L’equilibrio della vita

 

Panorami

 

17 LUGLIO 2022

XVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO C

 

LITURGIA DELLA PAROLA      (clicca qui)

Prima lettura: Gn 18,1-10a

Salmo: Sal 14 (15)

Seconda lettura: Col 1,24-28

Vangelo: Lc 10,38-42

Lungo il corso della nostra esistenza ci scopriamo un po’ Marta e un po’ Maria, in realtà sono parti di noi ed è giusto vivano insieme e sempre insieme accolgano il Signore: è l’equilibrio della vita.

Agli affanni del tempo presente c’è bisogno di fermarsi ad ascoltare la Sua Parola, perché se posiamo il cuore in Lui, quell’agire non sarà più indaffarato, ma troverà la pace profonda di un cuore che ha trovato la stabilità in Dio.

Chiediamo al Signore, che queste “due sorelle” che abitano in noi, trovino il giusto spazio. Come il mare in superficie può essere agitato, in profondità nasconde una calma che neanche le correnti possono cambiare, è questa la nostra parte migliore: riconoscere che il Signore dinanzi alle difficoltà non ci sarà mai tolto e sarà la nostra forza.

Egli guida il nostro cammino e ci dona la pace, entra nella nostra casa, il cuore, per liberarlo da quelle correnti di paura e lasciarci la forza ed il coraggio in ogni circostanza, perché a Lui importa di noi.

“Signore

oggi ti accolgo in me,

tra le mie paure e gli affanni:

ti prego, trova uno spazio.

La casa che ti offro è il mio cuore,

ha sofferto

ma è pieno di speranza,

ha paura

ma desidera credere in te.

Rendi attento il mio orecchio alla tua Parola,

aiutami a viverla

che non mi sfiori soltanto, ma entri in me,

perché ho bisogno del Tuo coraggio”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

 

Un grande cuore

 

un cuore grande

 

SABATO 25 GIUGNO 2022

CUORE IMMACOLATO DELLA BEATA VERGINE MARIA – MEMORIA

 

LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: Is 61,9-11

Salmo: 1Sam 2,1.4-8

Vangelo: Lc 2,41-51

 

Nella memoria del Cuore immacolato di Maria, leggiamo nel Vangelo le angosce di una giovane madre, alla ricerca del Figlio. Pur sapendo Chi fosse Gesù e, forse a maggior ragione, non trovarlo generava angoscia. Maria custodiva tutto nel Suo cuore e quest’atteggiamento, la rende molto vicina a noi.

Spesso viviamo dei pesi, delle sofferenze, che facciamo fatica a spiegare, e le soffochiamo dentro di noi fino ad esplodere. Oggi Maria ci insegna ad affidarle a Lei, così da aiutarci a custodirle e piano piano affrontarle non da soli, ma con il suo sostegno.

Al cuore di Maria, volgiamo il nostro cuore e Lei ci accoglierà giorno dopo giorno nel Suo Amore

 

“Quanto è grande il Tuo cuore o Madre,

tanto da custodire la vita di tutti noi, tuoi figli.

Da sempre il Tuo cuore

è stato pieno di Presenza e silenzio.

Esso ha vissuto la gioia di due annunci straordinari:

per Te ed Elisabetta;

l’angoscia durante la ricerca di Gesù al tempio,

e sotto la croce.

Oggi ai tuoi piedi ripongo il mio cuore,

anch’esso fatto di gioie e angosce.

Sono qui, affinché tu possa custodire anche me.

O Madre, chi meglio di te,

può comprendere le parole inesprimibili?

Questo mi consola, perché nel Tuo cuore c’è tanto Amore

da farmi credere che ora, qui, sono nel posto giusto,

per ritrovare in Te la forza, il conforto

tenero e forte

come in un abbraccio,

come sei Tu.”

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

Accolti per accogliere

 

Accolti per accogliere

 

LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: Gen 3,9-15.20 Oppure At 1, 12-14

Salmo: Sal 86 (87)

Vangelo: Gv 19,25-34

 

“Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé”

Siamo chiamati come il discepolo ad accogliere Maria nelle nostre vite. Gesù ce la consegna come Madre e questo segno ci unisce di più a Lui.

Il Signore sulla croce non consegna solo il suo spirito, ma completa ciò che durante la sua vita, nei suoi viaggi, nelle parabole e nei miracoli, ha sempre voluto farci capire: facciamo parte della famiglia di Dio. Maria da Madre ci accompagna in questa comprensione.

Nel dolore della perdita del Figlio, le viene consegnata tutta l’umanità. In quella sofferenza, dove il suo silenzio è assordante, non vi è una resa, ma la sua stessa consegna, tale quanto quella del Figlio.

Affidiamoci a colei che nel momento più faticoso, ha imparato a stare dinanzi alla croce, e sentiamola così davanti alla nostra.

Nel suo silenzio c’è tutta la verità di una vita intera, dove a volte le parole non bastano e dopo che sono dette spariscono, quel tacere non è un vuoto di parole, è uno spazio, un luogo, in cui imparare a stare come ha fatto Lei.

