Zuccherini digestivi per ogni occasione

Avevo una volta un datore di lavoro… donna. Una donna dalle mille risorse, tra cui preparare personalmente regalini di natale per i clienti, senza spendere grandi cifre e confezionando con pochi ingredienti e semplicità qualcosa di speciale.

Ecco a voi come si preparano gli zuccherini digestivi, che potreste trovare anche in qualche bottega o drogheria, ma a costi decisamente più alti.

Procuratevi dei vasetti di vetro non troppo grandi (nuovi, o meglio se di riciclo da marmellate o altro, sempre per risparmiare!), alcool etilico (in vendita al supermercato), zollette di zucchero e poi vari ingredienti per insaporire, come ad esempio:

  • scorza d’arancia e chicchi di caffè
  • cannella (meglio intera, ma va bene anche in polvere) e chiodi di garofano
  • scorza di limone e salvia

La preparazione è davvero semplice: inserire nei vasetti tante più zollette di zucchero è possibile, cercando di disporle con ordine; quindi inserire gli ingredienti scelti (potete anche sbizzarrirvi con le combinazioni che preferite) e poi versare l’alcool fino a coprire il tutto. Chiudere bene il coperchio e lasciar riposare almeno un mese prima di consumare gli zuccherini digestivi, direttamente interi sulla lingua o dopo averli incendiati per far evaporare un po’ di alcool.

Per rendere la confezione ancora più originale, carina e simpatica, si può legare un bel fiocco intorno al coperchio ed adornare il medesimo con animali o fiorellini fatti con pasta di sale e poi incollati, oppure roselline di pannolenci, oppure stoffe colorate e ritagliate a zig zag posizionate prima del fiocco.

E le occasioni in cui regalare questi pacchettini sono infinite: non sono ideali solo per natale, ma anche da portare a cena da amici, per una festa del papà, per ringraziare di un favore…

Buona degustazione!

Perché usare i pannolini lavabili

Con la prima figlia Sophia, come spesso accade, mi sono lasciata molto condizionare da usi e costumi della società moderna e, con mio rammarico, credo di aver sbagliato su molti fronti.

Durante la seconda gravidanza, ho iniziato ad informarmi molto bene sotto diversi aspetti e, quando la mia pro-zia mi chiese cosa desideravo come regalo per la nascita della bambina, ho chiesto i pannolini lavabili.

Dunque vediamo perché:

I pannolini lavabili sono definiti pannolini ecologici. Infatti i pannolini usa e getta fin dalle fasi iniziali della loro produzione (consumo di cellulosa, consumo di acqua ed energia e utilizzo di sbiancanti chimici e materie plastiche per la produzione) sprecano risorse e inquinano l’ambiente. Per produrre pannolini usa e getta per un solo bambino si richiede una quantita’ di cellulosa pari a circa 10 grandi alberi. Riempiti di feci e urine, essi costituiscono il 20% circa dei rifiuti nelle discariche. Ogni bambino produce all’incirca una tonnellata di questi rifiuti difficili da trattare e non biodegradabili. Il loro tempo di decomposizione, variabile da 200 a 500 anni, aumenta in condizioni di carenza di acqua e ossigeno, condizioni che alcuni genitori riproducono volontariamente, richiudendo ogni singolo pannolino in un sacchetto di plastica. La loro degradazione rilascia nell’ambiente sostanze chimiche nocive, tra cui sodium polyacrilate, tributyl-stagno (TBT), diossina, xylene, ethylbenzene, styrene, isopropylene.

Utilizzare pannolini lavabili è invece una scelta rispettosa dell’ambiente nel quale i nostri figli dovranno vivere. I consumi idrici ed energetici dovuti al lavaggio dei pannolini lavabili in lavatrice non sono significativamente superiori a quelli del ciclo vitale-produttivo dei pannolini usa e getta. Lavare i pannolini con lavatrici ad alte prestazioni energetiche, a carico pieno e a temperature medio-basse, ed asciugare all’aria anziché in asciugatrici meccaniche, consente di spostare anche il bilancio idrico ed energetico a favore dei pannolini lavabili. Lavare pannolini in modo ecologico fa risparmiare risorse non rinnovabili e riduce l’emissione di anidride carbonica in atmosfera!

Salute del bambino
I benefici dell’uso di pannolini lavabili anziché pannolini usa e getta sulla salute del bambino sono molteplici e relativi a: (1) migliore traspirazione delle zone genitali, (2) evitata esposizione a sostanze chimiche potenzialmente tossiche, (3) mantenimento della posizione ottimale per il corretto sviluppo dell’articolazione delle anche, (4) migliore percezione delle funzioni fisiologiche.

(1) Traspirazione – Secondo una ricerca tedesca i pannolini usa e getta, essendo rivestiti da un film plastificato, impediscono la normale traspirazione della pelle. I ricercatori hanno infatti stimato un aumento di temperatura di 1°C su bambini che utilizzavano pannolini usa e getta, rispetto a bambini che indossavano pannolini di cotone. Questo risultato ha destato preoccupazione, in quanto il surriscaldamento dell’area genitale pare essere correlato a infertilità maschile.

