“Madrepadre” è il nuovo singolo del cantautore Christian Palladino, uscito nelle radio Giovedì 28 Dicembre e prodotto dall’etichetta discografica Dimartino Studio Records. Un canto confidenziale con un testo, scritto dallo stesso Christian, dove il legame con l’identità famigliare si arricchisce dell’intensità di cui le semplici, ma sentite parole, fanno di “Madrepadre” un brano commovente perché scaturito da emozioni e sentimenti puri ed autentici.
“Oggi è già domani e queste mura parlano di me”: sono le mura di casa, la casa dove Christian ha passato i suoi primi anni di vita, dove ha mosso i primi passi, una casa le cui mura non solo riparano dalle intemperie, ma soprattutto dalle brutture di un mondo che da cui l’innocenza della fanciullezza necessita di salvaguardarsi per rimanere tale: un rifugio che lo protegge ancora adesso e che ha permesso di piantare lì le sue radici, in un luogo incontaminato dove queste hanno potuto germogliare forti, stabili e farlo diventare la persona che ora è. Frasi come: “La tua voce che mi chiama: vieni qui, è pronta la cena”, come quella “marmellata tra le dita, mentre bevevi il tuo caffè”. Gesti semplici ma che il tempo, come un tessuto prezioso estratto dal baule immacolato dell’infanzia, riveste di un valore inestimabile, adornando questi piccoli squarci di passato, custoditi con cura. Situazioni richiamabili alla mente, la quale, attraverso la prospettiva temporale e quell’immancabile maturità acquisita, rivede in tutto il loro splendore, irrorando i pensieri di Christian: “Oggi più di ieri che darei per aver le mani sul tuo volto” ….
Ricordi di un’infanzia rigogliosa, quando tutto era così leggiadro “senza il peso degli anni sulla schiena”, ora “trascinati dagli affanni; una schiena che rappresenta lo scudo della figura paterna che con il suo affetto, riesce a proteggerci dalla quotidianità del presente, il quale ci scaraventa a terra senza pietà: “Ma com’ è brutto stare poi da soli in un mondo diverso da te, troppi cani abbandonati e stanchi, quanta rabbia portano con sé”.
Uno stile, quello di Christian Palladino, in cui l’emotività è espressa anche da un gusto per la classicità della canzone italiana d’autore, in una nostalgia che rimane tesa tra le corde dell’assolo di chitarra verso la metà del pezzo. Una voce così tenue nell’incipit, che sembra trattenere a stento le lacrime per un passato senza ritorno ma che rimane vivo, grazie alla forza della nostra memoria e della nostra volontà di tenerlo in vita, riscaldato dal calore dell’affetto e dalla consapevolezza che ciò che ci appartiene, potrà sempre essere vivo in noi grazie al ricordo.
Sonia Bellin