LA LEGGENDA DELLA STELLA ALPINA

Una volta, tanto tempo fa, una montagna malata di solitudine piangeva in silenzio.
Tutti la guardavano stupiti: i faggi, gli abeti, le querce, i rododendri e le pervinche.
Nessuna pianta però poteva fare qualcosa, poiché legata alla terra dalle radici. Così neppure un fiore sarebbe potuto sbocciare tra le sue rocce.
Su dal cielo, se ne accorsero anche le stelle, quando una notte le nuvole erano volate via per giocare a rimpiattino tra i rami dei pini più alti, una di loro ebbe pietà di quel pianto e senza speranza scese guizzando dal cielo. Scivolò tra le rocce e i crepacci della montagna, finché si posò stanca sull’orlo di un precipizio. Brrr!!! … Faceva freddo …
Era stata proprio pazza per aver lasciato la serena tranquillità del cielo!
Il gelo l’avrebbe certamente uccisa… Ma, la montagna corse ai ripari, grata per quella prova d’amicizia data col cuore. Avvolse la stella con le sue mani di roccia in una morbida peluria bianca. Quindi, la strinse legandola a sé con radici tenaci…
E quando l’alba spuntò, era nata la prima Stella Alpina

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“Ognuno sta solo sul cuore della terra trafitto da un raggio di sole: ed è subito sera.”poesia di Salvatore Quasimodo.

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In questa poesia il poeta ha racchiuso i tre momenti della vita dell’uomo: la solitudine, derivata dall’incomunicabilità; l’alternarsi della gioia e del dolore; il senso della precarietà della vita. Ognuno, dice il poeta, pur vivendo in mezzo agli uomini (sul cuor della terra) si sente fortemente solo a causa dell’impossibilità di stabilire un rapporto duraturo con qualcuno. L’ipotesi più accreditata del significato di star solo “sul cuor della terra” attribuisce alle parole il significato di star solo nel momento individuale ed intimo della ricerca del senso dell’esistenza, ovvero di ciò che permette all’uomo di sorpassare la morte. Tuttavia, pur essendo solo, viene stimolato dalle illusioni (un raggio di sole), dalla ricerca di una felicità a volte apparente. Questa ricerca è nello stesso tempo gioia e dolore, perciò il poeta usa il termine “trafitto”, cioè, ferito dal raggio di sole stesso. E intanto, come alla luce del giorno succede rapidamente l’oscurità notturna, per la vita dell’uomo giunge la morte: ed è subito sera.

In sé, il tema repentinamente affrontato e risolto nel verso conclusivo è lo stesso del latino ars longa vita brevis, ossia l’amara constatazione della brevità della vita in rapporto a quello che l’individuo vorrebbe realizzare. Questo tema è d’attualità anche al principio del XX secolo, con il progressivo avanzare della civiltà delle macchine, con i loro ritmi cui l’uomo stenta ad adeguarsi. Il tema riappare infatti anche in poeti e culture assai distanti: per esempio, un verso identico in modo quasi letterale, in una poesia del berbero Si Mohand, che denunciava i “nuovi” ritmi imposti dalla civiltà europea, con l’arrivo della colonizzazione francese in Algeria.

Oggi si festeggia la FESTA della MAMMA, una rosa per ogni Mamma, per quelle che ci guardano e ci guidano dal cielo e per quelle che ci sono sempre accanto e ci aiutano e proteggono in terra. Mamme la vostra festa è sempre ,non serve un giorno per celebrarvi siete le colonne portanti delle famiglie, auguri a VOI ~Buona Domenica auguri a tutte le mamme~

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