SUPPLICA ALLA VERGINE DEL SANTO ROSARIO DI POMPEI

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SUPPLICA ALLA  VERGINE

DEL SANTO  ROSARIO  DI  POMPEI 

           

Viene recitata solennemente in tutte le chiese e in molte cese a mezzogiorno, o in altra ora per chi non può, l’otto maggio e la prima domenica di ottobre

Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.

O Augusta Regina delle Vittorie, * o Sovrana del Cielo e della Terra, * al cui nome si rallegrano i cieli e tremano gli abissi, * o Regina gloriosa del Rosario, * noi devoti figli tuoi, * raccolti nel tuo Tempio di Pompei, in questo giorno solenne * effondiamo gli affetti del nostro cuore * e con confidenza di figli * ti esprimiamo le nostre miserie.

Dal Trono di clemenza, * dove siedi Regina, * volgi, o Maria, * il tuo sguardo pietoso * su di noi, sulle nostre famiglie, * sull’Italia, sull’Europa, sul mondo. * Ti prenda compassione * degli affanni e dei travagli che amareggiano la nostra vita. * Vedi, o Madre, * quanti pericoli nell’anima e nel corpo, * quante calamità ed afflizioni ci costringono.

O Madre, * implora per noi misericordia dal tuo Figlio divino * e vinci con la clemenza * il cuore dei peccatori. * Sono nostri fratelli e figli tuoi * che costano sangue al dolce Gesù * e contristano il tuo sensibilissimo cuore. * Mostrati a tutti quale sei, * Regina di pace e di perdono.

Ave, o Maria

È vero * che noi, per primi, benché tuoi figli, * con i peccati * torniamo a crocifiggere in cuor nostro Gesù * e trafiggiamo nuovamente il tuo cuore.

Lo confessiamo: * siamo meritevoli dei più aspri castighi, * ma Tu ricordati * che, sul Golgota, * raccogliesti, col Sangue divino, * il testamento del Redentore moribondo, * che ti dichiarava Madre nostra, * Madre dei peccatori. Tu dunque, * come Madre nostra, * sei la nostra Avvocata, * la nostra speranza. * E noi, gementi, * stendiamo a te le mani supplichevoli, * gridando: Misericordia!

O Madre buona, * abbi pietà di noi, * delle anime nostre, * delle nostre famiglie, * dei nostri parenti, * dei nostri amici, * dei nostri defunti, * soprattutto dei nostri nemici * e di tanti che si dicono cristiani, * eppur offendono il Cuore amabile del tuo Figliuolo. * Pietà oggi imploriamo * per le Nazioni traviate, * per tutta l’Europa, * per tutto il mondo, * perché pentito ritorni al tuo Cuore.

Misericordia per tutti, * o Madre di Misericordia!

Ave, o Maria

Degnati benevolmente, o Maria, * di esaudirci! * Gesù ha riposto nelle tue mani * tutti i tesori delle Sue Grazie * e delle Sue misericordie.

Tu siedi, * coronata Regina, * alla destra del tuo Figlio, * splendente di gloria immortale * su tutti i Cori degli Angeli. * Tu distendi il tuo dominio * per quanto sono distesi i cieli, * e a te la terra e le creature tutte * sono soggette.*

Tu sei l’Onnipotente per Grazia, * Tu dunque puoi aiutarci. * Se Tu non volessi aiutarci, * perché figli ingrati ed immeritevoli della tua protezione, * non sapremmo a chi rivolgerci. * Il tuo cuore di Madre, * non permetterà di vedere noi, * tuoi figli, perduti. * Il Bambino che vediamo sulle tue ginocchia * e la mistica Corona che miriamo nella tua mano, * ci ispirano fiducia che saremo esauditi. * E noi confidiamo pienamente in te, * ci abbandoniamo come deboli figli * tra le braccia della più tenera fra le madri, * e, oggi stesso, * da te aspettiamo le sospirate Grazie.

Ave, o Maria

Chiediamo la benedizione a Maria

Un’ultima Grazia * noi ora ti chiediamo, o Regina, * che non puoi negarci in questo giorno solennissimo. * Concedi a tutti noi * l’amore tuo costante * e in modo speciale la materna benedizione.

Non ci staccheremo da te * finché non ci avrai benedetti. * Benedici, o Maria, in questo momento * il Sommo Pontefice. * Agli antichi splendori della tua Corona, * ai trionfi del tuo Rosario, * onde sei chiamata Regina delle Vittorie, * aggiungi ancor questo, o Madre: * concedi il trionfo alla Religione * e la pace alla umana Società. * Benedici i nostri Vescovi, * i Sacerdoti * e particolarmente tutti coloro * che zelano l’onore del tuo Santuario. * Benedici infine tutti gli associati al tuo Tempio di Pompei * e quanti coltivano e promuovono * la devozione al Santo Rosario.

O Rosario benedetto di Maria, * Catena dolce che ci rannodi a Dio, * vincolo di amore che ci unisci agli Angeli, * torre di salvezza negli assalti dell’inferno, * porto sicuro nel comune naufragio, * noi non ti lasceremo mai più.

Tu ci sarai conforto nell’ora di agonia, * a te l’ultimo bacio della vita che si spegne.

E l’ultimo accento delle nostre labbra * sarà il nome tuo soave, * o Regina del Rosario di Pompei, * o Madre nostra cara, * o Rifugio dei peccatori, * o Sovrana consolatrice dei mesti.

