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Un sapore nuovo
MARTEDÌ 13 GIUGNO 2023
SANT’ANTONIO DI PADOVA, PRESBITERO E DOTTORE DELLA CHIESA – MEMORIA
LITURGIA DELLA PAROLA (clicca qui)
Prima lettura: 2 Cor 1,18-22
Salmo: Dal Sal 118 (119)
Vangelo: Mt 5,13-16
Possiamo essere luce e sale del mondo solo se stiamo ancorati a Gesù, è Lui che da sapore e bagliore alla nostra vita, ecco perché il Vangelo termina con questa affermazione: “perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli”.
Rendere grazie è riconoscere il sapore nuovo delle nostre vite e di quelle che ci sono accanto. Il nostro compito è dire con la vita quanto Dio sia promettente. E non solo quando tutto va bene, ma in ogni occasione, perché se un piatto è insipido lo sentono tutti sempre.
La prima lettura afferma che tutte le promesse di Dio sono divenute “Si” in Lui. Mediante la Sua vita, la nostra è divenuta una possibilità, un luogo in cui poter realmente fiorire.
Desideri risplendere? Dare sapore alla tua quotidianità? Stai accanto a Gesù, fallo entrare nella tua vita. Egli non ti porterà via nulla anzi, aggiungerà colore in un cielo scuro, sarà quello squarcio di Luce che darà al nostro cielo un tono più bello.
Sii sale, sii luce, questo è il nostro augurio, affinché ciascuno possa fiorire ovunque sia ed essere felice, perché è accanto a te il sapore della vita.
“Signore,
pregando Te, tocco il cielo,
e in tutto quel buio
si apre uno squarcio:
è la Tua mano che consola,
è il bagliore di una luce nuova.
Oltre il buio, oltre il dolore,
il cielo mi vive accanto
ed io rimango a contemplare quel bagliore
farsi spazio nel mio cuore.
Un sapore nuovo prova la mia vita,
una luce attraversa la mia oscurità,
sei Tu, o Dio la mia viva possibilità.”
(Shekinaheart Eremo del cuore)
Abbiate fede
02 GIUGNO 2023
VENERDÌ DELLA VIII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)
LITURGIA DELLA PAROLA (clicca qui)
Prima lettura: Sir 44,1-9-13
Salmo: Sal 149
Vangelo: Mc 11,11-25
Per ben due volte risuona nel Vangelo di oggi l’invito di Gesù ad aver fede: “abbiate fede”. La fede è quella vista che ti permette di vedere le cose in una prospettiva diversa, è quella luce che non abbaglia, ma chiarisce ed illumina.
Avere fede è un esercizio, non avviene immediatamente, noi possiamo riuscirci un passo alla volta, solo se in questi passi facciamo entrare Dio. Egli è l’unico capace di comprendere i desideri del nostro cuore, e li esaudirà, non perché ogni cosa che si chiede si ottiene, poiché sarebbe una logica data dal capriccio, ma perché scendendo in profondità, sapremo chiedere davvero a Dio ciò che conta nel nostro cuore.
La fine di questo Vangelo sembra quasi non c’entrare con la parte precedente, dove leggiamo un Gesù al quanto arrabbiato tanto da rovesciare i tavoli del tempio. Da tale scena dobbiamo trarne un insegnamento di coerenza, quanto più ci abituiamo a vivere di fede, tanto più impediremo che il nostro cuore venga preso in assalto dai “ladri” che ci portiamo dentro e ci distolgono dal cammino con Gesù.
Lasciamoci liberare il cuore dal Signore, viviamo di quella fede che parte dall’ascolto di Lui, giorno dopo giorno. Egli ha molto da insegnarci e lo farà se lo lasciamo fare un passo alla volta.
“Signore,
aiutami a vivere di fede,
affinché possa vedere il mondo con i tuoi occhi
dove il peccato, il dolore,
vengono oltrepassati da una giustizia che è misericordia.
Aiutami a credere,
nella fiducia che Dio ha posto in me,
così da farti sempre più spazio
in questo cuore bisognoso di conversione,
ma che vuole vivere con Te,
di quella fede che in Te si è fatta viva,
occasione, possibilità,
poiché ogni cuore
si nutra di Luce e non più del buio”.
