Il riflesso di quella luce

 

Il riflesso di quella luce

 

LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: Gen 15,5-12.17-18

Salmo: Sal 26 (27)

Seconda lettura: Fil 3,17-4,1

Vangelo: Lc 9,28b-36

 

La prima lettura della liturgia odierna cita: “Dio condusse fuori Abram e gli disse: «Guarda in cielo e conta le stelle, se riesci a contarle» e soggiunse: «Tale sarà la tua discendenza»”. Alzare lo sguardo al cielo e guardare le stelle, dà un senso d’immensità e Dio ci assicura che tale è la nostra discendenza. Così è anche per il Vangelo di oggi, dove Gesù salito sul monte mentre pregava, il Suo volto cambiò aspetto; Pietro, Giacomo e Giovanni, ne diventano i testimoni e non solo, sentono anche uscire una voce dalla nube che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!».

Ci sono degli eventi straordinari, immensi: stelle, luce, nubi, quasi a voler rafforzare nel nostro cuore quanto sia grande il desiderio di Dio, di manifestarsi nel quotidiano come straordinario. Cosicché una preghiera o semplicemente alzare gli occhi al cielo, non sono più solo dei gesti ordinari, di routine, ma richiamano a qualcosa di grande e ce ne rende partecipi.

L’amore di Dio è così grande per noi da manifestarsi in tante forme, luoghi, affinché facendone esperienza, saremmo in grado di far del nostro ordinario gesti che richiamano alla forza di quell’ incontro.

Pietro, Giacomo e Giovanni, in quei giorni tacquero e non riferirono a nessuno, ma sicuramente tornando a casa non erano più gli stessi e nei loro occhi brillava il riflesso di quella luce, sia così anche per noi. Lasciamo che quella Luce illumini tutti i nostri giorni, anche quelli più bui, nella consapevolezza che non viviamo attaccati al ricordo di Dio, ma viviamo della Sua presenza.

 

 

Chiamati alla Luce

 

Chiamati alla Luce

 

 

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Prima lettura: Is 58,9b-14

Salmo: Sal 85 (86)

Vangelo: Lc 5,27-32

 

Il Vangelo della chiamata di Levi, letto in questi giorni di preparazione alla Pasqua, apre il cuore alla speranza. Il dono della vita di Gesù, è preceduto da una serie di incontri, miracoli e chiamate, per annunciare quanto è grande l’amore di Dio, ed offrire a tutti noi peccatori un cammino di conversione.

Ciascuno ha una strada la cui direzione non è fermarsi al peccato, alla croce, ma alla Pasqua. Il peccato diviene il luogo della Misericordia, perché attraverso il Suo perdono risorgiamo con Lui.

Il Signore percorre strade e villaggi alla ricerca del peccatore ed è lì che entrambi gli sguardi si incontrano: noi peccatori, ma cercatori del volto di Dio e Lui cercatore di coloro che sono bisognosi di una direzione. Gesù vide Levi così com’era, ma il Suo sguardo era già quello del Risorto.

La Sua Risurrezione è la luce che illumina la nostra storia e attraverso di essa possiamo riconoscere il Suo volto che continuamente ci accompagna, affinché nella lunga serie di incontri, miracoli e chiamate, usciamo alla scoperta di quella Luce più forte delle tenebre, piena di vita, che viene dal Crocifisso.

 

 

 

Luce, Parola e vita

 

Luce,Parola e vita

 

 

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Prima lettura: Gc 3,1-10

Salmo: Sal 11 (12)

Vangelo: Mc 9,2-13

 

Nel brano del Vangelo di oggi, possiamo scorgere l’invito del Signore a riconoscere una via illuminata per ciascuno di noi. La trasfigurazione è un evento di Luce, è il momento dove Gesù si manifesta in un modo nuovo dinanzi ai suoi discepoli. Accade qualcosa di grande, che persino i suoi non capiscono cosa sta avvenendo, vedono Gesù in un altra forma, da tempo sono insieme, eppure c’è un momento in cui Egli si manifesta più in profondità.

Chi è che da così luce e trasfigura tutto? Il Padre, che “presenta” Suo Figlio a loro e a tutta l’umanità dicendo: “Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!” Tutto ciò è anche per noi, che pur non avendo visto Gesù, ma sappiamo di Lui, arriva un momento in cui Egli trasfigura le nostre vite ovvero ripete a noi le parole del Padre dicendoci: “tu sei il mio figlio l’amato”. E per quanto a volte sembra difficile crederlo, è così.