(2) Composti tossici nei pannolini usa e getta – I pannolini usa e getta sono sostituiti da composti sintetici con effetti tossici. Emissioni nocive per il tratto respiratorio sono state dimostrate in uno studio su topi di laboratorio. Nell’esperimento, gli animali, esposti a varie marche di pannolini usa e getta mostravano sintomi riconducibili all’asma, e irritazioni di occhi, naso e gola, mentre l’esposizione a pannolini di tessuto non produceva alcun effetto.

Il sodium polyacrilate, componente dei gel superassorbenti, può assorbire fino a 100 volte il suo peso in liquidi. A causa del suo forte effetto disidratante, è collegato all’insorgenza degli eritemi da pannolino.

L’uso di pannolini lavabili evita che le delicate parti genitali dei bimbi vadano a contatto con sostanze chimiche utilizzate per la produzione di pannolini usa e getta, con potenziali effetti nocivi per la salute.

(3) Mantenimento di posizione ottimale per le anche – L’ingombro di un pannolino lavabile, variabile da modello a modello, è mediamente superiore a quello di un pannolino usa e getta. Questo da alcuni genitori viene visto come un potenziale problema, ma non è affatto così! I pannolini lavabili non procurano alcun impedimento ai movimenti nei bambini più grandicelli, e nei neonati sono addirittura più indicati degli usa e getta, poiché mantengono meglio divaricate le gambine, aiutando il corretto sviluppo delle anche. La lussazione congenita dell’anca, che colpisce soprattutto le bambine di razza bianca caucasica, viene infatti affrontata già nelle prime settimane di vita utilizzando un doppio pannolino o una mutandina speciale o, nei casi più gravi, un apposito divaricatore. Usare pannolini lavabili già dalle prime settimane di vita favorisce quindi il normale sviluppo di questa articolazione.

(4) Percezione delle funzioni fisiologiche – La sensazione di “sederino asciutto”, tanto promossa dai produttori di pannolini usa e getta, è di fatto innaturale. Il bambino che indossa pannolini lavabili viene invece messo in condizione di associare la sensazione di bagnato al fare pipì, favorendo l’insorgere del controllo delle funzioni fisiologiche e l’abbandono anticipato del pannolino.

 Assorbimento pipì: l’assorbimento nei pannolini lavabili varia a seconda del modello, del tessuto e del livello di mantenimento del pannolino stesso. Può essere quindi inferiore, paragonabile, o anche superiore all’assorbenza di un pannolino usa e getta. Va però ricordato che l’assorbenza di tutti i pannolini lavabili può essere regolata e aumentata, con l’aggiunta di appositi inserti assorbenti, fino a trovare l’assetto idoneo per il proprio figlio e per i diversi momenti della giornata. Cosa non possibile con i pannolini usa e getta, la cui assorbenza è costante e non controllabile.

Risparmio per le famiglie: un pannolino lavabile acquistato nuovo costa mediamente 13 €, a partire dai 2 € circa dei più economici prefolds, fino ai modelli più costosi di pocket o all-in-one che arrivano a 25 € circa.

Considerando che (i) per un utilizzo esclusivo di pannolini lavabili occorre un kit di almeno 15-20 pezzi, e (ii) ad eccezione dei pannolini a taglia unica che accompagnano il bimbo dalla nascita al vasino, occorrono almeno 2 o 3 kit completi di pannolini per ogni taglia, la spesa-pannolini per i lavabili è dell’ordine delle centinaia di euro. Il genitore che compra pannolini usa e getta invece spende complessivamente di più, in quanto un bimbo in media consuma settimanalmente un pacco da 10€, il che significa almeno 500 € annuali. Pertanto, la famiglia che utilizza pannolini lavabili risparmia almeno la metà rispetto alla famiglia che acquista pannolini usa e getta per 2-3 anni. Pannolini ecologici usati acquistati di seconda mano e pannolini ecologici auto-prodotti, ovviamente, consentono un ulteriore risparmio rispetto a pannolini acquistati nuovi. Nel caso di utilizzo degli stessi pannolini per altri figli, inoltre, il risparmio conseguito usando pannolini lavabili aumenta proporzionalmente al numero di figli!

Per concludere posso dirvi di aver fatto acquistare alla pro-zia un pacco da 15 pezzi di Popolini http://www.popolini.it/ taglia unica regolabile, con mutandina esterna impermeabile di 3 diverse misure e aver utilizzato a supporto i miei vecchi ciripà. Poi nel tempo ho comprato altri pannolini usati, trovandoli su Kijiji e altri nuovi in offerta da una casa inglese che produce prefolds, spendendo davvero poco.

