Pasqua di Resurrezione

Etna

 

 

21 aprile 2019

 

Il mio sogno annota manoscritti, codici banali,

traccia strade su fili di sbarramenti, ostacoli,

condizioni.

La vita è messa in scena su teatri d’illusioni,

su palchi di pantomime, gesti, finzioni temporali,

supera recite e copioni universali,

si muove nei giardini dell’infanzia

con le giostre mirabolanti, bramate, sospirate,

disincantate.

La memoria cresce disinvolta, audace

magnetizza la mente, s’insinua innocente,

nei sogni genera purpuree scintille, negli occhi

schianti di ricordi, come cicatrici benigne

che curano i malanni dell’anima.

La memoria rigenera mosse e azioni, luci

nelle scene desolate,

rinvigorisce i muscoli, plana su terre sfumate

dell’impavida giovinezza,

sulla terraferma della maturità guarisce

la sordida tristezza.

Gli occhi ammiccanti scoprono abissi

nel mare calmo dei Giganti,

sulla roccia millenaria fissi

sulle scene delle meraviglie allettanti.

Salvaci Gesù da quest’avidità,

guida il nostro passo vacillante, 

fai dei nostri pensieri spiraglio folgorante

e preludio celeste all’imminente eternità.

Waiting for the miracle to come

barca-sul-mare-gif

The road, still long night and day, crosses deserts, forests,

city sidewalks; lights of houses and shop windows shine,

altars of temples, itineraries of love, desires for good,

comforted sufferings, peaceful beaches.

Now fugitives, we try obliged paths, highways of life,

shouts and noises; fall leaves that always whisper

something to us,

and the wind drags them on wheels and whirlpools,

on pierced eaves from the frost of a night.

Doves leave and repeat the round, elegant, sumptuous,

at their wings I entrust the morning, in their sober elegance

it disintegrates and recomposes itself in a flash the infinite.

gatto-silvestro

La strada è ancora lunga

infinito pct

 

La strada ancora lunga  notte e  giorno attraversa deserti, foreste,

marciapiedi delle città; incrocia luci delle vetrine, altari di templi,

itinerari d’amore, desideri del bene, sofferenze confortate.

Quasi fuggitivi, tentiamo cammini obbligati, vie maestre della vita,

grida e rumori; cadono foglie che ci mormorano sempre qualcosa,

e il vento le trascina lontano su ruote e mulinelli, 

su cornicioni trafitti dal gelo di una notte.

Colombe ripartono e ripetono il giro, eleganti, sontuose, 

alle loro ali affido il mattino, nella loro sobria eleganza si disgrega 

e si ricompone in un guizzo l’infinito.

tempo