ALTRO CHE ISIS … VERGOGNA

AMATEVI COME IO VI HO AMATI … BOH !!!!

 

CHI TI DA’ UNO SCHIAFFO PORGIGLI L’ALTRA GUANCIA … BOH !!!!

 

Il libro nero della Chiesa Cattolica …. altro che ISIS

Massacri ovvero scheletri nell’armadio dei cristiani
Quello che segue è un elenco meramente dimostrativo, e assolutamente non esaustivo, di tutti i crimini commessi dalla chiesa per imporre con la violenza il proprio credo
Anno 782 – 4.500 Sassoni sono decapitati su ordine di Carlo Magno per aver rifiutato il battesimo cattolico.
Anno 965 – 24 ribelli romani sono condannati a morte su ordine di papa Giovanni XIII a Roma.
Anno 1096 – 800 ebrei sono massacrati dai cattolici a Worms in Germania.
Anno 1096 .-700 ebrei sono massacrati dai cattolici a Magonza in Germania.
Anno 1098 – 4.000 ungheresi sono massacrati dal crociati in marcia verso la Palestina.
Anno 1099 15 luglio – 40.000 ebrei e musulmani sono massacrati dai crociati a Gerusalemme.
Anno 1145 – 120 ebrei sono massacrati dai cattolici a Colonia e Spira in Germania.
Anno 1146  – 100 ebrei sono massacrati dai cattolici a Sully e Ramerupt in Francia.
Anno 1171 – 18 ebrei sono arsi vivi a Blois in Francia.
Anno 1191 – 2.700 prigionieri di guerra musulmani sono decapitati dai crociati in Palestina.
Anno 1191 – 100 ebrei sono massacrati a Bray-sur-Seine in Francia.
Anno 1208 –  20.000 catari e loro fattori sono massacrati dai crociati a Beziers nel sud della Francia.
Anno 1219 –  5.000 catari e loro fautori sono massacrati dai crociati a Marmande nel sud della Francia.
Anno 1244, 16 marzo – 250 catari e valdesi sono arsi vivi per ordine dell’Inquisizione nel sud della Francia.
Anno 1278 – 267 ebrei sono impiccati a Londra a seguito di false accuse di omicidio rituale ai danni dei cattolici.
Anno 1278, 13 febbraio – 200 catari e valdesi sono arsi vivi nell’arena di Verona per ordine dell’Inquisizione.
Anno 1310 – 28 ribelli di Massafiscaglia (FE) sono giustiziati dai mercenari pontifici.
Anno 1370 – 20 ebrei sono arsi vivi dai cattolici a Bruxelles.
Anno 1377, 3 febbraio 2.500 abitanti di Cesena sono massacrati dai mercenari pontifici in quanto ribelli antipapali.
Anno 1391 –  4.000 ebrei sono massacrati dai cattolici a Siviglia in Spagna.
Anno 1397 – 100 valdesi di Graz in Austria sono impiccati e bruciati per ordine dell’Inquisizione.
Anno 1400 – 30 cittadini romani sono condannati a morte per ordine del governo pontificio in quanto ribelli.
Anno 1405 –  12 cittadini romani sono massacrati dai mercenari pontifici guidati dal nipote di papa Innocenzo VII.
Anno 1416 –  300 donne accusate di stregoneria sono arse nel comasco per ordine dell’Inquisizione cattolica.
Anno 1485 – 49 persone sono giustiziate per ordine dell’Inquisizione a Guadalupe in Spagna.
Anno 1485 – 41 donne accusate di stregoneria sono bruciate a Bormio per ordine dell’Inquisizione.
Anno 1486 – 31 ebrei sono giustiziati a Belalcazar in Spagna per ordine dell’Inquisizione.
Anno 1505 – 14 donne accusate di stregoneria sono ammazzate a Cavalese su ordine del vicario del vescovo di Trento.
Anno 1507 – 30 persone accusate di stregoneria sono bruciate a Logrono in Spagna per ordine della Santa Inquisizione.
Anno 1513 – 15 cittadini romani sono massacrati dalle guardie svizzere del papa.
Anno 1514 – 30 donne accusate di stregoneria sono bruciate a Bormio per ordine dell’Inquisizione.
Anno 1518 – 80 donne accusate di stregoneria sono bruciate in Valcamonica per ordine dell’Inquisizione.
Anno 1545, aprile – 2.740 valdesi sono massacrati dai cattolici in Provenza.
Anno 1559 – 15 protestanti sono arsi vivi a Valladolid in Spagna su ordine dell’Inquisizione.
Anno 1559 – 14 protestanti sono arsi vivi a Siviglia in Spagna su ordine dell’Inquisizione.
Anno 1561, giugno – 2.000 valdesi sono massacrati dai cattolici in Calabria (Guardia Piemontese, San Sisto e Montalto).
Anno 1562 – 300 persone accusate di stregoneria sono arse a Oppenau in Germania.
Anno 1562 – 63 donne accusate di stregoneria sono bruciate a Wiesensteig in Germania su ordine dell’Inquisizione.
Anno 1562 – 54 persone accusate di stregoneria sono bruciate a Obermachtal in Germania su ordine dell’Inquisizione.
Anno 1567 – 17.000 protestanti delle Fiandre sono massacrati dagli spagnoli.
Anno 1572, 24 agosto – 10.000 protestanti (Ugonotti) sono massacrati dai cattolici a Parigi e nel resto della Francia (nota come la Strage di San Bartolomeo).
Anno 1573 – 5.000 servi della gleba croati in rivolta sono massacrati per ordine del vescovo cattolico Jurai Draskovic.
Anno 1580 –  222 ebrei sono condannati al rogo per ordine dell’Inquisizione in Portogallo.
Anno 1620, 29 luglio – 600 protestanti sono trucidati dai cattolici in Valtellina.
Anno 1655, aprile – 1.712 fedeli valdesi sono massacrati dai cattolici.
Anno 1680 – 20 ebrei sono condannati al rogo a Madrid per ordine dell’Inquisizione.
Anno 1686, maggio – 2.000 valdesi sono massacrati dai cattolici penetrati nelle loro valli alpine per sterminarli.
Anno 1691 – 37 ebrei sono bruciati a Maiorca in Spagna per ordine dell’Inquisizione.
Anno 1697 – 24 protestanti sono giustiziati dai cattolici a Presov in Slovacchia.
Già durante l’Impero Romano, appena ammesso ufficialmente il culto cristiano con decreto imperiale del 315, si cominciò a demolire i luoghi del culto pagano e a sopprimere i sacerdoti pagani.

Tra il 315 e il sesto secolo furono perseguitati ed eliminati un numero incalcolabile di fedeli pagani.

Esempi celebri di templi distrutti: il santuario di Esculapio nell’Egea, il tempio di Afrodite a Golgota, i templi di Afaca nel Libano, il santuario di Eliopoli.

Sacerdoti cristiani, come Marco di Aretusa o Cirillo di Eliopoli, vennero persino celebrati come benemeriti «distruttori di templi» .

Dall’anno 356 venne sancita la pena di morte per chi praticava i riti pagani .

L’imperatore cristiano Teodosio (408-450) fece giustiziare perfino dei bambini per aver giocato coi resti delle statue pagane . Eppure, stando al giudizio di cronisti cristiani, Teodosio «ottemperava coscienziosamente ad ogni cristiano insegnamento».

Nel VI secolo, si finì per dichiarare fuorilegge i fedeli pagani.

All’inizio del quarto secolo, per sobillazione di sacerdoti cristiani, fu giustiziato il filosofo politeista Sopatro  .

Nel 415, la celeberrima scienziata e filosofa Ipazia di Alessandria venne letteralmente squartata da una plebaglia guidata e aizzata da un predicatore di nome Pietro, e i suoi resti dispersi in un letamaio .
Missioni di evangelizzazione
Nel 782, Carlo Magno fece tagliare la testa a 4500 Sassoni che non volevano farsi convertire al cristianesimo .

I contadini di Steding, nella Germania settentrionale, ribellatisi per non poter più sopportare l’esosa pressione fiscale, vengono massacrati il 27 maggio 1234 da un esercito crociato, e le loro fattorie occupate da devoti cattolici. Vi persero la vita tra 5000 e 11.000 uomini, donne e bambini .

Assedio di Belgrado nel 1456: nell’espugnazione della città vennero uccisi non meno di 80.000 musulmani .

XV secolo in Polonia: ordini cavallereschi cristiani saccheggiano 1019 chiese e circa 18.000 villaggi. Quante persone cadessero vittime di tali gesta, non s’è mai certificato .

Secoli XVI e XVII. Truppe inglesi «pacificano e civilizzano» l’Irlanda. Colà vivevano solo dei «selvaggi gaelici», «animali irragionevoli senza alcuna idea di dio o di buone maniere, che addirittura dividevano in comunità di beni il loro bestiame, le loro donne, bambini e altri averi». Uno dei più importanti condottieri, certo Humphrey Gilbert, fratellastro di Sir Walter Raleigh, fece «staccare dai corpi le teste di tutti quelli (chiunque fossero) che erano stati uccisi quel giorno, facendoli spargere dappertutto lungo la strada». Questo tentativo di civilizzare gli Irlandesi causò poi effettivamente «grande sgomento nel popolo, quando videro sparse sul terreno le teste dei loro padri, fratelli, bambini, parenti e amici» [«greate terrour to the people when they sawe the heddes of their dedde fathers, brothers, children, kinsfolke, and freinds on the grounde»].

Decine di migliaia di Irlandesi gaelici caddero vittime di quel bagno di sangue .
Crociate (1095-1291)
L’anno 1095, per ordine del papa Urbano II, ha inizio la Prima Crociata .

Tra il 12/6/1096 e il 24/6/1096, nelle stragi avvenute in Ungheria, presso Wieselburg e Semlin, perdono la vita migliaia di persone (tutti cristiani, ivi comprese le schiere crociate).

Dal 9/9. al 16/9/1096, durante l’assedio della città residenziale turca Nikaia, cavalieri francesi cristiani massacrano migliaia di abitanti, facendo a pezzi e bruciando vivi vecchi e bambini.

A consimili azioni belliche partecipano, il 26/9/1096, durante la conquista della fortezza di Xerigordon, cavalieri crociati tedeschi.

In complesso, fino al gennaio 1098, vengono espugnate e saccheggiate 40 capitali e 200 fortezze. Non si conosce il numero delle vittime .

Il 3 giugno 1098 le armate crociate conquistano Antiochia. In quell’assedio vengono uccisi tra 10.000 e 60.000 musulmani. Dalla cronaca di Raimondo di Aguilers, cappellano di campo del conte di Tolosa, si legge: «Sulle piazze si accumulano i cadaveri a tal punto che, per il tremendo fetore, nessuno poteva resistere a restare: non v’era nessuna via, in città, che fosse sgombra di corpi in decomposizione» .

Il 28 giugno 1098 furono ammazzati altri centomila turchi musulmani, donne e bambini compresi. Negli accampamenti turchi – narra il cronista cristiano – i crociati trovarono non solamente ricco bottino, tra cui «moltissimi libri in cui erano descritti con esecrandi segni i riti blasfemi di turchi e saraceni», ma bensì anche «donne, bambini, lattanti, parte dei quali trafissero subito, e parte schiacciarono sotto gli zoccoli dei loro cavalli, riempiendo i campi di cadaveri orribilmente lacerati». Proprio come il loro Dio comandava!

Il 12 dicembre 1098, nella conquista della città di Marra (Maraat an-numan), furono ammazzate altre migliaia di «infedeli». A causa della carestia che ne seguì, «i corpi già maleodoranti dei nemici vennero mangiati dalle schiere cristiane», come testimonia il cronista cristiano Albert Aquensis .

Finalmente, il 15 luglio 1098, venne espugnata Gerusalemme, dove vennero ammazzati più di 60.000 persone, tra ebrei e musulamni, uomini donne e bambini .

Da una testimonianza oculare: «e là [davanti al tempio di Salomone] si svolse una tale mischia cruenta che i cristiani si trascinavano nel sangue dei nemici fino alle nocche dei piedi», tanto che Albert scrive: «Le donne, che avevano cercato scampo negli edifici alti e nei palazzi turriti, furono buttate giù a fil di spada; i bambini, anche i neonati, li tiravano a pedate dal petto delle madri, o li strappavano dalle culle, per poi sbatterli contri i muri o le soglie» .

L’arcivescovo Guglielmo di Tiro aggiunge: «Felici, piangenti per l’immensa gioia, i nostri si radunarono quindi dinanzi alla tomba del nostro salvatore Gesù, per rendergli omaggio e offrirgli il loro ringraziamento… E non fu soltanto lo spettacolo dei cadaveri smembrati, sfigurati, irriconoscibili, a lasciar sbigottito l’osservatore; in realtà, incuteva sgomento anche l’immagine stessa dei vincitori, grondanti di sangue dalla testa ai piedi, sicché l’orrore s’impadroniva di tutti quelli che li incontravano» .

Il cronista cristiano Eckehard di Aura testimonia che, ancora durante l’estate successiva dell’anno 1100, «in tutta la Palestina l’aria era appestata del lezzo dei cadaveri. Di stragi siffatte nessuno aveva mai visto o udito l’uguale tra i pagani…».

Alla resa dei conti, la Prima Crociata era costata la vita ad oltre un milione di persone: «Grazie e lode a Dio!»

Nella battaglia di Ascalon, il 12 agosto 1099, vennero abbattuti 200.000 infedeli «in nome del nostro Signore Gesù Cristo» .

Quarta Crociata: il 12 aprile 1204, i crociati mettono a sacco la città (cristiana!) di Costantinopoli. Il numero delle vittime non è stato tramandato.

Le restanti crociate in cifre: fino alla caduta di Akkon (1291) si stimano 20 milioni di vittime (solo nella Terrasanta e nelle regioni arabo-turche) .

Già nell’anno 385 i primi cristiani vengono giustiziati quali eretici per mano di altri cristiani: così lo spagnolo Priscilliano, insieme con sei dei suoi seguaci, decapitati a Treviri .

Eresia manichea. Tra il 372 e il 444 i Manichei – una setta quasi cristiana, presso i quali si praticava il controllo delle nascite, e che perciò mostravano più senso di responsabilità dei devoti cattolici – vennero totalmente annientati nel corso di diverse grandi campagne sferrate contro di loro in tutto l’Impero romano. Molte migliaia le vittime .

Nel secolo XIII, gli Albigesi cadono vittime della prima crociata proclamata contro altri cristiani. (DO 29) Questi, noti anche col nome di Catari, si consideravano buoni cristiani, ma non riconoscevano né il papa né il divieto romano-cattolico delle tecniche anticoncezionali, rifiutandosi inoltre di pagare le tasse chiesastiche.  Nel 1208, per ordine del papa Innocenzo III – il massimo genocida prima di Hitler – incominciò la crociata contro gli eretici albigesi. La città di Beziérs (nel sud della Francia) venne rasa al suolo il 22 luglio 1209, tutti gli abitanti massacrati, compresi i cattolici, che avevano rifiutato l’estradizione degli eretici. Il numero dei morti viene stimato tra 20.000 e 70.000 .

Nella stessa crociata, dopo la presa di Carcassonne (15 agosto 1209), caddero ancora migliaia di ribelli, e la stessa sorte toccò a molte altre città .

Nei successivi vent’anni di guerra, tutta la regione fu devastata, quasi tutti i Catari (quasi la metà della popolazione della Linguadoca, nella Francia meridionale) vennero sconfitti, lapidati, annegati, messi al rogo .

Finita la crociata contro gli Albigesi (1229), venne istituita la Santa Inquisizione (1232) al fine di stanare dai loro nascondigli gli eretici sopravvissuti, e di annientarli. L’ultimo dei Catari, Guillaume de Belibaste, fu dato alle fiamme del rogo nel 1324 .

Solo tra i Catari, la stima delle vittime si aggira intorno al milione .