Proponendo il vasino alle mie bimbe fin dalle prime capacità di star sedute bene e utilizzando i pannolini lavabili (che appunto lasciano al bambino la fastidiosa sensazione di bagnato), la mia seconda bimba Elettra ha tolto il pannolino a 19 mesi (e intorno ai 24 anche di notte) e la terza, Diamante Adele, a 17 e mezzo (e di lì a pochissimo anche di notte).

Un enorme vantaggio per mamma e bambino, aggiunto al risparmio per la famiglia ed agli accorgimenti per il mondo che lasciamo ai nostri figli.

C’è solo da sbizzarrirsi nel trovare il pannolino più simpatico e comodo e tramite le pannolinoteche presenti in tanti paesi è possibile prenderli in prestito per mesi oppure provare i vari modelli per acquistare poi in proprio il più congeniale alle esigenze di mamma e bebè.

 

Detersivo piatti fai da te

Tempo fa ero alla ricerca di ricette per preparare detersivi naturali per la casa e ho scoperto questo bellissimo sito: http://biodetersivi.altervista.org/homepage.htm

La prima cosa che ho pensato di fare in casa è stato il detersivo per piatti, da usare possibilmente in lavastoviglie e ottenere piatti puliti, sgrassati e profumati, senza inquinare il mondo.

Io e la mia prima figlia allora ci siamo buttate in questa ricetta:

3 limoni, 400 ml di acqua, 200 g di sale, 100 ml di aceto bianco

  • Tagliare i limoni in 4-5 pezzi togliendo solo i semi (è più facile se tagliate i limoni a rondelle o li spremete).
  • Frullarli con un mixer insieme ad un po’ di acqua e al sale. Per evitare intasamenti del filtro lavastoviglie, frullate a lungo e molto finemente la poltiglia. Controllate l’efficacia del vostro frullatore, altrimenti resteranno residui anche sulle stoviglie.
  • Mettere la poltiglia in una pentola, aggiungere tutta l’acqua e l’aceto e far bollire per circa 10 minuti mescolando, affinché non si attacchi. Quando il preparato si è addensato, metterlo in vasetti di vetro, possibilmente ancora caldo: si crea un sottovuoto che conserva il detersivo più a lungo.
  • Come si usa:
    • Due cucchiai da minestra per la lavastoviglie. Non mischiate il detersivo fai da te a quello classico per lavastoviglie.
    • A piacere per i piatti a mano. In caso di stoviglie unte basta aggiungere sulla spugnetta un po’ di detersivo classico per piatti a mano visto che, a differenza di quello per lavastoviglie, può mischiarsi con quello fai da te.
  • Se il miscuglio rimane grossolano non lava bene. Ciò dipende dalla potenza del frullatore e dalle caratteristiche della lavastoviglie. Quando la poltiglia è intiepidita, ripassarla al frullatore.
  • Inoltre è consigliabile alternare a un certo numero di lavaggi, uno con detersivo lavastoviglie bio o tradizionale.

Salviamo la natura!

 

 

L’allattamento al seno non è solo nutrimento

Da tempo rifletto su questo argomento, perché allatto la mia terza figlia da oltre 2 anni e ormai spesso mi sento dire che dovrei smettere, o che LEI dovrebbe smettere, per i motivi più disparati: è solo un vizio, non le serve perché mangia altro, così potrei lasciarla dormire dai nonni ecc.

Partiamo dai vizi: per me i vizi sono abitudini ben diverse dal poppare al seno! Bere e fumare sono vizi, oppure lasciare sempre una cosa al posto sbagliato è un vizio che andrebbe corretto, oppure stare sul divano davanti alla tv per ore anche d’estate è veramente un brutto vizio.

Poi c’è qualcuno che osa commentare che “ha sempre la tetta in bocca”, ma l’avverbio sempre è veramente soggettivo: per me 1 volta al mattino, 3 la sera e qualche ciucciata notturna non significano sempre, oltre a dover ragionare sul fatto che la mia bimba durante la settimana non mi vede tutto il giorno, per cui avrà ben diritto di chiedermi di poppare 3/4 volte nel giro di 3/4 ore prima di andare a dormire, no? Ed infine sull’avere o meno la tetta in bocca svariate volte vorrei far notare che noi adulti abbiamo all’incirca lo stesso “vizio” se consideriamo quante volte al giorno mettiamo in bocca una caramella, beviamo un caffè, beviamo un sorso d’acqua, facciamo uno spuntino, facciamo aperitivo prima di cena, beviamo un altro caffè. Questi gesti quotidiani non sono forse paragonabili a 4/5 poppate di un bimbo di 2 anni?

