, la prossima volta che la sento, di chiedere alla Francesca che se per caso ha prestato in giro la sua giacca rossa e non si ricorda più a chi, una mezza idea io ce l'avrei.

Con questi pensieri in testa e i Dire Straits a riempire l'auto guido verso casa e penso che no, non era lei però, quanto le assomigliava!



Quanta vita un uomo stringe nella mano,
qualche volta troppo forte
qualche volta troppo piano.
Se tornassi in tutti i posti del mio cuore,
quante volte potrei dire a chi mi ha dato un po' di sé,
tu sei parte di me

(The King)

 
 
 

E' semplicemente una donna "GIUNONICA", una Jessica Rabbit degli anni duemila

Post n°787 pubblicato il 13 Novembre 2020 da Web_London

 

Al telefono mi aveva dato l'impressione di essere una donna a cui piace comandare gli altri, ma quando me la sono vista davanti non avrei mai immaginato di ... mio Dio, che cos'è questa "cosa" qui?

..

L'altro giorno, al lavoro, sento una persona al telefono, una donna, e ci fissiamo un appuntamento.
"Va bene, venga alle 11, sa l'indirizzo?"
"Mi sembra di si, lavoro lì vicino e verrò a piedi"
"Ok, me lo segno, se ci sono problemi ci sentiamo al telefono"
"Va bene, arrivederci"
"Saluti!"

Una telefonata come tante altre, niente di speciale se non il tono della voce di quella donna, al di là della cornetta mi dava l'impressione di essere una tipa a cui piace dire agli altri quello che devono fare, sicura di sè, insomma, una di quelle donne che si sentono "in carriera", avete capito, no?

Questa mattina verso le 11 stavo parlando con una nostra assistente quando vedo affacciarsi alla porta una donna.
La guardo e resto ammutolito.
Altissima, come minimo portava un tacco 11, appariva più alta di me e io son grande eh, mica è facile superarmi in altezza.
Ma lei sembrava ancor più alta.
Ferma sulla linea dellla porta, dall'alto della sua statura, faceva vagare il suo sguardo nello spazio attorno a sè come fosse alla ricerca di qualcuno o di qualcosa fino a quando incrocia il mio e lì si ferma.
Mi guarda e con voce ferma e tuonante che assomigliava di più a un ordine che a una domanda mi dice:
"Web London?"
"Si, la stavo aspettando, venga pure, ci accomodiamo qui"
L'accompagno e lì comincia il film, mi viene incontro che non sembra nemmeno camminare ma incedere maestosa, come fosse ad una passerella e ci fossero i forografi ai lati per immortalare il momento.
E' altissima, porta i capelli lunghi e un cappotto color crema che le arriva fin quasi ai piedi.
Non è magra e non è cicciottella, è semplicemente "GIUNONICA", una "Jessica Rabbit" degli anni duemila in carne e ossa in tutto il suo splendore proprio lì davanti a noi che la osservavamo ammutoliti.
La segretaria la osserva e tace.
(eheheh, ...)
La faccio accomodare nella sala riunioni, quella
con il grande tavolo di vetro al centro e mi siedo spostando la sedia vicino a me.
"Si metta comoda" le dico
Non l'avessi mai fatto, in quel momento si toglie il lunghissimo cappotto e rimane con un vestito nero, corto e attillato.
Ha un seno enorme, ma enorme proprio, occhi chiari e dei vaporosi capelli tra il rosso e il biondo che le arrivano fin quasi all'inizio della schiena.
Si siede di fianco a me e si gira accavallando in bella vista le sue gambe che non sembravano finire mai.
E' enorme questa donna, una "pin up" arrivata qui direttamente dagli anni sessanta in cui le donne erano floride e prosperose, con seni enormi e le forme compresse dentro il vestito.
Giunonica, non trovavo altre parole per definirla, sembrava che il vestito dovesse scoppiarle addosso da un momento all'altro.
Cominciamo a parlare e mi accorgo che la prima impressione avuta al telefono era perfetta, è una donna a cui piace dire agli altri cosa devono fare e sa benissimo, eccome se lo sa, che ovunque vada non passa inosservata.

