Camminare

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MARTEDÌ 11 GIUGNO 2024

SAN BARNABA, APOSTOLO – MEMORIA

Camminare, è il percorso della nostra vita che il Signore ci chiama a compiere, puntando alla meta del regno dei cieli, che è quel vivere alla presenza e nella compagnia di Gesù Cristo. Camminare con Lui sempre, è la certezza di fondo che deve abitare la nostra vita. Emblematiche sono queste poche parole di Trilussa: “Quella vecchietta cieca che incontrai… mi disse: – “Se la strada non la sai ti accompagno io, che la conosco… – La cieca, allora, mi pigliò la mano e sospirò: – Cammina”. – Era la Fede”.

Andare avanti con questa fede, ci permette di percorrere ogni strada, anche se non conosciamo ancora cosa troveremo, quali incontri faremo. Il nostro cammino può andare spedito, oppure trovare difficoltà, battute di arresto e cadute, ma non dimentichiamoci mai della sua Presenza. Fermiamoci a riposare e consideriamo che quanto abbiamo ricevuto è dono gratuito, è l’amore di Dio che ci ha accompagnato, ha fatto compiere tra noi gesti d’amore: abbiamo aiutato, ascoltato, condiviso.

La strada continua, annunciare che il regno di Dio è gia presente, in mezzo a noi, non consiste nel farci maestri, bensi testimoni di una maniera nuova di vivere e convivere: avere sugli eventi lo stesso sguardo di Gesù, pensare a come agirebbe Lui, agli esempi che ci ha lasciato, a quell’amore donato solo per amore, gratuitamente, perché nessuno possa avanzare meriti e tutti possano riconoscersi fratelli, figli di un solo Padre, per camminare umilmente con il proprio Dio (cfr. Mi 6,8).

“Signore,

aiuta ogni mio passo,

affinché in esso ci sia sempre il Tuo.

Libera il mio cuore

da ogni fatica o dolore

e mi senta protetto da Te.

Cammino con Te nello scorrere del tempo,

aiutami a non sprecare nulla

di ciò che mi doni

e sappia riconoscere la Tua presenza,

nonostante la mia debolezza

e viva dell’amore

che hai per me.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

Seguimi

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18 MAGGIO 2024

SABATO DELLA VII SETTIMANA DI PASQUA

Nel Vangelo di oggi, leggiamo una risposta di Gesù a Pietro alquanto misteriosa: “Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa? Tu seguimi”. Gesù sembra dire a Pietro di non preoccuparsi di cosa sarà di Giovanni, a cui si riferiva la domanda, perché ogni discepolo ha il suo cammino da vivere.

“Tu seguimi”. Seguire il Maestro è un’esperienza di vita unica e creativa che ciascuno vive in modo proprio, secondo le sue caratteristiche, la sua storia. “Tu seguimi”. Perché il mondo ha bisogno della tua testimonianza, ha bisogno di cuori che sanno ascoltare, perdonare; ci sono cuori da fasciare e da nutrire. C’è bisogno di tanto amore che si doni senza attendere o domandare.

Lo Spirito Santo che guida e muove i passi di ognuno di noi, ci fa essere presenza di Dio nella storia umana, e come dice un antico testo: “noi siamo le braccia, le mani, i piedi di Dio”. Seguire l’Amore ci renderà persone sempre più libere di amare, perché capaci di rompere la durezza del cuore e di guardare all’unico Maestro che dona la vita vera: il Risorto.

C’è una bellissima poesia, “Segui l’amore”, di Khalil Gibran che recita:

“L’amore non dà nulla fuorché sé stesso

e non coglie nulla se non da sé stesso.

L’amore non possiede,

né vorrebbe essere posseduto

poiché l’amore basta all’amore”.

“Tu seguimi”. Così come sei, con la tua storia, con tutta la tua vita.

“Signore,

seguire è mettere il mio passo al ritmo del Tuo.

