Spirito di verità

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06 MAGGIO 2024

LUNEDÌ DELLA VI SETTIMANA DI PASQUA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

 

Il compito principale dello Spirito, è quello di rivelare Gesù stesso e rendergli testimonianza, al punto tale da essere chiamato: “Spirito della verità”. Infatti Gesù è la verità, dire spirito di verità, equivale a dire Spirito di Gesù, così il Paràclito, ovvero il Consolatore può accompagnare i discepoli e tutti noi credenti nella verità. Lo Spirito rendendo testimonianza, ci aiuta a comprendere che in Gesù la rivelazione di Dio ha raggiunto tutta la pienezza.

Lo Spirito conferma che Gesù è il figlio di Dio, datore di vita vera ed è la stessa vita di Dio. Dove arriva questa vita, porta la verità che ci libera dalla menzogna e ci fa vivere nell’amore del Padre e vivere da salvati. Lo Spirito della verità è il contrario dello spirito di menzogna, che ci allontana da Lui, rendendoci schiavi dell’egoismo e del peccato.

Lo Spirito unifica nell’amore i credenti di tutti i tempi e li fortifica, perché possano veramente testimoniare con la loro vita l’amore reciproco. Soltanto amando i fratelli, ciascuno di noi può dire nella verità di essere un “salvato” da Cristo, reso vivo nello Spirito, partecipe della sua vita “fin dal principio”, testimone della Verità.

Chiediamo la grazia che venga a noi lo Spirito, che possa illuminarci e guidarci in questo cammino di

salvezza e testimonianza dell’amore ai fratelli.

“Spirito di verità,

forza di Dio,

rimani in me.

Aiutami a crescere nella fiducia

che solo Dio può svelare a me, me stesso,

perché da solo

la verità potrebbe fare male

o sarebbe duro portarne il peso;

solo in quell’amore,

ogni mia fragile verità e amata.

Aiutami a credere

che solo in Te o Spirito

trovo la forza per cambiare ciò che posso

e per alzare lo sguardo

lì dove ne ho bisogno.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

 

Resta

 

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05 MAGGIO 2024

VI DOMENICA DI PASQUA – ANNO B

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Il Vangelo di Giovanni, continua a farci meditare sul mistero della nostra vita in Cristo: rimanere nel suo amore. Quell’amore che viene dal Padre, che da la vita a tutti i suoi figli e di colma di gioia.

La gioia è collegata all’esperienza dell’amore, l’amore fa sgorgare la vita, la rende bella per essere vissuta e per essere donata: “Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la propria vita per i propri amici”. Gesù ha dato la propria vita per tutti, fino alle estreme conseguenze. Ciascuno di noi è chiamato a dare la propria vita in maniera diversa, secondo i propri ambiti, ma in ogni caso, nel portare vita, diventiamo “alimento” per l’altro, calore, rifugio, riposo, conforto. Questa dinamica dell’amore però, non si deve limitare a qualcuno, ma si deve estendere a tutti, sebbene ciascuno vada amato nella misura in cui ha bisogno.

Non ci sono classifiche da compilare, e a noi non serve apparire per quello che possiamo fare, serve amarci così come siamo, sotto lo sguardo di Gesù, perché il frutto dell’amore che rimane, è proprio amarci gli uni gli altri come Dio ci ha amati; entrare in una dinamica di comunione, che deriva dall’intimità di vita con il proprio Signore e Salvatore.

L’amore è dono e compito da imparare continuamente, lasciamoci amare,  salvare, chiediamo al Signore di aiutarci a rimanere in quell’amore così da cantare un “canto nuovo”, perché Lui ha compiuto meraviglie nella nostra vita, per noi e per gli altri.

“O uomo, resta.

Non scappare da chi Ti ha creato e amato,

non lasciare il tuo cuore senza Dio, resta.

Signore, aiutaci a dimorare in Te,

in quel cuore dove Tu ci hai fatto spazio.

Fa che lo ricordi nella fatica e nella gioia,

intoni un canto nuovo per gli incerti di cuore,

miei fratelli di cammino,

affinché restino con Te”.