Sii ovunque benedetta, * oggi e sempre, * in terra e in cielo. * Amen.

Salve, Regina.  

PROMOTORE, IL BEATO BARTOLO LONGO,
UN SANTO DELLA CITTÀ DI LATIANO (BR).

Un Santo dei nostri giorni, siamo soliti pensare ai Santi come nosti avvocati.

IL BEATO BARTOLO LONGO

E’ un avvocato Santo a servizio dell’uomo e della chiesa.

Bartolo Longo è nato il 10 febbreio 1841 a Latiano (BR).

Il 14 ottobre 1883, ventimila pellegrini, riuniti a Pompei,recitarono, per la prima volta, la supplica alla Vergine del Rosario, sgorgata dal cuore di Bartolo Longo, in risposta all’Enciclica Supremi apostolatus officio (1° settembre 1883), con la quale Leone XIII, di fronte ai mali della società, additava come rimedio la recita del Rosario.

POMPEI E’ OPERA DI DIO

Tempio dello Spirito, luogo di conversione e di riconciliazione,

 di misericordia e di preghiera, di spiritualità e di santità.

POMPEI E’ DONO DELL’AMORE DI BARTOLO LONGO 

Un innamorato della vita, un avvovato santo.

POMPEI E’ ROSARIO

Progetto di vita, contemplazine dei misteri della salvezza, risugio sicuro nelle prove della vita.

POMPEI E’ LABORATORIO DI SOLIDARIETA’ E DI PROMOZIONE UMANA

Migliaia di ragazzi e ragazze, di uomini e donne, vittime del disagio sociale, sono stati accolti e restituiti alla propria dignità umana, sperimentando il calore di una casa e di una famiglia.

POMPEI E’ CROCEVIA DI UOMINI E DI  POPOLI

Di cultura e di nazionalità, luogo di incontro di una umanità assetata di Dio e desiderosa di legalità e di giustizia, di speranza e di pace.

FRASI DEL BEATO BARTOLO LONGO

Accettando i figli dei detenuti, disse: “Se non ho figli miei, possiedo quelli del cuore e questi sono i figli dei carcerati. Davanti all’immagine della Madonna pregano sia i figli delle vittime che i figli degli assassini. Il sangue del Martire più grande purifica il sangue di tutti”. 

BARTOLO LONGO

Fin da bambino  si rivelò, ricco d’ingegno, vivace, e dal carattere appassionato. Per gli studi scolastici fu mandato al collegio dei padri scolopi a Francavilla Fontana. Completò gli studi a Lecce e a Napoli, dove conseguì la laurea in legge all’età di 23 anni. Era elegante, intelligente ed anche di bell’aspetto. All’universrtà venne coinvolto nella moda anticristiana dell’epoca. I divertimenti, la musica, e gli amici riempivano la sua giornata. Tormentato da irrequetezza e depressione, logorato nel sistema nervoso, e nella salute, riuscì a risollevarsi grazie a un suo amico che riuscì a strppare al suo amico la promessa di confessarsi. Bartolo Longo, acconsentì solo malvolentieri. Quando si confessò, avvenne la sua conversione che lo portò a scelte radicali a si dedicò ad opere di carità. Nel 1872 Arrivò a Pompei per motivi professionali, e quì lo impressionò profondamente la miseria umana e religiosa di quella gente. Con molta fatica riunì per la preghiera le perone, diffidentti, nella chiesa cadente di pompei. Ognuno dovette prima imparare l’Ave Maria. Fu una lotta spirituale e tenace, ma Bartolo, salvato lui stesso grazie al Rosario, era fermamente convinto che chi prega il Rosario con perseveranza diventa non soltanto più pio, ma anche più buono. Nel 1876, su suggerimento del vescovo di Nola, iniziò la campagna di uno stipendio mensile per costruire un santuario a Pompei. Come risultato della cooperazine umana e grazie all’intercessione prodigiosa di Maria, sorse il famoso santuario, dove si verificarono immediatamente molti miracoli. Intorno a tale costuzione nacque una città Mariana, la nuova Pompei, con tipografia, case, ospedali, posta, ufficio per il telegrafo e una stazione ferroviaria.Per il suo impegno nacquero alcune opere della misericordia, ancora oggi in sviluppo, che gli hanno meritato l’appellativo “padre degli orfani”.Alla fine della sua vita visse accanto alla Basilica presso i “suoi bambini” in una stanza piccola e semplice, pregando il Rosario quasi ininterrottamente. Quì morì il 5 ottobre 1926 pronunciando le parole:”Mio unico desiderio è vedere Maria che mi ha salvato e che mi salverà dal maligno”. Papa Giovanni PaoloII lo proclamò Beato il 26 ottobre 1980. Nei suoi scritti: Maria viene presentata non come un semplice personaggio del passato, ma come una persona che è anche oggi attiva, viva, dotata di sentimenti, forte e materna. Soprattutto si può dire di lui senza esagerare che tutta la sua vita fu un servizio permanente alla chiesa, in onore di Maria e per amore di Lei.

15 Settembre Beata Vergine Maria Addolorata

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Beata Vergine Maria Addolorata
15 Settembre Ricoriamo La Beata Vergine Maria Addolorata

La memoria della Vergine Addolorata ci chiama a rivivere il momento decisivo della storia della salvezza e a venerare la Madre associata alla passione del figlio e vicina a lui innalzato sulla croce. La sua maternità assume sul calvario dimensioni universali.