Parliamo poi del cibo solido a confronto con il latte materno: io sono stata una bambina non allattata al seno, fino a 8 anni circa non mi è mai piaciuto mangiare, non avevo fame, non assaggiavo nulla e chiedevo solo di bere latte (di mucca) e biscotti, finchè non è scattata una molla che mi ha fatto capire quanto è gustoso mangiare. Però sostanzialmente non sono mai stata deperita, qualche boccone di frutta qua e là lo mandavo giù e nessuno ha mai osato dire a mia madre che per me era giunto il momento di smettere di bere latte! Quindi mi chiedo perché mai dovrebbe essere diverso per una bimba allattata al seno, che è il cibo più naturale per un bambino (come lo è il latte della sua specie per ogni mammifero), che gode di ottima salute, assaggia poco ma di tutto ed è felice.

Avrei da disquisire anche sul dormire fuori casa: a volte sarebbe comodo lasciare la bimba dai nonni, le eviterebbe la levataccia mattutina o di prendere freddo se è malata, ma… i bambini devono stare con la mamma! L’allattamento al seno prevede che un bimbo poppi anche di notte proprio perché in natura è previsto che il cucciolo d’uomo stia con la mamma il più possibile, goda della sua presenza e del suo contatto per una crescita intellettiva migliore, per sentirsi al sicuro e un giorno diventare una persona saggia ed indipendente. Il cucciolo d’uomo crescerà e diventerà un bambino, un ragazzo, non resterà per sempre attaccato al seno della mamma, anzi. Diamo tempo al tempo.

In sostanza l’allattamento non è solo nutrimento: l’allattamento al seno offre protezione, consolazione, risposo, richiama la mamma che si distrae per mille impegni, ovviamente offre pappa finchè non si gradiscono gusti diversi ed inconsciamente offre tempo per abituarsi ad essi senza costrizioni ed aeroplani che imboccano.

Allattando spesso ci si sente “usate come un ciuccio“? Non è proprio così: in natura il ciuccio non cresce sugli alberi! E’ il ciuccio ad essere un surrogato della tetta, ad essere una comodità della società moderna, che vuol mettere un tappo al bambino che chiede la mamma. La scoperta dell’acqua calda è che i bambini crescono bene e felici anche senza ciuccio, loro non sanno che esiste, loro chiedono solo le giuste attenzioni di chi li ha messi al mondo.

L’allattamento al seno è raccomandato dall’OMS (organizzazione mondiale della sanità http://www.allattare.info/) fino a 2 anni e finchè mamma o bambino lo desiderano. L’allattamento al seno è importante per il bambino, ma anche per la mamma, che nell’offrire nutrimento ed anche quanto sopra citato supera meglio la depressione post-partum, dimagrisce, si sente appagata ed utile, diminuisce la percentuale di probabilità di avere un tumore al seno.

L’allattamento al seno non è solo nutrimento per il corpo, ma anche per l’anima di chi allatta e di chi è allattato.

Stirare: spreco di tempo e denaro

Non sono mai stata una come mia nonna, che stirava anche stracci, calzini e mutande, ma diciamo che impiegavo almeno 3/4 ore a settimana per stirare per bene tutto il resto, asciugamani compresi.

Ebbene, col tempo e l’ampliamento della famiglia, ho dovuto e VOLUTO rivedere le mie priorità, anche perché con una figlia di pochi mesi e un’altra adolescente le lavatrici sono quasi a ciclo continuo, per dei capi che per di più vengono indossati sì e no qualche ora.

Stirare spesso lo viviamo come un lavoro noioso, ma è soprattutto uno spreco di tempo ed energia elettrica. Ecco qualche trucco per stirare meno, più velocemente o non stirare affatto e avere panni perfetti:

Nell’utilizzare la lavatrice, scegliete un ciclo di lavaggio con il minore numero di giri per la centrifuga o, se potete stendere capi gocciolanti, non effettuatela affatto.

Dedicare qualche minuto in più a stendere il bucato vi faciliterà il lavoro in fase di stiro: meno pieghe si formano in fase di asciugatura, infatti, meno ne dovremo spianare con il ferro. Una volta estratto il bucato dalla lavatrice, cercate di porre più cura possibile nel disporre i panni sullo stenditoio: spianate le pieghe dei capi più piccoli con le mani, scuotete quelli più grandi in modo che siano perfettamente distesi, posizionate le mollette solo se necessario e nei punti più nascosti.

Utilizzare l’ammorbidente, meglio se naturale: aggiungere mezza tazza di aceto bianco al ciclo di risciacquo della lavatrice. I panni risulteranno più morbidi, avranno colori più brillanti e si libereranno di ogni eventuale odore di stantio, magari derivato da una prolungata permanenza in un ambiente umido (come spesso accade agli asciugamani).

Sebbene sia certamente più “green” asciugare il bucato naturalmente, l’asciugatrice presenta diversi vantaggi. Uno su tutti? Il bucato, asciutto in breve tempo, risulta più morbido che con la tradizionale stenditura. Per pareggiare il bilancio energetico, potete vederla così: risparmierete sul fronte della stiratura! Spesso i capi estratti ancora tiepidi dall’asciugatrice praticamente non presentano pieghe e possono essere piegati prima che si raffreddino e poi riposti, con risultati simili a quelli di una stiratura leggera.