Accogliere Maria è lasciare spazio nel nostro cuore innanzitutto a una Madre, è far entrare in noi questa certezza: ella non ci lascerà mai soli.

Stare, esserci, affrontare, non temere, per tutto questo ci vuole coraggio e ora possiamo farlo anche noi. Prima di accogliere siamo accolti da colei che per noi dona tutta se stessa, suo Figlio e ci ama di un amore infinito.

“Maria, madre nostra

aiutaci a conoscere

quanto è grande il tuo amore per noi.

Facci comprendere

che la misura dell’amore,

è imparare a stare

in ogni situazione presso il cuore,

affinché esso diventi

luogo di offerta, sacrificio, amore”. Così sia.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

Il sussulto del cuore

 

Il sussulto del cuore

 

 

LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: Sof 3,14-18

Salmo: Is 12,2-6

Vangelo: Lc 1,39-56

 

Il Vangelo di oggi, è l’incontro di due donne: Maria ed Elisabetta, entrambe incinte, fanno festa per la gioia di questo evento. È il brano della gioia che risuona ridondante nel testo, poiché quanto sembrava impossibile è divenuto possibile, reale e concreto.

L’incontro si può sintetizzare in una sola parola: sussulto. In quel sussulto, c’è il miracolo di due vite nascenti, e la consapevolezza delle meraviglie da Dio compiute. Entrambe le donne, sono custodi della creatività di Dio che si manifesta generando.

Dare vita, rinascere, rigenerare, sono il desiderio di Dio per noi, anche quando tutto ci sembra impossibile. Le preoccupazioni, le lotte quotidiane, a volte ci lasciano come nelle sabbie mobili, ma il Signore nasce in quest’umanità fragile, affaticata, delusa, per dire che è possibile rialzarsi e ricominciare.

È possibile nascere in condizioni di sterilità, di mancanze, perché nelle mani di Dio non conta ciò che abbiamo, ma ciò che siamo, e anzitutto siamo figli. Se non avessimo niente da offrirgli, Egli del nostro nulla farà qualcosa, perché anni fa è nato Qualcuno per dimostrarcelo.

Oggi è Maria a visitarci, e lo fa come madre, per fare sussultare i nostri cuori, così da riconoscere che sono creati da Lui, e ci ama così come siamo, perché tutto di noi fa sussultare il cuore di Dio. Preghiamo Maria, lasciamoci visitare da Lei, Ella come Madre, conosce i suoi figli e non temiamo più nulla, perché l’impossibile è diventato una via in cui poter vivere e credere in Dio.

 

 

 

Impregnati dal profumo di Cristo

 

Impregnati dal profumo di Cristo

 

 

LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: Is 42,1-7

Salmo: Sal 26 (27)

Vangelo: Gv 12,1-11

 

“Maria allora prese trecento grammi di profumo di puro nardo, assai prezioso, ne cosparse i piedi di Gesù, poi li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì dell’aroma di quel profumo.” L’immagine di oggi è quella del profumo.

Il dono di Maria si diffonde sui piedi di Gesù, nei capelli di lei e in tutta la casa. È Maria che fa qualcosa per Gesù, se ne prende cura profumandolo e il Signore la lascia fare: c’è uno scambio tra i due.

Maria dà ciò che aveva di più prezioso, forse perché si è sentita così tanto amata da Gesù, da voler fare ora qualcosa per Lui. Non importa quanto sia prezioso quel profumo, per lei Gesù valeva ben di più, non era un gesto sprecato.

È un gesto semplice profumare, un atto che sa di quotidianità, ma anche di un cammino percorso, Maria infatti non gli profuma il capo, ma i piedi, quasi a dire quanto sia prezioso il Suo arrivo sino a lì. Quell’incontro impregna e si diffonde, tanto da poterlo “leggere” ancora oggi nella settimana Santa, e vederci come se fossimo presenti ora in quella situazione, a relazionarci con Gesù e sentirci amati, importanti per Lui.

Gesù ci ha impreziositi, con il suo dono sulla Croce ha dato ciò che di più prezioso aveva, la sua stessa vita, affinché potessimo comprendere quanto è sacra, significativa la Sua relazione con noi.

Siamo quei Figli che impregnati del profumo di Cristo, ricevono il dono di dare amore apparentemente sprecato, perché riconosciuti amati di quello stesso Amore che si diffonde e si conserva per tutta la vita.

 

 

Per noi

 

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Maria, nella gioia della festa dell’Annunciazione, risuonano ancora più forti queste parole:

 

“Per noi ella vede morire                             

il dolce suo Figlio,                                    

solo, nell’ultima ora.” 

(Dallo: Stabat Mater liturgico)       

 

Per noi.

Tuo Figlio è sulla croce, solo, ha preso su di sé tutti i peccati e perdona.

Maria, quanto è grande il peso del tuo dolore.

Tu lo sapevi, e nel silenzio aspettavi, tacevi e lo accompagnavi, ed ora eccoci qui. Ci sono anch’ io sotto la croce, perché ha perdonato anche me.

Sono qui a contemplare in quel “per noi”, il mio nome.