15 Settembre Ricoriamo La Beata Vergine Maria Addolorata

Ogni sguardo dato a Lei da Gesù, ogni accento di quel labbro soave, mentre sollevava Maria sulle ali dell’amore materno, la precipitava nell’investigabile abisso del più acerbo dolore. Se la Vergine si compiaceva nel contemplare quel volto leggiadro, tosto la conturbava il desolante pensiero che un giorno quel volto sarebbe stato sformato dalle percosse e ricoperto dal gelido sudore della morte; se ne mirava la fronte divina, su cui si divideva la bionda capigliatura, Maria soffriva pensando all’orribile serto da cui sarebbe stata un giorno incoronata.Questi sentimenti dolorosi si tramutarono in realtà, quando giunse per Maria il momento solenne di assistere alla divina passione. Tutto quello che Ella sofferse sin qui, altro non fu che la preparazione del martirio che l’attendeva sull’erta fatale del Golgota. Quando Gesù morì, la terra tremò, si spaccarono le pietre, cominciarono ad addensarsi le tenebre sul creato; a queste manifestazioni della natura indignata, la folla dei curiosi, colta da panico, si diradò. L’invitta Madre allora si accostò ancor più alla croce per unire il proprio martirio a quello del Salvatore.L’addoloratissima Madre accolse più tardi sulle sue ginocchia le spoglie dell’adorato Figliuolo.Questo fu il prezzo che la Madonna dovette pagare per la rigenerazione dell’umanità e meritarsi la sublime dignità di Madre universale. Tale infatti fu proclamata Maria nel modo più solenne al cospetto del cielo e della terra dalla voce di un Dio agonizzante.
PRATICA
Consideriamo quanto siamo costati a Maria SS., e non rinnoviamole i dolori con nuovi peccati.
PREGHIERA
O Dio, nella cui passione, secondo la profezia di Simeone, la spada del dolore trapassò l’anima dolcissima della gloriosa Vergine Maria, concedi benigno, che come ne celebriamo i dolori, così otteniamo i frutti abbondanti della tua passione.

8 Settembre Natività Della Beata Vergine Maria XXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO C

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Natività Della Beata Vergine Maria

Natività Della Beata Vergine Maria
MARIA BAMBINA

Oggi 8 settembre festeggiamo la nascita
della nostra Mamma Celeste
.
Viviamola nella gioia, nella pace, nella fiducia,
nel filiale abbandono 
e nella preghiera

LE GIOVANI RONDINELLE SI PREPARANO A PARTIRE, PER I PAESI CALDI.

LA TERRA, ORMAI, ARSA E BRULLA SI PREPARA PER UNA NUOVA PRIMAVERA.

TUTTO L’UNIVERSO, SEMBRA RALLENTARE LA SUA CORSA

((…L’ETERNO PADRE…))

NEL SUO BENEPLACITO, PENSA ALLE SUE CREATURE

((…IL SIGNORE…))

DALL’ALTO DEI CIELI, PONE LO SGUARDO,

SU UNA FAMIGLIA A LUI FEDELE DALLA QUALE NASCE UNA FANCIULLA:

((…MARIA…))

L’8 SETTEMBRE ((…NATIVITA’ DELLA MADONNA…))

Una bambina speciale è nata tra noi. Cresce come l’aurora, e illumina il mondo intero, immerso nelle tenebre e nell’ombra della morte.

Su di Lei spera il cielo e la terra. Da Lei a suo tempo

((…NASCERA’ IL MESSIA…))

“SR.TE.UR.”

Salve Maria Bambina, Vergine Madre del Figlio ora, la Tua giovane vita riposa nella culla,

un giorno, ti sollevai in piedi sotto la croce nel profondo del Tuo dolore.

Oh mio Dio, Santo e Trino,

io amo meditare la Tua esistenza come amo cantare la TUA bambina Maria Benedetta,

che è Tua figlia ed anche TUA pura Sposa e Madre di TUO Figlio.

Maria nacque a Nazareth da devoti genitori di nome Gioacchino ed Anna. Gioacchino della stirpe di Davide (Lc. 1,32) ed Anna della stirpe di Aronne (Lc. 1,5;1,36) pur essendo piccoli proprietari erano di modeste condizioni economiche, tuttavia, erano ricchi in santità e virtù.

Maria Bambina fu offerta al tempio per l’educazione e il culto, venne allogiata in edifici adiacenti al tempio, dove vivevano donne addette alla cura degli arredi (Es. 38,8) e alla preghiera (Lc. 2,36).

