Gli “impresentabili” non sono un’eccezione, sono una regola del regime!

E’ paradossale e ingiurioso che, all’indomani dell’affare De Luca, che ha svergognato il centro-destra siciliano e le sue liste mafiose, zeppe di pregiudicati, la stampa e le TV di regime aprano, adesso, un dibattito sugli “impresentabili”. Finchè erano stati Giancarlo Cancelleri, Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista, nei due mesi antecedenti le elezioni a lanciare l’allarme (che non era soltanto di tipo concorrenziale, ma etico!), che la cordata Musumeci, con a capo una vera testa di legno scelta tra le più vuote (e ambiziose), non era altro che una enorme cosca politica, nessuno, tranne Il Fatto e qualche raro intervento in talk-show di non provata fede berlusconiana o renziana, aveva ritenuto opportuno alzare il tappeto sotto cui il trio Berlusconi-Salvini-Meloni avevano nascosto l’immondizia. Anzi i complimenti, gli auspici, le prese d’atto si sprecavano, pur di ridurre la campagna elettorale dei grillini, ad una “incosciente semina d’odio inveterato” contro chi voleva sul serio cambiare l’isola. Così, mentre sul figlioletto del boss Genovese, si riversavano 27.000 voti, altri 5.000 se li assicurava lo stesso De Luca, mentre altri 65.000 erano di pertinenza del resto della banda! Proprio la differenza-voti finale tra M5S e Musumeci…

Oggi, con l’arresto, dopo appena 48 ore dalla “vittoria” striminzita (36 seggi contro 34), di De Luca, tutti si cospargono il capo di cenere, e fanno mea-culpa, per non aver considerato prima lo scandalo: ma intanto, quel che conta è aver strappato al M5S la Sicilia!

Ora non vale neppure la pena citare i protagonisti elettorali di questa

sceneggiata: abbiano giù sufficientemente parlato del popolo siciliano, nel bene e nel male! Ma una cosa è certa: questo triste episodio non si potrà ripetere nelle elezioni politiche, perché la gente, adesso, ha capito il trucco. E sono stati proprio i giornalisti di regime, come quelli di Repubblica o de Il Giornale, che hanno sputtanato l’operazione trilaterale che ha definitivamente consegnato la Sicilia al malaffare.

Qualcosa di similare sta accadendo all’elezione del municipio di Ostia, dove la nuova ondata di estrema destra, accompagnata da mesi dalla distruzione di cassonetti nuovi, alla indegna e oculata “alleanza” di cui tanto si parla, tra padrini e CP, e le manganellate ai giornalisti, i quali, per carità di Dio, si meritano l’ostracismo, ma non nasi e costole rotte; per il principio che, visto che FdI non ce la fa da sola a sconfiggere la candidata grillina, allora è il caso di mettere sotto assedio l’intera Ostia!

Insomma due esempi di come la “destra”, ridisegnata dalla Meloni e da Salvini si presenti candidata per governare il Paese, continuando a sparare a zero contro i Cinquestelle, la cui unica colpa è quella di denunciare, da quattro anni, che questa “repubblica delle banane”, cioè l’Italia, farà una brutta fine, travagliata dalla violenza e dalla corruzione.

Ed è perfettamente inutile scegliere la torta inacidita che Berlusconi & Soci offrono al popolo, men che meno il rinnovo delle criminali riforme di Matteo Renzi: l’unica strada percorribile è quella delineata da chi non ha mai avuto, non ha e non avrà mai corresponsabilità nella futura catastrofe! (D.S.)

 

Gli “impresentabili” non sono un’eccezione, sono una regola del regime!ultima modifica: 2017-11-09T13:55:41+01:00da r.capodimonte2009