«Quando conobbi Eric Clapton non sapevo neppure chi fosse. Lui si impegnò molto per conquistarmi, e io pensavo che se avessi ceduto non lo avrei mai più rivisto. Ho scoperto da un giornale chi fosse».
Lory Del Santo torna a Domenica Live a parlare del piccolo Conor, il figlio avuto da Eric Clapton, morto a quattro anni precipitando dall’appartamento nel grattacielo in cui vivevano. Già la scorsa settimana, Lory Del Santo aveva parlato del bimbo ma poi, tra le lacrime, si era dovuta interrompere. Aveva però promesso di tornare a parlare di lui perché «ci sono tante cose belle da dire». Il racconto inizia proprio dalla storia con Eric Clapton.
«Sapevo che era sposato, ma lui mi diceva che la loro storia era finita. Quando ho scoperto di aspettare Conor ero a Londra con lui. Eric aveva deciso di troncare la nostra relazione e di tornare in famiglia. Quando gli ho detto di essere incinta se n’è andato. Poi è tornato e ha detto che voleva esserci. Da quel momento siamo stati insieme».
Poi, una nuova crisi. «Ero incinta di quattro, forse cinque mesi, e Eric è partito per Antigua, per una nuova crisi, lasciandomi da sola. Qualche tempo dopo mi ha scritto una lettera meravigliosa che tenevo nel cassetto e leggevo ogni sera. Quando è tornato me l’ha tolta perché era la prova della sua felicità».
A complicare emotivamente la situazione, la proposta inattesa del manager di Clapton.
«Il suo manager mi chiese quanto volevo per sbarazzarmi del bambino. Gli risposi che nemmeno se mi avesse offerto tutto l’oro del mondo lo avrei fatto. Per me la vita è sacrosanta. Un mese prima che nascesse il bambino sono andata a Londra e lui mi ha preso una casa. Io mi sentivo un po’ sola. Quando è nato lo ha preso in braccio. Quello è stato un momento meraviglioso».
Poi, la tragedia. «Eric stava per arrivare, saremmo dovuti andare insieme al parco. Io stavo salendo al piano superiore, dove si trovava Conor. In quel momento mi è arrivato un fax, e sono scesa a vedere di chi fosse. L’ho visto attraversare la stanza, l’ho chiamato per dirgli di tornare indietro. Non potevo immaginare che la vetrata fosse aperta, perché nei grattacieli non si aprono le finestre. Invece c’era una persona che stava pulendo, e forse per ignoranza, aveva aperto il vetro. Lui aveva le sue Tartarughe Ninja in mano, forse voleva volare. Non ho avuto il coraggio di vederlo dopo. Nella vita si deve scegliere, ci sono dei ricordi fatali e io ne volevo avere solo di belli. L’ho visto a Londra, nella chiesa, quando ho dovuto guardare quel contenitore il mio cuore è morto lì».
Commossa Barbara D’Urso.
«Io rido sempre – conclude Lory Del Santo – Sono sempre stata forte, ho pianto abbastanza. Essere su questa terra è meraviglioso, e io non posso perdermi un secondo di questa meraviglia».