Un dialogo immaginario….

Questa  sorridente  e  bella  signora  è  affetta  da  un  male  inguaribile.  Lo  sà,  e  sorride.  In  lei  straripa,  deborda  la  voglia  di  vivere   e  soprattutto  quello  di  sconfiggere  il  drago.  E  io,  nella  mia  impotenza  vorrei  instaurare  un colloquio  virtuale  con  lei.  Incolperà  Dio ?  Forse.  Dopotutto  è  sempre  così,  tranne  che  non  si  è  sorretti  da  una  fede  profonda,  certa.  La  chiamerò  Mary.

Mary:-  “Perchè  proprio  a  me ?  Perchè  Dio  mi  ha mandato  il  cancro ? “.  Cosa  si potrebbe rispondere  a  questa  angosciante  domanda  che  sembra  fare  spostare  l’asse  della  terra ?  Abbi fede ?  E  può  uno  pretendere  di  essere  credibile  con  una  risposta  simile ?  E  magari  col  rischio  di   cadere  nel  più  squallido  e sterile  pietismo ?

Vediamo  cosa  mi  suggerisce  la  mente e  soprattutto il  cuore  dinnanzi  a  un  volto  che  non  sa  darsi  una  risposta;  non  la  trova.  Perchè  è  priva  di  senso  una  malattia  del  genere.

IO – ” Cara Mary…Dio  non c’entra;  Dio  non  vuole  la  sofferenza  degli  uomini;  Dio  non  vuole  la  morte.  Il  nostro  è  il  Dio  della  vita !  Vedi,  mia  cara,  io… non  so come  dirtelo,  ma  quando  sento  coinvolgere  Dio : ”  Ti  manda  il  cancro !”…Ma  è  impossibile !  Dio  non  vuole  il  cancro,  assolutamente.  Vuole   che  tu  sia  sana,  che  tu  viva !  Non  vuole  la  morte,  ma  vuole  la  vita.  E’  giusto  e  legittima   la tua ribellione  che   merita  rispetto,  soprattutto  quando  si  è  nella  sofferenza,  nel dolore,  non  si  ragiona, quindi  tutti  vanno  rispettati;  ma  soprattutto  va  rispettato  Dio !  Perchè  Dio  dimostra  –  per  chi  crede –  che  l’unico  suo  modo  di  risposta   a  questa problematica   drammaticissima,  tragica (del mondo, dell’uomo,  tragedia  dell’esistenza, tragedia  della  società ),  Dio  ha  una  sola  risposta:  Ti  manda  Gesù  Cristo !  Si,  mia  cara,  proprio  Gesù  Cristo,  Suo Figlio,  il Dio  che  ti  si accosta,  a  condividere  insieme  a  te  la  tua  condizione;    il  Dio  che  ti  si  avvicina   silenzioso,   per  dirti:   Eccomi,   vengo  a  soffrire  con  te.  Anzi,  io  stesso  mi  prendo  il  peso  più  pesante;  vengo  pure  io,  a  scontare  con  te.  Non  temere,  figlia  mia.  Non  mi  staccherò  da  te.  Non  guardo  io  tuoi  errori  anche  se  fossero  rosso   scarlatto.  Sei   una  mia  redenta,  il  tuo  male  l’ho  inchiodato  sull’albero  della  croce.  Mi  assumo  il  tuo  dolore !  Appoggiati  a  me,  e  io  ti  sosterrò !”

P.S. E’  una  dedica  verso  una  persona  che  non  conosco;  mai vista se non nella mia fantasia. Un  balbettio  che  ho  voluto  trasformare  in  preghiera  e  in  colloquio.  L’immaginario,  non  è  il  mio  forte,  ma  ho  messo  tanta spremitura  di  cuore. 

Perchè l’erba del vicino è sempre più verde ?

Ci  è  stato  insegnato;  sin  da  bambini,  che  necessita  paragonarci.  Siamo  stati  condizionati  a  fare  sempre  confronti :  il  tizio  ha  la  casa  più  bella  della  mia,  quella   di fronte  ha  un  bell’aspetto,  il  suo  corpo  è  migliore  del  mio.  Quello  che  è  passato  poco  fa  ha  più  denaro  di  me.  Ecco,  una  continuità  di  paragoni  con  chi  ci  passa  vicino  o  che  ( peggio  ancora )  ci  è  di  famiglia :  cugini, cognati ( quest’ultimi non ne parliamo ).  Facciamo  sempre  paragoni,  il  chè  inevitabilmente   scatena  in  noi  la  bestia;  cioè  la  Gelosia,  prodotto  del  condizionamento  al  confronto.

E’  chiaro,  che  se  smettessimo  di  confrontarci,  la  gelosia  scomparirebbe.  Meno  male  che  non  ci  confrontiamo  con  gli  alberi,  in  questo  caso  si  scatenerebbe  anche  l’invidia: “Come  mai  non  sono  così  verde ?”  Ed  è  pure  una  fortuna  se  non  ci  confrontiamo  con  gli  uccelli,  con  i  fiumi,  con  le  montagne,  altrimenti   la  nostra  vita sarebbe  un  inferno.  Ci  confrontiamo  solo  con  quelli  come  noi:  gli  esseri  umani.

Credo  che  il  paragonarsi  sia  un’atteggiamento  stupido,  perchè   ogni  persona  è  unica  e  incomparabile.  Non  dobbiamo  assomigliare  a  nessuno.  Noi  siamo  gli  originali  di  noi  stessi,  e  non  le  copie  degli  altri.