Noi nella normalità della vita, come i discepoli, abbiamo bisogno di sentire quella Parola che ci conferma l’essere amati e ci traduce la trasfigurazione. Partiamo proprio da Elia e Mosè, dalla legge e dai profeti, cominciamo a dialogare con la legge dell’amore e con la Sua Parola, per ritrovare all’interno quelle parole in cui c’è tutto l’amore capace di illuminare una vita intera.

 

“Signore, dopo tanto buio, 

fa che diventi per noi un tempo di Luce.

A volte siamo così stanchi che,

non capiamo dove Sei e le fatica oscura il cuore,

ma oggi la Tua Parola si fa consolazione.

Aiutaci a sentire e riconoscere nella nostra vita le tue Parole:

“Tu sei mio Figlio, l’amato”

Fa che ciascuno di noi possa sentirle per sé

come una spinta per continuare a camminare

e sapere che non siamo soli.

Tu ci ami e vuoi dircelo, ti stiamo a cuore!

Donaci di vedere ogni nostro passo, anche il più buio, 

illuminato dalla luce del tuo Amore

che non finirà mai. Così sia”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

 

La luce dell’amore oltre misura

 

la luce dell'amore oltre misura

 

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Prima lettura: 2Sam 7,18-19.24-29

Salmo: Sal 131 (132)

Vangelo: Mc 4,21-25

 

Il Vangelo di oggi ci parla di ordine e di misura, è come se il Signore ci stesse invitando a mettere le cose al proprio posto. Il più delle volte ci comportiamo secondo un ordine preciso, con delle misure predefinite nelle relazioni con gli altri, nel perdonare qualcuno.

Oggi il Signore ci invita a guardare il nostro ordine e la nostra misura, con lo stesso metro che Lui ha per noi. La sua misura è l’amore. C’è un amore che diventa la misura di tutto e non solo, nella misura in cui amiamo ci verrà dato ancora di più, quel di più viene da Dio.

Egli è venuto per farci amare di più, per farci rendere conto che dove la nostra testa e il nostro cuore arrivano al massimo dell’amore, il Suo amore supera anche questo confine.

Per vedere la luce abbiamo bisogno di buio e per vedere quant’è grande l’amore di Dio, a volte abbiamo bisogno anche del nostro peccato. È necessario mettere in luce ciò che siamo senza nasconderci e questo ci permette di vedere come tutto di noi ai suoi occhi è già visibile, è già nella luce. Tu non sei il tuo buio, tu sei illuminato da un amore oltre misura, che si svela in te come colui capace di mettere in luce, in ordine tutto il resto.

Dio tuo padre non ti ha fatto per le tenebre, ti ha messo alla luce e per quanto tu pensi sia impossibile questo, non devi più temere, Colui che ti ha creato ti ha amato già prima dei tuoi sbagli, dei tuoi errori, c’è un amore più grande di te da sempre, anche se tu non ne eri a conoscenza.

Hai in te la misura di Dio, dove? Nel tuo cuore: quando ti rendi conto di quanto è grande l’amore di Dio e ti scendono le lacrime per la grandezza di ciò che stai vivendo, quando dai ad un altro una possibilità e ci vuoi credere, quando il rancore, la rabbia e l’ingiustizia lasciano spazio al perdono e al silenzio di tanto dolore. In tutte queste cose stai usando la misura di Dio. Per quanto a volte siano difficili queste parole, ricorda che c’è un di più che Egli ti ha donato ed è la forza necessaria perché tu possa fare altrettanto.

Il Suo amore oltre ogni misura, oltre ogni confine, per te e con te arriverà a illuminare ogni parte più buia, affinché tu possa essere la Sua luce sulle strade del mondo.

 

 

Il dettaglio

 

 

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Prima lettura: 1Gv 1,1-4

Salmo: Sal 96 (97)

Vangelo: Gv 20,2-8

 

Il Vangelo di oggi ci parla di Risurrezione. Pietro e Giovanni vanno al sepolcro. C’è bisogno di andare nei nostri sepolcri per vedere i segni della Risurrezione.

