Si parlava in precedenza di “globalizzazione” che non esito a definire, la più mostruosa delle epidemie. Ha portato senza alcun dubbio l’attuale coronavirus 2 in giro per il pianeta Terra. Il resto l’ha fatto e favorito la diffusione la struttura demografica e il degrado ambientale ha aumentato notevolmente la gravità e la mortalità. Le megalopoli industrializzate in associazione allo sviluppo urbano e dell’agricoltura si sono rivelati processi distruttivi dal momento che non si sono mossi in osservanza a precise regole. E così, l’aria si è anarchicamente arricchita di combinazioni di particelle sottili e gas serra tossici, soprattutto Ozono, esafluoruro di zolfo e protossido di azoto. Ebbene, questi elementi se dispersi dal vento nell’atmosfera superiore, contribuiscono al riscaldamento globale e ai cambiamenti climatici, entrambi con serie conseguenze a lungo termine per la salute. Se però, rimangono intrappolati nella parte bassa dell’atmosfera( Troposfera ) vengono inalati dalla popolazione, con gravi e immediati effetti avversi.
Ancora prima della comparsa della COVID-19 gli uomini di scienza avevano dimostrato una forte correlazione tra l’inquinamento atmosferico e una serie di patologie come asma, cardiopatie vascolari, cancro, infarto e demenza senile.
Dicevo delle polveri sottili. Queste hanno dimensioni 40 volte più piccole di un granello di sabbia di mare o pari al 3% del diametro di un capello che possono provenire da incendi, eruzioni vulcaniche, combustione di combustibili fossili, trascinamento di polvere da strade sterrate o da terreni agricoli ecc. ecc. Le particelle sottili, sono molto pericolose. Queste se inalate raggiungono le più profonde vie aeree dell’apparato respiratorio: i bronchi e quelle piccole sacche chiamate “Alveoli” dove avviene lo scambio gassoso dell’Ossigeno con l’Anidride Carbonica contenuta nel sangue.
I gas-serra- anidride carbonica, esafluoruro di zolfo, ozono, e protossido di azoto, entrano nell’atmosfera da varie fonti. Raffinerie, traffico stradale, centrali elettriche e processi industriali. In agricoltura sono critici anche i fertilizzanti ricchi di azoto e i rifiuti di origine animale. Bene, passo avanti per non tediare chi legge. Ricorderanno in molti che nella primavera ed estate 2020, gruppi di ambientalisti hanno esaminato la possibile correlazione di polveri sottili e gas serra con la vulnerabilità al COVID-19, basandosi sulla teoria di John Snow. Lo studioso, dopo avere individuato focolai di Colera in varie zone di Londra, sospettò che alcune compagnie idriche fornissero acqua contaminata dai “microbi” che egli riteneva responsabili della malattia, anche se non erano visibili coi microscopi del suo tempo. Analogamente, alcuni epidemiologi contemporanei hanno tracciato “punti caldi” di trasmissione del COVID-19 in aree di elevato inquinamento atmosferico. Ebbene, anche se i meccanismi molecolari responsabili non siano ancora noti, questi epidemiologi contemporanei riuscirono a presentare prove convincenti del rapporto tra trasmissione della COVID-19, malattia grave e mortalità da un lato, ed esposizione all’inquinamento atmosferico dall’altro.