La penna, il viaggio, parte sesta

 

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“Guido io…ti porterò nei luoghi della mia infanzia, voglio farti vedere cosa hanno visto i miei occhi di bambina”.

Salgo in auto, lui mi richiude la portiera e aspetto che salga anche lui…mi mette in soggezione quando mi fa guidare, mi sento un po’ sotto esame,la mia guida non è sicura come la sua…

Parto, scegliendo ancora ancora quella strada provinciale tutta curve.

Il paesaggio intorno è bellissimo, l’autunno ha colorato di mille tinte la campagna. Gli dico…guarda quanti mandorli! Ormai spogli ma carichi di frutti, proseguo attenta la guida…e sento i suoi occhi su di me. Mi chiedo cosa stia pensando, è silenzioso, forse assorto. arriviamo a quelle cinque curve, una dietro l’altra e già intravedo quel paesino. Gli propongo una sosta….so che lui adora il caffè.

Seduti ad un tavolino nell’aria tiepida di quel primo pomeriggio ci guardiamo…io sorrido, lo guardo e mi chiedo ancora cosa stia pensando…glielo chiedo… Lui mi dice…”ai tuoi occhi, occhi di ragazza”. Decido di guidare ancora, è un mattino splendente , sarà il mare vicino che da quel senso di caldo. Metto in moto, il rombo del motore copre l’ultima tua parola, ti chiedo d.i ripeterla ma tu sorridi col tuo modo un pò buffo.

Partiamo, non è lontano da qui e te lo dico pensando dove ti voglio portare, ancora curve ma sono così belle, mi ricordano i viaggi da bambina e così ora, mi sento.

“Ecco”, ti dico, indico alla tua destra un santuario, ti racconto che ai primi di settembre quando ancora l’aria è calda si svolge una festa, ti chiedo “vuoi entrare?” tu fai cenno di no con la testa e mi guardi. Ti propongo un penny per i tuoi pensieri e mi dici solamente “sei bella”, arrossisco e sorrido continuando a guidare mi inoltro nelle viuzze del paese descrivendoti qua e là quello che vedi.

Giunti alla fine della via, attraverso un vecchio ponte che ha visto passare tantissimi viandanti, sotto il fiume placido segue la sua via verso il mare, “ecco”, subito dopo svolto a destra.  Ti voglio far vedere il mare, un viale alberato ci fa da cornice, altissimi eucalipti invadono con il loro profumo l’abitacolo, poi la vegetazione cambia e la macchia mediterranea la fa da padrona. Ti faccio notare il mirto, ha già le bacche non ancora mature, tra un pò ci sarà la raccolta, intanto m’inoltro in una stradina sterrata.

Giunti a destinazione ci accoglie un’antica chiesetta, mi fermo e ti chiedo di scendere, mi segui, ti prendo per mano. Questo è un luogo magico, l’unico suono è lo scricchiolare ad ogni passo della ghiaia sul selciato, mi fermo, ti guardo, “guarda, sai perché è magico?, qui il fiume incontra il mare in una unione naturale, Un giorno ti porterò qui, l’ultima domenica di maggio. Le barche dei pescatori vestite a festa, addobbate di fiori colorati e canne attraversano il fiume sino al mare”.

Tu osservi quasi incantato e se non so se dal paesaggio o dalla mia voce, ti volti verso di me, mi abbracci, poi mi sorridie dici “Andiamo, inizia a far fresco” e in un gesto carico d’affetto mi copri le spalle con la tua giacca. Cammino al tuo fianco respirando quell’aria salmastra che sa di gioia.

Giunti all’auto mi chiedi le chiavi, apri lo sportello e m’inviti a sedere, poi ti siedi, ritorni indietro attraversando quella stradina sino alla strada provinciale, in un attimo, sicuro nella tua guida, ti volti verso di me e dici “Guido piano” e intanto dalla radio iniziano le note di quella canzone, coincidenza …e il viaggio continua.

La penna, il viaggio, parte sestaultima modifica: 2017-11-17T16:04:08+01:00da Totodess