Il tronco di Jesse ha prodotto un ramo, e il ramo un fiore

e su questo fiore si è posato lo

Spirito Divino

La Vergine Madre di Dio è il ramo, e suo figlio il fiore

e su questo fiore si è posato lo

Spirito Divino

La nascita della nuova Eva

Rallegrati, padre Adamo, ma soprattutto tu, o madre Eva, esulta. Voi che foste i progenitori di tutti gli uomini, ma ne foste pure uccisori, e, cosa più triste, prima uccisori che progenitori. Consolatevi entrambi per questa figlia, e per tale figlia; ma Eva maggiormente, che fu la prima causa del male, e ne trasfuse l’obbrobrio in tutte le donne. Sta per venire il tempo in cui tale obbrobrio sarà tolto, e l’uomo non avrà più motivo di lamentarsi della donna; cercando infatti, imprudentemente di scusare se stesso, non aveva esitato ad accusarla crudelmente dicendo: “la donna che hai dato, mi ha offerto di quel frutto, e io ne ho mangiato” (Gen 3,12). Perciò corri, o Eva, da Maria, corri, madre dalla figlia; risponda la figlia per la madre, essa tolga la vergogna della madre, essa sia soddisfazione al padre per la madre, perchè ecco, se l’uomo è caduto per causa della donna, d’ora in poi, non si rialzerà se non per merito di una donna.
Che cosa dicevi Adamo? La donna che mi hai dato, mi ha offerto di quel frutto, e io ne ho mangiato. Sono queste parole piene di malizia che aumentano, più che togliere, la colpa. Tuttavia la Sapienza vinse la malizia quando Dio trovò nel tesoro inesauribile della sua pietà quell’occasione di perdono che aveva inutilmente tentato di far nascere te quando ti interrogò. Ecco, ti viene data una donna in cambio di un’altra donna, una donna prudente invece di quella sciocca, umile, al posto di quella superba, la quale ti porge, in cambio del frutto della morte, il sapore della vita, e invece dell’amarezza di un cibo velenoso ti procura la dolcezza di un frutto. Cambia pertanto le tue parole di scusa iniqua in parole di ringraziamento, dicendo: “Signore, la donna che mi hai dato mi ha offerto il frutto della vita, e io ne ho mangiato, e divenne nella mia bocca più dolce del miele, perchè per esso mi hai ridato la vita”. Ecco, per questo fu mandato l’Angelo alla Vergine.

O Vergine mirabile e degnissima di ogni onore! o donna sopra ogni altra veneranda e meravigliosa, che ha riparato il male dei progenitori e ridato la vita ai loro discendenti!

S. Bernardo (1091-1153): lodi della Vergine Maria – omelia 2

Beata Vergine Maria Regina, 22 Agosto

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Beata Vergine Maria
Beata Vergine Maria Regina

 Beata Vergine Maria Regina
Questa festività, parallela a quella di Cristo Re, venne istituita da Pio XII nel 1955. Si celebrava, fino alla recente riforma del calendario liturgico, il 31 maggio, a coronamento della singolare devozione mariana nel mese a lei dedicato. Il 22 agosto era riservato alla commemorazione del Cuore Immacolato di Maria, al cui posto subentra la festa di Maria Regina per avvicinare la regalità della Vergine alla sua glorificazione nell’assunzione al cielo. Questo posto di singolarità e di preminenza, accanto a Cristo Re, le deriva dai molteplici titoli, illustrati da Pio XII nella lettera enciclica “Ad Coeli Reginam” (11 ottobre 1954), di Madre del Capo e dei membri del Corpo mistico, di augusta sovrana e regina della Chiesa, che la rende partecipe non solo della dignità regale di Gesù, ma anche del suo influsso vitale e santificante sui membri del Corpo mistico.

Il latino “regina”, come “rex”, deriva da “regere”, cioè reggere, governare, dominare. Dal punto di vista umano è difficile attribuire a Maria il ruolo di dominatrice, lei che si è proclamata la serva del Signore e ha trascorso tutta la vita nel più umile nascondimento. Luca, negli Atti degli apostoli, colloca Maria in mezzo agli Undici, dopo l’Ascensione, raccolta con essi in preghiera; ma non è lei che impartisce ordini, bensì Pietro. E tuttavia proprio in quella circostanza ella costituisce l’anello di congiunzione che tiene uniti al Risorto quegli uomini non ancora irrobustiti dai doni dello Spirito Santo. Maria è regina perché è madre di Cristo, il re. Ella è regina perché eccelle su tutte le creature, in santità: “In lei s’aduna quantunque in creatura è di bontade “, dice Dante nella Divina Commedia.

Tutti i cristiani vedono e venerano in lei la sovrabbondante generosità dell’amore divino, che l’ha colmata di ogni bene. Ma ella distribuisce regalmente e maternamente quanto ha ricevuto dal Re; protegge con la sua potenza i figli acquisiti in virtù della sua corredenzione e li rallegra con i suoi doni, poichè il Re ha disposto che ogni grazia passi per le sue mani di munifica regina. Per questo la Chiesa invita i fedeli a invocarla non solo col dolce nome di madre, ma anche con quello reverente di regina, come in cielo la salutano con felicità e amore gli angeli, i patriarchi, i profeti, gli apostoli, i martiri, i confessori, le vergini. Maria è stata coronata col duplice diadema della verginità e della maternità divina: “Lo Spirito Santo verrà su di te, e la virtù dell’Altissimo ti adombrerà. Per questo il Santo che nascerà da te sarà chiamato Figlio di Dio”.

Beata Vergine Maria Regina

15 Agosto Assunzione Della Beata Vergine Maria

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MARIA E’ LA DONNA SAGGIA E’ PERFETTA CHE PIACQUE ALL’ALTISSIMO.

 CHE LO SPIRITO SANTO IN’ONDO’ DELLA SUA GRAZIA.

CHE GESU’ RIEPI’ DI SE’, RICOLMO’ DEL SUO AMORE E PORTO’ NELLA GLORIA DEL PADRE.

CHE TUTTE LE GENERAZIONI ANNO CHAMATA, CHIAMANO E CHIAMERANNO BEATA

 PERCHE’ COLUI CHE E’ POTENTE HA FATTO IN LEI GRANDI COSE E SANTO E’ IL SUO NOME.