(Shekinaheart Eremo del cuore)
Resta con noi
12 APRILE 2023
MERCOLEDÌ FRA L’OTTAVA DI PASQUA
LITURGIA DELLA PAROLA (clicca qui)
Prima lettura: At 3,1-10
Salmo: Sal 104 (105)
Vangelo: Lc 24,13-35
“Egli fece come se dovesse andare più lontano”
Il Signore non si impone mai alla nostra volontà, ma fa sorgere in noi la nostalgia del suo incontro. La sua vicinanza fa ardere il cuore della sua presenza, che non possiamo più trascurare.
Allora come i discepoli esclamiamo: “resta con noi perché si fa sera”. Senza la sua presenza non vediamo bene, ci viene meno la lucidità della fede e la magnanimità del cuore, abbiamo bisogno della Sua luce nella nostra notte.
Gesù ci conosce e fa della sua presenza un luogo in cui ci è possibile sentire il cuore ardere, ovvero: sentirlo vivo in noi, al punto da non poter piu stare senza di Lui. Siamo invitati a dire al Signore: “resta”, resta nelle nostre case, nel nostro cuore, resta, perché senza di te il nostro cuore non arderebbe.
Gesù è il presente, per questo è nato, morto e risorto, per poter essere sempre con noi, con tutti, anche con chi non lo conosce, con quanti non lo cercano affatto.
Un Dio che per restare sempre sceglie un pezzo di pane, la cosa piu semplice di questo mondo, ma anche la piu unica, perché chiunque riceverà di quel corpo, non potrà che sentire il cuore ardere, poiché l’amore scalda, brucia, si consuma e sopratutto non finirà mai.
La certezza che Lui è risorto
10 APRILE 2023
LUNEDÌ FRA L’OTTAVA DI PASQUA
LITURGIA DELLA PAROLA (clicca qui)
Prima lettura: At 2,14.22-33
Salmo: Sal 15 (16)
Vangelo: Mt 28,8-15
Il Signore nel Vangelo di oggi ci dona una certezza: Egli è qui, è risorto per tutti, per chi come quelle donne vivono di timore e gioia, e per coloro che tentano di modificare la realtà e usano ogni mezzo possibile per ostacolarlo.
Due situazioni, due realtà diverse ed entrambe possono coabitare in noi, poiché è vero, Cristo è risorto, ma noi? Noi siamo sempre gli stessi! Finisco le feste, torniamo nelle nostre case e cosa è cambiato nella nostra vita? Eppure nonostante tutto siamo gli eredi di una promessa: la certezza che Lui è risorto! La sicurezza che nel marasma dei giorni, una luce promessa nei secoli prorompe nella nostra esistenza, per liberarla dal peccato che ci portiamo dentro, dal dolore dei nostri oggi.
Questo racconto giunge a noi per ridare speranza e risanare i cuori, perché qualsiasi situazione abbiamo vissuto, questo è il tempo della grazia, dove ogni pietra può essere rotolata via. Sia questo tempo di Pasqua, un tempo in cui “accendere una luce” sulle nostre strade, la luce di Cristo risorto, poiché davvero oggi e sempre, “la vita ha vinto la morte” rendiamo gloria al Signore.
Come il cieco
19 MARZO 2023
IV DOMENICA DI QUARESIMA – ANNO A
LITURGIA DELLA PAROLA (clicca qui)
Prima lettura: 1Sam 16,1b.4.6-7.10-13
Salmo: Sal 22 (23)
Seconda lettura: Ef 5,8-14
Vangelo: Gv 9,1-41
Il brano del cieco guarito, (nella forma intera Gv 9,1-41) termina con l’osservazione di Gesù ai farisei: “Se foste ciechi, non avreste alcun peccato; ma siccome dite: Noi vediamo, il vostro peccato rimane”.
Il cuore rimane cieco quando riconosce per valide solo le sue ragioni, se invece riconosce la sua cecità, torna luminoso per la luce del Signore.
Gesù infatti dice: “Io sono la luce del mondo”. Questa non è semplicemente la luce fisica che deriva dal sole, è la luce della santità di Dio, splendore del suo amore per noi. È la luce che illumina ogni uomo e gli fa cogliere il mondo dentro lo sguardo di Dio. È la luce che Gesù ha fatto risplendere liberando gli uomini dal peccato, perché la luce è la vita degli uomini.
Il cieco ritorna alla luce, i suoi occhi impastati di fango vedono una nuova creazione. Tutti vogliono sapere come è accaduto, e forse impadronirsi di quel segreto di luce indispensabile alla vita che ancora non hanno, perché il loro cuore non comprende.