Un'ora dopo e dopo essere arrivati al "tu", le faccio firmare un paio di documenti e ci salutiamo.
"Ciao Web, aspetto una tua chiamata allora"
"Si, ti tengo al corrente, ti chiamerò e poi torni portandomi il resto dei documenti"

La vedo uscire e mi accorgo che la segretaria la sta osservando,
in silenzio, o meglio, non la sta "solo" osservando ma la sta squadrando dalla testa ai piedi.
Una volta che si è chiusa la porta e Jessica Rabbit se n'è andata, mi guarda e io già immaginavo cosa stesse per dirmi
"Non dire niente" le dico prima che parli e apra bocca.
"Ok, dico solo che ha dei meravigliosi capelli ma..."
prende una pausa e poi, sentendole nella voce una piccola puntina a metà strada tra l'invidia e l'ammirazione, con tono leggerissimamente soddisfatto, continua,

"... ma comunque quello non è il suo vero colore!!"


Ahahahah, le donne!!

 


 

 

 
 
 

Voi donne siete tanto strane e su certe cose anche un "Cincinin" instabili

Post n°786 pubblicato il 23 Ottobre 2020 da Web_London

 

 

Le donne sono strane, sono sempre lì cercare i dettagli di ogni cosa che facciamo per capire se dietro quello che, scriviamo e diciamo ci sono dei messaggi nascosti per loro, come una specie di messaggio in bottiglia dedicato e nascosto.

Succede anche qui dentro; anni fa mi è capitato di sentirmi dire da una blogger con cui ero in confidenza che su un post e sul pezzo musicale che l'autore di un altro Blog aveva postato ci fosse tra le righe un messaggio nascosto dedicato a lei
"Web, leggi il post e asolta la canzone e dimmi cosa ne pensi"
E così vado a leggere il post, cerco tra le parole della canzone, rileggo il post anche al contrario perchè sennò questa mi avrebbe brontolato che non l'avevo letto bene, lo rileggo un'altra volta e alla fine, sinceramente, a me non sembrava proprio fosse deidicato a lei e sembrava una cazzata, identica a quelle che scrivo io, niente di più.
Ma non andava mica bene che le avessi detto cosa ne pensassi, mi sono preso un sacco di parole: "Web, tu non sai leggere tra le righe, tu non capisci, lui con quella canzone parla di me, voi uomini vi coprite uno con l'altro!"
Evabbè, a me non sembrava proprio e ho lasciato perdere, cercare di farle capire che non era così sarebbe stato tempo perso, ormai era svalvolata e si era convinta che ogni parola di quel blog trasudasse ardente passione per lei e che fosse al centro dei pensieri più peccaminosi del suo autore ogni momento della giornata.
(ma non era vero, credete a me, non era assolutamente vero ...)

Ripeto, voi donne siete tanto strane, state lì a tagliare il capello in quattro cercando disperatamente di capire cosa segretamente lui voleva dirvi, e se quella cosa voleva dirla proprio a voi o se per caso fosse un messaggio segreto rivolto a qualcun'altra.
E così fate le fusa come gatte innamorate ogni volta che pensate di capire una cosa oppure vi incazzate e sbarellate di brutto come iene se invece pensate di capirne un'altra ma soprattuto andate via di testa se nella vostra testolina vi fissate che c'è un altra donna a cui lui potrebbe mai rivolgere quei messaggi che pensavate fossero tutti in esclusiva per voi.

Mah, non servirebbe ma se c'è bisogno di ribadirlo un'altra volta lo confermo, voi donne siete strane e su certe cose anche un "Cincinin" instabili ... ^_^


...


Five Finger Death Punch
Far From Home

Che pezzo, non riesco a smettere di ascoltarlo ...

 
 
 

Noi siamo i nostri limiti, due ombre che si sfiorano e gli occhi tuoi che vagano e guardano lontano già

Post n°785 pubblicato il 22 Ottobre 2020 da Web_London

 


«Noi siamo i nostri limiti
due ombre che si sfiorano
e gli occhi tuoi che vagano
e guardano lontano già»

G. M.

 

...

"E il sole sfonda l'orizzonte intero,
è come una fionda che colpisce il cielo.