Seguire è amare Colui che davanti indica la strada.

Tu sei Colui a cui ogni giorno

voglio dedicare il mio passo.

Io ti seguirò con tutte le mie forze,

perché mi importa di Te,

seguirò il mio cuore correrti dietro

e lì dove sono incerto,

fammi sentire il Tuo amore soltanto,

così che io trovi la forza

per camminare dietro Te. “

(Shekinaheart eremo del cuore)

Libertà

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20 MARZO 2024

MERCOLEDÌ DELLA V SETTIMANA DI QUARESIMA

Chissà se vi è mai capitato d’incontrare delle persone che vi hanno lasciati stupiti per la loro libertà d’animo, che riescono a trasmettere una verità e una serenità di se stessi non comune, una fede che dice a chi incontrano: Dio ti ama!

Tale libertà può essere solo frutto di un cammino nella verità di Dio: «Se rimanete nella mia parola, siete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi». Ma questa parola non è soltanto per qualcuno, bensì per tutti, perché tutti in Gesù siamo resi figli, siamo stati liberati dal peccato e messi in grado di amare su una misura altissima, quella di dare la vita sull’esempio di Gesù.

Il Figlio è amato talmente tanto dal Padre, da non temere più nulla, cosi anche noi, se ci immergiamo in questa verità, possiamo cominciare a vivere senza la paura di non essere considerarti, stimati o giudicati dagli altri. Nelle nostre relazioni saremo liberi di camminare nella verità, di sentirci bene con noi stessi e con gli altri, perché la nostra forza è in quella Parola che è stata seminata nel profondo del cuore di ciascuno e genera sempre vita nuova. Una Parola vera che ci insegna come consegnare noi stessi agli altri fratelli, cosi che quanti ci incontrano, possano trovare in noi la vera libertà dei figli di Dio.

“Signore,

libera il mio cuore,

così che non sia schiavo delle mie paure,

delle mie angosce.

Libera il mio cuore,

così che mi chiamino: figlio di Dio.

Voglio stare bene nel Tuo cuore,

voglio starci da figlio libero,

e soprattutto voglio guarire dal peso del mio passato,

catene arruginite, ma che fanno male.

Tu sei la mano che mi libera da quel giogo,

prendi la mia mano per non lasciarla più,

per essere figlio,

per divenire un figlio libero.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

 

Egli ti verrà a cercare

Egli ti verrà a cercare

 

12 DICEMBRE 2023

MARTEDÌ DELLA II SETTIMANA DI AVVENTO

Ognuno di noi è amato da Dio, ognuno di noi è la sua preferenza, per questo se tu ti perdi oggi Egli ti verrà a cercare, si accorgerà che non ci sei. Accorgersi, in un mondo che corre veloce, dove spesso il timore è quello di essere dimenticati, di non essere amati abbastanza, di non essere considerati, così ci troviamo ad accontentarci di piccole considerazioni e disperdiamo il cuore in piccole cose.

Oggi il Signore ci invita a non disperdere le nostre energie, e a vivere la nostra vita sapendo che è custodita da Lui. Se anche tua madre o tuo padre ti abbandonassero io non ti dimenticherò mai, ci ricorda Isaia (cfr.49,8-15). Ecco il nostro Dio, ecco colui che viene a darci ristoro in quella ferita, in quella dimenticanza.

Sapere che Dio scende per me, scende a cercarmi, commuove il cuore; sapere che è disceso sulla terra per incontrare me, ancora di più. Dobbiamo dircelo: Dio è proprio il Dio nostro, noi siamo suoi ma Lui è nostro, ci ama tanto, vuole il nostro bene e tanto ama, tanto soffre quando non riusciamo. Egli corre nello scorrere del tempo veloce come un lampo, affinché dall’alba al tramonto tu non ti senta perso, e quando la notte scende, tu possa non sentire la paura di quel buio. Hai paura? Dillo a Gesù. Fai della notte la vostra notte in preghiera, dove è Lui che accompagna il tuo cammino e ogni lacrima scesa non sarà gettata, ma asciugata dal cuore del Padre.