ASSUNTA

  1. A) ASSUNTA PERCHE’ IMMACOLATA
  2. B) ASSUNTA PERCHE’ MADRE DI DIO
  3. C) ASSUNTA PERCHE’ SEMPRE VERGINE
  4. D) ASSUNTA PERCHE’ ASSOCIATA A CRISTO
  5. E) ASSUNTA PER ESSERE PIENAMENTE NOSTRA MADRE E REGINA
  6. F) ASSUNTA PER ESSERE ICONA ESCATOLOGICA DELLA CHIESA

Maria Santissima Madre della Misericordia Venerata a Valmala il 5 Agosto (CN) Apparizione del 6 agosto 1834

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“Al Quiot i a ‘na Frema qu’a pioura!” (“Al Chiotto c’è una Signora che piange!”) è questo l’eco che risuona nel paese di Valmala il giorno del 6 agosto 1834. La notizia giunge da un gruppo di pastorelli, che quella mattina erano giunti a pascolare le vacche su un pianoro comunale chiamato Chiotto, poco sopra il paese di Valmala.
Si tratterebbe di una figura femminile sui vent’anni, di altezza normale, dalla veste color rosso cupo, sormontata da un velo azzurro e con una corona sul capo; ha un atteggiamento addolorato, con le braccia aperte verso i pastori. I pastorelli sono quattro ragazzine, tutte di nome Maria, ed un ragazzino, fratello di una di queste: Maria Chiotti di Chiotmartin, 12 anni; Maria Boschero di Meira d’l Mes, 11 anni; Maria Pittavino di Palanché, 12 anni; Maria Margherita Pittavino – Guitin – 12 anni, col fratellino Chiaffredo – Chafré – di circa 9 anni, abitanti alla Palanché. Il fatto, raccontato subito a parenti e a conoscenti non viene creduto. Chi pensa alle masche (streghe), o ai sarvanòt (spiriti e folletti) o, ancora, a Sant’Anna o a qualche anima in pena. “Tutte storie!” “Non parliamone più” sono queste le frasi che si sentono dire i bambini.
Ma il mattino del 6 agosto, benché il cielo sia nuvoloso e minacci ‘n bel slavàss (un bell’acquazzone), il primo gruppetto di estranei sale con i pastori al Chiotto, per indagare. Tra questi c’è pure un certo Bartolomeo Chiotti – Toumlin – gobbo, quasi piegato, aiutato dal figlio Ambrogio. E’ salito con la segreta speranza di essere guarito, se mai ci lì ci fosse stato qualcuno in grado di farlo. Porta con sé una candela e pensa “Chissà se potrò tenerla accesa, con questo tempaccio.” e promette di far erigere un pilone in caso di guarigione. Una volta giunti al pianoro, ecco tornare la bela Frema (la bella Signora), piangente come sempre. La natura circostante, rabbuiata, pare risentire ed appesantire quel suo dolore. Di riflesso i pastori si mettono ad urlare, tanto che Papà Pittavino, che abita alla Palanché, sente le loro grida e decide di raggiungere subito il Chiotto. Prende con sé la bertuna, una vecchia spada ricurva e corre verso le voci.
Giunto al pianoro, e, dopo aver constatato con sua meraviglia che non vi è nessuno, grida: “Perché avete urlato così?” I ragazzini gli additano in risposta il lastrone su cui appare la figura, dicendogli: “Garda ilai, sus la peira!”(“Guarda là, su quella pietra!”) Papà Pittavino non vede nulla. nota solamente che tutti tremano, come presi da una gran febbre. Colpisce allora ripetutamente con la bertuna la pietra, senza tuttavia veder nulla. A questo punto una veggente, per convincerlo meglio, afferra con la mano un lembo del manto della Signora. A questo punto papà Pittavino esclama: “Inginocchiamoci!” E così, sull’erba umida della notte che il sole quel giorno non ha asciugato, il primo drappello di estranei prega.
Giuseppe Pittavino promette, anche lui, la costruzione di un pilone. A lui fa eco Toumlin, il gobbo: “Verrò anch’io ad aiutarti. se guarisco!” mentre dice queste parole nota che la candela che aveva acceso non si spegne, nonostante il forte vento. Dopo un po’ la visione scompare. Tutti si alzano rasserenati: è passata la paura, è tornata anche la salute per Toumlin. Da quel giorno i pastorelli tornano al Chiotto con minor timore, anzi, con piacere. E lassù, puntualmente, ritorna ogni giorno la bella Signora. Ma eccoci al 15 agosto, festa dell’Assunta. La gente, che è sempre più convinta che l’apparizione possa essere vera, sale numerosa con i veggenti. Giuseppe Pittavino non porta più con se la bertuna, ma una candela benedetta. I pastori, che sono giunti in precedenza sulla montagna, si fanno incontro ai nuovi venuti e quasi subito esclamano: “Eccola di nuovo!” Tutti si inginocchiano sull’erba del pianoro. Papà PIttavino dà inizio al rosario. E’ questo il primo di una serie interminabile. Terminata la recita, chiede ai veggenti se la vedono ancora. Essi rispondono di si. Intanto, nel silenzio della montagna, risuona ai veggenti un canto melodioso ma triste, che essi dicono somigliante al triste salmodiare della messa da morto. Pittavino insiste: “Non vedete chi canta e chi suona?” Ed essi: “Non sappiamo.” Poi, aggiungono di scorgere come delle ombre passare davanti al sole, che splende in tutto il suo fulgore nel bel cielo di Valmala.