E poi ancora:

Asciugamani, pigiami, indumenti che si usano per stare in casa, magliette che in inverno finiscono sotto alla felpa, canottiere e body dei bambini, tutine in ciniglia, calzini, mutande, tovaglie che si usano tutti i giorni, capi elasticizzati, lenzuola leggere (certo non quelle di lino della nonna!), perché stirarli? Se non ci sono ospiti o l’indumento resta nascosto è davvero inutile dedicarci tempo e denaro per stirarlo… basta piegarlo bene e ritirarlo impilato con ordine http://www.vitasregolata.it/la-tana/piegare-le-t-shirt-in-modo-impeccabile/, che al momento dell’utilizzo sarà praticamente perfetto.

Che dire quindi… impieghiamo il nostro tempo in altre passioni, ma non per stirare!

Ho fatto il dado

Qualche giorno fa, con enorme sorpresa, mia suocera mi ha regalato l’estrattore http://www.estrattorisucco.it/#homepage .

Premesso che lo desideravo da tempo, mi ero sempre riservata di comprarlo perchè i macchinari davvero buoni hanno un costo non irrisorio; quello che ho avuto in regalo non è dei migliori, ma ha comunque un numero di giri sotto i 60 al minuto e sono stata ben contenta di riceverlo!

Dunque, dopo i primi tentativi con la frutta, mi sono detta “perché non provare a fare succo di verdure da utilizzare come brodo e con gli scarti fare il dado?”

Ieri sera mi sono buttata e ho inserito nell’estrattore:

  • 3 carote
  • 2 zucchine
  • 3 gambi sedano
  • 2 scalogni

Da una parte è uscito il succo, a cui ho aggiunto un po’ d’acqua e un filo d’olio d’oliva, metà l’ho utilizzato per fare il risotto sul momento e l’altra metà l’ho congelato; dall’altra sono usciti tutti gli scarti di fibra che ho messo in una ciotola; a parte ho tritato finemente rosmarino, salvia e sale grosso e li ho quindi uniti alle verdure con un filo d’olio d’oliva. Ho diviso il composto in porzioni dentro a mini bicchieri di plastica (si possono anche usare i contenitori per fare il ghiaccio) e riposto in freezer per i prossimi utilizzi.

Et voilà un dado senza glutammato, conservanti e lievito!

Buon appetito!

L’acqua è un bene prezioso… risparmiamola

Vi state chiedendo come prestare attenzione all’acqua che consumate in casa, economicamente ed ecologicamente? Ecco alcune idee:

Partiamo dal fatto che la cosa più intelligente da fare sarebbe costruire tutte le case con il riciclo modulare delle acque chiare, con cui i sistemi installati  purificano simultaneamente l’acqua di scarico da docce e vasche utilizzando un processo brevettato basato su metodi meccanici e biologici senza additivi chimici. L’acqua prodotta in questo modo è igienicamente pulita ed adatta per essere impiegata in tutte le applicazioni che non richiedono acqua potabile. Purtroppo invece in Italia è quasi matematico che la stessa acqua del rubinetto con cui cuciniamo venga utilizzata anche per lo sciacquone del wc…. un vero spreco.

Però ci sono molti altri modi che ho pian piano adottato negli anni, soprattutto con l’aumento del n° di componenti della famiglia, per non sprecare acqua potabile, un bene sempre più raro e prezioso e quindi anche risparmiare:

  • Avete una lavastoviglie? Usatela. Una lavastoviglie consuma la metà dell’acqua e un quarto dell’energia elettrica in meno rispetto al lavaggio a mano, a parità di stoviglie. Tuttavia, le condizioni per ottenere tale risultato sono, da un lato, che si utilizzi una lavastoviglie energeticamente efficiente e, dall’altro, che ovviamente il lavaggio avvenga a pieno carico.
  • Se non avete la lavastoviglie potete comunque adottare i seguenti accorgimenti:
    1. quando cominciate a cucinare, mettete subito il tappo nel lavandino e quando vi sciacquate le mani velocemente (magari sono solo sporche di sale), o sciacquate frutta e verdura non troppo sporche di terra, fatelo con il rubinetto dalla parte del tappo, così l’acqua che scenderà verrà già raccolta per il lavaggio dei piatti: basterà aggiungere altra acqua bollente e detersivo.
    2. mentre sciacquate i piatti, chiudete il rubinetto tra una stoviglia e l’altra che andrete ad appoggiare nello scolapiatti.
  • Un’altra cosa che ho imparato negli anni è stata quella di fare il bagno alle piccole in una vaschetta non molto grande e poi tenere l’acqua per utilizzarla nel lavare i pavimenti o per sciacquare il wc.
  • Sempre per la cassetta del water, sarebbe opportuno metterne una con doppio sciacquone, per poter scegliere il più delle volte il pulsante dove scende meno acqua.
  • Se dovete cambiare la lavatrice, acquistatene una con “acqua control”, che regola la quantità di acqua da utilizzare in base al peso del carico.
  • Chiudere l’acqua mentre si lavano i denti è un altro modo per non sprecare diversi litri d’acqua.
  • Premesso che per fare una doccia di 6/8 minuti (e assicuro che la mia prima figlia adolescente ci mette molto più tempo) e che indicativamente un rubinetto ha una portata di circa 12 litri a minuto aperto al massimo, si consumano in totale oltre 60 litri di acqua! Conviene sicuramente adottare un riduttore/regolatore di flusso dell’acqua in ogni doccia e rubinetto (riducendo la portata da 12 a circa 5 litri al minuto), chiuderla mentre ci si insapona (almeno nei mesi estivi) e non perdere tempo!
  • Infine: la maggior parte di noi ha della buonissima acqua potabile che esce dal rubinetto, ma la va a comprare perché non si fida dell’acquedotto: dobbiamo invece sfatare un mito, perché gli acquedotti sono molto più controllati delle fonti da cui proviene l’acqua in bottiglia (almeno 4 volte rispetto ad 1 volta l’anno delle acqua minerali) e con diversi altri vantaggi e pregi che mi portano a dire che l’acqua di casa è molto meglio. http://www.greenme.it/consumare/acqua/3829-acqua-in-bottiglia-o-acqua-del-rubinetto
  • Eventualmente si possono installare dei filtri o addolcitori di acqua, se questa risulta essere troppo dura o ricca di cloro.