Il Natale possa portaci questa fiducia: un Dio lontano dai miei occhi si è fatto vicino, percorre la mia strada, la precede a tratti e si fa accanto in altri, ma non c’è un passo in cui si dimenticherà, perché Dio non vuole che ti perdi, né ora né mai. Dio è con te per sempre.

“Signore,

vienimi a cercare,

perché anch’io ti cerco,

ma non so la strada.

Il tuo amore è veloce come un fulmine,

ne vedo la luce, ne sento la scossa

e questo fa bene al mio cuore,

perché dal tuo amore riparto

non per lasciarti,

ma per camminare

consapevole che ora ci sei.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)

 

Ti sono perdonati i peccati

ti sono perdonati i peccati

06 LUGLIO 2023

GIOVEDÌ DELLA XIII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)

Prima lettura: Gn 22,1-19

Salmo: Sal 114 (115)

Vangelo: Mt 9,1-8

Che cosa infatti è più facile: dire “Ti sono perdonati i peccati”, oppure dire “Àlzati e cammina”?

Sal 114 (115)Il perdono dei peccati è una grazia talmente grande, che prende tutto noi stessi dal profondo, toglie i pesi che bloccano il cuore e ne limitano le relazioni.

Chi fa l’esperienza del perdono può veramente alzarsi e camminare. Questo miracolo si compie per strada, quasi a dire che non dobbiamo mai fermarci, perché Gesù in qualsiasi luogo in qualsiasi situazione ci troviamo, vuole solo donarci il suo perdono, desidera guarire quell’umanità ferita dal peccato che distoglie dalla vita buona.

In Gesù mediante il sacrificio di se stesso, tutte le forme di paralisi del cuore e della mente cui siamo soggetti vengono annullate.

Solo la parola autorevole ed efficace di Gesù può guarire l’umanità paralizzata e farle dono di camminare in una fede rinnovata.

L’incontro con Gesù cambia la vita, ti rialza e ti mette in grado di camminare con le tue gambe per andare a dire a tutti le meraviglie del suo amore.

“Signore,

guida i miei passi,

sostienimi quando come paralizzato, il mio passo cede.

In te depongo le mie speranze,

le mie incertezze,

tutto quello che è nel mio cammino.

Cammina con me,

stammi accanto,

fa che ad ogni passo senta il tuo respiro,

concedimi di camminare con te,

ora e sempre.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

Un salto nella luce

un salto nella luce

 

09 DICEMBRE 2022

VENERDÌ DELLA II SETTIMANA DI AVVENTO

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Is 48,17-19

Salmo: Sal 1

Vangelo: Mt 11,16-19

 

Avete mai provato a stare in una stanza al buio e all’improvviso, senza che lo sappiate, vi accendono la luce, cosa si vede? Per un istante non si vede più niente. Come la generazione che Gesù descrive nel Vangelo di oggi, persone insoddisfatte, che sono dinanzi alla luce e si lamentano “di aver fatto o detto cose” e non si accorgono di nulla: non vedono.

Gesù ci invita a prestare attenzione a questa tendenza, perché se ci dovesse capitare non dobbiamo spaventarci, ma affrontare tale sentire per superarlo.

Non è sempre detto che il nostro sentire corrisponda alla realtà, possiamo per esempio sentirci soli e non esserlo, e se questo discorso vale tra di noi, allo stesso modo vale per Dio.

Forse a volte più che parlare di un salto nel buio, dovremmo dire un salto nella luce ovvero, lasciare che sia Lui a guidarci, confidando in Colui che ha a cura e a cuore le nostre vite, perché pertanto che facciamo, in verità ci sarà sempre un parte di noi che avrà bisogno di Lui.