Chiediamo al Signore di essere liberati dalla nostra cecità, per diventare uomini che danno gloria a Dio con la luce negli occhi e nel cuore, e per riconoscere e confessare la nostra fede in Lui, come ha fatto il cieco, esclamando: “Credo, Signore!”.
“Signore,
possa vedere con i tuoi occhi questo mondo e me stesso,
rendimi capace di guardare con il cuore
così che mi accorga del Tuo amore
e di quanto Tu sia venuto anche per me.
A volte anch’io sono come cieco,
non vedo la Tua luce e mi fermo nell’attesa di Te,
senza accorgermi che Tu sei già qui.
Tocca il mio cuore, affinché la Tua luce mi liberi dalla cecità
ed io torni a vedere per camminare con Te,
sicuro che tutto ciò che ancora non vedrò,
Tu lo hai già visto”.
(Shekinaheart Eremo del cuore)
La Sua luce
05 MARZO 2023
II DOMENICA DI QUARESIMA – ANNO A
LITURGIA DELLA PAROLA (clicca qui)
Prima lettura: Gn 12,1-4a
Salmo:Sal 32 (33)
Seconda lettura: 2 Tm 1,8b-10
Vangelo: Mt 17,1-9
A volte per vedere bene le cose, bisogna guardarle da un altro punto di vista, per questo Gesù porta su un alto monte coloro che erano già con lui.
Il Signore ci chiama in disparte per mostrarci qualcosa di personale: il Suo volto ora trasfigurato. Si, perché ci sono momenti in cui le nostre situazioni hanno bisogno di avere una luce dentro. Gesù è quella luce, ed oggi c’è ne da la conferma, per rendere quel quotidiano un po’ diverso, ovvero, pieno di luce, pieno di Dio.
Anche noi come i discepoli siamo chiamati a scorgere Lui, la Sua luce, proprio in quei giorni di fatica, affinché nel mezzo di quella passione tanto faticosa, spunti la testimonianza di una trasfigurazione capace di innalzarci, di sorreggere il nostro cuore per sentire che Gesù è con noi.
“Signore,
donami la Tua luce,
portami con Te in alto
sopra quel dolore, quella fatica,
così da poterla sopportare.
Tu, luce il cui volto risplende,
fa che possa scorgerti sempre,
così da avere la forza
di comprendere
quanto il Tuo amore
è più alto di ogni dolore,
e così dal basso di me, Tu possa rialzarmi.”
(Shekinaheart Eremo del cuore)
Un amore che trasfigura
18 FEBBRAIO 2023
SABATO DELLA VI SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)
LITURGIA DELLA PAROLA (clicca qui)
Prima lettura: Eb 11,1-7
Salmo: Sal 144 (145)
Vangelo: Mc 9,2-13
Gesù si trasfigura davanti ai suoi, è un momento intimo e particolare. Egli rivela la sua luce in toto, così che viene paragonata allo splendore dei lavandai. Un esempio semplice, quasi banale, ma che ci aiuta a comprendere il candore di questo giorno.
La Trasfigurazione di Gesù, per i discepoli, consiste nel contemplare l’amore trasformante di Dio. Anche noi rimaniamo trasfigurati da quella Sua luce. È l’amore di Dio che trasfigura, è l’amore di un Altro che mi aiuta a vivere.
Egli mi ama talmente tanto da dare la vita per me. Mi dona parte del suo bagliore, affinché possa illuminare me stesso e chi mi è accanto. Divengo possessore di una luce, quella di Dio, che fa di tale evento un segno.
Cosa dice a noi il Vangelo di oggi? Ci invita a non temere persino quando tutto sembra non funzionare, poiché anche attraverso tali situazioni passerà la luce, ovvero: Gesù ci camminerà di fianco e si mostrerà nel Suo splendore, perché possiamo fare esperienza di un amore che si dona.
Siamo tutti destinati a contemplare in noi la gloria del figlio di Dio, quel Dio che è amore, pace, gioia, pazienza, benevolenza, fedeltà, mitezza e libertà per tutti e per ciascuno.
“Signore,
la Tua luce mi guidi sempre
e mi dia pace.
Quante situazioni da affidarti.
Sono qui per vedere Te,
Un volto di Padre nascosto,
innestato nel sorriso del Figlio;
una luce che avvolge e
scalda qualsiasi cuore.