Spero di esservi stata utile… e attendo anche i vostri suggerimenti!

Se il bambino piange… “portalo”

Sono stata fortunata perché la mia prima figlia è stata una bambina di quelle che, come si dice, mangiano e dormono, non aveva grandi richieste, non si lamentava se non mi vedeva o se mi allontanavo, quindi era decisamente facile da gestire anche per una primipara come me, che stava da sola con lei tutto il giorno, dovendo anche preparare il pranzo per il marito ed occuparsi un minimo della casa.

Con la seconda ho dovuto rivedere decisamente le mie priorità, i miei metodi di accudimento, le mie idee su quanto possa essere impegnativo un neonato: la piccola piangeva sempre, piangeva per essere cambiata, piangeva in macchina, per fare il bagnetto, in braccio a chiunque e ovunque la posassi da sveglia o per dormire.

Credevo che mia figlia avesse qualcosa che non andava, magari semplice reflusso, magari coliche, magari soffriva la macchina, magari l’acqua del bagnetto era troppo fredda o troppo calda? Le provavo tutte per alleviare il suo disagio e credevo che qualcosa non andasse perché non potevo mai lasciarla ad altri o metterla a dormire nel suo lettino come avevo sempre fatto con la sorella.

Invece avevo la soluzione a portata di mano, semplice, pratica, molto meno costosa di tutti gli ammennicoli per bambini che ci sono in commercio e ad HOC per la salute mentale e fisica di mamma e bambino: la fascia.

La fascia (io ho quella lunga, ma c’è anche elastica, ring, slim, ci sono mei-tai) chi più ne ha più ne metta, ce ne sono di diverse lunghezze, marche e prezzi) è veramente una manna dal cielo: se sostituita completamente a passeggini vari, carrozzine, dondoli, sdraiette e quant’altro possano pensare di propinarvi i negozianti o vogliano regalarvi i parenti per riempirvi la casa, vi farà risparmiare soldi, spazio e tentativi inutili di segregare vostro figlio ad una vita indipendente che non vuole avere con pochi giorni o pochi mesi di vita, a suon di lacrime e stress per lui e per voi, a favore di contatto, pace, serenità e praticità.

IL CONTATTO

Il bambino che sta a contatto con la madre, è un bimbo sicuro, a cui passano meglio (o non vengono) le coliche, che non ha paura di essere abbandonato, che dorme senza svegliarsi dopo 10 minuti, che sta comodo, che non prende freddo in inverno e si termoregola in estate, che vede il mondo, che non respira i gas delle auto, che non viene spinto verso la strada quando si attraversa.

PACE E SERENITA’

Il bimbo che viene portato in fascia per diverse ore al giorno non ha bisogno di molto altro, almeno non per i primi mesi di vita: ha il latte a sua disposizione, viene dondolato con i movimenti della mamma, è felice come quando era in grembo… non per nulla i primi nove mesi vengono chiamati di esogestazione! Da qui il motivo della sua serenità, del suo sentirsi ancora protetto e in armonia col mondo.

PRATICITA’

Vogliamo parlare di quante volte capita di avere il pranzo sul fuoco e un bambino in braccio che corre seri pericoli? O del caos che regna sovrano per casa e non possiamo far altro che stare a rimirarlo perché un bambino piccolo vuole dormire in braccio o sta poppando o semplicemente non vuole essere posato? Ebbene, la fascia concilia l’una e l’altra cosa.

