Merano (è un comune italiano di 41 152 abitanti, capoluogo della comunità comprensoriale del Burgraviato, nella provincia autonoma di Bolzano, in Trentino-Alto Adige.

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Capoluogo della Comunità comprensoriale del Burgraviato, è circondata dalle montagne (1500–3330 m) e si trova nel fondovalle all’inizio di quattro importanti valli: la Val Venosta, la Val Passiria, la Val d’Adige e la Val d’Ultimo.

Attraversata dal torrente Passirio che confluisce nell’Adige, si trova alle pendici del Gruppo Tessa (fino a 3 480 m s.l.m.confine con l’Austria) e dell’Altopiano del Salto (fino a 2 800 m). A sud Merano dista 30 km dal capoluogo di provincia, Bolzano, al quale è collegata da una superstrada a 4 corsie, conosciuta come “MeBo“, e da una linea ferroviaria. A ovest comincia la Val Venosta, con la ferrovia della Val Venosta, a sud-ovest la Val d’Ultimo e a nord-est la Val Passiria.

Alla periferia di Merano sorgono il paese e il castello di Tirolo (Dorf TirolSchloss Tirol) da cui prende nome la regione storica del Tirolo.

Turismo

Considerato luogo di cura sin dal XIX secolo, Merano era inizialmente orientata verso un turismo per la terza età, grazie al clima mite e alla quiete che la caratterizzano. Nel XX secolo e particolarmente negli ultimi due decenni questa tendenza è cambiata soprattutto grazie a un’offerta più variegata e all’arrivo del turismo nazionale e internazionale che ha raggiunto e superato quello dei paesi germanofoni facendo notevolmente scendere l’età media dei suoi visitatori.

Merano – Veduta

Ridanna è caratterizzata da una secolare storia mineraria ed offre varie possibilità per quanto riguarda le attività per il tempo libero.

La Val Ridanna si snoda da Vipiteno verso ovest e verso il cuore delle Alpi Breonie per una lunghezza di 16 km. Questa vallata relativamente larga vanta una storia mineraria lunga ben 800 anni, periodo in cui l’ argento veniva estratto nelle gallerie di Monteneve. Tracce di questo periodo sono preservate nel Museo Provinciale Mondo delle Miniere a Ridanna Monteneve che fu anche la sede della miniera più alta d’Europa.

La cappella di S. Maddalena a Gasse, costruita da minatori nel 1480 dinanzi allo scenario alpino della valle, come anche la chiesetta a Masseria sono testimonianze della storia mineraria della località.

Abitato da 170 persone, questa valle promette tranquillità e serenità. In inverno la pista da sci a Gasse/Ento è ideale per chi vuole fare le sue prime esperienze sugli sci, mentre la pista per slittini presso la Malga Stadelalm garantisce divertimento per tutta la famiglia. Ridanna è inoltre conosciuto nel mondo del biathlon, grazie al suo centro biathlon moderno che nel 2011 è stato addirittura teatro per l’IBU Open European Championships U26. Anche un’escursione scialpinistica a Ridanna, per esempio sulla cima Einacht, è assolutamente da consigliare se praticate questo sport.

Alpinisti esperti trovano qui un percorso eccezionale, si tratta dell’escursione al Rifugio Bicchiere (3.195 m), il rifugio più alto dell’Alto Adige, raggiungibile in circa 7 ore dal fondovalle di Ridanna.

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La Val Ridanna si snoda da Vipiteno verso ovest e verso il cuore delle Alpi Breonie per una lunghezza di 16 km.

Il Mondo delle miniere Ridanna Monteneve si trova a Masseria in Val Ridanna.

Vino rosso della Valtellina, una piacevole scoperta

Stai cercando un buon vino rosso della Valtellina? Conosci le denominazioni presenti sul territorio Valtellinese? Questa informazione potrebbe aiutarti a scegliere una o più etichette che possano soddisfare a pieno le tue esigenze. Questa guida che parla dei vini della Valtellina è forse proprio quello che fa per te. Non esitiamo oltre ed iniziamo subito al dunque.

Nella guida di oggi imparerai a conoscere le diverse menzioni del vino rosso della Valtellina. Partiamo nel dire che la Valtellina è una zona conosciuta per i suoi favolosi terrazzamenti, la cucina tipica e le piste da sci. Ma non è solo questo. E’ apprezzata anche per i grandi vini rossi di qualità che vengono prodotti dalle cantine locali. Vediamo quindi nel dettaglio quali sono i vini valtellinesi.

Vino rosso della Valtellina: lo Sforzato di Valtellina DOCG

Il più nobile dei vini valtellinesi ed il primo vino passito rosso secco italiano ad aver ottenuto nel 2003 la denominazione ad origine controllata. Lo sforzato o sfursat di valtellina docg è il frutto della selezione delle migliori uve nebbiolo (grappoli sanissimi), che subito dopo la vendemmia, seguendo una tradizione antichissima, vengono distese su graticci in locali asciutti e ben areati, chiamati “fruttai”. Il nome deriva proprio dalla pratica di “forzare”, ossia prolungare la maturazione dell’uva.

L’appassimento dura mediamente 110 giorni e quando verso fine gennaio l’aria invernale della valtellina ha completato la sua azione, i grappoli avranno perduto il 40% del proprio peso, concentrando i succhi e gli aromi migliori. Dopo la pigiatura, seguono 24 mesi di maturazione ed affinamento in botti di legno e quindi bottiglia, e solo a quel punto questo rosso caldo ma figlio del freddo, con una gradazione minima del 14%, è pronto per la degustazione.

