Corona virus, con i domiciliari (in gergo) ma volontari, perché è un dovere umano e collaborativo, e mi sono regalato un premio, vista la caducità personale nell’avvenire, (il virus, almeno per ora, non ne fa parte) quindi, per un giorno sono ritornato giovane, con una gita, ai miei castelli, un simbolico ritorno al passato, alla gioventù, e mi sono goduto tutto, poi, nel ritorno a casa, lasciando i luoghi cari, un velo di tristezza, pensando ai giovani di oggi, che non hanno conosciuto, e purtroppo, non conosceranno mai, quel periodo, paradisiaco, anche se mancavano tante cose, ma sostituite dalla solidarietà (sia pure tra poveri, e dall’amicizia vera) per cui, basta un solo esempio per far capire meglio data una campagna democratica in atto, istituita in quei tempi, le famiglie, anche se in miseria, erano numerose, e le madri, la cui vita era casa, figli e marito, (l’unico che manteneva tutto con il suo umile lavoro) mentre accudiva tutto, cantava, (lo ricordo pensando a mia madre) oggi, si, c’è tutto e più di tutto, ma manca solidarietà, amicizia, e il canto delle madri, cose che avevano pensato, di sostituirle con la droga!
come scordà,
la bellezza dei castelli,
le sere furgide e imbrallantate,
la luna,
che faceva luccicà l’occhi belli,
delle castellane innamorate,
annavo sempre a Grottaferrata,
orgoio de la città romana,
facevo na strada fatata,
p’arivà alla gemma castellana,
sentivo sempre,
er tocco de na campana,
orti e vigne a nun finì mai,
fori de Roma, e senza guai,
se trovava sempre,
gente sincera e spensierata,
caciara da nun capì niente,
e subito na sbicchierata,
poi se ballava e se rideva,
tutti in bona armonia,
e tra scherzi,
se magnava e se beveva,
e poi strafelice,
a notta arta me n’annavo via…
ridevo a le stelle luccicarelle,
che arisponnevano co na caduta,
un pensiero alle donne belle,
e a quello che avevo conosciuta!
Cassandra? Castellano
N.B. modesta poesia, un ricordo del passato, ora a voi, scegliere tra ieri e oggi?