Si chiama Ismaele e ha circa pochi mesi il neonato subsahariano che è stato salvato ieri sera dopo l’ennesimo naufragio di un barchino in area Sar. Il piccolo, visitato e tenuto sotto controllo da un pediatra, versa in buone condizioni. Della mamma non si hanno più notizie: è fra i tre migranti dispersi dopo che la barca di sette metri su cui viaggiava si è ribaltata ed è colata a picco. La Guardia costiera è riuscita a salvare quarantasei naufraghi, fra cui 13 donne e 7 minorenni.
A prendersi cura del piccolo Ismaele, dedicandogli attenzione ed affetto, sono stati anche i poliziotti in servizio all’hotspot di Lampedusa. I militari si sono avvicendati, per tutta la notte e ancora adesso, tenendo in braccio il neonato, prima a Molo Favarolo, poi fra i corridoi del Poliambulatorio. Agenti e funzionari che sono abituati a gestire, con attenzione e celerità, il fenomeno dell’immigrazione, durante la notte, davanti al piccolo, si sono inteneriti e subito mobilitati. Il vice questore aggiunto Francesco Sammartino, funzionario di turno della Questura di Agrigento all’hotspot di contrada Imbriacola, ha comprato latte, pannolini, un paio di giochi per neonati e una crema per le gengive per il piccolo, che piangeva per via dei dentini.
Adesso sono in corso le indagini per cercare di ricostruire e approfondire le origini di quella che è di fatto l’ennesima famiglia distrutta. All’hotspot di Lampedusa potrebbe esserci il padre del piccolo Ismaele, ma al momento non ci sono certezze. Ad essere informata è stata anche la Procura dei minorenni presso il tribunale di Palermo, mentre i servizi sociali del comune di Lampedusa sono stati contattati dalla referente di Save the Children che opera sul territorio, e che si occupa anche di minori non accompagnati. L’ipotesi più plausibile è che il bimbo verrà collocato in una struttura idonea. Ma in queste ore, dopo che la storia di Ismaele sta facendo il giro dei notiziari, sono tante le disponibilità che stanno arrivando. E fra queste, quella immediata è stata di una donna, un medico in servizio al pronto soccorso di Lampedusa, che si è detta pronta a prenderlo in affido.
Ed è di poche ore dopo la notizia che Ismaele, il bimbo subsahariano di 6 mesi che ieri sera ha perso la mamma nel naufragio in area Sar italiana del barchino su cui viaggiavano verso Lampedusa, è stato temporaneamente affidato al medico rianimatore, una dottoressa, in servizio al Poliambulatorio di Lampedusa.
La rianimatrice, che è di Palermo, si prenderà cura esattamente come ha fatto fin dall’arrivo nella struttura sanitaria del piccolo orfano, un bambino bellissimo che fin dalla notte ha emozionato e suscitato un grandissimo affetto in poliziotti, medici e lampedusani.
La decisione è stata presa, dopo la richiesta del questore di Agrigento Emanuele Ricifari, dai Servizi sociali e dal tribunale per i minorenni di Palermo. Ed è proprio nel capoluogo siciliano, dove abita l’affidataria, che il piccino verrà presto portato.
“Un misto di orgoglio e tristezza quella che proviamo, oggi, con i miei poliziotti. Orgoglio per essere sempre dove c’è bisogno e tristezza per i drammi cui assistiamo”: a dichiararlo è il questore di Agrigento, Emanuele Ricifari, commentando la storia del piccolo. “Ci resta la soddisfazione e la crescita interiore che ci danno il sorriso innocente e sincero di Ismaele con cui ci impegniamo, come Paese, a offrire una vita di dignità e diritti – ha aggiunto il questore – . Quella di un grande Paese con una Costituzione figlia della cultura di accoglienza“.