E l'aria fischia tra i capelli e il vuoto,
nel sangue che picchia dalla pelle al fiato,
e il nuovo giorno é già nato"

The King


...


Gianni Togni
Se me ne andrò

 

 
 
 

E' solo un'enorme Diarrea Linguistica

Post n°784 pubblicato il 08 Ottobre 2020 da Web_London

 


"Specchio, specchio delle mie brame,
chi è la più bella del reame?"

...

"Alberi, Web, se serve un albero,
si mette un albero"

Federico P.

 

...

Incontri (Im)perdonabili


Un bel po' di tempo fa, parecchi anni, prima del Blog, prima anche di sapere bene "cos'era" un Blog ...

...

Ero in una specie di trattoria per turisti al centro di Roma, proprio davanti al Pantheon.
Mi ricordo che ce n'erano due vicine, io ero in quella che faceva angolo.
Mi trovavo a Roma per un convegno di lavoro e ne avevo approfittato per incontrare una persona.
La mattinata era passata ad ascoltare uomini e donne che a loro modo pretendevano di prevedere il futuro, supportati da grafici colorati e convincenti ragionamenti sui derivati e sull'andamento dello swap tra il dollaro e lo yen.
Il momento era ancora critico, poco più di un anno prima la Leman Brothers era saltata per aria e molte altre banche si erano trovate ad oscillare pericolosamente come birilli tra il fallimento ed il salvataggio.
A fine mattina di "Maghi Merlini" ne avevo abbastanza e sentivo il bisogno di ritornare a qualche cosa di più "normale".
Purtroppo, non ci riuscii nemmeno nel pomeriggio

Erano più o meno le 16, il treno sarebbe partito verso le 18 e la persona che in quel momento avevo davanti da quasi due ore parlava solo di "Lei"
Ricordo si chiamasse Daniela, ed era di Roma.
La conoscevo da qualche mese e faceva (credo faccia ancora) la "studiosa di fenomeni sociali", forse una sociologa o qualcosa del genere.
Ci eravamo incontrati una sola volta, in Umbria, durante una riunione ad uno dei raduni del Gran Mogol.
Avevamo avuto un'accesa discussione sul testo di un pezzo che un tipo di Salerno aveva presentato.
(a me piaceva ... a lei no ...)
Più per sfida che per un vero interesse, e forse anche per finirla lì, le avevo proposto che la prima volta fossi sceso a Roma, se voleva, avremo potuto continuare quella discussione davanti a qualcosa da bere.
Con l'accordo di tutti, Daniela aveva accettato e sembrava contenta quanto me di quella fine-litigata.

Un paio di giorni prima di andare a Roma per il convegno, mi ricordai la promessa e quasi per scherzo le mandai una mail.
Con mio grande stupore lei accettò l'invito e ci organizzammo di incontrarci per l'ora di pranzo appena avessi finito il convegno.
In quel periodo avevo voglia di incontrare persone nuove e quella poteva essere un'occasione come un'altra.

Nel locale non c'era molta gente e si riusciva a parlare con una certa tranquillità.
Scoprii a mio malgrado che Daniela era una di quelle persone che io definisco "Vodafone", quelle che, in sostanza, pensano che il mondo ruoti sempre (e solo) attorno a loro.
Anche la normale cortesia del cameriere che ci serviva veniva scambiata per un interesse verso di lei.
Per non parlare dello sguardo distratto dei clienti che entravano e uscivano dal locale
Me lo disse Daniele, in un modo che a me apparve delirante, che quando gli uomini la incontravano, lei "sentiva" che restavano incantati dal suo "presunto" charme e dalla sua "presunta" avvenenza.
(Mah, sinceramente a me non pareva proprio, ... ma niente, niente eh! ... a me pareva una donna come le altre, che sia forse io l'unico a non accorgermi di questa «meraviglia» della natura? ... Bah ...)
Lo ammetto, Daniela si presentò in modo originale indossando un cappello a bombetta in paglia, un mantello verde scuro sopra una maglia viola e una gonna che faceva appena intravedere le ginocchia.
Ma soprattutto parlava, santo cielo quanto parlava quella donna!
Appena finimmo il secondo, aprì la borsa e tirò fuori un foglio pieno di parole.
Me lo porse per farmelo leggere.
Mi pulii la bocca, finii il vino che avevo nel bicchiere e cominciai a leggere.