Ma poi, a poco a poco, tutto scompare. I veggenti esclamano: “Se n’è andata la bella Signora!” I presenti, più che mai convinti, tra un commento e l’altro scendono al paese, dopo aver così trascorso la giornata più memorabile del Chiotto. Dopo l’apparizione della festa dell’Assunta, crescono la fede e l’entusiasmo nel popolo valmalese, mentre la notizia corre ai paesi vicini. I veggenti riferiscono ogni sera che la bela Frema continua a tornare, come al solito. Un giorno, in particolare, dicono che essa ha compiuto un giro sul pianoro, ed aggiungono: “Touchava pa ‘l sol” (“Non toccava il suolo”). L’erba si rifletteva al suo passaggio, senza venir calpestata, e, per di più, diventava candida come na téla bianca (una tela bianca), stesa al sole ad asciugare. Alcuni valmalesi si chiedono il significato di quella scia luminosa. Un giorno la Signora sembra volerne dare la spiegazione. Dice a Maria Pittavino: “Stasera, dirai a tuo padre che desidero qui un pilone, ed in seguito una chiesa”. A sera, Maria riferisce al babbo il desiderio della Signora. Ma egli esclama: “Couma fasén a fé na guiéisa amoun?” (“Come possiamo costruire lassù una chiesa?”). Mancavano infatti, la sabbia e le pietre adatte.
La ragazza, il giorno seguente, riporta le parole del babbo alla Signora. Questa risponde indicando in alto sulla montagna un punto, in cui sporgono alcuni spuntoni di roccia: lì troveranno i lastroni di ardesia e le pietre necessarie alla costruzione. Indica anche, più vicino, il luogo per la sabbia. Dopo la rivelazione delle intenzioni divine, sembra ora tutto più chiaro: quel sentiero luminoso sull’erba altro non sarebbe che il tracciato del nuovo santuario e quello del porticato annesso, sotto il quale i pellegrini si porteranno in preghiera, a fare le novene, sui passi della Donna che piange. Secondo le fonti più attendibili, le apparizioni continuano fino a quando dura la pastura al Chiotto, cioè fin verso il 20 settembre. La gente, però, si chiede ansiosa: “Ma, in fondo, chi era mai quella Signora che piangeva sempre?”
Anche per rispondere a questo interrogativo, papà Giuseppe prende con sé i pastorelli e li conduce a visitare piloni e chiesette dei dintorni, per scoprirvi dipinta qualche immagine somigliante a quella apparsa al Chiotto, ma inutilmente. Finalmente, un lunedì di ottobre, Giuseppe, sceso al mercato di Venasca, vi scorge una bancarella di oggetti sacri. Ritorna a Valmala e conduce con sé a Venasca alcnievee nella speranza che su quel banchetto vi sia la soluzione all’enigma del Chiotto. A Venasca, infatti, in un’immagine della Madre della Misericordia di Savona, riprodotta su un quadretto, viene identificata dalle veggenti la figura misteriosa apparsa loro per circa due mesi. Papà Pittavino compra allora il quadro.
Il 2 novembre, a Valmala, in occasione della visita al cimitero, i veggenti si ritrovano tutti con Papà Pittavino e possono così comprovare unanimemente che quella è veramente la Frema apparsa loro al Chiotto nell’estate precedente. L’anno successivo Giuseppe Pittavino, aiutato anche da Toumlin, costruisce il primo pilone sul luogo, e vi fa dipingere da Giuseppe Gauteri di Saluzzo, l’immagine trovata a Venasca. Fa scrivere sull’architrave: “Grandissimo miracolo di vedere Maria Santissima della Misericordia in questo luogo durante giorni cinquanta”.
Il 1835 è pure l’anno del colera. Il comune, da parte sua, fa voto di erigervi una cappella, se il paese sarà esente dal contagio che infesta i paesi vicini. Ne viene preservato. Così sorge, nel 1840, la prima cappella, che verrà ingrandita successivamente fino alle proporzioni dell’attuale santuario, ultimato nel 1851. L’autorità religiosa, dapprima contraria, va via via tacitamente approvando la devozione alla Madre della Misericordia di Valmala. In seguito, con particolare solennità, ricorderà il cinquantenario (1884), il centenario (1934) ed infine il centocinquantenario (1984) delle apparizioni.
Tutti i protagonisti delle vicende del Chiotto, per un misterioso disegno della Provvidenza, lasceranno il paese nativo. Andranno nei vari paesi della zona, prenderanno moglie e marito ed avranno numerosa famiglia. La loro vita trascorrerà nella fatica di tutti i giorni, lontani dalla folla sempre crescente diretta al Chiotto. I figli di Maria Pittavino saranno invece i massari del santuario per molti anni. La veggente di cui rimarranno più documenti è invece Maria Chiotti, che morirà nel 1899.