Altri gruppi di eretici: Valdesi, Pauliciani, Runcarii o Poveri Lombardi, Giuseppini, e molti altri. La maggior parte di queste sette vennero sgominate; un certo numero di Valdesi esiste tuttora, sebbene siano stati perseguitati per oltre 600 anni. Secondo le mie stime, diverse centinaia di migliaia di vittime non sono calcolate in eccesso (comprese le vittime dell’Inquisizione spagnola, ma escludendo quelle del Nuovo Mondo).

Nel XV secolo, l’inquisitore spagnolo Tomas de Torquemada condanna personalmente a morte sul rogo 10.220 sospettati di eresia .

Il predicatore e teologo boemo Jan Hus, per aver criticato il commercio delle indulgenze, viene bruciato nel 1415 a Praga .

Nel 1538, a Vienna, il professore universitario B. Hubmaier viene pubblicamente condannato al rogo .

Il 17 febbraio 1600, dopo una settennale prigionia, il filosofo Giordano Bruno, monaco domenicano processato per eresia, viene bruciato vivo sul rogo eretto in Campo dei Fiori a Roma.

Verso la metà del Seicento, l’ateo Thomas Aikenhead, studente scozzese appena ventenne, viene impiccato per volontà del clero .
Streghe
Dai primi tempi del cristianesimo fino al 1484 invalse la consuetudine di mandare a morte persone, perlopiù donne, che si credevano dotate di poteri soprannaturali, malefici e stregonici.

Nell’era vera e propria dei processi per stregoneria, dal 1484 al 1750, molte centinaia di migliaia di sospetti o colpevoli di pratiche stregoniche – secondo le stime degli storici – furono condannati a morte sul rogo o in seguito alle torture; percentualmente, i quattro quinti di essi erano donne .

Un elenco (naturalmente incompleto) di queste vittime, conosciute spesso anche per nome, si trova nell’opera The Burning of Witches – A Chronicle of the Burning Times.
Guerre di religione e Riforma
Secolo XV: guerre crociate contro gli Hussiti, costate la vita a migliaia di seguaci .

Nel 1538 papa Paolo III indice una crociata contro l’Inghilterra, sganciatasi con lo scisma dall’ubbidienza a Roma, dichiarando tutti gli Inglesi schiavi di Roma. Per fortuna, l’impresa fallisce sul nascere .

1568: il tribunale spagnolo dell’Inquisizione decreta l’eliminazione di tre milioni di Olandesi ribelli nei Paesi Bassi, allora sotto il dominio spagnolo. Per cominciare, 5000, o forse 6000 protestanti vennero annegati dalle truppe spagnole della cattolicissima Spagna: «un disastro, di cui i cittadini di Emden vennero a conoscenza quando diverse migliaia di cappelli olandesi a larghe tese scesero galleggiando lungo il fiume» .

1572: a Parigi, e in altre città francesi, 20.000 protestanti Ugonotti vengono assassinati per ordine del papa Pio V, nell’offensiva nota come Notte di San Bartolomeo. Fino alla metà del secolo successivo, oltre 200.000 profughi Ugonotti dovranno lasciare la Francia .

1574: i cattolici sopprimono il condottiero dei protestanti Gaspard de Coligny. Dopo l’uccisione, la plebaglia ne squarta il cadavere: «gli troncarono la testa, le mani, i genitali […] gettandoli nel fiume […] ma poi non gli sembrò neppure degno che diventasse pasto per i pesci, per cui li ritirarono fuori e li portarono sul patibolo di Mantfaucon affinché là servissero da alimento per corvi ed uccelli» .

Guerra dei Trent’anni: nel 1631, la città protestante di Magdeburgo viene saccheggiata e rasa al suolo da truppe cattoliche, che massacrano 30.000 protestanti, metà della popolazione. Scrive il poeta e storico tedesco Friedrich Schiller: «In una sola chiesa si trovarono 50 donne decapitate e bambini che ancora succhiavano il latte dal petto delle loro madri senza vita» .

1618-1648: la guerra dei Trent’anni, spaccando l’Europa tra cristiani protestanti e cattolici, decima il 40% delle popolazioni, soprattutto in Germania .
Ebrei
Già nel IV e V secolo le plebi cristiane sono eccitate ad incendiare le sinagoghe ebraiche.

A metà del IV secolo venne distrutta la prima sinagoga per ordine del vescovo Innocenzo di Dertona, nel nord Italia. La prima sinagoga ad esser incendiata nel 388, per ordine del vescovo di Kallinikon, sorgeva in Persia, presso l’Eufrate .

Il concilio di Toledo decreta nel 694 la riduzione degli Ebrei in schiavitù, ordina la confisca dei loro averi e il battesimo coatto dei loro bambini .

Nell’anno 1010 il vescovo di Limoges fece espellere o sopprimere gli ebrei della città che non volevano convertirsi al cristianesimo .

1096: all’inizio della prima Crociata furono uccisi in Europa migliaia di Ebrei, complessivamente forse 12.000. Le città più colpite furono Worms (18/5/1096), Magonza il 27/5 (dove furono trucidati 1100 ebrei), Colonia, Neuss, Wevelinghoven, Xanten, Moers, Dortmund, Kerpen, Treviri, Metz, Ratisbona, Praga .

Parimenti, all’inizio della seconda Crociata (1147), nei centri francesi di Ham, Sully, Carentan, e Rameru, si uccisero diverse centinaia di ebrei.

In occasione della terza Crociata (1189-90) avviene il saccheggio delle comunità ebraiche stabilitesi in Inghilterra .

1235: uccisione pubblica di 34 cittadini ebraici .

1257 e 1267: eliminazione della comunità ebraiche di Londra, Canterbury, Northampton, Lincoln, Cambridge e altre città, con numero imprecisato di vittime .

1290: è rimasta memoria, nelle cronache coeve, di 10.000 ebrei espulsi o uccisi in Boemia .

1337: aizzato da una strage compiuta a Deggendorf, in Baviera, l’isterismo antisemita si estende in pogrom effettuati in 51 città bavaresi, nonché in Austria e in Polonia. .

1348: si bruciano sul rogo gli ebrei di Basilea e di Strasburgo, complessivamente 2000 persone .

1349: in oltre 350 città della Germania vengono soppressi tutti gli Ebrei, perlopiù bruciati vivi. Qui, in questo solo anno, vennero trucidati dai cristiani più Ebrei di quante erano state, per duecento anni di persecuzioni anticristiane (il sangue dei martiri!), le vittime conclamate della Roma imperiale .

1389: vengono macellati a Praga 3.000 cittadini di fede ebraica .

1391: a Siviglia e in Andalusia, sotto la guida dell’arcivescovo Martinez, vengono soppressi circa 4000 ebrei. Mentre altri 25.000 vengono venduti come schiavi .

Costoro si potevano riconoscere facilmente perché tutti gli ebrei, dall’età di dieci anni,erano stati costretti a portare sull’abito un «segno d’infamia» colorato: era l’origine storica della futura «stella giudaica» dell’era nazista.

1492: nello stesso anno in cui Colombo spiegava le vele per conquistare il Nuovo Mondo, più di 150.000 Ebrei, molti dei quali perirono nell’ostracismo, venivano scacciati dalle città della Spagna.

1648: in Polonia, durante i famigerati «massacri di Chmielnitzki», vengono sterminati circa 200.000 ebrei. .

A questo punto, mi sento male, perché con questo ritmo si prosegue – secolo dopo secolo – su una linea che porta diritta ai forni crematori di Auschwitz. .
Popolazioni indigene
Con Cristoforo Colombo, ex commerciante di schiavi, che avrebbe fatto carriera come milite crociato, ha inizio la conquista del Nuovo Mondo: allo scopo, come sempre, di espandere il cristianesimo e di evangelizzare infedeli.

Poche ore dopo lo sbarco sulla prima isola abitata in cui s’imbatte nel mare dei Caraibi, Colombo fa imprigionare e deportare sei indigeni che, come scrisse «debbono servire da bravi servitori e schiavi (…) e si possono facilmente convertire alla fede cristiana, giacché mi sembra che non abbiano religione alcuna» .

Mentre Colombo definisce gli abitanti autoctoni quali «idolatri», esprimendo la volontà di offrirli come schiavi ai cattolici re di Spagna, il suo socio Michele da Cuneo, aristocratico italiano, rappresenta gli aborigeni come «bestie» per il fatto che «mangiano quando hanno fame, e si accoppiano in tutta libertà, dove e quando ne hanno voglia» .

Su ogni isola su cui mette piede Colombo traccia una croce sul terreno e «dà lettura della rituale dichiarazione ufficiale» (il cosiddetto Requerimiento) al fine di prender possesso del territorio da parte della Spagna, nel nome dei suoi Cattolici Signori. Contro di che «nessuno aveva da obiettare». Qualora gli Indios negassero il loro assenso (soprattutto perché non comprendevano semplicemente una parola di spagnolo), il Requerimiento recitava così:
«Con ciò garantisco e giuro che, con l’aiuto di Dio e con la nostra forza, penetreremo nella vostra terra e condurremo guerra contro di voi  per sottomettervi al giogo e al potere della Santa Chiesa  infliggendovi ogni danno possibile e di cui siamo capaci, come si conviene a vassalli ostinati e ribelli che non riconoscono il loro Signore e non vogliono ubbidire, bensì a lui contrapporsi»
Di analogo tenore erano le parole di John Winthrop, primo governatore della Bay Colony del Massachusset: «justifieinge the undertakeres of the intended Plantation in New England […] to carry the Gospell into those parts of the world […] and to raise a Bulworke against the kingdome of the Ante-Christ» (SH 235) [«giustificando l’impresa della costituenda fondazione della Nuova Inghilterra, di portare il vangelo in queste parti del mondo, e di edificare un bastione contro il regno dell’Anticristo»].

Intanto, prima ancora che si venisse alle armi, due terzi della popolazione indigena cadeva vittima del vaiolo importato dagli Europei. Il che era interpretato dai cristiani, manco a dirlo, come «un segno prodigioso dell’incommensurabile bontà e provvidenza di Dio!».

Così, ad esempio, scriveva nel 1634 il governatore del Massachussets: «Quanto agli indigeni, sono morti quasi tutti contagiati dal vaiolo, e per tal modo il SIGNORE ha confermato il nostro diritto ai nostri possedimenti» .

Sulla sola isola di Hispaniola, dopo le prime visite di Colombo, gli indigeni Arawak – un popolo inerme e relativamete felice che viveva delle risorse del loro piccolo paradiso – lamentarono presto la perdita di 50.000 vite .

In pochi decenni, gli Indios sopravvissuti caddero vittime di assalti, stragi, strupri e riduzione in schiavitù da parte degli Spagnoli.

Dalla cronaca d’un testimone oculare: «Furono uccisi tanti indigeni da non potersi contare. Dappertutto, sparsi per la regione, si vedevano innumerevoli cadaveri di indiani. Il fetore era penetrante e pestilenziale» .

Il capo indiano Hatuey riuscì a fuggire col suo popolo, ma fu catturato e bruciato vivo. «Quando lo legarono al patibolo, un frate francescano lo pregò insistentemente di aprire il suo cuore a Gesù affinché la sua anima potesse salire in cielo anziché precipitare nella perdizione. Hatuey ribatté che se il il cielo è il luogo riservato ai cristiani, lui preferiva di gran lunga l’inferno» .

Ciò che accadde poi al suo popolo, ci è descritto da un testimone oculare: «Agli spagnoli piacque di escogitare ogni sorta di inaudite atrocità… Costruirono pure larghe forche, in modo tale che i piedi toccavano appena il terreno (per prevenire il soffocamento), e appesero – ad onore del redentore e dei 12 apostoli – ad ognuna di esse gruppi di tredici indigeni, mettendovi sotto legna e braci e bruciandoli vivi». .

In analoghe occasioni si inventarono altre piacevolezze: «Gli spagnoli staccavano ad uno il braccio, ad altri una gamba o una coscia, per troncare di colpo la testa a qualcuno, non diversamente da un macellaio che squarta le pecore per il mercato. Seicento persone, ivi compresi i cacicchi, vennero così squartate come bestie feroci… Vasco de Balboa ne fece sbranare poi quaranta dai cani» .

«La popolazione dell’isola, stimata di circa otto milioni all’arrivo di Colombo, era scemata già della metà o di due terzi, ancor prima che finisse l’anno 1496». Finalmente, dopo che gli abitanti dell’isola furono quasi sterminati, gli Spagnoli si videro «costretti» ad importare i loro schiavi da altre isole dei Caraibi, ai quali toccò peraltro la medesima sorte. In tal modo «milioni di autoctoni della regione caraibica vennero effettivamente liquidati in meno d’un quarto di secolo» .

«Così, in un tempo minore della durata normale d’una esistenza umana, fu annientata un’intera civiltà di milioni di persone che per migliaia di anni erano stanziate nella loro terra» .

«Subito dopo, gli Spagnoli rivolsero la loro attenzione alla terraferma del Messico e dell’America centrale. Le stragi erano appena cominciate. Di lì a poco sarà la volta della nobile città di Tenochttitlàn (l’odierna Mexico City)» .

Hernando Cortez, Francisco Pizarro, Hernando De Soto e centinaia di altri Conquistadores spagnoli saccheggiarono e annientarono – in nome del loro Signor Gesù Cristo – molte grandi civiltà dell’America centrale e meridionale. (De Soto saccheggiò inoltre la Florida, regione «fiorente»).

«Mentre il secolo XVI volgeva al termine, quasi 200.000 spagnoli si erano stabiliti nel Nuovo Mondo. In questo periodo, in conseguenza dell’invasione, si stima che avessero già perso la vita oltre 60 milioni di indigeni» .

Va da sé che i primi colonizzatori dei territori dei moderni Stati Uniti d’America non si comportarono meglio dei conquistadores.

Benché, senza l’aiuto degli Indiani, nessuno dei colonizzatori sarebbe stato in grado di sopravvivere ai rigori invernali, questi cominciarono presto a scacciare e a sterminare le tribù indiane.

La guerra degli indiani nordamericani tra di loro era, in proporzione, un fenomeno irrilevante – paragonato con le consuetudini europee – e serviva piuttosto a riequilibrare le offese, ma in nessun caso alla conquista del territorio. Tanto che se ne stupivano i padri pellegrini cristiani: «Le loro guerre non sono neanche lontanamente così cruente» («Their Warres are farre less bloudy»), ragion per cui non succedeva «da nessuna delle parti un grande macello» («no great slawter of nether side»). In realtà, poteva ben accadere «che guerreggiassero per sette anni senza che vi perdessero le vita sette uomini» («they might fight seven yeares and not kill seven men»). Tra gli Indiani, inoltre, era consuetudine risparmiare le donne e i bambini dell’avversario .

Nella primavera 1612 alcuni coloni inglesi trovarono così attraente la vita dei liberi ed affabili indios, al punto da abbandonare Jamestown per vivere presso costoro (con che si ovviò presumibilmente, tra l’altro, ad un’emergenza sessuale). Senonché il governatore Thomas Dale li fece stanare e giustiziare: «Alcuni li fece impiccare, altri bruciare, altri torcere sulla ruota, mentre altri furono inflizati sullo spiedo e alcuni fucilati» .

Tali eleganti provvedimenti restarono ovviamente riservati agli inglesi; questa era la procedura con quelli che si comportavano come gli indiani; ma per qurlli che non avevano scelta , proprio perché costituivano la sovrappopolazione della Virginia, si faceva senz’altro tabula rasa:
«quando un indio era accusato da un inglese di aver rubato una tazza, e non la restituiva, la reazione inglese era subito violenta: si attaccavano gli Indiani dando alle fiamme l’intero villaggio»
Sul territorio dell’odierno Massachussetts i padri pellegrini delle colonie perpetrarono un genocidio, entrato nella storia come «guerra dei Pequots». Autori dei massacri erano quei cristiani puritani della Nuova Inghilterra, scampati essi stessi alla persecuzione religiosa in atto nella loro vecchia Inghilterra.