Un paio di minuti dopo, nemmeno il tempo di arrivare a metà, mi chiese
"Web, cosa ne pensi?"
"Aspetta, non ho ancora finito"

Due minuti dopo ...
"Allora, che ne pensi?"
"Un momento ..."
(e che è tutta sta fretta? ...)

Facevo sinceramente fatica a leggere, quel foglio era un delirio di avverbi, aggettivazioni e concetti presi a picconate.
A volte mancava il verbo e spesso nel discorso si apriva in altre strade che non si chiudevano mai e che portavano ad altre ancora e così via
Era impossibile capirci qualcosa
(mi ha sempre detto che è una professionista, mah, a me sembravano le cazzate che negli anni successivi avrei scritto nel mio blog ... ^_^)
Finii di leggere e improvvisamente sentii un gran bisogno di risciacquarmi il cervello con qualcosa.
Notai un paio di donne entrare nel locale e sedersi poco distanti da noi.
(ecco, questo aiuta, ... almeno agli occhi ... ^_^)
Non mi degnarono di uno sguardo ma comunque a me bastò, in qualche modo mi riconcilio con la realtà.
Appena alzai lo sguardo dal foglio, lei mi piomba addosso come un'anaconda e va subito dritta al sodo
"Allora? Che ne pensi?"
"Di questo?"
le chiesi indicando il foglio che avevo tra le mani
"Si"
Sinceramente ero incerto sul da farsi
"L'hai scritto te?" chiesi
(Attento Web, questa è una trappola ...)
"No, me l'hanno inviato qualche giorno fa e visto che oggi ci vedevamo volevo sapere tu cosa ne pensavi"
"Sicura che non è roba tua?"
"Si, non l'ho scritto io ... e allora, che ne dici?"
"Mah, ..."
"Che ne pensi?"

(Web, anche se ti ha detto che non l'ha scritto lei, non ci credere ... stai attento! ...)
"Non è importante quello che penso io..."
"No no, dai, dimmi che mi interessa la tua opinione"
(Beh, in fondo mi ha detto che non l'ha scritto lei ...
e poi, all'improvviso, la solita vocina ... «Nooo, prendi tempo!» ...
... «Web, quella è una donna! ... e quindi ... è una trappola!!» .... ^_^)

"Sono stanco, non credo di aver capito bene cosa c'è scritto"
"Non importa Web, «ad istinto», dimmi cosa ne pensi"

(Ah, beh, se la metti sull'istinto, allora è tutto un altro paio di maniche ....)
"Ok, ti dico quello che penso"
"Allora?"
"Allora, «ad istinto», ... per me, è solo «Diarrea Linguistica»"

In zero secondi la ciarliera donna che mi aveva allietato nelle ultime due ore precedenti con i suoi successi in tutti i campi dello scibile umano, e chi più ne ha più ne metta, si trasformò, si irrigidì e la sua voce diventò improvvisamente dura e tagliente come l'acciaio
"In che senso?" mi chiese gelida
"Sembra quasi che chi l'ha scritto l'abbia fatto gettando in aria il vocabolario e usato le parole a caso che leggeva quando cadeva"
"Stronzate!"
"Ecco, appunto, stronzate"
"Web! Tu non capisci niente!"
righiò dura alzando la voce
"Si, può essere, me lo dicono spesso" risposi e meravigliandomi un attimo dopo di quella risposta così calma e in qualche modo "serena"
(Ma in fondo, pensavo in quel momento, a me, che mi frega? ...)
Furiosa come una scimmia, lei partì in quarta
"Io sono una giornalista professionista, sono iscritta all'Albo, ... bla, bla, bla, ... e diventerò presto una scrittrice, bla, bla, bla, ... e sarò famosa"
(Pure «sarò famosa»! ... caspita, vuoi vedere che ho vicino a me l'Oriana Fallaci del futuro e non me ne sono manco acccorto! ... idiota che sono ... )
"Scusami, ma poco fa non mi hai detto che questa roba non l'hai scritta te?"
"Si, no, cioè, ... Web, sei uno ... sei uno stronzo lo stesso!"


