Sono passati quasi vent’anni dalla morte di Bettino Craxi. Uno statista che ha lasciato un segno profondo nel nostro Paese. Dal punto di vista economico, politico e mediatico. Un segno che si può riassumere in un solo nome: Silvio Berlusconi.
Ancora oggi, la figura di Craxi divide il paese, tra estimatori e feroci critici. Chi ne tesse le lodi come grande statista, lungimirante. Chi invece abbina il suo nome a Tangentopoli, essendo stato lui la punta di un Iceberg molto profondo. Dalla Seconda Repubblica perfino peggiorato. Ma anche al debito pubblico, che proprio durante gli anni del suo Governo iniziò a crescere a dismisura.
I suoi sostenitori, però, ricordano a gran voce anche il caso Sigonella. Passato alla storia come “Crisi di Sigonella” e come unico caso in cui l’Italia si ribellò agli Stati Uniti.
Ricordiamo che l’aeroporto Cosimo Di Palma di Sigonella è un aeroporto militare dell’Aeronautica Militare Italiana. È situato in Sicilia, tra il libero consorzio comunale di Siracusa, nella contrada Sigonella di Lentini, e la città metropolitana di Catania, con il suo comune capoluogo e i confinanti Belpasso e Motta Sant’Anastasia.
A Sigonella ha sede il 41º Stormo AntiSom e l’11º Reparto manutenzione velivoli. Ospita, inoltre, la Naval Air Station Sigonella (abbreviata in NAS Sigonella o NASSIG) della Aviazione di marina statunitense. La base è utilizzata anche per operazioni della NATO. Dispone di due piste parallele e in comune. Si tratta del secondo aeroporto militare più trafficato d’Europa.
Ma davvero le cose andarono così? La realtà, a quanto pare, fu ben altra.