Theresa May accusa Mosca per l’avvelenamento dell’ex spia russa Skripal. La Zakharova: spettacolo circense.

About

Share on Tumblr

 

Teresa May, Putin 2

 

 

 

Di Andrea Atzori

L’ex spia russa Sergej Skripal e la figlia Yulia, sono stati rinvenuti, quasi cadaveri,  avvelenati da gas tossici in un parco di Salisbury in Gran Bretagna e, attualmente, si dibattono tra la vita e la morte nell’ospedale dove sono stati ricoverati.

La vittima di questo attentato, era stata al servizio dell’intelligence russa, poi arrestata e condannata in quanto asservita agli interessi di paesi stranieri, in particolare anglosassoni. Venne poi liberata da Putin nel 2010, nell’ambito di un’operazione di scambio delle spie detenute nelle rispettive carceri, tra Russia e Stati Uniti.

Da allora costui si era trasferito a vivere, definitivamente, in Gran Bretagna, dove, appunto ha subito questo gravissimo tentativo di omicidio. Il parlamento inglese è stato convocato d’urgenza dal premier Theresa May, che ha esposto la situazione verificatasi, puntando il dito, direttamente, contro Mosca, considerata responsabile di questo evento criminoso, in quanto, dalle analisi svolte nei laboratori britannici, sarebbe emerso che la sostanza velenosa impiegata, sarebbe un tipo di gas nervino già prodotto e utilizzato nell’ex Unione Sovietica, indi per cui, non ci sarebbero dubbi sulla diretta responsabilità del Cremlino nell’ideazione ed esecuzione di questo attentato.

La May non solo ha accusato la Russia ma ha anche lanciato un ultimatum al Cremlino chiedendo di fornire spiegazioni entro 24 ore, oppure avrebbe preso, immediatamente, i dovuti provvedimenti sanzionatori e ritorsivi.

Insomma, ha minacciato gravemente, la Russia considerata fin da subito, l’unica responsabile e mandante di un atto considerato come attacco militare diretto sul territorio nazionale sovrano della Gran Bretagna.

Non si è fatta attendere la risposta del ministro degli esteri russo Lavrov, il quale ha obiettato che prima di condannare una potenza straniera per fatti tanto gravi, in base alla legislazione internazionale di settore, è obbligatorio fornire allo Stato accusato, le prove incontrovertibili della sua responsabilità al riguardo, oppure, concedere l’accesso alle operazioni di analisi chimica dei reperti ed ai reperti stessi, onde poter verificare e valutare l’esatta e precisa esecuzione e svolgimento di tutte le varie fasi e operazioni di accertamento e determinazione degli elementi probatori a carico degli accusati.

Per cui Lavrov ha chiesto, perentoriamente, di ottenere da subito, l’autorizzazione a questo accesso; in mancanza si sarebbe trattato solo, come sempre, di pura e vuota propaganda tesa a discreditare la Nazione russa, nell’ottica della demonizzazione occidentale della stessa.

Ha inoltre, fatto seguito la dichiarazione in sala stampa, della portavoce del ministero degli esteri russo, Maria Zakharova, la quale ha posto in risalto come i metodi usati dalla premier inglese siano da considerare alla stregua di uno spettacolo circense eseguito dentro al parlamento inglese. Si è espresso al riguardo anche il portavoce del ministero della difesa russo, Gen, Konashenko, il quale ha ammonito la premier May di non parlare ad una potenza nucleare come la Russia, usando il linguaggio ed il tono degli ultimatum.

Nel frattempo sono giunti all’Inghilterra i messaggi di solidarietà ed il sostegno del presidente americano Trump, anche per bocca della rappresentante USA presso le Nazioni Unite Nikki Alley, quelli del segretario generale della Nato Stoltenberg, del presidente francese Macron e della cancelliera tedesca Merkel. Il presidente del Consiglio italiano Gentiloni si è appena messo in contatto stamattina, con Londra.