(Shekinaheart eremo del cuore)

 

A partire da me

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04 MAGGIO 2024

SABATO DELLA V SETTIMANA DI PASQUA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Grande inquietudine, ci assale quando sentiamo fatti di odio che succedono nel mondo, in questo mondo, che Dio ha creato come cosa buona; ma altrettanto grande inquietudine, ci pervade quando vediamo che quell’odio, è anche dentro noi stessi e quel mistero del male si espande ovunque. Quale risposta dare al mistero dell’iniquità umana?

Non possiamo dire che il male regna ovunque e sempre, perché Cristo morto e risorto, ha sconfitto le potenze del male. L’amore ha vinto sul potere di quel mistero dell’iniquità umana.

Noi siamo stati chiamati dal mondo per andare controcorrente, e questa è l’azione dell’amore, invertire la rotta dell’egoismo, dell’odio e della violenza.

L’amore tuttavia, non elimina meccanicamente tutti i problemi, le difficoltà, le tensioni che ci sono in noi e attorno a noi, ma ci aiuta a viverli con la forza di Cristo, perché Dio vive in noi, cosi l’amore cambia dal di dentro, scava la roccia come una goccia d’acqua che continuamente cade e leviga.

Lasciamo che quest’acqua scorra in noi e chiediamo al Signore che ci aiuti con la sua presenza, a vivere in questo mondo custoditi dal male, portatori di benevolenza: benevoli verso gli altri e verso noi stessi, dove le azioni buone che facciamo ogni giorno, forse non faranno una grande differenza a i nostri occhi, ma è importante che vengano fatte, perché è il nostro dovere compiuto, la nostra piccola goccia d’amore per un mondo d’amore a partire da me.

“Signore,

quanto male fa il male.

Ed io come risponderò?

Dammi la forza

per essere quella goccia d’amore

che scava la roccia.

Tu che del mio errore

ne hai fatto un atto di amore,

fa che io riesca a fermare

la mia risposta di male,

con quel bene e quella forza

che viene da Te.

Non sarò più bravo, più buono,

sarò semplicemente

una goccia del Tuo cuore,

che scava amore a partire da me.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

Conoscere Gesù

 

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VENERDÌ 03 MAGGIO 2024

SANTI FILIPPO E GIACOMO, APOSTOLI – FESTA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

È un’esperienza comune quella di stare insieme ad una persona e di non conoscerla fino in fondo. Questa pare essere l’esperienza di Filippo, che chiede a Gesù di mostrargli il Padre. Dopo tanto tempo che Gesù era con i discepoli non ne avevano ancora compreso bene chi era, e il senso della sua missione.

E noi quanto tempo abbiamo passato con Gesù? Quanto abbiamo conosciuto di quel mistero di salvezza che scorre nel nostro tempo?

Dio entra nel tempo e si fa compagno di cammino, così per noi diventa una presenza costante. Il tempo di Dio innestato nel tempo dell’uomo, non più un tempo “fisico” da misurare, ma un tempo da intuire, da vivere nella fede che Cristo è il vero Volto del Padre.

Credere non è sempre semplice e come Filippo vogliamo capire di più, o meglio, desideriamo capire tutto di quel mistero tra Padre e Figlio, ma la nostra fede spesso “ondeggia” sulle nostre emozioni, suggli avvenimenti, in quel tempo che non sappiamo bene definire. Allora per ricentrarci, rivolgiamo lo sguardo a Gesù che abita il nostro tempo, le nostre azioni, e come un girasole, voltiamo la corolla del nostro cuore verso il sole di Cristo, il Presente nel tempo, Colui che ci mostra il Volto del Padre.

“Signore,

Tu sei Colui che mi conosce di più,

ma io cosa so di Te?

Poco, eppure Tu non ti stanchi

di farmi vedere il Tuo volto.

Aprimi il Tuo cuore,

affinché apra il mio e ritrovi Te.

