Irma dei cipressi, regina degli oppressi

Spesso ti penso,
allor in lenta malinconia,
nasce un pensiero, poi vola via,
poi gira, poi torna d’appresso, e m’appari tu, Irma del cipresso…

Rivedo, inceder lento, corpo scarnito,
la tua lotta di tanti anni,
anni di dolore, di lacrime, d’affanni,
anni in cui tutto ti fu proibito, oh, mamma, mamma,
tutto è passato, il viaggio è finito…

Chi più di te fu madre?
Chi più di te difese i figli?
Cristo! Perché invece d’aureola di gigli,
gli desti serto di spine,
tanto tanto dolore,
e in cambio, così poco amore?

Or scompari, poi riappari tra i cipressi,
con il tuo camminar ancora più stanco,
e l’esil volto sempre più bianco…

Saga di vita, poi di morte,
chiude il cerchio la natura,
è terminata anche questa avventura…

Bella, brutta, più non importa,
regina fosti degli oppressi,
addio, addio, Irma dei cipressi!

Discendendo da una grande madre, immensa per il suo sociale, sempre in aiuto e in difesa dei più deboli, il suo ricordo, il suo amore, ci imponeva il suo cammino, su una strada impervia, dove ogni giorno si lottava, per se e per gli altri…

Cassandra? Alieno

Irma dei cipressi, regina degli oppressiultima modifica: 2019-10-24T18:01:23+02:00da romana_81

Un pensiero riguardo “Irma dei cipressi, regina degli oppressi”

  1. Questa la conosco perché tu me l hai recitata in vari luoghi e in situazioni diverse dove delle volte e stata emozionante come se la sentissi per la prima volta grande wlaad

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