Allorché fu trovata la salma d’un inglese, ucciso probabilmente da guerrieri Narragansett, i puritani gridarono vendetta. Sebbene il capo dei Narragansett implorasse pietà, i cristiani passarono all’attacco. Forse dimentichi del loro obiettivo, essendo stati salutati da alcuni Pequot, a loro volta belligeranti coi Narragansett, avvenne che i puritani attaccarono i Pequots, distruggendo i loro villaggi.

Il comandante dei puritani, John Mason, scrisse dopo un massacro: «Per la verità, l’Onnipotente incusse tale terrore sulle loro anime, che fuggirono davanti a noi buttandosi tra le fiamme, dove molti perirono… Dio aleggiava sopra di loro e sbeffeggiava i suoi nemici, i nemici del suo popolo, facendone dei tizzoni ardenti… Così il SIGNORE castigò i pagani, allineandone le salme: uomini, donne e bambini» .

«Così piacque al SIGNORE di dare un calcio nel sedere ai nostri nemici, dando in retaggio a noi la loro terra» («The LORD was pleased to smite our Enemies in the hinder Parts, and to give us their land for an inheritance») .

Siccome Mason poteva ben immaginare che i suoi lettori conoscessero la loro bibbia, non aveva bisogno di citare i versetti qui citati:

«Delle città di questi popoli, che il Signore tuo Dio ti dà in retaggio, non devi lasciare in vita nulla di quanto respira. Ma dovrai invece destinarle alla distruzione, così come il Signore tuo Dio ti ha dato per dovere» (Mosé V, 20)
Il suo compare Underhill ci ricorda quanto fosse «impressionante e angosciante lo spettacolo sanguinoso per i giovani soldati» («how grat and doleful was the bloody sight to the view of the young soldiers»), però, assicura i suoi lettori, «talvolta la Sacra Scrittura decreta che donne e bambini debbano perire coi loro genitori» («sometimes the Scripture declareth women and children must perish with their parents») .

Molti indios caddero vittime di campagne di avvelenamento. I coloni addestravano persino dei cani al compito speciale di stanare gli Indiani, strappando i piccoli dalle braccia delle madri e sbranandoli. Per dirla con le loro stesse parole: «cani feroci per dar loro la caccia e mastini inglesi per l’attacco» («blood Hounds to draw after them, and Mastives to seaze them»). In questo, i puritani si lasciarono ispirare dai metodi dei loro contemporanei spagnoli. E così continuò, finché i Pequot furono pressoché sterminati .

Altre tribù indiane patirono la stessa sorte. Così commentavano i devoti sterminatori: «È il volere di Dio, che alla fin fine ci dà ragione di esclamare “Quant’è grandiosa la Sua bontà! E quant’è splendida la Sua gloria!”» («God’s Will, wich will at last give us cause to say: “How Great is His Goodness! And How Great is His Beauty!”»). E ancora: «Fino a che il nostro Signore Gesù li piegò ad inchinarsi davanti a lui e a leccare la polvere!» («Thus doth the Lord Jesus make them to bow before him, and to lick the Dust!») (TA).

Come ancora oggi, così per i cristiani di allora era ben accetta la menzogna per la maggior gloria di dio, o quantomeno per il proprio vantaggio di fronte ai diversamente credenti: «I trattati di pace venivano firmati già col proposito di violarli. Talché il Consiglio di stato della Virginia dichiarava che se gli Indiani “sono tranquillizzati dopo la stipula del trattato, noi abbiamo non soltanto il vantaggio di prenderli di sorpresa, ma anche di mietere il loro mais”». («when the Indians grow secure uppon the Treatie, we shall have the better Advantage both the surprise them, and cutt downe theire Corne») .

Anno 1624: una sessantina di inglesi, forniti di armi pesanti, fanno a pezzi 800 inermi uomini, donne e bambini indios. .

1675-76: durante la guerra detta «di re Filippo», in una sola azione di rappresaglia, sono uccisi «circa 600 indiani». L’autorevole pastore della seconda Chiesa di Boston, Cotton Mather, definirà più tardi il massacro come «grigliata per arrosti» («barbeque») .

In sintesi: nel New Hampshire e nel Vermont, prima dell’arrivo degli inglesi, la popolazione degli Abenaki contava 12.000 persone. Neanche cinquant’anni dopo ne erano rimaste in vita solo 250: una decimazione del 98%.

Il popolo dei Pocumtuck ammontava a 18.000; due generazioni più tardi il loro numero era sceso a 920.

Il popolo dei Quiripi-Unquachog era di 30.000; dopo ugual periodo ne sopravvivevano 1.500, un vero genocidio; la popolazione del Massachusset comprendeva almeno 44.000 persone, di cui, cinquant’anni dopo, erano sopravvissuti appena 6.000. .

Questi sono solo alcuni esempi delle tribù che vivevano nell’America del Nord prima che vi approdassero i cristiani. E tutto ciò accadeva prima che scoppiasse la grande epidemia di vaiolo degli anni 1677 e 1678. Anche il bagno di sangue era appena agli inizi.

E tutto fu solo il principio della colonizzazione da parte degli Europei, cioè prima dell’epoca vera e propria del cosiddetto «selvaggio Far West».

Tra il 1500 e il 1900, è probabile che, complessivamente, abbiano perduto la vita – nelle sole Americhe – più di 150 milioni di nativi: in media, circa due terzi a causa del vaiolo e di altre epidemie importate dagli Europei (e qui non dev’esser passato sotto silenzio il fatto che, a partire dal 1750 circa, le tribù autoctone venivano contagiate anche di proposito per mezzo di doni artificialmente infettati). Restano pertanto ancora 50 milioni la cui morte si fa risalire direttamente ad atti di violenza, a trattamenti disumani o alla schiavitù.

E in alcuni paesi, come ad esempio Brasile e Guatemala, questa decimazione prosegue fino ai nostri giorni: a fuoco lento, per così dire.
Ulteriori gloriose tappe della storia degli Stati Uniti d’America
Nel 1703, il pastore Salomon Stoddard, una delle più prestigiose autorità religiose della Nuova Inghilterra, fece formale richiesta al Governatore del Massachusset perché mettesse ai diposizione dei colonizzatori le risorse finanziarie per «acquistare grandi mute di cani e per poterle addestrare a cacciare gli Indiani alla stessa stregua degli orsi» .

29 novembre 1864: massacro di Sand Creek, nel Colorado. Il colonnello John Chivington, ex predicatore metodista e politico regionale («non vedo l’ora di nuotare nel sangue nemico») fa passare per le armi un villaggio dei Cheyenne con circa 600 abitanti – quasi solo donne e bambini – benché il capo indiano agitasse bandiera bianca. Bilancio: da 400 a 500 vittime.

Ne riferisce un testimonio oculare: «C’era un gruppo di trenta o quaranta Squaw, acquattate in un buco per proteggersi, le quali mandarono fuori una bambina, di circa sei anni, con un panno bianco in segno di resa. Ebbe il tempo di fare solo pochi passi, quando venne colpita e abbattuta. In quella trincea, più tardi, tutte le donne furono uccise» .

1860: il religioso Rufus Anderson commenta il bagno di sangue che fino allora aveva decimato, per il 90% almeno, la popolazione autoctona delle isole Hawaii. «In ciò costui non vedeva nulla di tragico: tutto sommato, la prevedibile, totale estinzione della popolazione indigena delle Hawaii era un fatto del tutto naturale – diceva il missionario – paragonabile suppergiù “con l’amputazione delle membra malate da un organismo”» .
Atrocità delle Chiese nel XX secolo
Campi di annientamento cattolici
È sorprendente come pochi sappiano che in Europa, negli anni della seconda Guerra Mondiale, non c’erano solamente i campi di concentramento nazisti.

In Croazia, negli 1942-43, v’erano numerosi campi di sterminio, organizzati dai cattolici ustascia agli ordini del dittatore Ante Pavelic, un cattolico praticante ricevuto regolarmente dall’allora papa Pio XII. Vi erano persino campi di concentramento speciali per bambini!

Nei campi croati venivano soppressi soprattutto serbi cristiano-ortodossi, ma anche un cospicuo numero di ebrei. Il più famigerato era il lager di Jasenovac; il suo comandante fu per un certo tempo un certo Miroslav Filipovic, un frate francescano temuto con l’appellativo di «Bruder Tod» («Sorella Morte»). Qui, al pari dei nazisti, gli ustascia cattolici bruciavano le loro vittime nei forni, ma vivi, diversamente dai nazisti che prima avevano almeno ucciso le prede col gas. In Croazia, però, la maggior parte delle vittime veniva semplicemente soppressa, impiccata o fucilata. Il loro numero complessivo è stimato fra i trecentomila e i 600.000; e questo in un paese relativamente piccolo. – Molti uccisori erano monaci francescani, armati allora con mitragliatrici. Queste nefandezze perpetrate dai Croati era talmente spaventose, che persino alcuni ufficiali della sicurezza delle SS tedesche, in qualità di osservatori degli avvenimenti croati, protestarono direttamente con Hitler (il che lasciò peraltro indifferente il dittatore). Il papa però fu ben informato di queste atrocità, e non fece nulla per impedirle..

(Aggiunta dell’Autore: di fronte ai retroscena di questa storia, i reportage dei massmedia sul più recente conflitto serbo-croato nella regione balcanica, dal 1991 al 1995, ha assunto talvolta aspetti addirittura spettrali, giacché vi ricorrevano nomi di luoghi come Banja Luka, o di fiumi come la Sava, dove occasionalmente si invengono ancora oggi scheletri di persone assassinate mezzo secolo fa).

Terrore cattolico in Vietnam

Nel 1954 i combattenti per la libertà del Vietnam, i cosiddetti Viet Min, liquidarono finalmente il governo coloniale francese nel Nord Vietnam, che fino allora era stato finanziato con più di due miliardi di dollari dagli USA. Sebbene i vincitori proclamassero libertà religiosa per tutti (la maggioranza dei Vietnamiti non buddisti era cattolica) vaste campagne di propaganda anticomunista spinsero masse di cattolici a fuggire nel sud del paese. Col sostegno della lobby cattolica a Washington, e con l’appoggio del cardinale Spellmann, portavoce del Vaticano nella politica americana – il quale avrebbe in seguito definitio le truppe americane in Vietnam come «truppe di Cristo» – venne progettato un colpo di Stato per impedire elezioni democratiche nel Sud del Vietnam. Da tali elezioni, probabilmente, anche nel Sud sarebbero usciti vincitori i Viet Min comunisti. Di contro, si elesse alla presidenza del Vietnam meridionale il fanatico cattolico Ngo Dinh Diem

Diem fece in modo che gli aiuti dagli USA, viveri e medicinali, risorse tecniche e d’ogni specie andassero a beneficio dei soli cattolici. I buddisti, o i villaggi a maggioranza buddista, vennero ignorati, oppure dovettero pagare per gli aiuti che i cattolici ottenevano invece gratuitamente. Di fatto, l’unica religione ufficialmente riconosciuta era quella romano-cattolica.

L’isteria anticomunista si scatenò in Vietnam in modo ancor più brutale che nella sua versione americana negli USA, la famosa «caccia alle streghe» dell’era di McCarthy.

Nel 1956, il presidente Diem emise un decreto in cui si diceva:

«Individui che minacciano la difesa nazionale o la sicurezza collettiva possono essere internati dalle autorità in campi di concentramento»
Per contrastare il comunismo, come usava dire, vennero così posti in «custodia cautelativa» migliaia di dimostranti e di monaci buddisti. Per protesta, dozzine di monaci e di maestri buddisti si diedero fuoco pubblicamente.

(Nota bene: qui i buddisti davano fuoco a se medesimi, laddove i cristiani hanno piuttosto la tendenza ad incenerire il loro prossimo; su questo, vedasi anche l’ultimo capoverso).

Nel frattempo, diversi campi di prigionia, in cui da tempo ormai languivano anche cristiani protestanti e persino cattolici – si erano organizzati in autentici campi di sterminio. Si stima che in questo periodo di terrore (dal 1955 al 1960) restassero ferite nei disordini almeno 24.000 persone, che fossero giustiziati circa 80.000 oppositori; 275.000 furono le persone incarcerate e torturate, mentre circa mezzo milione vennero ristrette in campi di concentramento o di prigionia.

Per appoggiare un tale governo, inoltre, nel corso degli anni Sessanta, migliaia di soldati americani dovettero lasciare la loro vita.

Virus catholicus
Il primo luglio 1976 morì la 23enne studentessa tedesca di pedagogia Anneliese Michel, lasciandosi morire, nel senso letterale del termine, per fame. Da mesi essa era stata colpita da visioni e apparizioni demoniache; non solo, ma per lunghi mesi due sacerdoti cattolici – con l’autorizzazione ufficiale del vescovo di Würzburg – avevano tormentato la povera ragazza con esorcismi e presunte pratiche antidiaboliche. Quando morì nell’ospedale di Klingenberg, il suo corpo era tutto solcato da cruente ferite. I suoi genitori, entrambi fanatici cattolici, vennero condannati a sei mesi di carcere per omissione di soccorso, specialmente per non aver chiamato alcun medico. Ma neanche un religioso venne indagato e punito per questo. Al contrario! La tomba della sventurata Anneliese Michel è fatto oggetto di pellegrinaggi da parte di fedeli cattolici (ricordiamo che nel Seicento la città di Würzburg era malfamata per le numerosissime esecuzioni di streghe sul rogo).

Questo caso non è che la punta dell’iceberg di tale diffusa e pericolosa superstizione e si é risaputo solo in conseguenza del suo tragico esito .

Massacri in Ruanda

Anno 1994: nel giro di pochi mesi, nel piccolo Stato africano del Ruanda, vengono massacrate diverse centinaia di migliaia di civili. In apparenza, si trattava d’un conflitto tra i gruppi etnici degli Hutu e dei Tutsi (Watussi). Per parecchio tempo, si udirono soltanto delle voci su un coinvolgimento del clero cattolico. Negli organi di stampa cattolici furono pubblicate strane smentite; e questo prima che qualcuno avesse accusato ufficialmente di complicità dei componenti della chiesa cattolica.
Senonché, il 10 ottobre 1996, l’emittente radio S2 – tutt’altro che critica nei riguardi del cristianesimo – reca nel notiziario S2 Aktuell delle ore 12 la seguente notizia:

«Sacerdoti e suore anglicani, ma soprattutto cattolici, sono gravemente accusati di aver preso parte attiva all’assassinio di indigeni. In particolare, il comportamento d’un religioso cattolico ha tenuto desto per mesi l’interesse della pubblica opinione, non solo nella capitale ruandese Kigali. Era parroco nella chiesa della Sacra Famiglia, ed è accusato di aver ucciso dei tutsi nei modi più atroci. Sono rimaste incontestate deposizione di testimoni secondo cui il religioso, col revolver alla cintola, fiancheggiava bande saccheggiatrici di Hutu. Nella sua parrocchia, in effetti, era avvenuta una sanguinosa strage di Tutsi che avevano cercato scampo in quel tempio. Perfino oggi, due anni dopo, vi sono molti cattolici a Kigali che, per la complicità a loro avviso dimostrata d’una parte dei sacerdoti, non mettono più piede nelle chiese della città. Quasi non v’è chiesa nel Ruanda in cui fuggitivi e profughi – donne, bambini, vecchi – non siano stati brutalmente picchiati e massacrati al cospetto della croce. Vi sono testimonianze in base alle quali i religiosi hanno rivelato i nascondigli dei Tutsi, lasciandoli in balìa delle milizie Hutu armate di machete.