Valtellina Superiore DOCG

Questo è un vino da grandi invecchiamenti con una gradazione alcolica minima di 12 gradi. L’area interessata da questa denominazione è la migliore esposta al sole e si estende dal comune di Berbenno in Valtellina a quella di Valgella, su una superficie di circa 200 ettari vitati. Su questo territorio sono state riconosciute 5 denominazioni di sottozona (Sassella, Grumello, Inferno, Maroggia e Valgella), a seconda della zona geografica in cui viene coltivata la vite, da ovest a est risalendo la valle.

E’ un vino di uve Nebbiolo che segue un disciplinare rigoroso di produzione e che ne tutela l’elevata qualità: resa massima di 8 tonnellate/ettaro e un periodo minimo di affinamento di 24 mesi. Il risultato è un vino da grandi invecchiamenti con una gradazione alcoolica minima di 12 gradi. Nelle annate migliori, dopo un invecchiamento di almeno 3 anni, il Valtellina Superiore può dotarsi della specificazione aggiuntiva di “riserva”.

Valtellina Superiore Sassella DOCG

Armonico e secco al palato, leggermente tannico, questo vino rosso della Valtellina viene affinato per minimo 24 mesi ed ha una gradazione alcolica minima di 12 gradi. Il Sassella viene realizzato con uve della zona compresa fra il comune di Castione Andevenno e il territorio immediatamente a ovest di Sondrio, un’area impervia di 116 ettari particolarmente soleggiata, al cui centro si trova la rupe del santuario mariano della Sassella. Il nome Sassella deriva infatti da sasso, rupe.

Valtellina Superiore Grumello DOCG

Questa denominazione prende il nome dal castello che domina la vallata sul versante nord-est di Sondrio. E’ la sottozona di produzione del Valtellina Superiore a nord di Sondrio e si estende per 74 ettari terrazzati intorno ai resti del Castel Grumello. Una fortezza del XIII secolo che domina il capoluogo e dalla quale si gode un panorama mozzafiato sui vigneti e la valle.

Valtellina Superiore Inferno DOCG

Adatto ad un lungo invecchiamento questo vino, di color rosso rubino tendente al granata, è decisamente quello con maggior carattere. La sottozona più piccola, con un nome tanto singolare quanto affascinante, fa riferimento a piccoli terrazzamenti vitati, situati fra Poggiridenti e Tresivio, in anfratti rocciosi e non facili da raggiungere, porzioni di versante dove in estate le temperature si fanno piuttosto elevate. La sottodominazione dell’Inferno si colloca ad est del Grumello, con un’estensione vitata di circa 55 ettari.

Valtellina Superiore Maroggia DOCG

Il sapore di questo vino è asciutto, armonico e vellutato. La zona di provenienza è caratterizzata da pendii soleggiati e poco distanti dal capoluogo di provincia. La località di Maroggia rientra nel territorio del Comune di Berbenno in Valtellina ed è adiacente alla zona del Sassella. E’ la sottozona riconosciuta più recentemente.

Prodotto in quantità limitata (25 gli ettari a vigneto circa), il Maroggia è legato alla figura di Benigno De’ Medici che a metà del Quattrocento si fermò appunto a Maroggia dove trovò ospitalità e ristoro apprezzando in particolare il vino locale definendolo ‘firmum et dulce’, ossia corposo ed amabile.

Valtellina Superiore Valgella DOCG

Fresche percezioni floreali lo rendono amabile anche giovane e all’olfatto risulta delicato con un sapore secco, armonico e rotondo. È la più vasta fra le sottozone del ‘Superiore’ (con un’estensione vitata di 137 ettari in zona Teglio). In passato questo rosso veniva in gran parte destinato all’esportazione nella vicina Svizzera. Il suo nome deriva dal “valgel”, che in dialetto identifica il ruscello di montagna che va a valle.

Rosso di Valtellina DOC

Questo vino della Valtellina viene prodotto in località ad altitudini più elevate (fino a 700 m sul livello del mare) e nelle zone con i terreni più profondi. È la denominazione che identifica la produzione DOC del medio versante retico valtellinese, in zone alterne di 130 ettari circa. Viene prodotto nelle zone con i terreni più profondi e in località situate ad altitudini più elevate, fino ai 700 m sul livello del mare.

La base del vino è costituita per almeno il 90 % da uve Nebbiolo e per il 10% da uve Rossola e Pignola. Inoltre è prevista una resa massima di 100 quintali a ettaro di uva raccolta e un affinamento minimo di 6 mesi. Si caratterizza per buon corpo e struttura, esaltati in finezza ed eleganza dalle varietà autoctone del vitigno Nebbiolo. Il più classico e sincero dei vini di Valtellina, generalmente granato, garbato, semplice e di facile beva, si abbina pressoché con ogni piatto pur trovando ovviamente l’intesa migliore con la cucina della tradizione valtellinese.

Conclusione

Nella guida di oggi abbiamo visto le diverse denominazioni del vino rosso della Valtellina. Nello specifico abbiamo approfondito le seguenti menzioni: lo Sforzato di Valtellina, il Valtellina Superiore (con le rispettive sottozone) e il Rosso di Valtellina.

È stato inaugurato a Tartano (Sondrio) il ponte tibetano più alto d’Europa. Il “Ponte nel cielo” collega la località Campo Tartano, fra le Orobie in Valtellina, ai maggenghi di Frasnino.

Aperto in Valtellina il “Ponte del Cielo, il ponte tibetano più alto d’Europa