Io personalmente ho trovato nella fascia un salvavita: potevo stirare (finchè la piccola Elettra aveva pochi mesi) con lei che dormiva nella fascia davanti a me, oppure cucinare, stendere, avere sempre le mani libere! E poi potevo uscire con l’ombrello, senza entrare nei locali faticando col passeggino, fare la spesa da sola, tenere in mano delle borse. Più avanti, quando sapeva stare abbastanza dritta con la schiena, l’ho messa sulla schiena e allora ero ancora più comoda anche per altri lavori di casa e lei era sempre felice e accudita.

Non lasciamo che la società ci condizioni: un bambino ha bisogno di attenzioni e contatto per crescere felice e indipendente. E la mamma, con l’aiuto di un supporto per portare, può dargli tutto quello che gli serve per limitare al massimo il suo stress e quindi i suoi pianti, senza il bisogno di tanti oggetti più o meno grandi che troviamo in vendita nei negozi per bambini.

E allora che aspettiamo! Risparmiamo e “portiamo”!

http://portareipiccoli.org/

http://littlefrog.pl/product-eng-2536-Little-Frog-Woven-wrap-Pyrope-M-4-2-m-.html

http://www.tabatashop.com/le-fasce/fasce-portabebe.html

https://www.didymos.com/it/

 

Il mio pane fatto in casa

Una delle mie passioni più recenti è il pane fatto in casa.

Premetto che forse sembrerò un po’ ridicola ai vostri occhi perché abito proprio sopra ad una panetteria, che produce il pane in proprio e che oltretutto lo fa buonissimo!

Ebbene, io e mio marito adoriamo il pane fresco e spendevamo davvero parecchio per avere il nostro pane preferito ogni giorno e non pane comune, ma pane ai semi di sesamo o semi-integrale o tartarughe croccanti fuori e morbide dentro… circa 3 euro al giorno per 6 pagnottelle!

Dunque un giorno mi sono svegliata e ho chiesto al caro Babbo Natale l’impastatrice (o che dir si voglia http://www.alimentipedia.it/planetaria.html), per fare il pane da me e risparmiare, oltre che guadagnarne in salute se pensiamo ai pani confezionati che a volte capita di acquistare.

Ho iniziato con delle semplice farine che si trovano al supermercato, meglio se per pane nero, con bustina di lievito di birra incorporato, come ad esempio la Spadoni http://www.molinospadoni.it/prod_e13.php, con cui è davvero semplice preparare del buon pane fresco in tempi abbastanza brevi e con le forme desiderate (io ad esempio utilizzavo la terrina a ciambella per torte).

Poi un giorno un’amica mi ha passato un po’ della sua pasta madre (o pasta acida): da tempo ne sentivo parlare, ma avevo sempre rimandato a pensarci seriamente perché avevo sentito che, produrla da zero da sé, dà spesso problemi di muffa, si deve buttare tutto e ricominciare ogni volta. Sostanzialmente il modo più semplice di procurarsela è farsela passare da qualcuno o trovare chi la “spaccia” tramite i social o siti di ricette per pasta madre (http://pandipane.blogspot.it/).

Ebbene, non credevo affatto di riuscire ad ottenere del pane o qualsiasi altro prodotto da forno commestibile, con quell’impasto molliccio e puzzolente! Invece, dopo i primi tentativi un po’ malriusciti (ma comunque dal buon sapore!) ecco che panifico senza lievito di birra da ormai 5 anni e non solo pane di diversi tipi, ma anche focacce e pizze, fette biscottate, crostini, taralli…

PROPRIETA’ E BENEFICI DEI PRODOTTI CON PASTA ACIDA

Paragonata alla produzione di pani e dolci con lieviti utilizzati nella panetteria e pasticceria commerciale di larga scala, la produzione che utilizza il lievito naturale richiede un notevole numero di ore di fermentazione in più, oltre che un’abilità superiore, e il risultato è un prodotto ricco di buchi, con una crosta elastica e compatta, dalle innumerevoli proprietà salutari.

I lieviti presenti naturalmente nella farina sono molto meno concentrati di quelli commerciali e per questo motivo sono meglio tollerati dagli individui che reagiscono sfavorevolmente ai contenuti eccessivi di lievito presenti nei pani più comunemente in commercio. Di conseguenza, tra i benefici della pasta madre sono certo da considerare la migliore tollerabilità e digeribilità.