Volto amico, volto di Padre,

uomo di perdono e di pace

e soprattutto, Tu sei Colui

con cui io voglio vivere

una vita di amore e di fedeltà.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

 

Gioia

 

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GIOVEDÌ 02 MAGGIO 2024

SANT’ATANASIO, VESCOVO E DOTTORE DELLA CHIESA – MEMORIA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

La gioia di Cristo sia in te!  Potrebbe essere questo il saluto che ciascuno di noi oggi, può dire all’altro. Non una gioia qualunque di un momento di spensieratezza, di svago, ma una gioia duratura, interiore, che penetra nella profondità nel cuore umano frutto di un amore stabile. Una gioia derivante da quell’unico evento in cui Cristo ha vinto ogni male, ha “mutato il mio lamento in danza, le mie vesti di sacco in abito di gioia” (Salmo 30,12).

Solo la gioia del Risorto dona pienezza alla nostra esistenza, dà forza al nostro vivere quotidiano, ci aiuta ad affrontare le inevitabili difficoltà e le sofferenze della vita. Afferma padre Cantalamessa: “Senza Dio, la vita è un giorno che termina nella notte; con Dio è una notte che termina nel giorno, e un giorno senza tramonto”.

L’amore di Dio ci dona il giorno della vita, perché noi possiamo vivere ogni giorno la vita nella gioia, con la certezza di poter guardare ad una gioia senza fine, che fin da ora possiamo pregustare, ma che solo un giorno sarà “piena”.

Questa gioia non si può comprare, ne vendere, si può riceve e donare: Dio desidera dare a noi tutta la sua gioia, allora rimaniamo nel suo amore, perché la nostra “gioia sia piena”. Nessuna gioia vera è senza amore, e nessun amore è completo se manca la gioia.

A te che leggi, a te che ascolti, a te che ami: la gioia di Cristo sia in te!

“Signore,

dammi un po’ della Tua gioia.

Solleva il mio cuore un po’ più su,

affinché me ne accorga,

così che il mio volto si rallegri,

perché vede in Te

quella speranza di pace

che non ha confini,

supera gli ostacoli

e mi fa riconoscere davvero,

che Tu mi ami!”

(Shekinaheart eremo del cuore)

 

Giuseppe

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MERCOLEDÌ 01 MAGGIO 2024

SAN GIUSEPPE LAVORATORE – MEMORIA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Oggi celebriamo la memoria di San Giuseppe lavoratore, un uomo giusto come lo definisce il Vangelo, che con il lavoro delle sue mani, provvedeva il sostentamento per la famiglia.

Ogni lavoro che svolge l’essere umano lo rende costruttore della terra, compartecipe di quel primo lavoro che Dio ha creato e consegnato alle mani dell’uomo, perché vi possa vivere e lo possa custodire.

Scrive Isaia: “egli, il Dio che ha plasmato e fatto la terra e l’ha resa stabile, non l’ha creata vuota, ma l’ha plasmata perché fosse abitata”(45,18).

San Giuseppe nella quotidianità della sua vita e del suo lavoro, non ha custodito solo il creato, ma con amore di padre, si è preso cura del suo stesso creatore nella persona di Gesù, del Figlio di Dio.

L’umile falegname partecipa in tutto e per tutto al piano di salvezza di Dio: insegna a Gesù la sua arte, cosi che anche Lui lavorerà con mani d’uomo, su questa terra, dove Dio lo ha inviato; insegna a Gesù con l’esempio l’obbedienza alla volontà di Dio, a quel piano di salvezza che porterà a compimento per tutta l’umanità.

A San Giuseppe affidiamo tutto il mondo del lavoro, perché ogni opera compiuta sia strumento di crescita e di sviluppo, conservando quella dimensione spirituale di cooperazione all’opera creatrice di Dio, dono per il bene di tutti gli esseri umani.

“O Giuseppe,

a te rivolgo la mia preghiera,

affinché tu obbediente nella tua famiglia,

mi aiuti a camminare nella mia.

Sostieni i miei passi stanchi,

affinché sappia dare a Dio il frutto di ogni mio lavoro: l’amore.

