“Le cronache di Teseo” di Davide Bottiglieri

UN EROE.
IL MITO E LA LEGGENDA CHE PRENDONO VITA


“Finché il Fato non manifesta il suo volere,
il destino appartiene all’uomo”


Teseo, nato dall’amore fra Etra, figlia del re di Trezene, e il dio Poseidone, è il mitologico eroe destinato a regnare dopo Egeo, re di Atene. Un semidio la cui fama cresce insieme alle imprese a cui viene sottoposto per raggiungere i suoi obiettivi.

Teseo ed Etra - Laurent de La Hyre - 1635/1640

Teseo ed Etra – Laurent de La Hyre – 1635/1640

Dopo aver recuperato il sandalo e la spada del re, sotterrati in un luogo nascosto fino al giorno in cui il giovane potesse recuperarli e reclamare il trono, Teseo deve raggiungere la capitale ellenica.
Può farlo seguendo la via del mare, la più sicura, o quella di terra, dove tuttavia, molti pericoli sono di vedetta per ostacolare il suo cammino. La scelta di un eroe, però, non può mai essere quella più facile.
Da Perifete il licantropo a Sini il Golem, sfidando la Gigàt Fea e scontrandosi con Scirone il lievitano Teseo si fa strada verso il suo destino, usando la forza e l’intelligenza, ma anche i suoi poteri da stregone che, di volta in volta, gli conferiscono armi e magie delle divinità greche o di eroi del passato.
Molte sfide e tranelli attendono il giovane principe ateniese divenuto anche famoso per aver ucciso il mitico Minotauro, annidato nel labirinto dove nessuno era in grado si uscirne vivo.

4132geGjmfLLe cronache di Teseo” di Davide Bottiglieri, edito da Les Flaneurs Edizioni, raccoglie le imprese del mitico eroe greco restituendocele attraverso una chiave di lettura che si avvicina molto al fantasy.
Il Teseo di queste storie è uno stregone, abile nella magia che gli permette di vincere i mostri che incontra lungo il suo cammino. Un eroe molto vicino alle figure che i ragazzi seguono attraverso i cartoni animati, dotato di una spada e di incantesimi che attiva quando ne ha più bisogno. Un ragazzo protetto dagli dei, ma che si fa strada anche grazie alla sua voglia di annientare le presenze demoniache che infestano la sua Terra.

Bottiglieri ci restituisce uno dei miti più famosi della mitologia greca e lo fa rispettando le origini stesse della storia, attraverso uno stile accattivante che emula i cantastorie che, fino all’avvento dei libri e del cinema, intrattenevano la gente narrando degli eroi del passato.
Scegliere di riproporre vicende più che note è sempre un azzardo, sopratutto per chi si lascia tentare dal metterci del suo mentre prende vita la storia. Con Davide Bottiglieri non si corre, però questo rischio: le sue “Cronache” rendono il giusto omaggio al mito vero e proprio, senza che questo ne risulti modificato o alterato.

Teseo, insieme a Ercole, Perseo, Giasone e a Ulisse, fa parte di un ciclo di avventure che da sempre affascina l’uomo. Un eroe, spesso un semidio, che deve sconfiggere un destino avverso, o deve realizzare un cammino già previsto dagli oracoli; un uomo spesso dotato di ingegno, aiutato dagli dei, provvisto di astuzia e nobile coraggio. Un esempio per i contemporanei, un mito per i posteri.

In una società dove le divinità erano capricciose creature troppo simili ai loro imperfetti figli mortali, le figure come Teseo erano un baluardo di luce nelle tenebre dell’inciviltà, dove a regnare forse non erano solo i mostri scaturiti da Echidna.
Gli eroi erano spesso chiamati a risolvere questioni terrene, frutto dell’avidità o della stoltezza umana, dimostrando che un vero eroe è colui che sa anche arrendersi, oltre che vincere.