Tu, luce di speranza scalda il mio cuore e fanne Tua dimora
così che io abbia coraggio”.
(Shekinaheart eremo del cuore)
Sale e luce
DOMENICA 05 FEBBRAIO 2023
V DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO A
LITURGIA DELLA PAROLA (clicca qui)
Prima lettura: Is 58,7-10
Salmo: Sal 111 (112)
Seconda lettura: 1 Cor 2,1-5
Vangelo: Mt 5,13-16
A Gesù sta a cuore il nostro cammino, proprio per questo ci invita non solo ad essere sale della terra e luce del mondo, ma anche a non perdere il sapore e a non restare spenti.
Egli ci aiuta ad entrare nella profondità di noi stessi, creati da Lui per cose buone, amati, sorretti, affinché non ci perdiamo.
Sale e luce sono esempi semplici, alla portata di tutti, essenziali così da non poter neanche dire: “non lo so”, perché in verità, se stiamo perdendo sapore o luce lo si comprende bene.
È un cammino di verità quello del Vangelo di oggi, per chiederci: dove stiamo andando? So essere sale e luce per chi mi è intorno?
Se ciò non fosse, dobbiamo chiedere a Dio creatore di tutto, di aiutarci a migliorare, a capire come crescere, non per svolgere un “compitino”, ma per realizzare noi stessi.
E questo sarà per noi la via della felicità, poiché corrispondere a ciò per cui siamo chiamati, non è solo fatica e sacrificio, è anche gioia e pace. Come quando mangi qualcosa ed esclami: “buono!”. Oppure in una giornata splendente di sole e dici: “bello!”. Sia così la tua vita, una scoperta della bellezza del creatore, una scoperta di cose belle di cui tu ne fai già parte!
“Signore,
insegnami a dare gusto alla mia vita ed essere luce.
Fa che trovi il coraggio di cambiare ciò che è necessario,
affinché ogni giorno, passo dopo passo,
cammini costruendo me stesso.
Nella difficoltà ch’io possa sentire
la tua mano sostenermi, per darmi coraggio.
Ed io sappia esserlo
per chi accanto ha paura,
teme di cambiare o non sa come fare.
Aiutami ad essere sale della terra e
luce del mondo”.
(Shekinaheart Eremo del cuore)
Una luce è sorta
22 GENNAIO 2023
III DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO A
LITURGIA DELLA PAROLA (clicca qui)
Prima lettura: Is 8,23b-9,3
Salmo: Sal 26 (27)
Seconda lettura: 1 Cor 1,10-13.17
Vangelo: Mt 4,12-23
Una luce è sorta perché il regno dei cieli è vicino. Dio è venuto incontro all’uomo per dargli coraggio, affinché uscisse dall’oscurità e camminasse alla sua presenza. Dio da compimento sempre alle sue Parole, alle sue promessa e la Sua promessa attraverso l’invito alla conversione, è il rinnovare il nostro modo di accogliere la grandezza del suo amore.
Il regno di Dio lo si vive qui, nella misura in cui viviamo l’attesa della sua presenza, ovvero, il desiderio sempre acceso di incontrarlo in mille volti e in molti modi, e di riuscire a leggere le situazioni con una nuova luce, perché è Dio ad illuminare la nostra storia.
Attraverso questa rilettura, ciascuno scorge la propria storia di salvezza, poiché tocca profondamente oggi e non domani, l’essere dei salvati da Cristo.
Siamo amati da sempre, prima ancora che riuscissimo a comprendere cosa volesse dire la parola Amore. Ogni Suo atto aveva questo significato e in sé è implicita una chiamata ad essere tra noi fratelli, a compiere gesti che scaturiscono da questo amore, perché ogni promessa di bene si compia dal cielo e sulla terra.
“Signore,
entra nella mia terra, rinvigorisci la mia umanità.
Con il cuore ti imploro:
rinnova in me tutto ciò che non è di Dio,
affinché purificato dal Tuo amore
sia capace di togliere il fango, il dolore,
l’umiliazione che ha caratterizzato anche la mia storia,
ma che non ti ha fermato.
Anzi, Tu mi hai preso e ridonato una dignità,
non solo in virtù di una promessa, ma di una promessa d’amore,
che oggi mi fa sentire figlio accanto a Te”.
(Shekinaheart Eremo del cuore)