Sia capace di ascolto, di perdono

e nella mia umana incertezza,

possa la tua famiglia di Nazareth donarmi la forza di guardare in alto, presso Dio.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

 

Vi lascio la pace

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30 APRILE 2024

MARTEDÌ DELLA V SETTIMANA DI PASQUA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

“Vi lascio la pace, vi do la mia pace”. La pace che Gesù ci da non è come quella degli equilibri del mondo, assenza di guerra, buoni accordi di intenti e neppure di un quieto vivere, di una calma diffusa e riposante o di una buona sistemazione per vivere. La pace che Gesù da ai suoi discepoli

deriva da un amore più grande di tutto, infatti scrive Giovanni: lo stesso giorno della risurrezione Gesù saluta i suoi discepoli dicendo: Pace a voi! E mostrando le ferite della croce, il Risorto sigilla una pace che solo Lui può dare, perché il nostro cuore non abbia più paura. Gesù ci vuole rassicurare: la sua pace è la sua costante e perenne presenza, che nessuno può toglierci.

Tante possono essere le situazioni per cui abbiamo paura: per gli altri, per noi; il nostro cuore è inquieto e spaventato, ma Lui conosce già tutto ha vissuto: incomprensioni, offese, minacce, percosse, fino alla morte. Cristo è risorto, ha vinto tutte le paure dell’uomo, anche quella più grave: la morte. La sua pace scende nel nostro cuore per darci una stabilità di vita, non più sballottati dai turbamenti, ma fiduciosi nella sua presenza.

Fa sempre bene, quando abbiamo bisogno di ritrovare la pace del cuore, rileggerci queste parole di Santa Teresa d’Avila: “Nulla ti turbi, nulla ti spaventi; tutto passa, Dio non cambia; la pazienza ottiene tutto; a chi ha Dio nulla gli manca. Solo Dio basta”.

“Signore,

la Tua pace scenda su di noi,

come una goccia di acqua nel deserto,

cosi che quelle crepe

siano segno del Tuo passaggio,

come le Tue ferite del mio.

Perdonami per il male che ho fatto,

quando alla mia fragile fede

ha prevalso il panico alla pace.

Perdonami e guariscimi,

cosi che non mi manchi nulla,

perché saprò che

Tu sei con me.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

 

Ti rendo lode

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LUNEDÌ 29 APRILE 2024

SANTA CATERINA DA SIENA, VERGINE E DOTTORE DELLA CHIESA, PATRONA D’ITALIA E D’EUROPA – FESTA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Il Vangelo di oggi inizia con Gesù che rende lode al Padre. Ma Dio non lo si loda tanto per le cose materiali che da lui riceviamo, quanto per l’amore che ci dona, perché Lui è nostro Padre e noi siamo suoi figli. Gesù è venuto per farci conoscere il Padre, per portarci il cielo sulla terra, cosi il Verbo si è fatto carne, l’amore è diventato concreto.

E sebbene Dio si dona a tutti, non tutti però riescono a comprendere quell’amore, poiché Dio non lo si possiede con l’intelligenza, non è un’ideologia, non lo si trova nell’autosufficienza di chi vuole bastare a se stesso; Dio si rivela al cuore che lo attende, che lo cerca sebbene a tentoni e che lo desidera.

Dio è il Padre che vuole solo donare amore ai suoi figli; nella misura in cui mi riconosco bisognoso, povero, mancante e lo accolgo, Egli si dona per colmare la mia vita della sua presenza.

Gesù ha ricevuto tutto dal Padre e consegna tutto se stesso a ciascuno di noi, ci introduce nella vita del Padre a cui nessuno si deve nascondere, perché Lui vuole solo donare, accoglie le nostre povertà, i limiti, i peccati e li purifica nella sua grande misericordia.

Allora ascoltiamo l’invito di Gesù: “Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, […] e troverete ristoro per la vostra vita”. Andiamo a Lui e preghiamo con le parole di santa Caterina da Siena, che oggi festeggiamo patrona d’Italia: “Tu, Trinità eterna, sei come un mare profondo, in cui più cerco e più trovo; e quanto più trovo, più cresce la sete di cercarti. […]  Trinità eterna, sei creatore ed io creatura; ed ho conosciuto – perché tu me ne hai data l’intelligenza, quando mi hai ricreata con il sangue del tuo Figlio – che tu sei innamorato della bellezza della tua creatura”. Per questo con Gesù, rendiamo lode al Padre.

“Ti rendo lode, Signore,

per un amore così profondo colmarmi il cuore,

tanto grande che ne sfioro solo la superficie.