E’  proprio  vero.  Dai  vicini  accadono  cose  straordinarie.  L’erba  è  più  verde,  le  rose   hanno  un  colore  più  vivo  e  sono  più  profumate.  Il  guaio  è,  che  similmente  a  noi,  quegli  stessi  altri  con  cui  ci  confrontiamo  si  confrontano  con  noi  e  pensano  che  l’erba  del  nostro  giardino  sia  più  verde,  e  che  la  nostra    moglie  è  più  bella  della  loro.  Paradossalmente  accade  che   siamo  stanchi  della  moglie  che  abbiamo  o  del  marito.  Non  ci  rendiamo conto  sul  come  mai  ci  siamo  lasciati  intrappolare  di  lei/lui  in  quel  giorno,  e  non  sappiamo  come  fare  per  liberarcene.  Nello  stesso  momento,  il  vicino,  o  la  vicina  ci  invidia  la  moglie  o  il  marito (dipende )  così  bella/o.  Insomma  uno  scambio  silenzioso  di  invidia   con  i  medesimi  pensieri.

Tutti,   invidiano  tutti.  E  con  tutta  questa  invidia – gelosia  creiamo  un  inferno,  diventiamo  molto  gretti.

Per  concludere –  sia ben inteso che non è una norma generale – se  gli  altri   sono  messi  male,  ci  si  sente  meglio.  Se  gli  altri   sono  dei  perdenti   va  bene,  ma  se  gli  altri  sono  felici  e  hanno  successo  si  ha  l’amaro  in  bocca.

Ma è proprio necessario impegnarsi per gli altri ?

Fare volontariato fa bene sempre e comunque - R 101

I  greci  dicevano  che  l’uomo  è  uno  zoon  politikòn.  Insomma,  un  essere  che  vive  in  società .  E’  nel  nostro  essere   che  siamo  sempre  riferiti  agli  altri.  Siamo  dipendenti  gli  uni  dagli  altri  e  senza  il  nostro  prossimo  non  potremmo  esistere,  sin  dalla  nascita.  Ogni  bambino  dipende  dall’attenzione,  dalle  cure  e  dall’amore  che  riceve  dagli  altri.  E  questa  attenzione  e  questa  fiducia   sono  a  loro  volta  il  fondamento  per  l’attenzione  agli  altri.  Viviamo   in  solidarietà  e  in  unione  con  gli  altri. ” Solo  uomini  completi  vivono  l’umano “.  Questa  frase  la  disse  Goethe. 

Vediamo  di  scavare  dentro  a  questa  frase  di  un  cervellone  dell’animo  umano.

Credo  che  Goethe  fa  riferimento  al  legame  di  fondo,  di tutti.  Facciamo  esperienza  di  noi  stessi  come  io  dell’altro,  così  come sono,  ma  solo  nella  relazione  all’altro,  possiamo  diventare  “noi stessi”( virgolettato di  proposito ).  Appunto  per  questo  è  nell’essere umano,  insito,  quel  non  chiudere  gli  occhi  di  fronte  al  bisogno  di  chi  ci  circonda,  ma  intervenire  quando  vediamo  l’altro  o  l’altra  nel  bisogno:  non  importano  i  motivi.  La  parola  bisogno  non  ammette  interpretazioni  arbitrarie  o  di  comodo.

Che  la  relazione  con  gli  altri  non  sia  sempre  armonica  fa  parte  delle  esperienze  originarie.  I  primi  protagonisti  li  vediamo  in  Caino  e  Abele (  lasciamo  stare  se  siano  davvero esistiti o meno. A  me  serve come  esempio ).  Un  Fratricidio  all’inizio  dei  tempi,  e  della  storia  dell’umanità.  Caino  è  invidioso  del  fratello  Abele  e  lo  uccide.  Quando  Dio  gli  chiede  conto e  gli  domanda: “Dov’è Abele, tuo  fratello ?”,  Caino  risponde: ” Non  lo  so.  Sono  forse  io  il  custode di  mio  fratello ?”

Ecco.  Caino  rifiuta   di  assumersi  la  responsabilità   del  proprio  operato.  Ma  questo  lo  porta  a  dover  vagare  per  tutta  la  vita  tormentato  dalla  coscienza sporca.

Emblematica  questa  versione  biblica  dentro  cui  ci  stiamo  tutti  dentro,  fino ai  giorni  nostri.

Noi,  non  possiamo  chiudere  gli  occhi di  fronte   agli  altri.  Siamo  in  questa  vita,  e  siamo  stati  creati   come  essere  fatti   per  vivere  in  società e,  quindi,  abbiamo  la  responsabilità  verso  la  “Lei”  o  il “Lui”.  Non  ci  è  consentito,  quindi  comportarci  come  se  gli  altri  non  ci  riguardassero.  Se  chiudiamo  gli  occhi  di  fronte  a  loro,  allora  in  noi  si  desta  la  coscienza  morale.  Non  ci  lascia  in  pace.  Non  possiamo  vivere  nella  pace  interiore,  se  non  ci  occupiamo  anche  degli  altri  intorno  a  noi.  Ovviamente  non  possiamo  aiutare  tutti,  ma  chi  chiude  gli  occhi  di  fronte  agli  altri  non  trova  pace.