Il posto inquietante da cui provengono gli addobbi che acquistiamo

Il posto inquietante da cui provengono gli addobbi che acquistiamo

Il Natale è appena passato. Un solo giorno che porta via centinaia di euro, tra regali, cibo, bevande e addobbi. Anche se a ciò vanno aggiunti il cenone e il pranzo di Capodanno e il giorno della Befana. E così, in media, gli italiani spendono circa 500 euro per famiglia. Ed ecco che le lunghe festività natalizie si tramutano nell’apoteosi del consumismo, nella natività di nostro Signore da un lato e la morte del nostro conto in Banca dall’altro.

Del resto, durante le festività natalizie tutto si amplifica. Non solo le spese che sosteniamo, ma anche i sentimenti. In primis, la nostalgia per chi non c’è più. Tanto che i più sperano che passino presto e si arrivi al 7 gennaio quanto prima. Quanti tollerano l’ansia che infonde il 31 dicembre, giorno di transizione tra il vecchio e il nuovo anno? Scandita com’è dalle note dei “morti” riesumati da Carlo Conti ormai da anni nella trasmissione in onda su Raiuno L’anno che verrà.

Le festività natalizie ci fanno ricordare chi non c’è più, gli amori finiti, i rimpianti e i rimorsi per l’anno trascorso.

Ma sentimentalismi a parte e tornando al mero consumismo, bisognerebbe anche sapere qual è l’origine inquietante di tanti addobbi che acquistiamo.

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Il posto inquietante da cui provengono gli addobbi che acquistiamoultima modifica: 2018-12-26T10:45:21+01:00da LucaScialo
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