Tu Trinità infinita,

ami e trovi bella questa tua creatura non perché ti ricorda Te medesimo,

ma perché Tu hai tra le mani

un amore frutto di un legame

tra Te e il Figlio, e lo Spirito Santo

e in quest’unione,

trovi in me un cuore

dove poter far nascere questo amore.

Un cuore che seppur fragile,

attende, spera

e chiede, perdono

e loda Te per questa gioia. “

(Shekinaheart eremo del cuore)

Vite e tralci

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28 APRILE 2024

V DOMENICA DI PASQUA – ANNO B

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

L’immagine della vite nelle Scritture  ha risonanze profondissime, soprattutto in rapporto alle premure di Dio per il suo popolo. Quando Gesù si dice vite vera, mostra agli apostoli la profondità del legame che li unisce e offre una chiave di lettura del mistero della sua vita e della sua persona.

Dio si prende cura della sua vigna, la pota perché crescano frutti più ricchi, più belli, la potatura toglie solo il superfluo, il tralcio che rimane unito alla vite vive nella linfa di quella pianta; in essa vi scorrono goccie di vita, goccie di amore.

Dio che scorre dentro ogni tralcio e lo rende più vivo e più fecondo, un amore che continua a pulsare a dare vita. Partecipare a tutta la bellezza di quell’amore, significa dimorare in Gesù e noi troviamo dimora, quando non attingiamo altrove motivazioni per far vivere la nostra vita, ma quando lasciamo che lo Spirito del Signore agisca e muova il nostro cuore in tutto ciò che sente e che fa, restando nella sua intimità.

Rimanendo in Gesù si realizza il desiderio di comunione di Dio con gli uomini. In noi scorre la vita di Dio, per questo grappoli maturi, frutti rigogliosi di un amore immenso vengono moltiplicati nei discepoli, perché porteranno altrettanti frutti, mostrando l’amore gli uni per gli altri.

Cosi come ogni albero dona i suoi frutti, anche la nostra vita unita a Gesù, impara a donare il frutto del suo amore. Rimanere, diventa il verbo del donare.

“Signore,

tienimi accanto a Te, stretto;

nessun dolore o fatica

mi separi da Te.

Senza di Te non posso nulla,

e Tu senza di me saresti una vite senza un tralcio,

ti mancherebbe un pezzo,

non perché io sia come Te,

ma perché mi hai reso così importante

da essere parte di Te.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

Mostraci il Volto

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27 APRILE 2024

SABATO DELLA IV SETTIMANA DI PASQUA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

In fondo non ci stupisce la domanda di Filippo, perché l’uomo da sempre è alla ricerca del Volto del Dio vivente. Lo sono i credenti, che cercano di crescere nella fede e nella conoscenza del mistero Divino, e quanti pur non credendo, cercano risposte a interrogativi su questioni sempre aperte.

La nostra esperienza quotidiana, è spesso presa nella fatica di credere che davanti a tante situazioni Dio potrebbe agire diversamente, ma questo non è il vero Volto di Dio, quello che è venuto a mostrarci Gesù, assumendo la natura umana.

Il Volto di Gesù è tutto l’amore del Padre per noi, e tutti i gesti compiuti da Gesù, dicono questo mistero di comunione e di misericordia che si riversa su ogni uomo per puro dono.

Cercare il Volto del Signore è imparare la grandezza di un amore che ci lascia stupiti; scrive Clemente alessandrino commentando il mistero dell’Incarnazione: “Si è piegato il Signore ma si è rialzato l’uomo” (Esortazione ai Greci). Con lo “spogliamento” della sua vita, “assumendo la condizione di servo”, Cristo ci ha consacrati nell’amore del Padre. Gesù è in tutto rivelazione del Padre! Guardiamo al Figlio e vediamo il Padre.

“Signore,

dove sei?”.

Mi rispondi:

“sono qui,

in questo sole appena sorto,

ed in ogni tuo giorno”

Dammi la forza di vederti,

di scorgere il Tuo volto,

così che i miei occhi incontrino i Tuoi

e non debba più chiederti:

“dove sei?”

Perché quel riflesso di luce,

quel sole appena sorto,

è la luce che nei Tuoi occhi

illumina i miei.”

(Shekinaheart eremo del cuore)