Nel frattempo, si son date prove schiaccianti del fatto che, durante il genocidio in Ruanda, anche monache cattoliche si sono macchiate di gravi colpe. In questo contesto, si fa costante menzione di due benedettine, rifugiatesi intanto in un monastero belga per sottrarsi al corso della giustizia ruandese. Secondo testimonianze concordi di superstiti, una aveva chiamato i sicari hutu, introducendoli da migliaia di tutsi che avevano cercato rifugio nel suo convento. Con la forza, i morituri erano stati cacciati dal chiostro e tosto soppressi in presenza della suora. Anche la seconda benedettina aveva collaborato direttamente con le bande assassine delle milizie hutu; anche di questa suora testimoni oculari affermano che avesse assistito freddamente, senza reagire in alcun modo, a come i nemici venivano macellati. Alle due donne si contesta addirittura (in base a precise testimonianze) di aver fornito ai killer il petrolio con cui le vittime vennero bruciate vive» (S 2)
Questa notizia ha ricevuto un’appendice. Ecco il messaggio della BBC:
Priests get death sentence for Rwandan genocide:

BBC NEWS April 19, 1998
A court in Rwanda has sentenced two Roman Catholic priests to death for their role in the genocide of 1994, in which up to a million Tutsis and moderate Hutus were killed. Pope John Paul said the priests must be made to account for their actions. Different sections of the Rwandan church have beeen widely accused of playing an active role in the genocide of 1994…

Come si vede, per il cristianesimo il medioevo non è mai veramente concluso.
La cosa che spaventa più che mai, è, in tutti i casi, che ogni nuova generazione di cristiani nega e contesta i delitti e le nefandezze che la precedente generazione dei suoi correligionari ha commesso in nome della fede cristiana! Oppure, qualora non sia più possibile negare, si limita ad affermare di sfuggita: oh, ma quelli non erano buoni cattolici, non erano veri cristiani! Cristiani belli e buoni sono solamente quelli che amano il prossimo loro, che fanno il bene e vogliono la pace… eccetera, eccetera.

Come se, parlando di se stessi, queste cose non le affermassero i fedeli di qualsivoglia religione del mondo!

«Ogni qualvolta sento i cristiani parlare di morale … mi sento violentemente rivoltare lo stomaco»
Romanino Romano

 

 

ALTRO CHE ISIS … 2° PIU’ SCHIFOSA PARTE

 

In nome e per conto di Dio cosi uccidevano i cattolici …. Per imporre la propria religione…..Oggi per i crimini commessi hanno avuto in premio ricchezze e potere qualche attico e la possibilità di rubare nella cassa del povero …. PORCI MALEDETTI … Su ogni cattolico pesa le feroce condanna di DIO …

« Uccidere un uomo non è difendere una dottrina, è uccidere un uomo. »

