come Bukowsky

“Che vita sciatta si conduce in un ufficio postale, in periodo di cartoline si leggono le cose più strane”, davanti una marea di cartoncini colorati eppure non è Natale, Pasqua o il quattro luglio. Mi preparo a smistarle per destinazione, i sacchi son aperti e come tutti i lunedì la posta è tanta.

La stragrande maggioranza è piena di nulla, desideri di bambini, cartoline dei soldati in Vietnam, auguri vari, un biglietto attira la mia attenzione, è vergato con una grafia rotondeggiante e tratta vari argomenti, parla di famiglia di lavoro, di altri rapporti.

Un pezzo mi colpisce particolarmente “Ho conosciuto, anzi veramente ho rivisto un uomo dopo quasi trent’anni. E se all’inizio è nata una splendida amicizia ora è qualcosa di molto di più. Ci amiamo profondamente…E poi ci sei tu”, bah, un goccio ci vuole!

La grande mela è lontana, in questa cittadina del Texas sembrano ancora tutti cowboys, pieni di se stessi, allo spaccio vendono del buon liquore a prezzi giusti, il caffè sembra italiano, e quando stacchiamo la cameriera cinese serve delle uova cotte al punto giusto, i miei compagni di sbronze leggono il Post ma non credo possano leggere altro o almeno, capire altro.

La vita continua, c’è stato un ritardo enorme a causa di un deragliamento ma la U.S. Mail non perde nulla, il mio tavolo di lavoro è ingombro all’inverosimile, oggi butta male, non ho proprio voglia di stare qui!

Stessa grafia che mi aveva colpito tempo fa, piccolo il mondo in questo angolo sperduto del Texas la popolazione è quella che è, appena raggiungerò i miei mille dollari partirò e andrò a cercare questa lei, son proprio curioso di vederla in faccia visto ciò che scrive, è sicuramente una donna sensibile ”  A te almeno posso raccontarlo… Ti avevo parlato del mio vecchio amico di trent’anni fa. Tra di noi non c’è mai stato nulla che va oltre l’abbraccio…Oggi ho posto fine a questa storia…che non portava più da nessuna parte. Diceva di amarmi, e forse era vero, ma non aveva mai messo in discussione il suo matrimonio. Ho chiuso io…e ne soffro…molto. Saremo di quegli amici che si vedono ogni tanto…Nulla più…”, immagino la faccia di chi riceverà questa missiva.

In un momento passano davanti ai miei occhi i libri letti, le discussioni fatte a Big Sur, quel viaggio in autostop veramente on the road e i Jukebox all’idrogeno, le sensazioni drogate da troppe sconfitte e penso una cosa, “ma lui come ha reagito?”, normalmente questi texani son pronti ad etichettare salvando sempre il loro io, no…non può essere, se lei si rivolge così a lui c’è ben altro tra loro.

Lui ha sofferto in silenzio ed ha saputo apprezzare la gioia di lei, ora non gode certamente per il suo dispiacere, quel diversivo in questo momento era catarsi curativa, se è finito può solo esser dolore e starle vicino ancora di più è suo dovere e piacere, di sicuro si vogliono bene…più di quanto ammettano a loro stessi

C. Bukowsky

 

come Bukowskyultima modifica: 2017-09-26T07:20:06+02:00da Totodess