È proprio lì nel sepolcro, che è possibile vedere dei dettagli che sanno di cura: si parla non solo di teli, ma di teli piegati, messi da parte, c’è una sorta di ordine. Come mai questo dettaglio? Perché l’invito che oggi il Signore ci fa, è di entrare nei nostri sepolcri per fare ordine.

È difficile a volte aver il coraggio di entrarci, abbia paura, ci sentiamo soli aspettiamo, i nostri peccati e gli errori ci paralizzano e non ci permettono di entrare, ci fermiamo nell’oscurità, tentiamo di cancellarli e dimenticarli.

Quello che il Signore oggi vuole dirci, è che quella tua parte oscura è già perdonata, Egli l’ha risorta per te ed è proprio per questo che tu entrandoci potrai scorgere dei dettagli, dei segni di Risurrezione, non perché i tuoi occhi si sono abituati alla penombra, ma perché nel buio è entrata la luce.

 

 

Contiamo insieme -5 al NATALE

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O Chiave di Davide,

scettro della casa di Israele,

che apri, e nessuno può chiudere,

chiudi, e nessuno può aprire:

vieni, libera l’uomo prigioniero,

che giace nelle tenebre e nell’ombra di morte

  (Antifona 20 dicembre novena di Natale)

 

Gesù viene paragonato alla chiave. Egli è la chiave che ci apre la strada verso l’incontro con Dio. È una garanzia il fatto che Lui apra e nessuno può chiudere. Quando sentiamo il nostro cuore chiuso e ci sembra difficile proseguire il cammino, abbiamo un bambino che è la chiave per liberarci dalle nostre prigioni.

Il Signore non ci lascia nel buio, e dà alla luce un figlio, e in questa nascita è come se stessimo venendo alla luce anche noi. Siamo fatti per la luce, siamo fatti di luce, le nostre ombre fatte di paure, peccati, in Lui sono illuminati e liberati.

Egli è la chiave che illumina non per farci vedere i nostri sbagli, i nostri errori, ma per farci vedere il suo perdono, per farci vedere che anche attraverso di questi, venire alla luce è possibile.

Vieni chiave di Davide,

nasci e libera il nostro cuore

per l’incontro con Te.

 

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Con noi

 

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Prima lettura: Ger 23,5-8

Salmo: Sal 71 (72)

Vangelo: Mt 1,18-24

 

Viene alla luce un figlio il cui nome è proprio “Dio con noi”. Un nome che è una garanzia per la nostra vita: dinanzi a tutto ciò che viviamo Dio è con noi, è già presente.

Nelle situazioni di peccato, nei periodi difficili, tendiamo a pensare di essere soli, sentiamo il buio attorno a noi, ed è proprio in questo buio che viene alla luce un bambino. A destare Giuseppe dal sonno non è l’angelo, ma l’avvento di quel bambino che lo spinge ad agire, così è anche per noi; Gesù viene per incontrarci, per farci destare dal nostro buio, dalle nostre paralisi e prendere vita. È un bambino che dà luce al nostro buio e lo illumina al punto da poterci far vedere che Dio è con noi!

Non sentiamoci lontani quasi che sia impossibile raggiungerci, siamo stati raggiunti da colui che: “ha ricondotto la discendenza della casa d’Israele dalla terra del settentrione e da tutte le regioni dove li aveva dispersi”, cioè ci ha ricondotto a casa. Non siamo più dei dispersi, il nostro buio ha trovato la luce, nel nostro cuore si è riaccesa la speranza.

 

 

È davvero possibile…

 

 

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Prima  29,17-24

Salmo: Sal 26 (27)

Vangelo: Mt 9,27-31

 

Leggendo il Vangelo la prima domanda che sorge spontanea è: com’è possibile che due ciechi, ovvero due persone nell’oscurità, possano seguire Gesù che si sta allontanando? Cosa ci vuole dire oggi questo testo? Che nonostante l’oscurità è possibile camminare e addirittura seguire, così come sono, nel buio più totale; siamo invitati a continuare a camminare, c’è un tratto di strada da fare e credere in quello che per ora non sto vedendo. È davvero possibile? Si! Perché quella strada per quanto buia, ha compagni come me e un ingresso in una casa, un luogo che segna la perdita dell’oscurità e l’inizio di un nuovo cammino di luce!

Possa questo avvenire presto per tutti noi !