Persone condannate dalla Chiesa cattolica
1. Ramirdo di Cambrai, riformatore († arso, Cambrai, marzo 1077)
2. Pierre de Bruys, riformatore, fondatore del movimento dei Petrobrusiani († arso, Saint-Gilles (Gard), 1131)
3. Arnaldo da Brescia, riformatore († impiccato e arso, Roma, 18 giugno 1155)
4. Martino di Campitello, eretico cataro, († arso vivo, Ferrara, 1265)
5. Gherardo Segarelli, fondatore del movimento degli Apostolici († arso vivo, Parma, 18 luglio 1300)
6. Maifreda da Pirovano († arsa viva, Milano, settembre 1300)
7. Andrea Saramita († arso vivo, Milano, settembre 1300)
8. Zaccaria di Sant’Agata, apostolico († arso vivo, Bologna, 16 dicembre 1303)
9. Fra Dolcino, al secolo Davide Tornielli, apostolico, successore di Gherardo Segarelli, († arso vivo, Vercelli, 1º giugno 1307)
10. Margherita Boninsegna da Trento, apostolica, († arsa viva, Vercelli, 1º giugno 1307)
11. Longino da Bergamo, frate, apostolico, († arso vivo, Vercelli, 1º giugno 1307)
12. Bartolomea da Savigno, apostolica, († arsa viva, Bologna, 21 novembre 1307)
13. Margherita Porete, scrittrice e teologa beghina († arsa viva, Parigi, 1º giugno 1310)
14. Botulf Botulfsson, sacramentista, († arso vivo, Uppsala, 8 aprile 1311), unico martire in Svezia
15. Jacques de Molay, ultimo Gran Maestro dei cavalieri templari († arso vivo, Parigi, 18 marzo 1314)
16. Geoffrey de Charnay, cavaliere templare († arso vivo, Parigi, 18 marzo 1314)
17. Guilhem Santon, francescano spirituale, († arso vivo, Marsiglia, 7 maggio 1318)
18. Déodat Miquel, francescano spirituale, († arso vivo, Marsiglia, 7 maggio 1318)
19. Johan Barrau, francescano spirituale, († arso vivo, Marsiglia, 7 maggio 1318)
20. Pons Rocha, francescano spirituale, († arso vivo, Marsiglia, 7 maggio 1318)
21. Johan Barra, († arso vivo, Capestang, 18 ottobre 1319)
22. Peire Canonici, († arso vivo, Capestang, 18 ottobre 1319)
23. Bernard Leon, († arso vivo, Capestang, 25 maggio 1320)
24. Bernard Martin, († arso vivo, Capestang, 25 maggio 1320)
25. Bernard Surio, († arso vivo, Capestang, 25 maggio 1320)
26. Jacme de Rieux, frate minore, († arso vivo, Capestang, 25 maggio 1320)
27. Johan Durban, († arso vivo, Capestang, 25 maggio 1320)
28. Johan Martin, († arso vivo, Capestang, 25 maggio 1320)
29. Guilhem Belibasta alias Bélibaste, cataro perfetto († arso, Villerouge-Termenès, 1321)
30. Amegiardis, quindicenne, beghina, Béziers, († arsa, Béziers, 11 gennaio 1321)
31. Bernard ? († arso vivo, Béziers, 11 gennaio 1321)
32. Bernard Sers († arso, Béziers, 11 gennaio 1321)
33. Ciracus ? († arso, Béziers, 11 gennaio 1321)
34. Johan Olier († arso, Béziers, 11 gennaio 1321)
35. Peire ? († arso, Béziers, 11 gennaio 1321)
36. Peire Brun, prete († arso, Béziers, 11 gennaio 1321)
37. Bernardino da Nola († arso, Matera, 15 luglio 1321)
38. Guilhem Bom, († arso, Pézenas, 21 settembre 1321)
39. Johan de Mezea, († arso, Pézenas, 21 settembre 1321)
40. Peire Abanii, († arso, Pézenas, 21 settembre 1321)
41. Raimon Fornier, († arso, Pézenas, 21 settembre 1321)
42. Astruga di Lodève, beghina, († arsa, Lunel, 18 ottobre 1321)
43. Anuericus ?, († arso, Lunel, 18 ottobre 1321)
44. Basseta ?, († arsa, Lunel, 18 ottobre 1321)
45. Berenguier ?, († arso, Lunel, 18 ottobre 1321)
46. Biatris ?, († arsa, Lunel, 18 ottobre 1321)
47. Ermessendis ?, († arsa, Lunel, 18 ottobre 1321)
48. Esclarmonda Durban, († arsa, Lunel, 18 ottobre 1321)
49. Guilhem Fabre, prete, († arso, Lunel, 18 ottobre 1321)
50. Guiraut de Saint Martin, († arso, Lunel, 18 ottobre 1321)
51. Nicholau ?, († arso, Lunel, 18 ottobre 1321)
52. Peire ?, († arso, Lunel, 18 ottobre 1321)
53. Peire Alfandi, († arso, Lunel, 18 ottobre 1321)
54. Rotgier ?, († arso, Lunel, 18 ottobre 1321)
55. Aymeric ?, († arso, Carcassonne, 17 gennaio 1322)
56. Bernard Espruassora, († arso, Carcassonne, 17 gennaio 1322)
57. Huc de Onlavis, († arso vivo, Carcassonne, 17 gennaio 1322)
58. Johan de Echis, († arso vivo, Carcassonne, 17 gennaio 1322)
59. Peire Arrufat, († arso vivo, Carcassonne, 17 gennaio 1322)
60. Arnaut Pons, († arso vivo, Narbona, 28 febbraio 1322)
61. Bermonda ?, († arsa viva, Narbonne, 28 febbraio 1322)
62. Bernard de Argistris, († arso vivo, Narbonne, 28 febbraio 1322)
63. Bernard de Perinhac, († arso vivo, Narbonne, 28 febbraio 1322)
64. Bernard Raimon de Monesio, († arso vivo, Narbonne, 28 febbraio 1322)
65. Bernardin Anuli, († arso vivo, Narbonne, 28 febbraio 1322)
66. Bonhome de Gasconia, († arso vivo, Narbonne, 28 febbraio 1322)
67. Castilio de Gironda, († arso vivo, Narbonne, 28 febbraio 1322)
68. Deruna Catalana, († arsa viva, Narbonne, 28 febbraio 1322)
69. Fornier de Fefensaco, († arso vivo, Narbonne, 28 febbraio 1322)
70. Guilhem de Urgel, († arso vivo, Narbonne, 28 febbraio 1322)
71. Guilhem Separd, († arso vivo, Narbonne, 28 febbraio 1322)
72. Jacme de la Cros, († arso vivo, Narbonne, 28 febbraio 1322)
73. Peire Almardi, († arso vivo, Narbonne, 28 febbraio 1322)
74. Peire de Elne, († arso vivo, Narbonne, 28 febbraio 1322)
75. Raimunda de Caranta, († arsa viva, Narbonne, 28 febbraio 1322)
76. Rotbert de Narbonna, († arso vivo, Narbonne, 28 febbraio 1322)
77. Sicarda de Corberia, († arsa viva, Narbonne, 28 febbraio 1322)
78. Bernard de Bosco, († arso vivo, Carcassonne, 24 aprile 1323)
79. Johan Conilli, († arso vivo, Carcassonne, 24 aprile 1323)
80. Peire de Johan, († arso vivo, Carcassonne, 24 aprile 1323)
81. Raimon Maistre, frate minore, († arso vivo, Carcassonne, 24 aprile 1323)
82. Bernard Peyrotas, prete, († arso vivo, Lodève, 10 agosto 1323)
83. Estève Seret, frate minore, († arso vivo, Lodève, 10 agosto 1323)
84. Frances Bastier, († arso vivo, Lodève, 10 agosto 1323)
85. Bernard Maury, detto anche Maurizio di Narbona, prete spirituale, († arso vivo, Avignone, 19 novembre 1326)
86. Aliorus de Sesena († arso vivo, Carcassonne, 1º marzo 1327)
87. Guilhem Domergue Veyrier, candelaio, († arso vivo, Carcassonne, 1º marzo 1327)
88. Berengaria Domergue Veyrier, moglie di Guilhem, († arsa viva, Carcassonne, 1º marzo 1327)
89. Guilhem Serallier, fabbro, († arso vivo, Carcassonne, 1º marzo 1327)
90. Raimon de la Cros, († arso vivo, Carcassonne, 1º marzo 1327)
91. Peire de Cursaca, († arso vivo, Carcassonne, 1º marzo 1327)
92. Boemondo di San Severo, († frustato a morte, 15 aprile 1327)
93. Cecco d’Ascoli, al secolo Francesco Stabili, medico, astrologo e alchimista († arso vivo, Firenze, 16 settembre 1327)
94. Raimunda Arrufat, vedova di Peire Arrufat, († arsa viva, Carcassonne, 10 settembre 1329)
95. Francesco da Pistoia, fraticello († arso vivo, Venezia, 3 giugno 1337)
96. Lorenzo Gherardi, fraticello († 1337)
97. Bartolomeo Greco, fraticello († 1337)
98. Bartolomeo da Bucciano, fraticello († 1337)
99. Antonio Bevilacqua, fraticello († 1337)
100. Giovanni da Castiglione, sacerdote, fraticello († arso vivo, Avignone, 3 giugno 1354)
101. Francesco da Arquata, fraticello († arso vivo, Avignone, 3 giugno 1354)
102. Michele Berti da Calci al secolo Giovanni Berti, fraticello († arso vivo, Firenze, 30 aprile 1389)
103. William Sawtrey, prete, primo dei martiri lollardi († arso vivo, Smithfield, marzo 1401)
104. Giovanni Sensi, predicatore Valdese († arso vivo, Caprie (Valle di Susa), 30 marzo 1403)
105. James Resby, lollardo († arso vivo, Perth, Scozia, 1407), primo condannato in Scozia per eresia
106. John Badby, sarto, lollardo († bollito vivo, Smithfield, 15 marzo 1410)
107. Jan Hus, riformatore († arso vivo, Costanza, 6 luglio 1415)
108. Girolamo da Praga, teologo riformatore, lollardo († arso vivo, Costanza, 30 maggio 1416)
109. Giovanna d’Arco, eresia, idolatria, apostasia e stregoneria († arsa viva, Rouen, 30 maggio 1431)
110. Thomas Bagley, prete, lollardo, († arso vivo, Smithfield, marzo 1431)
111. Pavel Kravař, hussita († arso vivo, Saint Andrews, Scozia, 23 luglio 1433)
112. Giorgio da Monferrato, studente, eretico († arso vivo, Bologna, 25 giugno 1481)
113. Caterina Bianchetta, eretica, strega e apostata († arsa, Rifreddo, Cuneo, 10 dicembre 1495)
114. Caterina Bonivarda, eretica, strega e apostata († arsa, Rifreddo, 10 dicembre 1495)
115. Caterina Borrella, eretica, strega e apostata († arsa, Rifreddo, 10 dicembre 1495)
116. Giovanneta Cometta, eretica, strega e apostata († arsa, Rifreddo, 10 dicembre 1495)
117. Giovannina Giordana, eretica, strega e apostata († arsa, Rifreddo, 10 dicembre 1495)
118. Margherita Giordana, eretica, strega e apostata († arsa, Rifreddo, 10 dicembre 1495)
119. Giovanna Motossa, eretica, strega e apostata († arsa, Rifreddo, 10 dicembre 1495)
120. Giovanna della Santa, eretica, strega e apostata († arsa, Rifreddo, 10 dicembre 1495)
121. Romea dei Sobrani, eretica, strega e apostata († arsa, Rifreddo, 10 dicembre 1495)
122. Girolamo Savonarola, riformatore († impiccato e arso, Piazza della Signoria, Firenze, 23 maggio 1498)
123. Domenico Buonvicini da Pescia, frate domenicano († impiccato e arso, Piazza della Signoria, 23 maggio 1498)
124. Silvestro Maruffi da Firenze, frate domenicano († impiccato e arso, Piazza della Signoria, 23 maggio 1498)
125. Joshua Weißöck († 1498)
126. Antoni Carni da Messina, giudaizzante († arso vivo, autodafé, Palermo, 6 giugno 1511)
127. Ghabriel de Polize, giudaizzante († arso vivo, Palermo, 6 giugno 1511)
128. Giovanni Crispo, giudaizzante († arso vivo, Palermo, 6 giugno 1511)
129. Giovanni de Toledo da Messina, giudaizzante († arso vivo, Palermo, 6 giugno 1511)
130. Jacopo Rizo, giudaizzante († arso vivo, Palermo, 6 giugno 1511)
131. Laura Palumba, giudaizzante († arsa viva, Palermo, 6 giugno 1511)
132. Ana de Quintana, giudaizzante († arsa viva, Palermo, 6 giugno 1511)
133. Beatriz de Quintal, giudaizzante († arsa viva, Palermo, 6 giugno 1511)
134. Gabriel Zapater, medico di Bivona, giudaizzante († arso vivo, Palermo, 6 giugno 1511)
135. Cola Stagnataro, giudaizzante († arso vivo, Palermo, 6 giugno 1511)
136. Antonino de Marino, giudaizzante († arso vivo, autodafé, Palermo-Piano Marina, 11 luglio 1512)
137. Antonio Corbiseri, di Carini, giudaizzante († arso vivo, Piano Marina, 11 luglio 1512)
138. Bernardino Babula, di Messina, giudaizzante († arso vivo, Piano Marina, 11 luglio 1512)
139. Cola Angelo La Muta, di Palermo, giudaizzante († arso vivo, Piano Marina, 11 luglio 1512)
140. Gabriel Garzìa, giudaizzante († arso vivo, Piano Marina, 11 luglio 1512)
141. Ghabriel Compagno, di Milazzo, giudaizzante († arso vivo, Piano Marina, 11 luglio 1512)
142. Jacobo Estayte, alias Jacopo Staiti di Messina, giudaizzante († arso vivo, Piano Marina, 11 luglio 1512)
143. Joan de Aragon, giudaizzante († arso vivo, Piano Marina, 11 luglio 1512)
144. Joan de Leofante, di Palermo, giudaizzante († arso vivo, Piano Marina, 11 luglio 1512)
145. Joanne Lo Porto, giudaizzante († arso vivo, Piano Marina, 11 luglio 1512)
146. Joannis Antoni Tudisco, di Marsala, giudaizzante († arso vivo, Piano Marina, 11 luglio 1512)
147. Luis Yelpo, giudaizzante († arso vivo, Piano Marina, 11 luglio 1512)
148. Manfrè La Muta, di Palermo, giudaizzante († arso vivo, Piano Marina, 11 luglio 1512)
149. Margaritella di Balsamo, di Messina, giudaizzante († arsa viva, Piano Marina, 11 luglio 1512)
150. Paulo Santafè di Cammarata, giudaizzante († arso vivo, Piano Marina, 11 luglio 1512)
151. Porcio Monterusso, di Palermo, giudaizzante († arso vivo, Piano Marina, 11 luglio 1512)
152. Simon de Leofante, di Palermo, giudaizzante († arso vivo, Piano Marina, 11 luglio 1512)
153. Soprana de Paternò o Patorno, di Palermo, giudaizzante († arsa viva, Piano Marina, 11 luglio 1512)
154. Bartolomeo di Balsamo, di Palermo, giudaizzante († arso vivo, autodafé Palermo-Piano Marina, 29 settembre 1513)
155. Leonora de Balsamo di Palermo, moglie di Bartolomeo di Balsamo, giudaizzante († arsa viva, Piano Marina, 29 settembre 1513)
156. Antonella de Iona di Palermo, giudaizzante († arsa viva, Piano Marina, 29 settembre 1513)
157. Lisa La Muta di Palermo, moglie di Manfrè La Muta, giudaizzante († arsa viva, Piano Marina, 29 settembre 1513)
158. Guglielmo de Balsamo o de Bausano, di Palermo, giudaizzante († arso vivo, Piano Marina, 29 settembre 1513)
159. Joan Antonio Balvo, di Marsala, giudaizzante († arso vivo, Piano Marina, 29 settembre 1513)
160. Jacopo Balvo di Marsala, figlio di Joan Antonio Balvo, giudaizzante († arso vivo, Piano Marina, 29 settembre 1513)
161. Perna Balvo di Marsala, figlia di Joan Antonio Balvo, giudaizzante († arsa viva, Piano Marina, 29 settembre 1513)
162. Giovanni d’Attuni o de Attini, di Marsala, giudaizzante († arso vivo, Piano Marina, 29 settembre 1513)
163. Marco di Termini di Polizzi, giudaizzante († arso vivo, Piano Marina, 29 settembre 1513)
164. Alfonso Sellaro di Marsala, giudaizzante († arso vivo, Piano Marina, 29 settembre 1513)
165. Andrea Carubba di Sammarco, giudaizzante († arso vivo, Piano Marina, 29 settembre 1513)
166. Angiulo de Balsamo di Palermo, giudaizzante († arso vivo, Piano Marina, 29 settembre 1513)
167. Antonia de Balsamo di Palermo, madre di Nicolò Balsamo, giudaizzante († arsa viva, Piano Marina, 29 settembre 1513)
168. Cola de Balsamo di Palermo, figlio di Antonia de Balsamo, giudaizzante († arso vivo, Piano Marina, 29 settembre 1513)
169. Margarita de Balsamo di Palermo, moglie di Cola de Balsamo e nuora di Antonia de Balsamo, giudaizzante († arsa viva, Piano Marina, 29 settembre 1513)
170. Antonia Romano di Mazara, vedova, giudaizzante († arsa viva, Piano Marina, 29 settembre 1513)
171. Beatrice Calabrese di Marsala, moglie di marinaio, giudaizzante († arsa viva, Piano Marina, 29 settembre 1513)
172. Bernardino Imbarbara, o Barbera, di Marsala, giudaizzante († arso vivo, Piano Marina, 29 settembre 1513)
173. Clara de Polizzi di Palermo, madre di Angela Marinara, giudaizzante († arsa viva, Piano Marina, 29 settembre 1513)
174. Francesca de Balsamo di Palermo, giudaizzante († arsa viva, Piano Marina, 29 settembre 1513)
175. Francesco Balvo di Marsala, giudaizzante († arsa viva, Piano Marina, 29 settembre 1513)
176. Gerardo de Macrì di Palermo, giudaizzante († arso vivo, Piano Marina, 29 settembre 1513)
177. Lucrezia de Macrì di Palermo, moglie di Gerardo, giudaizzante († arsa viva, Piano Marina, 29 settembre 1513)
178. Giacoma Barbara di Marsala, neofita giudaizzante († arsa viva, Piano Marina, 29 settembre 1513)
179. Giacomo Barbera di Marsala, giudaizzante († arso vivo, Piano Marina, 29 settembre 1513)
180. Lucrezia Barbera di Marsala, moglie di Giacomo, giudaizzante († arsa viva, Piano Marina, 29 settembre 1513)
181. Gianbattista Ferrario di Termini, giudaizzante († arso vivo, Piano Marina, 29 settembre 1513)
182. Guglielmo Geremia di Naro, cerdone, giudaizzante († arso vivo, Piano Marina, 29 settembre 1513)
183. Isabella de Andrea di Naro, giudaizzante († arsa viva, Piano Marina, 29 settembre 1513)
184. Joan de Leofante, alias Giovanni Elefante, di Sciacca, merciere, giudaizzante († arso vivo, Piano Marina, 29 settembre 1513)
185. Giovanni Santiglia, di Palermo, giudaizzante († arso vivo, Piano Marina, 29 settembre 1513)
186. Joannis de Vezini alias Giovanni Vicini, di Trapani, giudaizzante († arso vivo, Piano Marina, 29 settembre 1513)
187. Lucia Cimatore di Palermo, giudaizzante († arsa viva, Piano Marina, 29 settembre 1513)
188. Nicolao Bonfiglio, di Castronovo, mastro candelaro, giudaizzante († arso vivo, Piano Marina, 29 settembre 1513)