Inutile dire che Daniela se ne andò lasciandomi lì gettandomi addosso tante di quelle maledizioni e "buoni auspici" che son sicuro mi basteranno per una vita intera.
Pagai conto, presi la metro per la stazione e tornai a casa con il FrecciaRossa delle 18 o giù di lì.
Alla stazione di Firenze già mi ero dimenticato dell'episodio e non ci pensai più.

Mesi dopo rilessi il foglio di quel giorno
Lo rilessi due volte, giuro, e provai a capire.
Lo feci addirittura leggere ad un'amica che prima di dedicarsi a tempo pieno ai suoi tre marmocchi scriveva da Dio.
Alla fine, dopo la terza volta mi arresi e mi resi conto che, per me, restava sempre e solo un'enorme "Diarrea Linguistica"

Ma molto probabilmente ero io che non avevo capito.

 

 

(Un vecchio post)

 

 
 
 

A sfiorare con le dita il sogno che non abbiamo avuto

Post n°783 pubblicato il 08 Ottobre 2020 da Web_London



"Siamo stati due ombre sulla stessa frontiera
con il respiro corto e il cuore in agguato,
a sfiorare con le dita il sogno che non abbiamo avuto"


...

 


Noemi
Per tutta la vita

Quando non parla, non ride sguaiatamente ma si limita a cantare,
per me è la più bella voce italiana uscita negli ultimi anni.
Calda e ipnotica, da perderci la testa quando naviga tra i registri bassi;
Noemi, la Regina italiana dell'appoggiatura.


 

 
 
 

Il luogo delle ombre

Post n°782 pubblicato il 04 Ottobre 2020 da Web_London

 


"L'irrazionalità di una cosa non è un argomento contro la sua esistenza
anzi ne è una condizione"

Nietzsche

...

"Web, hai mai provato la sensazione di vivere con un coltello piantato in mezzo al petto?
La lama ti penetra le carni nel profondo e senti di non avere più nessuna scelta.
Se provi a toglierla muori dissanguata, se la lasci dov'è sai che prima o poi ti ucciderà e morirai lo stesso.
La sensazione è quella che si mangi ogni giorno un po' di te ma nello stesso momento non ne puoi fare a meno.
Web, ti giuro, è un'agonia che non ha mai fine.

La lama è sempre là, vedi luccicare il suo riflesso ferma ad un millimetro dal tuo cuore e basta un movimento improvviso, un battito sbagliato del tuo cuore e sei fottuta per sempre.
Ti accorgi di non poter far più nulla, non hai più nessuna via di scampo, non hai nessun "piano B".
Non vivi e non muori, resti lì e aspetti, speri solo di finirla subito o di risvegliarti il mattino dopo e vedere che il coltello non c'è più ed è sparito per sempre.

Ma non muori mai e dopo ogni notte lui è sempre lì, piantato in fondo al tuo petto a ricordarti, a tormentarti.
Non serve far finta di niente, è sempre troppo vicino al tuo cuore per non farti male. Se per un momento non ci pensi l'istante successivo il dolore che arriva è più forte di prima.
Ti sorprendi a pregare e stramaledire un Dio a cui non credi aspettando arrivi qualcuno a fare una magia, una qualsiasi tipo di di magia che ti tolga quel maledetto coltello per sempre.
Qualcuno a volte poi arriva, lo sai anche tu che qualcuno arriva sempre, ma la magia che riesce a fare non è quella che vorresti te.
E mentre ci pensi, cominci ad odiarti, ti odi così tanto e così forte come non hai mai fatto prima perchè in fondo lo sai che nel bene e nel male quel coltello resterà lì per sempre.
Piantato a fondo in mezzo al tuo petto.

Sai cosa ti dico Web, che è veramente una sensazione di merda"


Laura F.


Mark Twain ha scritto: "Tra tutti gli animali l'uomo è il più crudele.
È l'unico a infliggere dolore per il piacere di farlo"

 

(Un vecchio Post)

 
 
 

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