L’AMORE PER DIO E L’AMORE FRA GLI UOMINI SONO LA STESSA COSA ?

L’amore per Dio e per gli uomini interpella in noi gli stessi sentimenti, ma tuttavia ci sono alcune differenze. I greci antichi non possiedono una sola parola per amore, ma tre termini, che ci fanno capire meglio la relazione fra amore di Dio e amore per l’uomo.

C’è èros, l’amore concupiscente. Ci sentiamo attratti dall’altro/a. I greci si immaginano Eros come un bambino che scocca le frecce d’amore: chi viene colpito dalla freccia di Eros, è innamorato perso per questa persona. La vuole avere a tutti i costi e diventare uno con lei.

Poi c’è Philìa: L’amore amicale. Quel tipo di amore che gioisce dell’essere così dell’amico. Lo lascia essere così com’è; l’accetta. Sta al suo fianco. I greci hanno sempre cantato la lode dell’amicizia. L’amore amicale, per i greci era sempre un sommo bene.

Poi c’è l’Agàpè. L’amore di Dio o anche l’amore puro per gli uomini. E’ una fonte di amore, che vorrebbe semplicemente sgorgare.

L’esperienza che facciamo con l’amore umano è sempre di soddisfazione e delusione. Sia la soddisfazione, sia la delusione ci rimandano alla fonte di un amore che è più profondo dell’amare e dell’essere amati. All’improvviso percepiamo che non solo amiamo e siamo amati, ma contemporaneamente siamo Amore. L’amore scorre attraverso il nostro corpo. Sgorga verso gli uomini, verso la creazione – verso le piante e gli animali intorno a noi, verso tutto quello che ci circonda. Non dobbiamo obbligarci ad amare questo o quello. L’amore è semplicemente quà. Per questo tipo di amore vale quanto scrisse S.Giovanni l’evangelista: “Dio è amore e chi rimane nell’amore rimane in Dio e Dio rimane in lui “. Insomma, è un amore divino, ma che scorga non solo in direzione di Dio, ma anche dell’uomo.

Per quanto riguarda èros, philìa e agàpè, sia pure differenti, vanno di pari passo. L’agàpè si nutre di èros e di philìa. E l’amore concupiscente e l’amore amicale hanno sempre bisogno della fonte divina dell’amore inesauribile, che giunge a noi da Dio. Quindi, l’amore per Dio e l’amore per gli uomini non sono in contrasto. Non devo decidere se amo Dio o gli altri. Ma piuttosto amo Dio solo quando amo anche gli altri. Ma vale pure il contrario; cioè, se amo davvero l’altro/a, allora nella profondità di questo amore sperimento anche l’amore per Dio, che da solo e per sempre è in grado di colmare il mio desiderio più profondo di amore.

Direi che è un’esperienza che conferisce nuovo splendore alla nostra quotidianità, e ci consente di sfuggire alla sua banalità.