C’è stato un tempo nel quale Confindustria dettava l’agenda di Governo. Diciamo dal Dopoguerra agli anni ‘80. Chi insediava Palazzo Chigi non poteva non soddisfare i desiderata degli industriali, dando poi le briciole ai sindacati.
Del resto, al potere ci andava la Dc, che incarnava la sintesi del potere industriale e clericale italiano, coadiuvata da altri partitini. Mentre al Pci spettava il ruolo di perenne opposizione.
Poi le cose sono cambiate. E non perché al governo nazionale ci siano finiti governi di estrema sinistra, pauperisti e filo-proletari. Ma perché a partire dagli anni ‘90 è svanita proprio la grande industria italiana. Con le fughe all’estero verso nuove frontiere dello sfruttamento venutesi a creare con la caduta del Muro di Berlino, e l’arrembaggio delle eccellenze italiane da parte dei conquistadores stranieri.
Il tutto, sommato anche alla dissoluzione di quel partito che con Confindustria ci andava a nozze (la Dc appunto).
Bene, ora il sindacato dei padroni ha eletto un nuovo Presidente: Carlo Bonomi. Di Crema, quindi lombardo Doc. Che sostituisce Vincenzo Boccia, salernitano, quindi uomo del Sud.
Vediamo chi è Carlo Bonomi e cosa ha già chiesto al Governo.