Pertanto, l’UE è schierata, integralmente, dalla parte inglese incondizionatamente, senza riserve o dubbi di sorta. Già nella mattinata di ieri sono cominciate ad arrivare le notizie di un ulteriore inasprimento dei rapporti tra Gran Bretagna e Russia, che, d’altra parte, non hanno mai visto momenti di grande fortuna.

La premier inglese ha, infatti, dichiarato di aver già disposto la cacciata di 23 diplomatici russi dal Regno Unito, oltre ad annullare la visita già programmata per questi giorni, del ministro degli esteri russo Lavrov e qualunque altro contatto diplomatico, anche di alto livello, con Mosca. In pratica ciò equivale ad una rottura dei rapporti diplomatici tra Mosca e Londra. Fatto gravissimo.

Lavrov ha replicato che Mosca si sarebbe riservata il diritto-potere di rispondere i modo simmetrico a questi provvedimenti, specificando in seguito che l’allontanamento del personale diplomatico inglese, nella misura da definirsi, si sarebbe posto in atto a stretto giro di tempo.

Londra ha anche convocato una riunione urgente del Consiglio di Sicurezza ONU, sul presupposto che le azioni poste in essere dalla Russia si qualificherebbero come un attacco militare sul territorio inglese. Ma è stato obiettato, da un folto numero di analisti che senza avere neppure presentato alcuna prova tangibile sul coinvolgimento della Russia in questo attentato, non possono esistere i presupposti per una condanna al riguardo a carico di uno Stato, tra l’altro membro del Consiglio di sicurezza.

I trattati internazionali che vietano l’uso di armi chimiche, sono assai chiari in proposito. Infatti, richiedono che chi formuli accuse contro altri circa l’uso di ordigni chimici, deve consentire all’accusato di avere accesso alle prove che lo incolpano ed, in particolare, ai reperti criminosi ed alle analisi su di essi svolte. In assenza è solo aria fritta, dichiarazioni vuote e pretese inconsistenti che servono solo ad avvelenare i rapporti reciproci ed in più a svilire l’onore ed il rispetto internazionale, a cui ogni nazione ha diritto.

Inoltre si è sottolineato il fatto che il gas nervino a cui ha fatto riferimento la May nel suo atto di accusa, è stato un prodotto dell’era sovietica che la Russia ha smantellato e distrutto con l’assistenza degli organi ONU a ciò preposti. Inoltre, le formule per la sua produzione, sono ormai, divenute di dominio mondiale, per cui, qualunque organizzazione, anche solo terroristica o non statale, potrebbe procurarsela.

Bisognerebbe indagare anche nella vita privata della vittima, che di sicuro, essendo una persona versata nel mondo segreto dello spionaggio, non solo statale ma anche fuori di esso, avrebbe potuto avere dei nemici in grado di fargli pagare qualche sgarro. La Russia, inoltre ha tenuto detenuta nelle sue carceri per quattro anni, questa persona e se l’avesse ritenuta pericolosa per la sua sicurezza nazionale, l’avrebbe ben potuta eliminare allora, non dopo, quando ormai era stato liberato in ottemperanza ad un accordo internazionale sullo scambio di detenuti spie.

Sappiamo che proprio l’Inghilterra è stata artefice di una terribile falsificazione delle prove mirate ed adibite ad accusare Saddam Ussein di essere in possesso di un arsenale nucleare, truffa vera e propria perpetrata dall’ex premier inglese Tony Blair, colpa di cui lui stesso si è autoaccusato e confessato pubblicamente, senza che per questo il mondo si sia mai rivoltato in un sussulto di indignazione.

Eppure le conseguenze di quell’azione criminosa, furono ben più gravi di questa dell’avvelenamento dell’ex spia russa. Gli anglosassoni, affiancati e sostenuti dai loro alleati europei, hanno sempre fatto quello che hanno voluto, senza subire forma alcuna di ritorsione da parte della comunità internazionale.

Il problema, quindi, non è il fatto di agire lecitamente o meno, cioè nel rispetto o meno delle leggi e trattati internazionali, ma quello di avere o meno la forza per imporre la propria volontà a tutti gli altri che queste sopraffazioni e soprusi debbono affrontare e subire.