Maria, vorrei toglierti questo dolore, non vorrei vederti soffrire e mi viene da gridarti con le lacrime agli occhi: ti prego perdonami!

Ed è proprio in quell’istante, che capisco perché siamo qui: per me, per noi, per toglierci quel dolore, che con tutte le mie forze io avrei voluto togliere a Te.

E mi sento guardato con amore da Te.

 

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Sentire

 

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“Chi può non provare dolore                      

davanti alla Madre                                      

che porta la morte del Figlio?”       

(Dallo: Stabat Mater liturgico)    

 

SENTIRE.

Maria so cosa senti.

Il mio cuore rimane fermo come un fiato sospeso e sente il tuo battere nel mio.

Non abbiamo bisogno di parole, neanche di scambiarci uno sguardo, perché nelle profondità di me stesso, conosco quello che senti, e a volte è difficile esprimerlo.

Quella morte ferma il tempo e raggela tutto intorno, non c’è spazio per le parole, e nel silenzio si sente solo un battito accelerato. È il tuo Maria e io ti sento. Il mio dolore mi permette di ascoltarti e capirti.

Si posso capirti! Vorrei dirtelo con tutte le mie forze, ma proprio in quel momento in cui vorrei parlare, sento che, tu senti il mio.

Tu, o madre, immersa nel tuo dolore, ai piedi del Figlio, ascolti il mio e mi sei accanto e mi dici: figlio so cosa senti.

 

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Dolore

 

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“Quanto grande è il dolore                          

della benedetta fra le donne,                    

Madre dell’Unigenito!”

(Dallo: Stabat Mater liturgico)       

 

DOLORE.

Maria quanto è grande il tuo dolore presso la croce.

Tu che l’hai provato, allora puoi capire il mio, sembra quasi che si mischino in un abbraccio. Vorrei consolarti Maria, ma non so come fare perché a volte non riesco a consolare nemmeno me stesso.

Osservo te e Gesù sulla croce e leggo nel tuo sguardo il tuo dolore.

Non ci sono parole, chi ha conosciuto il dolore sa cosa vuol dire.

Non sono solo in questa stanza, nel mio cuore, ci siete voi e tutto il vostro amore.

Respiro.

L’amore fa respirare e nell’aria che esce dai miei polmoni, esce un po’ il mio dolore, l’avete preso voi e non solo il mio ma, quello di tutta l’umanità.

Quanto è grande l’amore.

 

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Dolore

Stare

 

stare

 

Che cos’è un post it? È un appunto, un biglietto in cui scrivere una parola, una frase, qualcosa da ricordare.

Allora che dite di farlo in questa Quaresima? Ogni venerdì pomeriggio, pubblicheremo un piccolo pensiero o qualche parola chiave che ci possa aiutare nel nostro cammino verso la Pasqua. Non si tratta di aggiungere parole, ma di farle diventare una memoria per il nostro quotidiano e vivere in pienezza e consapevolezza di un amore grande, dove il nostro nome è scritto nel Suo cuore.

“Addolorata, in pianto

la Madre sta presso la Croce

da cui pende il Figlio”.

(Dallo: Stabat Mater liturgico)

 

STARE, l’invito è stare con Maria presso la croce.

C’è silenzio e dolore, non c’è spazio per il conforto. Il dolore di una madre che vede suo figlio soffrire è uno dei dolori più forti. Stiamo.

Maria ci guarda, è lì con noi nella nostra fatica e sofferenza, ci rendiamo conto che è lei a stare presso di Lui, e noi. Siamo suoi figli.

Vorremmo scendere dalla nostra croce per consolarla, ma non possiamo, perché i chiodi ci bloccano.

Non piangere Maria, ora scendo, non piangere perché fai piangere anche me.

Stiamo sotto la croce o sulla croce, ci siamo da figli, da amati, non siamo soli e la consapevolezza di questo scioglie il cuore alla fiducia, alla speranza.

Stiamo, perché ora credo in un Amore così grande.

 

Maria STARE

 

Vogliamo guardare a te

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Oggi vogliamo guardare a te o Maria

la benedizione “Ti benedica il Signore e ti custodisca”

in te ha preso un volto,

Tu sei colei che ha dato alla luce 

Colui che ci benedice.

Da te vogliamo imparare il dono della custodia

Tu hai custodito tuo Figlio nel tuo grembo e nel tuo cuore

hai custodito la gioia, il dolore, il timore,

hai saputo sperare e fidarti di una parola,

che in te è diventata per noi

luogo in cui riporre le nostre speranze.

Alziamo lo sguardo a te o Maria

la tua materna custodia illumini il nostro cuore 

e ci faccia comprendere quanto amore una madre sa donare, 

quanto gioia sa portare e quanto dolore sa prendere.

Possiamo dirti Madre nostra,

perché nel tuo Si hai dato alla luce il Figlio,

che ci ha resi Figli.

Hai concepito anche noi nella storia

e per quanto la nostra vita sia nella fatica, 

nel dolore, o in qualunque condizione, 

quel “ti benedica il Signore e ti custodisca” è nostro,

è per noi, per sempre.

( Shekinaheart Eremo del Cuore)

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