189. Paolo Spataro di Sammarco, maestro insegnante, giudaizzante († arso vivo, Piano Marina, 29 settembre 1513)
190. Perna de Attuni, di Marsala, giudaizzante († arso vivo, Piano Marina, 29 settembre 1513)
191. Petro de Bononia, alias Pietro di Bologna, di Palermo, mastro ferraro, giudaizzante († arso vivo, Piano Marina, 29 settembre 1513)
192. Rosa Sartorii, di Messina, moglie del fu mastro Nardi Sartorii, neofita giudaizzante ostinata († arsa viva, Piano Marina, 29 settembre 1513)
193. Simone Marinaro, di Palermo, mastro mezzano, giudaizzante († arso, Piano Marina, 29 settembre 1513)
194. Vincenzo Maymuni o Maimone, di Sciacca, giudaizzante († arso, Piano Marina, 29 settembre 1513)
195. Violante Gallardo o Gagliardo, di Marsala, moglie di Alonco Gallardo, mastro sellaro, giudaizzante († arsa, Piano Marina, 29 settembre 1513)
196. Isabella La Matina, di Girgenti, giudaizzante († arsa, Piano Marina, 29 settembre 1513)
197. Bernardo di Milazzo, di Palermo, giudaizzante († arso, autodafé Palermo-Piano Marina, 10 agosto 1515)
198. Giacomo Siracusa, alias Jacobo Siracusa, di Giuliana, mastro, giudaizzante († arso, Piano Marina, 10 agosto 1515)
199. Granusa La Serna, di Marsala, giudaizzante († arso, Piano Marina, 10 agosto 1515)
200. Paulo de Antilla, di Palermo, giudaizzante († arso, Piano Marina, 10 agosto 1515)
201. Perna Messina, di Caccamo, giudaizzante († arso, Piano Marina, 10 agosto 1515)
202. Desiata Siracusa, di Giuliana, moglie di Bartolomeo Siracusa, giudaizzante († arsa viva, Piano Marina, 10 agosto 1515)
203. Francesco La Sala, di Trapani, giudaizzante († arso vivo, Piano Marina, 10 agosto 1515)
204. Lauken van Moeseke, sacramentario (negatore dell’efficacia dei sacramenti, † decapitato, Bruxelles, 30 agosto 1518)
205. Maddalena Ravizina, eretica e apostata († arsa, Venegono Superiore, Varese, 8 giugno 1520)
206. Giovannina di Bernardo Vanoni, eretica e apostata († arsa, Venegono Superiore, 8 giugno 1520)
207. Mainetta, detta “codera”, eretica e apostata († arsa, Venegono Superiore, 8 giugno 1520)
208. Elisabetta Oleari, eretica e apostata († arsa, Venegono Superiore, 8 giugno 1520)
209. Caterina Fornasari, eretica e apostata († arsa, Venegono Superiore, 8 giugno 1520)
210. Tognina del Cilla, eretica e apostata († arsa, Venegono Superiore, 8 giugno 1520)
211. Margherita Fornasari, eretica e apostata, morta nelle carceri inquisitoriali, riesumata e arsa, Venegono Superiore, 8 giugno 1520)
212. Hendrik Voes, sacerdote fiammingo, luterano, († arso, Grand Place, Bruxelles, 1º luglio 1523). Insieme a Jan van Essen è considerato il primo martire protestante
213. Jan van Essen, monaco agostiniano, luterano († arso, Grand Place, Bruxelles, 1º luglio 1523)
214. Jean Vallière, agostiniano, antitrinitario, prima vittima protestante francese († arso, Marché aux Pourceaux, Parigi, 8 agosto 1523)
215. Bolt Eberli, († arso, Schwyz, 29 maggio 1525), primo martire sacramentista
216. Jan de Bakker, o Johannes Pistorius o Jan Jansz van Woerden, sacerdote, fu il primo martire protestante dell’Olanda del nord († arso, L’Aia 15 settembre 1525)
217. Johann Reichel, di Strzegom, sacramentario, († impiccato, Świdnica, 20 maggio 1527)
218. Michael Sattler, anabattista, redattore dei Sette Articoli di Schleitheim († arso, Rottenburg am Neckar, 21 maggio 1527)
219. Margaretha Sattler, anabattista, moglie di Michael († annegata nel fiume Neckar, Rottenburg am Neckar, 22 maggio 1527)
220. Leonhard Kaiser, o Kayser o Keyser, luterano, († arso, Schärding, 16 agosto 1527)
221. Wendelmoet Claesdochter o Weynken Claes o anche Wendelmoet Claesdochter van Monnikendam, sacramentista († strangolata e arsa, L’Aia 20 novembre 1527), prima donna olandese ad essere giustiziata come eretica
222. Wolfgang Ulimann, anabattista, († decapitato nel 1528 presso Appenzell) con altri dieci compagni, le cui mogli furono affogate.
223. Patrick Hamilton, sacerdote scozzese, predicatore protestante († arso, Saint Andrews, Scozia, 29 febbraio 1528)
224. Balthasar Hubmaier, anabattista, teologo († arso, Vienna, 10 marzo 1528)
225. Elsbeth Hügeline, anabattista, moglie di Balthasar Hubmaier, († annegata nel Danubio, Vienna, 13 marzo 1528)
226. Leonhard Alexberger, anabattista, († decapitato e arso, Steyr, Austria, 30 marzo 1528)
227. Hans Schützenacker, anabattista, († decapitato e arso, Steyr, 30 marzo 1528)
228. Sigmund Pentler, anabattista, († decapitato e arso, Steyr, 30 marzo 1528)
229. Mattheus Pürchinger, anabattista, († decapitato e arso, Steyr, 30 marzo 1528)
230. Hans Muhr, anabattista, († decapitato e arso, Steyr, 30 marzo 1528)
231. Hans Penzenauer, anabattista, († decapitato e arso, Steyr, 30 marzo 1528)
232. Georg Blaurock, soprannome di Jörg Cajacob, anabattista († arso, Klausen, 6 settembre 1529)
233. Hans Langegger, anabattista († arso vivo, Klausen, 6 settembre 1529)
234. Giovanni Milanese, († 1530)
235. Lamprecht Gruber, di Funes, anabattista hutterita († decapitato, Vipiteno, 1532)
236. Hans Beckh, anabattista hutterita († decapitato, Vipiteno, 1532)
237. Peter Hungerl, anabattista hutterita († decapitato, Vipiteno, 1532)
238. Lorenz Schuster, anabattista hutterita († decapitato, Vipiteno, 1532)
239. Peter Planer, anabattista hutterita († decapitato, Vipiteno, 1532)
240. Hans Thaler, anabattista hutterita († decapitato, Vipiteno, 1532)
241. Hans Beck, anabattista († arso, Castello di Gufidaun, Klausen, ottobre 1533)
242. Walser Schneider, anabattista († arso, Castello di Gufidaun), ottobre 1533)
243. Christian Alseider, anabattista († arso, Castello di Gufidaun, ottobre 1533)
244. Waltan Gsäl, anabattista († arso vivo, Castello di Guffidaun, ottobre 1533)
245. Wölfl von Gotzenberg, anabattista († arso vivo, Castello di Gufidaun, ottobre 1533)
246. Hans Maurer, anabattista († arso vivo, Castello di Gufidaun, ottobre 1533)
247. Peter Kranenwetter, anabattista hutterita († arso vivo, Castello di Gufidaun, ottobre 1533)
248. John Frith, luterano († arso vivo, Smithfield, 4 luglio 1533)
249. Andrew Hewet, luterano († arso vivo, Smithfield, 4 luglio 1533)
250. Adriaen de Wever, anabattista, (decapitato, Delft, 1534)
251. Andries van Niel, anabattista († arso vivo, Kuringen, Belgio, 9 gennaio 1534)
252. Adriaen Lourysz (o Adriaen Vermeer), anabattista, († decapitato con altri sette compagni ad Haarlem, 26 marzo 1534)
253. Adriaen Claes, anabattista, († decapitato, Olanda, 16 maggio 1534)
254. Henrick Rol, di Grave, anabattista, († arso, Maastricht, settembre 1534)
255. Adam Jans, anabattista, (giustiziato, Olanda, gennaio 1535)
256. Adriaen Antheunis Focsen, anabattista adamita († decapitato, Amsterdam, 25 febbraio 1535)
257. Hendrik Hendriks Snyder, anabattista adamita († decapitato, Amsterdam, 25 febbraio 1535)
258. Claes van Venlo, anabattista adamita († decapitato, Amsterdam, 25 febbraio 1535)
259. Dirck Janssen, anabattista adamita († decapitato, Amsterdam, 25 febbraio 1535)
260. Steven Janssen, anabattista adamita († decapitato, Amsterdam, 25 febbraio 1535)
261. Steven van Oudewater, anabattista adamita († decapitato, Amsterdam, 25 febbraio 1535)
262. Gerrit van Benschop, anabattista adamita († decapitato, Amsterdam, 25 febbraio 1535)
263. Jacob Claes van der Veer, anabattista († decapitato, Utrecht, 13 marzo 1535)
264. Adriaen de Kleermaker (o Adriaen Cornelisz Snijer), anabattista, († decapitato, L’Aia, 10 aprile 1535)
265. Aefke Harmen Thys, anabattista, († affogata, Leeuwarden, 14 aprile 1535)
266. Étienne Bénard, di Rouen, luterano († arso vivo, Marché aux Pourceaux, Parigi, 5 maggio 1535)
267. Marin Du Val, di Melun, luterano († arso vivo, Marché aux Pourceaux, Parigi, 5 maggio 1535)
268. Adriaen Aersen, anabattista, († decapitato, Zierikzee, 8 maggio 1535)
269. Albert van Meppel, anabattista, († giustiziato con altri dieci, Amsterdam, 14 maggio 1535)
270. Adriaen Cornelis, di Spaarndam, anabattista, († decapitato, Amsterdam, 15 maggio 1535)
271. Adriana Jans, anabattista, († affogata, Amsterdam, 21 maggio 1535)
272. Aeltgen Gielis, anabattista, († affogata, Amsterdam, 21 maggio 1535)
273. Aeltgen Wouters, anabattista, († affogata, Amsterdam, 21 maggio 1535)
274. Cornelisz Claes, anabattista († impiccato, Amsterdam, 1º giugno 1535)
275. Aechtgen Jans, anabattista, († impiccata, Amsterdam, 1º giugno 1535)
276. Aert Claudius Centurio, anabattista di Bruxelles, († decapitato, Utrecht, 11 giugno 1535)
277. Claudius Centurio, anabattista di Noyelles, padre di Aert, († decapitato, Utrecht, 11 giugno 1535)
278. Albert Pieters Sinckes, anabattista, († giustiziato, Alkmaar, 1536)
279. Aegje Elinx, anabattista, († affogata, Alkmaar, 1º febbraio 1536)
280. Jakob Hutter, coordinatore degli anabattisti comunitari (hutteriti), († arso vivo, Innsbruck, 25 febbraio 1536)
281. Adriaen Adriaens, anabattista, († decapitato, L’Aia, marzo 1536)
282. Arent Geryts, anabattista, († decapitato, L’Aia, 14 marzo 1536)
283. Adriane Vyncx, anabattista, († arsa viva, Bruges, 28 agosto 1536)
284. William Tyndale, protestante († strangolato e arso, Vilvoorde, 6 settembre 1536)
285. Albert Reyersz (o Oldeknecht), anabattista, († decapitato, Amsterdam, 12 aprile 1537)
286. Adriaen Cornelisse, anabattista, († decapitato, Zierikzee, 2 giugno 1537)
287. Hans Seidel, di Murau (Austria) anabattista hutterita, († decapitato, St. Veit, Carinzia, 1538)
288. Hans Donner, di Wels, (Austria), anabattista hutterita, († decapitato, St. Veit, 1538)
289. Aert Jans, anabattista, († decapitato, Delft, 7 gennaio 1538)
290. Stijntgen Mickers, madre di Frans e Guert, anabattista, († affogata, Alkmaar, 6 febbraio 1538)
291. Guert Mickers, anabattista, († affogata, Alkmaar, 6 febbraio 1538)
292. Adriaen van Gravenhage, anabattista, († arso vivo, Vught, 9 settembre 1538)
293. Paulus van Druynen, anabattista, († arso vivo, Vught, 9 settembre 1538)
294. Michiel Stevens van Oosterhout, anabattista, († arso vivo, Vught, 9 settembre 1538)
295. Jan Blok, di Gand, anabattista, († arso vivo, Vught, 9 settembre 1538)
296. Lysken Blok, anabattista, moglie di Jan Blok, († arsa viva, Vught, 11 settembre 1538)
297. Aecht Middelborch, anabattista, († affogata, Utrecht, 11 giugno 1539)
298. Jan Jansz van den Berg, di Kleve, (Germania) anabattista († decapitato, Amsterdam, 8 luglio 1539)
299. Geertruydt Adriaens de Roevre, anabattista († arsa viva, Vught, Nord Brabante, 11 settembre 1539)
300. Adriaen Wouters, anabattista di Schiedam, Olanda, († decapitato, Veere, 14 ottobre 1539)
301. Francisco de San Roman, luterano, primo martire protestante di Spagna († arso vivo, Valladolid, 1540)
302. Frans Mickers, anabattista, († affogato, Alkmaar, 16 aprile 1540)
303. Frans Jansz, anabattista, († impiccato, Utrecht, 2 aprile 1541)
304. Petruccio Campagna o Giorgio di Messina, frate, luterano († arso vivo, autodafé, Palermo, 30 maggio 1541)
305. Aeff Peters, anabattista, moglie di Frans Jansz, († affogata, Utrecht, 13 giugno 1541)
306. Giandomenico dell’Aquila, protestante († arso vivo, 4 febbraio 1542)
307. Jan Claesz, libraio, predicatore anabattista mennonita, († decapitato, Amsterdam, 19 gennaio 1544)
308. Lucas Lambert van Beveren, di anni 87, anabattista mennonita, († decapitato, Amsterdam, 19 gennaio 1544)
309. Aelbert Gerritsz, anabattista, († decapitato, Utrecht, 21 giugno 1544)
310. Aecht Coenen, anabattista, († affogata, Leida, 14 luglio 1544)
311. Maria van Beckum, anabattista, sorella di Ursula († arsa viva, Delden, Paesi Bassi, 13 novembre 1544)
312. Ursula van Beckum, nata van Werdum (moglie del fratello di Maria) anabattista, († arsa viva, Delden, 13 novembre 1544)
313. George Wishart, religioso scozzese, protestante († arso vivo, Saint Andrews, Scozia, 1º marzo 1546)
314. Étienne Dolet, umanista, († impiccato e arso, Parigi, 3 agosto 1546)
315. Lucas Michielsz, pittore su vetro di Dordrecht, anabattista, († arso vivo, Amsterdam, 20 marzo 1549)
316. Tobias Quintincxsz, calzolaio, anabattista, († arso vivo, Amsterdam, 20 marzo 1549)
317. Pieter Jansz, calzolaio, anabattista, († arso vivo, Amsterdam, 20 marzo 1549)
318. Jan Pennewaerts, belga di Lovanio, anabattista, († arso vivo, Amsterdam, 20 marzo 1549)
319. Ellert Jans, sarto di Woerden, anabattista, († arso vivo, Amsterdam, 20 marzo 1549)
320. Ghysbert Jansz di Woerden, anabattista, († arso vivo, Amsterdam, 20 marzo 1549)
321. Barbara Thielemans di Dordecht, anabattista, († arsa viva, Amsterdam, 20 marzo 1549)
322. Truyken Boens, belga di Anversa, anabattista, († arsa viva, Amsterdam, 20 marzo 1549)
323. Giorgio Costa, di Genova, mercante, luterano († arso vivo, autodafé Palermo, Piano della Loggia, 19 maggio 1549)
324. Diana Rosso di Paternò, giudaizzante relapsa († arsa viva, autodafé Palermo, Piano della Loggia, 19 maggio 1549)
325. Fanino Fanini, predicatore protestante († impiccato e arso, Ferrara, 22 agosto 1550)
326. Domenico Cabianca, pellicciaio di Bassano, predicatore protestante († impiccato, Piacenza, 10 settembre 1550)
327. Pre Francesco Calcagno, prete, blasfemia e sodomia, luterano († decapitato e arso, piazza della Loggia, Brescia, 23 dicembre 1550)
328. Benedetto del Borgo da Asolo, anabattista († arso vivo, Rovigo, 17 marzo 1551)
329. Giorgio Siculo, al secolo Giorgio Rioli, predicatore († strangolato in cella, Ferrara, 23 maggio 1551)
330. Francesco Pagliarino, di Savoca, frate di S. Francesco di Paola, luterano († arso vivo, autodafé Palermo, Piano della Loggia, 5 luglio 1551)
331. Antonino Caruso, da Militello, diacono eremita francescano, luterano († arso vivo, Piano della Loggia, 5 luglio 1551)
332. Galeazzo da Trezzo, di Sant’Angelo Lodigiano, predicatore protestante, († arso vivo, Lodi, 24 novembre 1551)
333. Jacobetto Gentile, calvinista († arso vivo, Capua, piazza S. Maria Maggiore, maggio 1552)
334. Vincenzo Iannelli, frate, calvinista († arso vivo, Capua, piazza S. Maria Maggiore, maggio 1552)
335. Adriaen Woutersson, anabattista di Heusden, Olanda, († decapitato con altri due compagni ad Anversa, 23 settembre 1552)
336. Mechtelt Melis, anabattista, moglie di Adriaen Woutersson, († annegata, Anversa, 23 settembre 1552)
337. Adriaen Cornelis, di Schoonhoven, Olanda, anabattista, († strangolato e arso, Leida, 24 novembre 1552)
338. Henrick Dirks, anabattista, († strangolato e arso, Leiden, 24 novembre 1552)
339. Dirk Jans, anabattista, († strangolato e arso, Leiden, 24 novembre 1552)
340. Annetgen Symons, anabattista, († strangolata e arsa, Leiden, 24 novembre 1552)
341. Mariken Jans, anabattista, († strangolata e arsa, Leiden, 24 novembre 1552)
342. Adriaen de Wintere, anabattista di Kruibeke, († arso vivo, Anversa, 20 gennaio 1553)
343. Giovan Battista Impellizzeri, di Mandanici, luterano († arso vivo, autodafé Palermo, Piano della Loggia, 18 giugno 1553)
344. Aleph Jacobs, anabattista, († arso vivo, Leeuwarden, 28 giugno 1553)
345. Giovanni Buzio da Montalcino, detto il Mollio, francescano, luterano († impiccato e arso, Roma, Campo de’ Fiori, 5 settembre 1553)
346. Tisserando da Perugia, detto il Perugino, tessitore di seta, luterano († impiccato e arso, Campo de’ Fiori, 5 settembre 1553)
347. Zuan Battista Trabachin, anabattista († annegato, Venezia, 11 novembre 1553)
348. Francesco Gamba da Brescia, predicatore protestante († impiccato e arso, Como, 21 luglio 1554)
349. John Bradford, sacerdote, riformatore protestante († arso vivo, Smithfield, 31 gennaio 1555)
350. John Lease, protestante († arso vivo, Smithfield, 31 gennaio 1555)
