Ogni tanto, è bene ripetere, qualcosa già scritto, a beneficio di lettori che per ovvi motivi non avevano letto, quindi sabato e domenica il 10 e l’11, sarà per un riposo mentale, lontano dal virus, da una politica, non politica e da informazione, diventata, disinformazione…
notte di tempesta,
vagano i senza Dio,
l’aria è funesta,
scuro il cuore mio…
quanto vorrei amare,
ciò che mi circonda,
ma che però travolge,
e si fa odiare,
è come, un’anomala onda…
ma cosa è la vita?
a d’esser sincero,
è lotta infinita,
pecora o guerriero…
c’è anche il fusto,
con enorme tatuaggio,
che copre tutto il busto,
come dire, ho tanto coraggio…
è uno stronzo, o un pazzo?
no, e la sua fine è vicina,
non ha mai capito un cazzo,
non è forte lui, ma la cocaina!
Perché questa specie di poesia? Per ricordo del seme, che da il grano, fonte di vita, ma c’è pure la gramigna, fonte velenosa, infestante prati e campi, ed estremamente dannosa, e come non pensare, di riflesso, al seme, che da la vita ai figli, però, con l’obbligo di amarli, seguirli, non abbandonarli mai, a se stessi, e ricordando ogni giorno, che per loro, le strade dell’avvenire, sono solo due, o via del grano, o via della gramigna?
Cassandra? Castellano
N.B. ieri e oggi, non due generazioni a confronto, ma due mondi, completamente diversi…