Il Nostro Paese dei Giganti

La millenaria roccia affondata, che bislunga

riposa nel mare, è il nostro rifugio,

unico grande amore.

Queste case stanotte appaiono immerse

in uno schianto di silenzio,

i gatti superbi principi

d’ignara nobiltà.

Affidiamo la nostra vita

alle barche ondeggianti,

al nostro cuore sfolgorante, occhio attento

sull’Universo stellato.

La solitudine cullava la bianca trafila

sul mare,

vegliava il ventre cavernoso degli abissi,

e il tepore si poteva inventare, scavare,

si poteva truccare sulle ossa e sull’anima,

stordita dal tempo corrotto e barattato.

Increduli e ignari univamo insieme

i pezzi dell’anima, una sera di maggio.

Nell’oceano di foglie e d’azzurro

ho provato ancora una volta

a ricostruire la felicità,

con occhi cortesi, variopinti,

con intenti veementi, innocenti,

di chi implora, di chi rinnova,

una saggia, perenne, promessa d’amore.