351. John Rogers sacerdote, traduttore e commentatore della Bibbia, († arso vivo, Smithfield, 4 febbraio 1555)
352. Lawrence Saunders, sacerdote, riformatore protestante († arso vivo, Coventry, 9 febbraio 1555)
353. Rowland Taylor, riformatore protestante († arso vivo, Aldham, 9 febbraio 1555)
354. John Hooper, vescovo anglicano di Gloucester († arso vivo, Gloucester, 9 febbraio 1555)
355. William Hunter di Brentwood, protestante († arso vivo, Brentwood, 27 marzo 1555)
356. Robert Ferrar, vescovo anglicano di St. David’s († arso vivo, Market square (ora Nott’s square) in Carmarthen, Galles, 30 marzo 1555)
357. Agacio Giunta, luterano († arso vivo, autodafé Messina, 12 maggio 1555)
358. Paolo Rappi da Vigone, valdese († arso vivo, Torino, 22 giugno 1555)
359. Patrick Pakingham unitariano († arso vivo, Uxbridge, Londra, agosto 1555)
360. Hans Verhoeven, anabattista († arso vivo, Anversa, 27 agosto 1555)
361. Frans Deens, anabattista († arso vivo, Anversa, 27 agosto 1555)
362. Jan Drooghscheerder, anabattista († arso vivo, Anversa 27 agosto 1555)
363. Pieter van Beringen, anabattista († arso vivo, Anversa, 27 agosto 1555)
364. Jean Vernou di Poitiers, alias Giovanni Vernon, predicatore valdese († arso vivo, Chambéry, 28 agosto 1555)
365. Antoine Laborie di Cajare, alias Antonio Labori, predicatore valdese († arso vivo, Chambéry, 28 agosto 1555)
366. Jean Trigalet di Nimes, predicatore valdese († arso vivo, Chambéry, 28 agosto 1555)
367. Bertrand Bataille della Guscogna, predicatore valdese († arso vivo, Chambéry, 28 agosto 1555)
368. Guyraud Tauran di Cahors, predicatore valdese († arso vivo, Chambéry, 28 agosto 1555)
369. Hugh Latimer, ex vescovo di Worcester, anglicano († arso vivo, Balliol College, Oxford, 16 ottobre 1555)
370. Nicholas Ridley, vescovo anglicano († arso vivo, Balliol College, 16 ottobre 1555)
371. Abraham van Roey, anabattista († arso vivo, Anversa, 4 febbraio 1556)
372. Thomas Cranmer, arcivescovo anglicano († arso vivo, Balliol College, Oxford, 21 marzo 1556)
373. Ambrogio Cavalli, agostiniano, calvinista († impiccato e arso, Campo de’ Fiori, Roma, 15 giugno 1556)
374. Bartolomeo Hector di Poitiers, colportore valdese († impiccato e arso, piazza Castello, Torino, 20 giugno 1556)
375. Pomponio de Algerio, studente, protestante († arso vivo in olio bollente, Roma, piazza Navona, 19 agosto 1556)
376. Baldo Lupatino, frate, protestante († annegato in laguna, Venezia, 17 settembre 1556)
377. Natale Cassar, di Malta, luterano († arso vivo, autodafé Palermo, Piano della Loggia, 18 ottobre 1556)
378. Giovanni Giacomo Petrone, di Siracusa, religioso di S. Benito di Messina, luterano († arso vivo, Piano della Loggia, 18 ottobre 1556)
379. Nicola Sartorio di Chieri, evangelico († arso vivo, Aosta, 7 maggio 1557)
380. Francesco Cartone († 1558)
381. Adriaen van Hee, anabattista, († arso vivo, Obignies, 1558)
382. Joos Meeuwens, anabattista, († arso vivo, Obignies, 1558)
383. Willem Goosen, anabattista, († arso vivo, Obignies, 1558)
384. Egbert de Hoedemaker, anabattista, († arso vivo, Obignies, 1558)
385. Lambert van Doornik, anabattista, († arso vivo, Obignies, 1558)
386. Goffredo Varaglia, valdese, già frate cappuccino e teologo († impiccato e arso, Torino, piazza Castello, 29 marzo 1558)
387. Girolamo Russo, di Ferla, luterano († arso vivo, autodafé Palermo, Piano della Bocceria Vecchia, 1º maggio 1558)
388. Gisberto di Milanuccio di Penne, eretico († arso vivo, Roma, Piazza Giudia, 15 giugno 1558)
389. Adriaen Pieters, di Winkel, Olanda, anabattista, († arso vivo, L’Aia, 7 luglio 1558)
390. Henrick Dacho, anabattista, († decapitato, Anversa, 7 ottobre 1558)
391. Hans Schmid, anabattista, missionario hutterita († arso vivo, Aquisgrana, 19 ottobre 1558)
392. Heinrich Adams, anabattista, missionario hutterita († arso vivo, Aquisgrana, 21 ottobre 1558)
393. Hans Weck, anabattista, missionario hutterita, cognato di Heinrich Adams († arso vivo, Aquisgrana, 21 ottobre 1558)
394. Alexander de Bode, anabattista, († giustiziato, Anversa, 19 novembre 1558)
395. Arent Aerssens, anabattista, († arso vivo, Anversa, 16 dicembre 1558)
396. Peeter Henriks, anabattista, († arso vivo, Anversa, 16 dicembre 1558)
397. Jan Collen, anabattista, († arso vivo, Anversa, 16 dicembre 1558)
398. Geert Franssens, anabattista, († arso vivo, Anversa, 16 dicembre 1558)
399. Tillmann Schneider, anabattista, missionario hutterita († arso vivo, Aquisgrana, 4 gennaio 1559)
400. Mathias Schmidt, anabattista, missionario hutterita († arso vivo, Aquisgrana, 4 gennaio 1559)
401. Antonio di Colella Grosso, eretico († arso vivo, Roma, piazza Navona, 8 febbraio 1559)
402. Gabriello di Thomaien, sodomia, blasfemia († arso vivo, piazza Navona, 8 febbraio 1559)
403. Leonardo di Paolo da Meola, eretico († arso vivo, piazza Navona, 8 febbraio 1559)
404. Giovanni Antonio del Bò, cremonese, apostasia († impiccato e arso, piazza Navona, 8 febbraio 1559)
405. Mahieu Antheunis, anabattista († arso vivo, Kortrijk, Belgio, 18 febbraio 1559)
406. Gelis de Groot, anabattista, († arso vivo, Kortrijk, 18 febbraio 1559)
407. Antonio Gesualdi, luerano († impiccato e arso, Roma, 16 marzo 1559)
408. Adriana Lambrechts, anabattista, moglie di Henrick Dacho, († affogata, Anversa, 19 marzo 1559)
409. Agustin de Cazalla, capellano e predicatore dell’imperatore Carlo V d’Asburgo, luterano († garrotato e arso, autodafé Valladolid, plaza Mayor, 21 maggio 1559)
410. Francisco de Vibero, sacerdote, fratello di Agustin de Cazalla, luterano († arso vivo, plaza Mayor, 21 maggio 1559)
411. Beatriz de Vibero, monaca, sorella di Agustin e Francisco, luterana († garrotata e arsa, plaza Mayor, 21 maggio 1559)
412. Antonio de Herezuolo, luterano († arso vivo, plaza Mayor, 21 maggio 1559)
413. Gonzalo Vaez Portughese, giudaizzante († arso vivo, plaza Mayor, 21 maggio 1559)
414. Alonso Perez prete, luterano († garrotato e arso, plaza Mayor, 21 maggio 1559)
415. Christophoro de Ocampo, luterano († garrotato e arso, plaza Mayor, 21 maggio 1559)
416. Francisco de Herrera, luterano († garrotato e arso, plaza Mayor, 21 maggio 1559)
417. Juan Garzia argentiere, luterano († garrotato e arso, plaza Mayor, 21 maggio 1559)
418. Christophoro de Padilla, luterano († garrotato e arso, plaza Mayor, 21 maggio 1559)
419. Isabella de Estrada, luterana († garrotata e arsa, plaza Mayor, 21 maggio 1559)
420. Juana Velazques, luterana († garrotata e arsa, plaza Mayor, 21 maggio 1559)
421. Catherina Romana, luterana († garrotata arsa, plaza Mayor, 21 maggio 1559)
422. Catherina de Ortega, luterana († garrotata e arsa, plaza Mayor, 21 maggio 1559)
423. Adriaen Pan, o Adriaen Peeterson Pan, anabattista di Driel, Olanda, († decapitato, Anversa, 18 giugno 1559)
424. Aechtgen Joris Adriaens, anabattista, († affogata con altre cinque donne, Anversa, 19 luglio 1559)
425. Abraham Tancreet (o Tanghereet), anabattista, († arso vivo, Gand, Belgio, 7 agosto 1559)
426. Giacomo Bonelli, di Dronero, pastore e predicatore valdese († arso vivo, autodafé Palermo, Piano della Bocceria Vecchia, 18 febbraio 1560)
427. Maeyken de Hont, anabattista († annegata, castello di Steen, Anversa, 4 aprile 1560)
428. Janneken van Aken di Haerlebeke, anabattista († annegata, Anversa, 4 aprile 1560)
429. Lenaert Plovier di Meenen, anabattista († annegato, Anversa, 4 aprile 1560)
430. Mermetto Savoiardo († 13 agosto 1560)
431. Dionigi di Cola († 13 agosto 1560)
432. Gian Luigi Pascale, di Cuneo, pastore calvinista missionario tra i valdesi († strangolato e arso, Roma, Castel Sant’Angelo, 16 settembre 1560)
433. Bernardino Conte, valdese († arso vivo, Cosenza, novembre 1560)
434. Cornelio di Nicosia, alias Giancarlo, francescano conv., teologo, luterano († arso vivo, autodafé Palermo, Piano della Bocceria Vecchia, 8 giugno 1561)
435. Francesco Vicino, di Padova, religioso, luterano († arso vivo, Piano della Bocceria Vecchia, 8 giugno 1561)
436. Giovanni de Giluti o Gigliuto, di Noto († arso vivo, Piano della Bocceria Vecchia, 8 giugno 1561)
437. Andrea Lanza (†1561), religioso, luterano († arso vivo, Piano della Bocceria Vecchia, 8 giugno 1561)
438. Adam Henricx (o Kistmaeckers), anabattista, († annegato, Anversa, 23 luglio 1561)
439. Absolon de Zanger, anabattista, († arso vivo, Courtrai, 20 novembre 1561)
440. Willem van Haverbeke, anabattista, († arso vivo, Kortrijk, 20 novembre 1561)
441. Nicasen van Alcmaers, anabattista († arso vivo, Bruges, 10 dicembre 1561)
442. Andries de Molenaar, anabattista († arso vivo, Bruges, 10 dicembre 1561)
443. Adriaen Brael, anabattista († arso vivo, Bruges, 10 dicembre 1561)
444. Lucas Heindricx di Landegem, anabattista († arso vivo, Bruges, 10 dicembre 1561)
445. Marijn Euwout, anabattista († arsa viva, Bruges, 10 dicembre 1561)
446. Francijntgen de Molenaar, anabattista, moglie di Andries († arsa viva, Bruges, 11 dicembre 1561)
447. Jan Christiaenz di Zeebrugge, anabattista, († arso vivo, Bruges, 11 dicembre 1561)
448. Maeyken Frans (o Trams), anabattista, († arsa viva, Bruges, 11 dicembre 1561)
449. Jelis Outerman di Diksmuide, anabattista, († arso vivo, Bruges, 11 dicembre 1561)
450. Anthonis Keute, anabattista, († arso vivo, Bruges, 11 dicembre 1561)
451. Hans Lisz, anabattista, († arso vivo, Bruges, 11 dicembre 1561)
452. Hansken Parmentier, anabattista, († arso vivo, Bruges, 11 dicembre 1561)
453. Frans de Swarte, anabattista, († arso vivo, Hondschoote, 23 marzo 1562)
454. Martijntgen van Alcmaers, anabattista, sorella di Nicasen van Alcmaers († annegata, Hondschoote, 23 marzo 1562)
455. Heyndrik van Dale, anabattista, († annegato, Anversa, 3 aprile 1562)
456. Gaspard Deken, alias Jasper de Schoenmaker, anabattista, († arso vivo, Hondschoote, 4 aprile 1562)
457. Charlo de Wael, anabattista, († arso vivo, Hondschoote, 4 aprile 1562)
458. Karel van de Velde, anabattista, († arso vivo, Hondschoote, 17 aprile 1562)
459. Lauwerens Allaerts di Gand, anabattista († arso vivo, Vrijdagmarkt (Piazza del Mercato del venerdì), Gand, 16 luglio 1562)
460. Pieter van Maldeghem di Nevele, anabattista († arso vivo, Vrijdagmarkt, Gand, 16 luglio 1562)
461. Jacques Bostijn di Courtrai, anabattista († arso vivo, Vrijdagmarkt, Gand, 16 luglio 1562)
462. Pieter van Maele di Gand, anabattista († arso vivo, Vrijdagmarkt, Gand, 16 luglio 1562)
463. Bartolomeo Fonzio, protestante († annegato, Venezia, Canale dell’Orfano, 4 agosto 1562)
464. Mariken van Meenen di Haerlebeke, anabattista († annegata, Anversa, Castello Het Steen, 5 settembre 1562)
465. Lyntgen Wendelyn, anabattista († annegata, Anversa, Castello Het Steen, 5 settembre 1562)
466. Proentgen van Meteren anabattista, moglie di Karel van de Velde, († annegata, Hondschoote, 3 ottobre 1562)
467. Claesken van Meteren, anabattista, sorella di Proentgen († annegata, Hondschoote, 3 ottobre 1562)
468. Aert van Gershoven, anabattista, († affogato, Anversa, 17 ottobre 1562)
469. Jacob van Gershoven, anabattista, fratello di Aert, († affogato. Anversa, 17 ottobre 1562)
470. Giulio Gherlandi da Spresiano, anabattista († annegato, Canale dell’Orfano, Venezia, 23 ottobre 1562)
471. Hendrik Aerts, anabattista, processato dall’inquisitore Pieter Titelman insieme alla moglie e ad altri 11 anabattisti († arso vivo, Rijsel, 16 marzo 1563)
472. Jan Maes di Bollezeele, anabattista, († arso vivo, Rijsel, 16 marzo 1563)
473. Jan de Swarte di Bailleul, anabattista, († arso vivo, Rijsel, 16 marzo 1563)
474. Claes de Swarte, anabattista, figlio di Jan († arso vivo, Rijsel, 16 marzo 1563)
475. Perceval van den Berge di Zwevigem, anabattista, († arso vivo, Rijsel, 16 marzo 1563)
476. Pieter Meynghers, alias Pieter Schoenmaker (Pietro il calzolaio), anabattista, († arso vivo, Rijsel, 16 marzo 1563)
477. Kathelijne van Lokerhoute, anabattista, moglie di Lauwerens Allaerts († decapitata, Castello Gravensteen, Gand, 24 marzo 1563)
478. Claesken Pertrijs, anabattista, moglie di Jan de Swarte († arsa viva, Rijsel, 27 marzo 1563)
479. Christiaen de Swarte, anabattista, figlio di Jan († arso vivo, Rijsel, 27 marzo 1563)
480. Hans de Swarte, anabattista, figlio di Jan († arso vivo, Rijsel, 27 marzo 1563)
481. Mahieu de Swarte anabattista, figlio sedicenne di Jan († arso vivo, Rijsel, 27 marzo 1563)
482. Minico Santoro (Domenico) da Mandanici, sacerdote, luterano († strozzato e poi arso, autodafé, Palermo, piazza della Bocceria Vecchia, 13 aprile 1563)
483. Antonijn de Waele, alias Antheunis Behaghe, anabattista († arso vivo, Vrijdagmarkt, Gand, 9 novembre 1563)
484. Christiaen van Wettere, anabattista († arso vivo, Vrijdagmarkt, Gand, 9 novembre 1563)
485. Janneken Cabeljaus di Ypres, anabattista, moglie di Hendrik Aerts († arsa viva, Rijsel, 22 febbraio 1564)
486. Calleken Steens di Sweghem, anabattista († arsa viva, Rijsel, 22 febbraio 1564)
487. Gian Francesco Alois, detto il Caserta, letterato italiano, valdesiano († decapitato e arso, piazza del Mercato, Napoli, 4 marzo 1564)
488. Giovan Bernardino Gargano, nobile di Aversa, valdesiano († decapitato e arso, piazza del Mercato, Napoli, 4 marzo 1564)
489. Alessandro da Caverzago, notaio, predicatore protestante († arso vivo, piazza della Torricella, Piacenza, 2 giugno 1564)
490. Francesco di Pietro Secretuzzo, cipriota, riformato († impiccato e arso, presso Castel Sant’Angelo, Roma, 4 settembre 1564)
491. Maeyken Boosers, anabattista, († arsa viva, Tournai, 18 settembre 1564)
492. Antonio de Antona di Venezia, abitante a Siracusa, argentiere, luterano († strangolato e arso, autodafé, Palermo, Piano della Marina, 12 novembre 1564)
493. Richiardo alias Fruxa, di Mandanici, luterano († arso vivo, Piano della Marina, 12 novembre 1564)
494. Giacomo Impellizzeri, di Mandanici, luterano († arso vivo, Piano della Marina, 12 novembre 1564)
495. Iannello Scolaro, di Mandanici, luterano († arso vivo, Piano della Marina, 12 novembre 1564)
496. Antonio Rizzetto da Vicenza, anabattista († annegato, Canale dell’Orfano, Venezia, 8 febbraio 1565)
497. Francesco della Sega da Rovigo, anabattista († annegato, Canale dell’Orfano, Venezia, 26 febbraio 1565)
498. Adriaen van den Burie, anabattista, († arso vivo, Oudenaarde, 10 luglio 1565)
499. Lorenzo Vex, luterano († annegato, Venezia, 1566)
500. Pietro Robert della Goletta di Tunisi, francese, ugonotto († arso vivo, autodafé, Palermo, chiesa della Magione, 13 gennaio 1566)
501. Michele Giovanni Carobeni di Noto, († arso vivo, Palermo, chiesa della Magione, 13 gennaio 1566)
502. Muzio della Torella di Puglia, luterano († decapitato e arso, Roma, 1º marzo 1566)
503. Pompeo de’ Monti nobile di Napoli, valdesiano († decapitato e arso, Roma, presso castel Sant’Angelo, 4 luglio 1566)
504. Curzio di Cave frate cappuccino, luterano († decapitato e arso, Roma, Castel Sant’Angelo, 9 luglio 1566)
505. Giovanni Pietro Thomaso di Noto, mastro calzolaio, luterano († arso vivo, autodafé, Palermo, Piano della Marina, 26 dicembre 1566)
506. Matteo de Amodeo alias lo Ruffiano, di Siracusa, luterano, († arso vivo, Piano della Marina, 26 dicembre 1566)
507. Bernardo Brescaglia di Modena, luterano († arso vivo, autodafé, piazza San Domenico, Bologna, 18 gennaio 1567)
508. Baldassarre da Venezia, pittore, luterano († arso vivo, piazza San Domenico, 18 gennaio 1567)
509. Martino Fani, ciabattino, luterano († arso vivo, piazza San Domenico, 18 gennaio 1567)
510. Giorgio Olivetto, luterano († arso vivo, Roma, 27 gennaio 1567)
