Il coraggio epico di un ragazzo che scappò di casa con un paio di zoccoli

Alex Katz ritratto di Louis Vuitton

 Louis Vuitton, l’audacieux è la biografia scritta da Caroline Bongrand per i 200 anni dalla nascita del fondatore della Maison. Il memoir traccia la parabola, piuttosto avventurosa, di Vuitton (nel dialetto dello Jura “caparbio”) che, vessato dalla matrigna, a 14 anni abbandona casa e mulino di famiglia ad Anchay per andare a Parigi. Ai piedi solo un paio di zoccoli e un bagaglio di esperienza come apprendista presso il noto produttore di bauli Romain Maréchal. Nel 1854 aprirà la sua prima boutique nell’ormai celebre Rue Neuve-des-Capucines, la stessa che a distanza di secoli ha dato il nome a un’iconica borsa della Maison. Bongrand racconta: “La moglie Emilie lo ha incoraggiato molto ed è stata anche sua musa. Era una storia d’amore genuina, insolita in un’epoca di matrimoni combinati. Dopo la nascita del figlio Georges, si rese conto che tutto ciò che stava costruendo poteva essere trasmesso alla generazione successiva“. Aveva ragione.

La storia della vita di Vuitton, che raggiunge Parigi dopo due anni di cammino, ora è anche un videogioco e un documentario.

 Baule guardaroba Louis Vuitton

Una pubblicità del 1010 per il baule-guardaroba

Pubblicità per il baule da campeggio Louis Vuitton con o senza materasso. Questo annuncio include gli indirizzi dei...

Pubblicità per il baule da campeggio Louis Vuitton con o senza materasso.

Louis Vuitton 1854

Louis Vuitton Emballeur, etichetta interna da baule, 1860 circa. Si menzionano gli indirizzi dei negozi al 4 di  rue Neuve-des-Capucines e della succursale al 65 di avenue des Champs-Elysees, a Parigi.

Autisti e corrieri Louis Vuitton nel cortile dei laboratori di AsnieressurSeine intorno al 1903.

Autisti e corrieri Louis Vuitton nel cortile dei laboratori di Asnieres-sur-Seine, intorno al 1903.

Bauli vintage Louis Vuitton

Bauli Vuitton

Star di ieri e di oggi con le borse più iconiche

Film star Audrey Hepburn pictured at Heathrow Airport before leaving for her home in Switzerland, 5th November 1966. (Photo by Staff/Mirrorpix/Getty Images)

Audrey Hepburn

La storia di Louis Vuitton, maestro del lusso

Anna Magnani

LONDON, UNITED KINGDOM - APRIL 30: Dita Von Teese seen arriving from Paris on April 30, 2012 in London, England. (Photo by Alex Moss/FilmMagic)

Dita von Teese

LONDON, UNITED KINGDOM - SEPTEMBER 10: Lady Gaga is sighted at the Dorchester Hotel on September 10, 2012 in London, England. (Photo by Alex Moss/FilmMagic)

Lady Gaga

In alto: Louis Vuitton in un ritratto di Alex Katz

Azzolina: La vita insegna (anche a difendersi dagli insulti sessisti)

Lucia Azzolina «Quando ero ministra mi hanno trattata come una strega»- Corriere.it

La vita insegna. Dalla Sicilia al ministero, il viaggio di una donna che alla scuola deve tutto è il titolo del libro in cui l’ex ministro dell’istruzione Lucia Azzolina intreccia storia personale e vicenda politica per “raccontare il primo anno di pandemia, che ha messo a nudo le debolezze del nostro sistema scolastico e mostrato la follia dei tagli che per anni sono stati fatti. Fino a poco tempo fa la scuola era usata dalla politica come un bancomat. Sotto il mio mandato da ministra è finalmente tornata al centro del dibattito e lì deve restare. C’è anche la parte biografica, perché parlare della mia infanzia è parlare di come la scuola possa essere un ascensore sociale. Una condizione umile di partenza non mi ha impedito di costruirmi un futuro“. Aggredita dai soliti caproni da tastiera, a proposito degli insulti sessisti dice: “Ho subito attacchi sin dal principio solo per il colore del mio rossetto e da quel giorno ho deciso di non toglierlo più. C’è una proposta di legge a cui ho lavorato sull’educazione all’affettività nelle scuole, ma le leggi da sole non bastano, serve un rinnovamento culturale che parta proprio dalla scuola. E poi c’è solo una cosa da fare di fronte a un insulto e a un’aggressione: denunciare“. A me non interessa la signora Azzolina in veste politica, mi interessa in quanto donna. E l’ammiro per il piglio con cui ha tenuto testa agli attacchi di cui è stata oggetto a vario titolo.