Astuzia e forza sono le armi di un valoroso paladino, ma spesso è la volontà e la saggezza che guidano i passi di chi è stato designato dagli dei

A tale proposito è molto significativo un capitolo del romanzo che vede Teseo affrontare ancora una volta un ostacolo nel suo viaggio verso Atene.

Quando, infatti, cade nel tranello di Procuste (che dà ospitalità ai viandanti, condannandoli a un sonno di incubi senza risveglio) l’eroe dovrà fare i conti contro le sue paure più nascoste, fino a sfidare se stesso in una lotta impari dove tuttavia c’è una lezione da imparare:

“la grandezza sta nel saper prendere la decisione giusta. Un grande uomo può anche non essere un uomo grande. Un grande uomo fa la cosa giusta.”

Un eroe, dopotutto, è colui che sacrifica se stesso per un bene maggiore.

Buona lettura.

Recensione “Omicidi in si minore” di Davide Bottiglieri

Cosa attanaglia l’anima di una persona? Il dolore, l’amore o la perdita?


“La paura è un grido, il terrore è un sussurro.”(Anonimo)

Anche l’ispettore Ljudevit Alecsandri è diventato un sussurro in bocca di chi vede in lui un’entità del maligno, un essere superiore dotato dell’ingegno di scovare il male per punirlo. E’ lui il protagonista delle pagine di “Omicidi in si minore” di Davide Bottiglieri, edito per Les Flâneurs Edizioni.

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“Omicidi in si minore” di Davide Bottiglieri

Siamo nel cuore della Transilvania, alle fine del diciottesimo secolo.
Cluj è una cittadina imperversata da strani omicidi che non hanno nulla di consueto, che sembrano voler essere una sfida per il giovane ispettore Alecsandri, abile agente del Plotone, corpo scelto di polizia. Un’ombra nera, un fantasma che semina la morte lasciando indizi, beffeggiando chi lo insegue, preparandosi a colpire ancora.
Un susseguirsi di eventi e di equivoci sembrano designare il Male in persona come l’artefice della scia di sangue che mette in subbuglio una città che pone le sue fondamenta fra occulto e religione.
Personaggi dalle personalità forti, capaci di influenzare e districare i fili della matassa che ruotano intorno agli eventi, come la bella Helena o come Edward Gordon Wordswarth.

“Non è forse la verità una bugia perfetta?”

Basterà il senso di giustizia dell’ispettore Alecsandri per tenere a bada la parte nera della sua stessa anima, la parte brutale che graffia per emergere e inseguire a sua volta il colpevole? E chi si cela dietro al terrore che danza intorno al male?

Questo romanzo è stata una piacevole sorpresa, una lettura capace di catturare fin dalle prime pagine. Lo stile dell’autore è incalzante, mai pesante, sempre coinvolgente.
La trama è ben architettata, non lascia scampo, ti prende e ti imbroglia per mostrarti alla fine lo spiraglio della verità, quando ormai è troppo tardi.
Le pagine di questo libro sono il frutto di un lavoro certosino, di un’abilità di fotografare un’epoca lontana come se il lettore potesse davvero vedere tutto quanto. A tratti si ha l’impressione di contemplare un quadro dai colori cupi, dall’atmosfera sferzata dal vento gelido dell’inverno in cui avvengono i fatti.

L’autore lascia indizi, illude chi legge di poter seguire la scia di elementi che il suo protagonista raccoglie pagina dopo pagina. Le Sacre Scritture infervorano il protagonista, la musica scandisce il ritmo della storia stessa, la sua evoluzione, il suo dispiego.

E’ davvero un bel libro, che dimostra l’abilità dell’autore nel creare una storia valida, credibile, forte. Si mostra la fragile anima umana alle prese con la paura, con la perdita, con il terrore.
Lasciatevi guidare dalle note di un romanzo fresco, ma maturo, fermandovi sull’orlo di quell’abisso su cui è in bilico il protagonista ma che riguarda tutto il genere umano: la sua lotta fra ciò che è giusto e ciò che è lecito, fra perdizione e salvezza.
Buona lettura.