Fonte:

www.santuariovalmala.it   

17 MAGGIO MARIA

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MARIA
17 MAGGIO MARIA
MARIA!!!
LA STELLA DEL MATTINO, LA ROSA PIÙ BELLA DEL GENERE UMANO.
LA DONNA PIU’ IMPORTANTE DELL’UNIVERSO
LA MAMMA DI GESU’ E DI TUTTO IL GENERE UMANO
LA PERSONA PIU’ VICINA A DIO E STARE CON LEI E’ STARE CON DIO
(Sr.Te.Ur)

a

Preghiera alla Madonna del rosario

Avemaria

 

O Maria, Vergine potente,
Tu aiuto meraviglioso dei Cristiani;
Tu sola hai distrutto ogni eresia in tutto il mondo;
Tu nelle angustie, nelle lotte, nelle strettezze
difendici dal male e accogli l’anima nostra in Paradiso!
O Maria Madre benedetta del Salvatore,
validissimo è il tuo aiuto in favore dei cristiani.
Per te le famiglie e i singoli furono liberati
ed anche preservati dalle più gravi disgrazie.
Fa’, o Maria,
che sia sempre viva la nostra fiducia in te, affinché in ogni difficoltà possiamo sperimentare che tu sei veramente il soccorso dei poveri, la difesa dei perseguitati, la salute degli infermi, la consolazione degli afflitti, il rifugio dei peccatori e la perseveranza dei giusti.
O Maria noi ci affidiamo totalmente, sinceramente a te!
Tu che sei la Vergine Potente resta vicino a ciascuno di noi.
Ripeti a Gesù, per noi, il “Non hanno più vino”
che dicesti per gli sposi di Cana,
perché Gesù possa rinnovare il miracolo della salvezza,
Ripeti a Gesù: “Non hanno più vino!”, “Non hanno salute,
non hanno serenità, non hanno speranza!”.
Tra noi ci sono molti ammalati, alcuni anche gravi, confortali, o Maria!
Tra noi ci sono molti anziani soli e tristi, consolali, o Maria!
Tra noi ci sono molti adulti sfiduciati e stanchi, sostienili, o Maria!
Tu che ti sei fatta carico di ogni persona,
aiuta ciascun di noi a farsi carico della vita del prossimo!
Aiuta i nostri giovani, soprattutto quelli che riempiono le piazze
e le vie, ma non riescono a riempire il cuore di senso.
Aiuta le nostre famiglie, soprattutto quelle che faticano a vivere
la fedeltà, l’unione, la concordia!
Aiuta le persone consacrate
perché siano un segno trasparente dell’amore di Dio.
Aiuta i sacerdoti, perché possano comunicare a tutti
la bellezza della misericordia di Dio.
Aiuta gli educatori, gli insegnanti e gli animatori,
perché siano aiuto autentico alla crescita.
Aiuta i governanti
perché sappiano cercare sempre e solo il bene della persona.
O Maria, vieni nelle nostre case,
tu che hai fatto della casa di Giovanni la tua casa,
secondo la parola di Gesù in croce.
Proteggi la vita in tutte le sue forme, età e situazioni.
Sostieni ciascuno di noi
perché diventiamo apostoli entusiasti e credibili del Vangelo.
E custodisci nella pace, nella serenità e nell’amore, ogni persona.
Santissima Vergine Maria, da Dio costituita Ausiliatrice dei cristiani,
noi ti eleggiamo Signora e Padrona delle nostre case.
Degnati, Ti supplichiamo, di mostrarci il Tuo potente aiuto.
E preservaci dal male che ci opprime.
Benedici, proteggi, difendi, custodisci come cosa tua.
preservaci da tutte le disgrazie e gli infortuni,
ma soprattutto concedici l’importantissima grazia
di evitare il peccato.
Maria, Aiuto dei Cristiani, prega per noi.

 Ave Maria

13 maggio Beata Vergine Maria di Fatima

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BATA VERGIE MARIA DI FATIMA

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Il 13 maggio si ricordano le apparizioni della Vergine Maria a Fatima, in Portogallo nel 1917. A tre pastorelli, Lucia de Jesus, Francesco e Giacinta, apparve per sei volte la Madonna: lasciò loro un messaggio per tutta l’umanità, centrato soprattutto sulla penitenza e sulla devozione al suo Cuore Immacolato. Il 13 ottobre 1930 il vescovo di Leiria dichiarò degne di fede le visioni dei tre bambini, autorizzando il culto alla Madonna di Fatima. Sul luogo delle apparizioni è sorto un santuario, che comprende la Basilica di Nostra Signora del Rosario di Fatima, dove sono venerati i resti mortali dei tre veggenti.

Martirologio Romano: Beata Maria Vergine di Fatima in Portogallo, la cui contemplazione nella località di Aljustrel come Madre clementissima secondo la grazia, sempre sollecita per le difficoltà degli uomini, richiama folle di fedeli alla preghiera per i peccatori e all’intima conversione dei cuori.

Si era in un tempo di affermazione di un diffuso materialismo, sia ideologico, sia politico, il cui maggior filone era il bolscevismo sovietico; inoltre il 5 maggio 1917, quindi otto giorni prima, papa Benedetto XV, visto il perdurare della sanguinosa Prima Guerra Mondiale, scoppiata nel 1914 in Europa, aveva invitato i cattolici di tutto il mondo ad unirsi in una crociata di preghiera, per ottenere la pace per intercessione della Madonna.