La prefazione di Liliana Segre:

Questo libro di Lucia Azzolina è una sorta di autobiografia personale e politica. La storia di una giovane donna che prima in Parlamento e poi come ministro dell’Istruzione, per altro in uno degli anni più drammatici della nostra storia recente, si è trovata a fare quasi un corso accelerato di vita politica, con le sue responsabilità, difficoltà, spesso asprezze.

Ho conosciuto di persona Lucia quando, appena nominata ministro, volle venirmi a trovare a casa a Milano. Mi colpì, oltre che per la sensibilità e la preparazione, per il fatto che venne da me con i mezzi pubblici, in metropolitana, senza macchine di servizio e di scorta. Di sicuro un modo inusuale di presentarsi per una esponente politica di governo.

Ho poi seguito con sincera partecipazione il suo intenso anno da ministro, il suo sforzo di governare e provare a cambiare il mondo della scuola. Condividiamo l’idea che la scuola è il fattore in ogni senso decisivo per il futuro di ragazzi e ragazze, ma in fin dei conti del Paese nel suo insieme. Tanto più dopo un’emergenza come quella da cui stiamo tentando di uscire, esperienza di morte e distruzione di vite, risorse, speranze.

Naturalmente, come quasi tutti, rimasi basita per i reiterati attacchi soprattutto di natura sessista che in quel periodo la ministra Azzolina dovette subire, non solo sui social media, ma addirittura anche nelle aule parlamentari. Il libro riporta alcuni di questi attacchi che offrono lo spaccato di un mondo di ignoranza, volgarità e misoginia assai esteso, e lasciano un senso di sgomento e di vergogna per il livello di certi settori della nostra società.

Ma Lucia non si è mai persa d’animo e il libro ricorda anche i passaggi più significativi della sua attività al ministero, svolta con la passione e la serena coscienza di chi del mondo della scuola aveva una perfetta conoscenza maturata sul campo.

Non c’è dubbio che la migliore risposta ai detrattori è quella della serietà, dell’impegno, della competenza, dello spirito di servizio e di riforma.

C’è una formula che nel libro ritorna più volte: lo studente al centro.

È così: i ragazzi devono essere al centro della scuola, delle attenzioni e delle preoccupazioni certo del corpo docente e del personale scolastico, ma soprattutto di una classe politica che voglia tornare credibile e utile alla democrazia.

Se siamo convinti che «la bellezza salverà il mondo», nostra responsabilità, in primis di uomini e donne della politica, è immaginare la via perché la bellezza possa tornare ad avere la meglio”.

Louis Armstrong, non solo un virtuoso della tromba

LOUIS ARMSTRONG - VeniVidiVici

Il mondo del jazz può vantare un buon numero di figure di spicco, ma nell’immaginario dei non addetti ai lavori ne troneggia solo una: quella di Louis Armstrong del quale è stato finalmente tradotto il libro Un lampo a due dita. Scritti scelti, raccolta di lettere e resoconti al cui riguardo Thomas Brothers scrive nell’introduzione: “La sua prosa acquisì una voce riconoscibile quanto la sua voce musicale“. Presumo sia una sorpresa per tanti scoprire l’Armstrong scrittore che fu mosso da pura passione per la pagina scritta malgrado non avesse concluso neppure le elementari, non un’eccezione ma la regola per tanti bambini di colore nella New Orleans di inizio Novecento.

Avevo un concerto in un auditorium di Miami. Entrai in scena e vidi qualcosa che non avevo mai visto. Vidi in platea migliaia di persone, nere e bianche. Non segregati in una fila di bianchi e in una fila di negri. Solo tutti insieme – com’è natura. Pensai di trovarmi nello Stato sbagliato“.

Sono ancora gli anni in cui l’America non fa mistero d’essere profondamente razzista, ma per Satchmo (bocca a sacco) il destino aveva in serbo ben altro. Trasformarlo in una leggenda del jazz.