L’attacco, per ora solo verbale e con le armi della diplomazia, condotto da Teresa May contro il Cremlino, potrebbe essere concepito allo scopo di avvelenare la campagna elettorale delle presidenziali russe che si stanno per tenere il 18 di questo mese in Russia. Il momento potrebbe essere, infatti, fatidico, per quanto concerne gli effetti assai perniciosi che una crisi internazionale, scatenata contro l’amministrazione del presidente uscente, Vladimir Putin, grande favorito per questa tornata elettorale in cui oltre che essere candidato è anche il grande favorito, potrebbe esplicare.

Se a ciò si aggiungono i fronti di guerra aperti che oppongono la Russia all’occidente, quali il Donbass, la Crimea ed in particolare la Siria, dove i piani sovversivi posti in atto dagli Stati Uniti ed i suoi alleati, sono stati sventati dall’intervento dell’esercito russo in questo conflitto quasi decennale, che ha portato devastazione apocalittica e genocidio paragonabile a pochi altri nella storia umana, non ci vuole molto per comprendere la gravità del momento storico vissuto e le difficoltà delle nazioni anglosassoni coalizzate a sopportare l’amaro smacco subito in questa guerra.

La realtà è dura da accettare e già è previsto, anzi predisposto a brevissimo giro di tempo, un intervento militare diretto delle forze Nato in Siria, con il pretesto, anche questa volta, di un attacco con armi chimiche da parte dell’esercito regolare siriano ai danni dei terroristi islamici nel Ghouta. A farsi da garanti circa la responsabilità di Assad, per tale futuro uso di ordigni proibiti dalle convenzioni internazionali, sarebbero sempre, proprio gli inglesi, con il loro Osservatorio siriano sui diritti umani, ubicato in Londra, di cui vi sarebbe un unico responsabile, protetto dal governo inglese, cioè un rifugiato siriano già membro delle fazioni armate schierate contro il regime di Assad, ed anzi responsabile di alto livello di questi gruppi armati.

Di questo futuro attentato si conoscerebbe già tutto, ed anzi pervengono notizie di uso di armi chimiche nel Gouta anche già da adesso, solo che le voci provengono dal lato dei guerriglieri terroristi di ISIS ed Al Qaeda, armati e sostenuti proprio dagli occidentali. Mentre l’esercito russo continua a trovare sempre nuovi arsenali di armi chimiche, nei territori liberati, prima occupati dall’ISIS.

Il problema di questo piano anglosassone, sta tutto nel verificare la reazione dell’elettorato russo a queste palesi intromissioni di Londra nell’importante processo elettorale in corso nel loro paese.

Questa palese ed indebita interferenza, potrebbe rivelarsi un’arma a doppio taglio. Potrebbe, cioè esplicare l’effetto opposto a quello desiderato, facendo compattare ulteriormente il popolo russo, intorno al suo legittimo presidente.

L’orgoglio ed il patriottismo del popolo russo, dimostrato in tanti eventi storici di aggressioni militari subite nei secoli da parte dell’occidente, non hanno bisogno di ulteriore dimostrazione. Come avevo previsto, a forza e furia di provocarlo, l’orso russo, comincia già a dimostrare i segni di esserne stanco, di averne abbastanza e di non sopportare più ulteriori provocazioni, prepotenze e prevaricazioni.

Avverrà che da popolo pacifico ed amante dell’ordine e delle regole, si trasformi in un rigido e ferreo difensore dei suoi diritti, facendola pagare cara a tutti coloro che lo hanno da sempre demonizzato, allo scopo esclusivo di giustificare un attacco militare predatorio diretto ad impadronirsi delle sue ricchezza e schiavizzare ogni suo figlio.

Theresa May accusa Mosca per l’avvelenamento dell’ex spia russa Skripal. La Zakharova: spettacolo circense.ultima modifica: 2018-03-16T14:42:05+01:00da Artalek

Lascia un commento

Se possiedi già una registrazione clicca su entra, oppure lascia un commento come anonimo (Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato ma sarà visibile all'autore del blog).
I campi obbligatori sono contrassegnati *.