La prima apparizione: 13 maggio 1917
Domenica 13 maggio 1917, i tre cuginetti dopo aver assistito alla Santa Messa nella chiesa parrocchiale di Fatima, tornarono ad Aljustrel per prepararsi a condurre al pascolo le loro pecore.
Il tempo primaverile era splendido e quindi decisero di andare questa volta fino alla Cova da Iria, una grande radura a forma di anfiteatro, delimitata verso nord da una piccola altura.
Mentre giocavano, nel cielo apparve un bagliore. Perciò, preoccupati per un possibile temporale in arrivo, decisero di ridiscendere la collina per portare il gregge al riparo.
A metà strada dal pendio, vicino ad un leccio, la luce sfolgorò ancora. Pochi passi più avanti videro una bella Signora vestita di bianco che emanava una luce sfolgorante. I bambini rimasero stupiti a contemplarla.
Lucia chiese alla Signora:
– Da dove venite?
– Vengo dal Cielo.
– Dal cielo! E perché è venuta Lei fin qui?
– Per chiedervi che veniate qui durante i prossimi sei mesi ogni giorno 13 a questa stessa ora; in seguito vi dirò chi sono e cosa desidero, ritornerò poi ancora qui una settima volta.
Al ritorno dalla Cova da Iria, Lucia raccomandò ai due piccoli cugini di non dire nulla a casa, ma Giacinta si lasciò sfuggire il segreto.
Da allora la loro vita quotidiana cambiò: nell’alternarsi delle notizie e delle relative valutazioni, i tre bambini subirono sgridate, opposizioni, incredulità e prese in giro, prima dagli spaventati genitori, poi dalle autorità ecclesiastiche e politiche.

12 MAGGIO 2019 FESTA DELLA MAMMA, AUGURI!

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Auguri Speciali alla Mdonna, Mamma di Gesù e di tutti noi.

Non temere, Maria, poiché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai e partorirai un figlio e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio di Dio
(Vangelo di Luca)

Maria Mamma, ricordati di tutti i figli tuoi; avvalora presso Dio le nostre preghiere; conserva salda la nostra fede; fortifica la nostra speranza; aumenta la carità.

Dio creò ogni creatura, e Maria generò Dio : Dio che aveva creato ogni cosa, si fece lui stesso creatura di Maria, e ha ricreato così tutto quello che aveva creato. E mentre aveva potuto creare tutte le cose dal nulla, dopo la loro rovina non volle restaurarle senza Maria. Dio dunque è il Padre delle cose create; Maria è la madre delle cose ricreate
(Sant’Anselmo d’Aosta)

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12 MAGGIO 2019 FESTA DELLA MAMMA, AUGURI!
La Festa della Mamma che nel 2019 si celebra domenica 12 maggio, deve le sue origini all’antico culto della fertilità ma per la giornata come la intendiamo oggi, le origini sono molto più recenti e risalgono all’Ottocento quando la pacifista americana Ann Reeves Jarvis era attiva nelle campagne per combattere la mortalità infantile dovuta alle malattie e alla contaminazione del latte.
Dopo la Guerra civile americana, Jarvis aveva iniziato a organizzare delle specie di feste della mamma, picnic e altri eventi per promuovere l’amicizia tra le madri che appartenevano a schieramenti che erano stati nemici negli anni della guerra tra Nordisti e Sudisti.

https://www.pianetadonna.it/pictures/2015/05/04/festa-della-mamma-idee-low-cost-per-decorare-la-casa-a-tema-rose-1030253333[984]x[411]780x325.jpeg

Festa della mamma: esiste un giorno ufficiale?

Il 10 maggio del 1908 Anna Jarvis, figlia di Ann Reeves Jarvis, organizzò nella sua città natale, Grafton ma anche a a Philadelphia e in altre città delle giornate dedicate alle madri, criticandone però apertamente il loro risvolto commerciale (chissà cosa direbbe oggi, quindi). Negli anni successivi i festeggiamenti per il giorno della mamma ebbero sempre più seguito, finché il presidente americano Woodrow Wilson ufficializzò la festa nel 1914, scegliendo la seconda domenica di maggio.
La Festa della mamma non ha sempre avuto una data mobile, in Italia ad esempio fino a un po’ di tempo fa, la data era fissa e cadeva sempre l’8 maggio. Di recente è diventata mobile, celebrata la seconda domenica di maggio, così come negli Stati Uniti, in Australia, in Turchia, in Finlandia, in Svizzera, Danimarca e Belgio. In Norvegia invece viene celebrata la seconda domenica di febbraio, mentre in Argentina cade durante il secondo fine settimana di ottobre
https://www.pianetadonna.it/pictures/2019/04/08/angelo-della-famiglia-thun.jpeg

Festa della mamma 2019 in Italia

La Festa della Mamma si festeggia il quinto mese dell’anno per via della data di morte di Ann Jarvis, avvenuta il 9 maggio 1905. La seconda domenica di maggio venne poi adottata come data ufficiale per festeggiare le mamme in molti paesi occidentali, compresa l’Italia a partire dalla fine degli anni Cinquanta. In Italia la prima festa della mamma fu festeggiata per la prima volta nel 1957 da don Otello Migliosi, un sacerdote del borgo di Tordibetto ad Assisi, dove la festa è tuttora molto sentita. Da lì in poi è diventata consuetudine fare gli auguri per la festa della mamma, e magari un regalo, in questo giorno.
Successivamente la festa è entrata a far parte del nostro calendario e, come in molti altri Paesi, viene celebrata la seconda domenica di maggio.
http://www.partecipiamo.it/mamma/immagini/festa_della_mamma_00020_mother_day.jpg
Sacra famiglia