La lenta fermentazione inoltre permette la crescita e lo sviluppo dei batteri benefici (lactobacilli). Questi batteri producono acidi lattici e acetici, e sono proprio questi acidi che preformano un notevole numero di funzioni benefiche:

  • permettono all’organismo un maggiore assorbimento di sostanze nutritive essenziali quali calcio, magnesio, ferro, zinco, antiossidanti, acido folico e altre vitamine B;
  • riducono il livello di acido fitico;
  • modificano o eliminano le particelle proteiche che possono innescare l’intolleranza al grano e la celiachia;
  • agiscono come conservanti naturali; producono amino acidi e acido γ-amminobutirrico (GABA) in grado di migliorare il valore nutrizionale dei prodotti. Per esempio, in 150 grammi di Pane di Matera IGP fornisce la dose minima giornaliera per diminuire la pressione in individui moderatamente ipertesi. In genere, i prodotti realizzati con la pasta madre sono privi di additivi artificiali, lieviti commerciali, emulsificanti, ingredienti acidificanti, conservanti e una vasta gamma di enzimi spesso aggiunti nei prodotti da forno realizzati su scala industriale.
  • Il pane a lievitazione naturale genera anche un maggiore senso di sazietà post-pasto e la sua acidità garantisce un abbassamento del contenuto in micro-organismi patogeni del cibo con effetto benefico sulla flora intestinale.
  • Negli individui diabetici, il pane fatto con il lievito naturale causa un minore aumento dei livelli di zucchero nel sangue e una minore produzione d’insulina, grazie ad un indice glicemico pari alla metà del pane tradizionale. Il glutine viene completamente decomposto e di conseguenza risulta virtualmente innocuo, non causando alcun problema per i celiaci.
  • In genere, i prodotti realizzati con la pasta madre sono privi di additivi artificiali, lieviti commerciali, emulsificanti, ingredienti acidificanti, conservanti e una vasta gamma di enzimi spesso aggiunti nei prodotti da forno realizzati su scala industriale.Quindi perché non COMINCIARE SUBITO a fare il pane in casa?

UNA RICETTA VELOCE

250 g di lievito madre

230 g di acqua

20 g di olio extravergine d’oliva

600 g farina 0

2 cucchiaini di sale

1 cucchiaino di miele

Sciogliere il lievito madre (rinfrescato il giorno prima http://le-ricette-della-nonna.blogspot.it/2012/04/rinfresco-della-pasta-madre.html) con l’acqua, il sale, il miele e lo zucchero, quindi aggiungere la farina e mescolare fino ad ottenere un impasto liscio ed omogeneo che si incorda sul gancio dell’impastatrice.

Quindi togliere l’impasto dalla planetaria, appoggiarlo su un piano liscio (io uso una tovaglia cerata unta d’olio) e fare una serie di pieghe per 5/6 volte (http://profumodilievito.blogspot.it/2007/10/le-pieghe.html), quindi mettere sulla teglia del forno, coprire con un panno molto umido e lasciare a forno spento fino al raddoppio (ci vorranno circa 4/5 ore ad una temperatura sui 28°, altrimenti anche di più).

Riprendere l’impasto, schiacciarlo con le nocche delle dita e fare altri 5/6 giri di pieghe (aiutarsi con le mani unte d’olio se l’impasto è appiccicoso) e rimettere a lievitare nuovamente fino al raddoppio, fare una incisione a X sulla pagnotta, quindi accendere il forno a 180° circa con un pentolino d’acqua sul fondo e infornare quando caldo, spruzzando ogni tanto di acqua le pareti con un diffusore e cuocendo fino a doratura desiderata (30/40 min circa).

Otterrete un pane profumato, con una crosta molto croccante e morbido dentro, da mangiare sul momento o tagliare a pezzi e congelare quando è freddo per i giorni successivi.

Buona panificazione!

AAA cercasi stile di vita

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Carissime lettrici,

benvenute nella casa di Elfa Delphia: il nome nasce dalla mia grande passione per le creature fantastiche, in questo caso gli elfi, che forse erano miei antenati per via delle orecchie che porto e dalla combinazione dei nomi delle mie 3 figlie: Diamante, ELettra (nella foto), soPHIA, che sono le gioie della mia vita, anche se non senza difficoltà.

L’idea di creare una “casa sul web” inoltre è dovuta al fatto che amo molto gestire le attività domestiche, nonostante il lavoro che mi impegna per 6 ore al giorno, gli spostamenti e le mie passioni (che scoprirete man mano), desidero uno stile di vita in cui dare ordine ed organizzazione alle cose ed agli impegni, in cui preoccuparmi di non sprecare, di non sperperare denaro, in cui cucinare sano ed ottimizzare i tempi, rispettando però anche la natura e dando priorità alle persone.

Se siete approdate qui, state cercando di fare lo stesso e come me siete sempre alla ricerca di miglioramenti per voi stesse e per la vita dei vostri cari, volete uno stile di vita semplice, ma che dia tanti frutti.

Insieme scopriremo come fare il pane, quali prodotti è meglio acquistare, se l’orto si può fare sul balcone e se i bambini tenuti nel lettone diventano “viziati”.

Qui cercherò di dare un po’ della mia esperienza di mamma, moglie, casalinga e quant’altro mi verrà in mente in cambio della vostra, per diventare ogni giorno persone migliori in un mondo migliore… d’altronde è con tanti piccoli pezzi che si fa un grande puzzle.

Siete come me? Si parte… benvenuti nel mio blog!

Elfa Delphia