“La sapienza è stata riconosciuta giusta per le opere che essa compie”: è questa la promessa che unisce la nostra storia alla Sua, l’incarnazione. La Sua sapienza si è fatta volto per guardarci negli occhi, mani per darci conforto e gambe affinché potessero camminare incontro a noi ed arrivare lì dove facciamo fatica, così che la nostra vita nonostante il dolore non fosse solo questo, ma una storia di un’incontro, la storia in cui ad un certo punto nel buio del cuore, si è accesa una luce che mai si spegnerà.

“Signore,

lo so che ci sei e in me c’è desiderio di Te,

ma tra quello che sento e faccio c’è tanta fatica.

Amami quando sono qui fermo, inerme.

Sostienimi quando la mia fragilità prende il sopravvento.

Scuotimi dal torpore che annebbia la mia mente.

Fammi toccare il Tuo amore,

affinché io sappia riconoscere che eri nel mio cuore da sempre.

Ti prego: risplendi in me,

così che io vedendo la luce ti corra incontro

ed abbandonando il buio

non veda che Te.”

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

“Le hai rivelate ai piccoli”

 

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SABATO 01 OTTOBRE 2022

SANTA TERESA DI GESÙ BAMBINO, VERGINE E DOTTORE DELLA CHIESA – MEMORIA

 

LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: Gb 42,1-3.5-6.12-16 (NV) [ebr. 1-3. 5-6.12-17]

Salmo: Sal 118 (119)

Vangelo: Lc 10,17-24

“Le hai rivelate ai piccoli”, non ai grandi, ai piccoli, ovvero a tutte le persone semplici, che nel quotidiano cercano parole buone: alcuni direttamente da Dio, attraverso la fede e i sacramenti, altri persino in posti o luoghi dove sembra non esserci, quello che li accomuna è il cercare.

Il Signore ci insegna a comprendere come il Vangelo sia dei “ritrovati”. Da ogni parte, in qualunque situazione siamo, c’è un’iniziativa di Dio che è precedente all’incontro tra noi e Lui. Il desiderio di trovarci, supera quello di ricerca ed in fondo il nostro voler cercare, ha in sé la stessa radice che spinge il trovare, ovvero: l’amore.

“Ti rendo lode”, tra il Figlio e il Padre c’è sintonia, entrambi cercano i piccoli, e non solo anagraficamente: i malati, i poveri, gli afflitti, perché il Vangelo non è scritto per i perfetti, ma per tutti. Attraverso l’incarnazione, in cui Dio si fa “piccolo”, un bambino, riusciamo a comprenderne come la Parola sia il Vangelo dell’incontro.

Non dobbiamo fare altro che lasciarci incontrare e stupire da Dio.

Siamo invitati a credere alla possibilità che ci dona ogni giorno per poter ricominciare, e di questo i piccoli sono i maestri. I fanciulli hanno negli occhi lo stupore della novità. Vuoi far ridere un bimbo? Guardalo negli occhi e vedi come il suo sguardo osserva i particolari, passando da un dettaglio all’altro e sorride, perché ne coglie un segno di affetto, gioco, amore. Non c’è rigidità o paura di inganno, c’è fiducia in chi ha di fronte. I bambini gattonando o camminando, cadono e si rialzano, non mollano al primo ostacolo e ricominciano sempre.

Sia cosi anche per noi: ritrovare in Lui la forza del nostro camminare attraverso lo sguardo semplice di noi piccoli già grandi!

“Signore,

insegnaci la semplicità,

quella dei piccoli

che hanno più coraggio dei grandi.

Crescendo si perde fiducia,

il cuore vive delusioni

e perdiamo la nostra piccolezza.

Tu ci vieni incontro, ci ami,

affinché possiamo camminare

per le strade del mondo

e rafforzare il nostro cuore

nella consapevolezza del Tuo amore”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)