511. Publio Francesco Spinola, umanista, riformista († annegato, Venezia, Canale dell’Orfano, 31 gennaio 1567)
512. Domenico Zocchi di Treviso, apostasia giudaica († impiccato e arso, Roma, piazza Giudia, 1º febbraio 1567)
513. Marco Magnavacca, riformista, evangelico († strangolato e arso, Modena, 16 febbraio 1567)
514. Girolamo Landi di Fondi, luterano († impiccato e arso, Roma, presso Castel Sant’Angelo, 25 febbraio 1567)
515. Bernardo da Milano, detto dalle Agocchie, luterano († arso vivo, Bologna, 22 marzo 1567)
516. Gregorio Perini di Arezzo, frate, luterano († impiccato e arso, Roma, 23 giugno 1567)
517. Pellegrino Righetti, luterano († impiccato e arso, Bologna, 5 settembre 1567)
518. Pietro Antonio da Cervia, pittore, luterano († impiccato e arso, Bologna, 5 settembre 1567)
519. Pietro Carnesecchi, umanista, riformista evangelico, (decapitato e arso, Roma, presso Castel Sant’Angelo, 1º ottobre 1567)
520. Giulio Maresio, di Cividale del Friuli, francescano, riformista relapso († decapitato e arso, presso Castel Sant’Angelo, 1º ottobre 1567)
521. Alessandro Panzacchi, merciaio, protestante († arso vivo, Bologna, 8 ottobre 1567)
522. Giorgio da Udine, protestante († arso vivo, Bologna, 8 ottobre 1567)
523. Luca di Faenza († 1568)
524. Thomas Szük († 1568)
525. Riccardo Perucolo, mastro pittore, protestante († arso vivo, Conegliano, marzo 1568)
526. Andries Jacobs (o Adriaen Jacobsen), anabattista, figlio di Jacob Dirks, († arso vivo, Anversa, 10 marzo 1568)
527. Hans Jacobs, anabattista, figlio di Jacob Dirks, († arso vivo, Anversa, 10 marzo 1568)
528. Jacob Dirks, anabattista, († arso vivo, Anversa, 10 marzo 1568)
529. Matteo Rondinini di Faenza, protestante († arso vivo, Roma, presso Castel Sant’Angelo, 10 maggio 1568)
530. Girolamo Bertoni di Faenza, protestante († arso vivo, Roma, 10 maggio 1568)
531. Francesco Stanga di Faenza, protestante († impiccato e arso, Roma, 10 maggio 1568)
532. Matteo dalle Tombe di Faenza, protestante († impiccato e arso, Roma, 10 maggio 1568)
533. Lorenzo da Mugnano di Barbera della Marca, protestante († impiccato e arso, Roma, 10 maggio 1568)
534. Giambattista di Ripatransone, protestante († impiccato e arso, Roma, 6 ottobre 1568)
535. Silvio Lanzoni di Mantova, luterano († arso vivo, Bologna, 9 ottobre 1568)
536. Antonino Nicolino di Guardia Piemontese, valdese († arso vivo, autodafé, Messina, 28 novembre 1568)
537. Pietro Gelosi di Spoleto, luterano († impiccato e arso, Roma, presso Castel Sant’Angelo, 6 dicembre 1568)
538. Marcantonio Verotti di Venezia, calvinista († impiccato e arso, Roma, 6 dicembre 1568)
539. Francesco Castellani di Venezia, luterano († impiccato e arso, Roma, 6 dicembre 1568)
540. Pieter Pieters di Asperen, Olanda, anabattista († arso vivo, Amsterdam, 26 febbraio 1569)
541. Adriaen Willemsz, anabattista, († decapitato, Vianen, Olanda, 22 marzo 1569)
542. Luca Bertoni di Faenza, luterano († impiccato e arso, Roma, presso Castel Sant’Angelo, 28 febbraio 1569)
543. Willem Jansz di Durgedam, anabattista († arso vivo, Amsterdam, 12 marzo 1569)
544. Quirijn Jansz di Utrecht, anabattista († arso vivo, Amsterdam, 12 marzo 1569)
545. Cornelis Jansz di Haarlem, anabattista († arso vivo, Amsterdam, 12 marzo 1569)
546. Jan van Ackeren di Ypres, anabattista († arso vivo, Anversa, Grote Markt (Piazza del Mercato Grande), 2 aprile 1569)
547. Jan de Timmerman di Courtrai, anabattista († arso vivo, Grote Markt, 2 aprile 1569)
548. Baltasar de Rosieres di Tournai, anabattista († arso vivo, Grote Markt, 2 aprile 1569)
549. Filippo Borghese di Siena, luterano († decapitato e arso, Roma, presso Castel Sant’Angelo, 2 maggio 1569)
550. Giovanni Maria de Blasii, luterano († impiccato e arso, presso castel Sant’Angelo, 2 maggio 1569)
551. Aelken Jans, anabattista, († arsa viva, Middelburg, 2 maggio 1569)
552. Dirk Willems, anabattista († arso vivo, Olanda, 16 maggio 1569)
553. Camillo Ragnolo di Faenza, dottore in legge, luterano († impiccato e arso, Roma, presso Castel Sant’Angelo, 25 maggio 1569)
554. Bartolomeo Bartocci di Città di Castello, commerciante, calvinista († arso vivo, presso Castel Sant’Angelo, 25 maggio 1569)
555. Alberto Boccadoro, francese, († arso vivo, presso Castel Sant’Angelo, 25 maggio 1569)
556. Francesco Cellario di Lacchiarella, alias Iacomo della Chiarella, pastore protestante († arso vivo, presso Castel Sant’Angelo, 25 maggio 1569)
557. Jasper de Taschringmaker (o Jaspar Hermansz), anabattista, († arso vivo, Anversa, 22 giugno 1569)
558. Pietro Arnaldo di Angers, francese, abitante a Palermo merciaio, luterano, dommatizzante († arso vivo al Piano Ucciardone, autodafé, Palermo, Piazza Nova del Cassaro, 26 giugno 1569)
559. Pietro Angelo Musco di Rixoles in Calabria, residente a Messina, argentiere, luterano († impiccato e arso al Piano Ucciardone, 26 giugno 1569)
560. Camilla Caccianemici, moglie di Camillo Ragnolo, protestante († impiccata e arsa, Faenza, in fronte alla chiesa di sant’Andrea in Panigale, 23 agosto 1569)
561. Pagolo Veloccio, di Spalano protestante († impiccato e arso, Roma, 24 agosto 1569)
562. Giovan Battista Sambeni, anabattista, († annegato in laguna, Venezia, 26 settembre 1569)
563. Maeyken Janssens van der Goes, anabattista, moglie di Jasper de Taschringmaker, († arsa viva, Anversa, 22 novembre 1569)
564. Abraham Picolet, anabattista, († arso vivo, Anversa, 22 novembre 1569)
565. Hendrik van Etten, anabattista, († arso vivo, Anversa, 22 novembre 1569)
566. Arnaldo di Santo Zeno, frate († 1570)
567. Gian Matteo di Giulianello da Paola, protestante († impiccato e arso, Roma, 25 febbraio 1570)
568. Niccolò Franco, scrittore, libellista antipapale, eretico († impiccato, Roma, presso Castel Sant’Angelo, 11 marzo 1570)
569. Giovanni di Pietro Mançon, francese, protestante († impiccato e arso, Roma, 13 maggio 1570)
570. Antonio della Pagliara, latinizzato Aonio Paleario, umanista, protestante († impiccato e arso, Roma, presso Castel Sant’Angelo, 3 luglio 1570)
571. Altinio Paltoni, protestante († impiccato e arso, Roma, 8 luglio 1570)
572. Sigismondo Arquer, eretico, († arso vivo, Toledo, 4 giugno 1571)
573. Gerrit Cornelisz, anabattista († arso vivo, Amsterdam, 26 giugno 1571)
574. Adriaen Jacobs, anabattista di Dordrecht, († decapitato, Klundert, ottobre 1571)
575. Giovanni Antonio di Jesi, protestante († impiccato e arso, Roma, 6 ottobre 1571)
576. Girolamo di Pesaro, protestante († impiccato e arso, Roma, 6 ottobre 1571)
577. Pietro Paolo di Moranzano protestante († impiccato e arso, Roma, 6 ottobre 1571)
578. Anneken Jans, anabattista († arsa viva, Middelburg, Zelanda 3 dicembre 1571)
579. Alessandro Jechil, di Bassano, anabattista († arso vivo, Venezia, 22 dicembre 1571)
580. Geronima Guanziana di Valencia, eresia, stregoneria († impiccata e arsa, Roma, presso Castel Sant’Angelo, 9 febbraio 1572)
581. Dianora Guanziana di Valencia, eresia, stregoneria († impiccata e arsa, Roma, 9 febbraio 1572)
582. Isabella Vidal di Montpellier, eresia, stregoneria († impiccata e arsa, Roma, 9 febbraio 1572)
583. Dianora Vidal di Montpellier, eresia, stregoneria († impiccata e arsa, Roma, 9 febbraio 1572)
584. Domenico della Xenia di Marsala († impiccato e arso, Roma, 9 febbraio 1572)
585. Teofilo Panarelli di Monopoli, protestante († impiccato e arso, Roma, presso Castel Sant’Angelo, 22 febbraio 1572)
586. Alessandro di Giulio di Capua, protestante († impiccato e arso, Roma, presso Castel Sant’Angelo, 15 marzo 1572)
587. Giovanni di Campagnano, alias Mezzalibra, protestante († impiccato e arso, Roma, 15 marzo 1572)
588. Adriaenken Jans, anabattista, († strangolata e arsa, Dordrecht, 28 marzo 1572)
589. Jan Woutersz, anabattista, († strangolato e arso, Dordrecht, 28 marzo 1572)
590. Giacomo Cortes, di Tropea, sacerdote († strozzato e arso all’Ucciardone, autodafé, Palermo, Piano dei Bologni, 1º giugno 1572)
591. Girolamo Pellegrino di Napoli, riformista († impiccato e arso, Roma, presso Castel Sant’Angelo, 19 luglio 1572)
592. Adriaen Rogiers, anabattista, († arso vivo, Gand, 4 dicembre 1572)
593. Martin van den Straeten, anabattista, († arso vivo, Gand, 4 dicembre 1572)
594. Mattheus Bernaerts, anabattista, († arso, Gand, 4 dicembre 1572)
595. Dingentgen van Hondschoote, anabattista, († arso, Gand, 4 dicembre 1572)
596. Adriaen van Daele, anabattista, († arso, Anversa, 17 febbraio 1573)
597. Adriaen de Hoedemaker (o Adriaen van den Zwalme), anabattista, († arso, Bruges, 7 agosto 1573)
598. Demetrio Madafari, di Pontedattilo in Calabria, († strangolato e arso all’Ucciardone, autodafé Palermo, Piano dei Bologni, 17 agosto 1573)
599. Cathalijne Claes, anabattista, figlia ventiquattrenne di Lieven Claes († arsa, Gand, 3 dicembre 1573)
600. Suzanneken Claes, anabattista, sorella venticinquenne di Cathalijne († arsa, Gand, 3 dicembre 1573)
601. Alessandro di Giacomo († 1574)
602. Benedetto Thomaria († 1574)
603. Jacob Antheunis, anabattista († arso, Anversa, 22 maggio 1575)
604. Nicolaes de Stevele di Armentières, (o Claes d’Armentières), anabattista († arso, Anversa, 7 ottobre 1575)
605. Francesco Giovanni Porcaro, di Calascibetta in Calabria, residente a Messina, argentiere, luterano († arso all’Ucciardone, autodafé, Palermo, Bocceria Vecchia, 1576)
606. Michiel Willems, tessitore, anabattista († arso, Gand, 19 luglio 1576)
607. Barbele Pieters, moglie di Michiel Willems, anabattista († decapitata, Gand, 19 luglio 1576)
608. Lippijntgen Roetsaerts, anabattista († decapitata, Gand, 19 luglio 1576)
609. Jossyne Bornaige, anabattista († decapitata, Gand, 19 luglio 1576)
610. Francisco de la Cruz, domenicano (Lima, 1578)
611. Antonino Cavalcante, alias Renduni, di Cosenza, argentiere, luterano († arso, autodafé, Palermo, Piano Bologni, 10 agosto 1582)
612. Borro d’Arezzo, luterano, († arso, 7 febbraio 1583)
613. Diego López, luterano, († arso, 18 febbraio 1583)
614. Domenico Danzarelli, luterano, († arso, 18 febbraio 1583)
615. Prospero d’Imperatore d’Africa, di Barberia, luterano († strangolato e arso, Campo dei Fiori, Roma, 18 febbraio 1583)
616. Gabriel Enriquez, portoghese, luterano († arso, Campo dei Fiori, 18 febbraio 1583)
617. Ludovico Moro, luterano, († arso, 10 luglio 1583)
618. Camillo Lomaccio, frate, luterano († strangolato, carcere Tor Nona, Roma 23 luglio 1583)
619. Giulio Carino, frate, luterano († strangolato, carcere Tor Nona, 23 luglio 1583)
620. Leonardo di Andrea, luterano († strangolato, carcere Tor Nona, 23 luglio 1583)
621. Pietro Benato, luterano († arso, 26 aprile 1585)
622. Giacomo Paleologo, umanista, domenicano, antitrinitario († decapitato nel carcere Tor Nona e poi arso in Campo dei Fiori, Roma, 22 marzo 1585)
623. Hans Aichner, hutterita, († decapitato e bruciato, Berkhausen, 13 agosto 1585)
624. Wolf Raufer, hutterita, († decapitato e bruciato, Berkhausen, 13 agosto 1585)
625. Jörg Bruckmaier, hutterita, († decapitato e bruciato, Berkhausen, 13 agosto 1585)
626. Giovanni Simone Francano o Franzano, lombardo († arso, autodafé Palermo, 1º maggio 1586)
627. Girolamo Donzellini, medico, luterano († affogato, Venezia, fine marzo 1587)
628. Claudio Textor, di Pont-de-Vaux, calvinista († affogato, Venezia, 18 aprile 1587)
629. Annibale Capello, sacerdote, polemista antipapale, eretico († mutilato e impiccato, Roma, 14 novembre 1587)
630. Michiel Buyse, anabattista, († strangolato ed esposto, castello di Gravensteen, Gand, 13 aprile 1589)
631. Joos de Tollenaere, anabattista, († strangolato ed esposto, castello di Gravensteen, 13 aprile 1589)
632. Joosyne Swyntz, anabattista, († strangolata, castello di Gravensteen, 13 aprile 1589)
633. Giacomo Bruto, piemontese, († arso, autodafé Palermo, 28 ottobre 1591)
634. Aeltjen Baten, anabattista, († affogata, Liegi, fine ottobre 1593)
635. Maeyken Wouters, anabattista, († affogata, Liegi, fine ottobre 1593)
636. Francesco Gambonelli († 1594)
637. Marcantonio Valena († 1594)
638. Francesco Pucci († decapitato e arso, Roma, 5 luglio 1597)
639. Celestino da Verona (Giovanni Antonio Arrigoni), frate cappuccino, eretico relapso e ostinato († arso vivo, Roma, piazza Campo de’ Fiori, 16 settembre 1599)
640. Giordano Bruno, domenicano, filosofo, scrittore, eretico ostinato († arso vivo, Roma, piazza Campo de’ Fiori, 17 febbraio 1600)
641. Domenico Scandella detto Menocchio († Pordenone, 1600)
642. Maurizio Rinaldi († 1600)
643. Bartolomeo Coppino († 1601)
644. Jan Tyskiewicz, unitariano († arso vivo, Varsavia, 16 novembre 1611)
645. Roberto Fedeli, da Rimini, libellista antipapale, eretico († decapitato, Roma, 26 agosto 1614)
646. Margherita Cherubina alias Arabia, di Pellegret in Turchia, schiava di Francesco Lombardo di Palermo, islamizzante († arsa viva, autodafé Palermo, 11 febbraio 1617)
647. David Chenich, di Longosol nella Turingia, calvinista († arso vivo all’Ucciardone, autodafé Palermo, chiesa di S. Domenico, 4 giugno 1617)
648. Assuero Bisbiach, di Serbardmit (Colonia), anabattista, viaggiatore tedesco († strangolato e arso, autodafé Bologna, 5 novembre 1618)
649. Sebastiano Chine, anabattista, dello Juclan (Magonza), abitante a Troina, barbiere († impiccato e arso, autodafé Palermo, 9 dicembre 1618)
650. Arnaldo da Tolosa (o Arnaldo Tronceus), di Firenze, agostiniano, († impiccato e arso, Palermo, 9 dicembre 1618)
651. Giulio Cesare Vanini, ateo († taglio della lingua, strangolato e arso, Tolosa, 9 febbraio 1619)
652. Vincenzo Giampietro, di Xamixon in Piccardia, Francia, abitante a Siracusa, frate eremita di anni cinquanta († arso vivo, autodafé Palermo, Piano Bologni, 12 dicembre1621)
653. Antonio Montenegro, sacerdote, scrittore anticlericale († decapitato, Roma, Tor di Nona, 21 giugno 1623)
654. Geremia Rosselli, di Metz, Lorena, Francia, anni 28, calvinista, apostata († arso, autodafé Palermo, 13 febbraio 1628)
655. Francesco Manzoli, marchese, scrittore anticlericale († decapitato, Roma, 30 novembre 1636)
656. Antonio de Acunha, di Arronches, Portogallo, marrano, († arso vivo, Lima, 23 gennaio 1639)
657. Antonio Corderes, marrano, († arso vivo, Lima, 23 gennaio 1639)
658. Diego López de Fonseca, di Badajoz, marrano, († arso vivo, Lima, 23 gennaio 1639)
659. Manuel Baptista Pérez, marrano, († arso vivo, Lima, 23 gennaio 1639)
660. Manuel de la Rosa, marrano, († arso vivo, Lima, 23 gennaio 1639)
661. Diego La Matina, agostiniano († arso vivo, autodafé Palermo, Piano S. Erasmo, 17 marzo 1658)
662. Vincenzo Scatolari, scrittore anticlericale, eretico († impiccato, Roma, 2 agosto 1685)
663. Beatriz Kimpa Vita, profetessa congolese, fondatrice del movimento cristiano degli “Antoniani”, († arsa a Evululu, Congo, 1706)
664. Filippo Rivarola, abate, libellista antipapale, eretico († decapitato, Roma, 4 agosto 1708)
665. Gaetano Volpini, abate, scrittore, eretico († decapitato, Roma, 3 febbraio 1720)
666. Maria Barbara Carillo, di Jaen, Andalusia, giudaizzante, di anni 95 († arsa viva, Madrid, 18 maggio 1721)
667. Geltruda Maria Cordovana, benedettina, quietista († arsa viva, autodafé, Piano della Marina, Palermo, 6 aprile 1724)
668. Romualdo di Sant’Agostino (Ignazio Barberi), agostiniano, quietista († arso vivo, Piano della Marina, 6 aprile 1724)
669. Enrico Trivelli, scrittore, eretico († decapitato, Roma, 23 febbraio 1737)
670. Cayetano Ripoll, maestro di scuola, deista († impiccato, Valencia, 31 luglio 1826)[2]

 

ALTRO CHE ISIS … VERGOGNAultima modifica: 2017-05-11T17:09:16+02:00da RomaninoRomano