A quei tempi, le famiglie erano numerose, miste, tra femminelle e maschietti, figli che crescevano, e poi giustamente, lasciavano la casa paterna, per affrontare la vita, sposarsi, e logicamente con il proliferare di figli, e tutti insieme, erano quasi una tribù, che ogni domenica, era un rito, andava a pranzo nella casa spaziosa (chi poteva) dei nonni, abitanti in campagna, ed erano attesi, da lunghi tavoli, non sedie, ma panche, e a capotavola, era d’obbligo il nonno patriarca, che ancora guidava e consigliava, figli e nipoti, i quali ascoltavano con affetto e rispetto, e vicino al nonno, la nonna, addirittura adorata, per il suo correre per chiunque ne avesse avuto bisogno, e allestiva da sola il pranzo della tribù, rifiutando sempre qualsiasi aiuto, felice di essere ancora attiva… Un quadro agreste, contadino, paesano, da Castellano, e per quanto riguarda il blog, vale quella frase, che definì quanto sopra, “la vita, nel piccolo mondo antico” si, è vero, altri tempi, ma i nonni erano nonni allora, e sono nonni oggi, dove molti, però, sono considerati rompi palle, altri addirittura relegati negli ospizi, dove aumentano i casi di vilipendio, il tutto, che si può qualificare, anche in tono minore, ma in nonnicidio, e dispiace dirlo, non sottovalutato, ma proprio ignorato…
Cassandra? Castellano
N.B. non sono nonno, ma ne ho gli anni, ed era più che giusto, che spezzassi una lancia a loro favore, dato che i più giovani se ne fregano, ma lo capiranno quando toccherà a loro, ma sarà troppo tardi…
Sentire queste parole mi fa ragionare da padre verso figli che ora più che mai non vogliono sentire da un padre i suoi consigli dettati dal cuore figuriamoci da un nonno questa gioventù che ci accerchia non comprende l orgoglio di un padre o di un nonno di dare tutte le cicatrice raccolte in una vita a i suoi discendenti e a questo punto penso che nemmeno je ne frega. adesso e tutto virtuale e telematico il resto è noia