Giochi della memoria, oggi pensi un incontro, “Ci sono” e di colpo vedi solo lei, nessun’altra intorno, superi con lo sguardo il monto intero, cancelli tutte le presenze possibili e ti ritrovi una mano che tirerai a te.

Una piazza dove un pazzo ti cerca e scegli di starle a fianco, dopo quel momento ogni altra cosa sparisce nella graduatoria dell’importanza, è lei, puoi solo dire “sei”, scomparendo nel turbine dei tuoi pensieri.

Giochi della memoria, tanti visi, altrettante scene, abiti diversi, ideali che ancora ti stanno attaccati addosso, la vita scorre davanti in  una vista prospettica, il presente è ancora impregnato ed integrato nel passato.

Basta poco per vivere rivivendo, una telefonata ad un amico e mentre parli con lui, lo vedi indossare un lungo cappotto nero di pelle, una chat con una donna, e la vedi avvolta in una giacca trapuntata, due parole con tuo figlio e ricordi come sei diventato dal suo tono preoccupato.

Nostalgia?, semplice resilienza, il trauma è la vita di ogni giorno, il desiderio di vedere quelle persone aumenta ed è solo lenito dal conversarci, la voglia di abbracciarle brucia nel cuore e ti adagi nel pensare a quanto siano importanti. quanto la tua vita sia segnata dalla loro presenza.

Ed ora, gioco con le parole per spiegarmi, darmi un perché, e questo è talmente evidente da sconcertarmi, sono importanti perché sono un uomo e, tra le tante relazioni da cui ho avuto molto, distinguo queste, a cui devo moltissimo. ça va sans dire, impressioni soggettive diverse dalla scienza, emozioni presenti in ognuno di noi.  Quanto contano in una vita le cose di cui parlo?, ci son dei momenti di malinconia, di dolore, tristezza, senza quelle emozioni tutto scomparirebbe in un buio profondo, quel piccolo gesto di pensare col cuore, da ancora una volta la forza di andare avanti, ed ogni volta ricominciare come se fossi diventato l’uomo sceso dalla Luna.