Custodia e meraviglia

custodia e meraviglia

FERIA PROPRIA DEL 18 DICEMBRE

Giuseppe si sveglia dal sonno e non era solo un sogno. Giuseppe ora sa che è custode di una famiglia, prende Maria con sé, deve proteggerla e custodire il Figlio di Dio. Di Giuseppe non sappiamo nulla, dopo quel sogno non dice niente a Maria? Silenzio. L’immaginazione corre veloce, le avrà detto del sogno? Cosa si saranno detti? Non sappiamo nulla, se non l’unica cosa essenziale: Giuseppe ha preso Maria con sé. Quando Gesù crescerà saprà che il suo primo discepolo era suo padre: Giuseppe. Discepolo perché ha obbedito ed ha custodito.

Siamo chiamati anche noi a farci custodi gli uni dagli altri, e ciò può avvenire anche nel silenzio. Facciamoci attenti, tendiamo l’orecchio al Signore che viene, perché Dio ci parla come a Giuseppe, nella nostra quotidianità: Egli è il Signore della quotidianità. Lo stesso farà Gesù, risanerà i cuori affranti lì dove sono, perché Dio è un Dio che viene incontro.

Oggi lasciamo che il nostro cuore riconosca il suono della Sua voce, e come Giuseppe prendiamo con noi ciò che il Signore ci dona, affinché possiamo essere un segno. Chiediamogli il dono del discernimento, ovvero di comprendere Lui che passa, così da non confondere il sogno con la realtà, così da avere la forza per affrontare e camminare dove Lui vorrà condurci.

“Signore,

donami ali per camminare,

se è di ali che ho bisogno;

donami piedi non vacillanti,

per entrare nel Tuo suolo santo.

Eccomi qui per custodire il Tuo disegno,

per sentire che Tu mi custodisci.

Donami un cuore libero per poter vivere nel Tuo,

e testimoniare agli altri che Tu sei luce, vita, amore

e dinanzi a tanto amore, il mio cuore si stringe,

piange non di dolore, ma di commozione,

perché Tu sei la mia meraviglia.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)

Stupore e meraviglia

Stupore e meraviglia

04 SETTEMBRE 2023

LUNEDÌ DELLA XXII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: 1Ts 4,13-18

Salmo: Dal Sal 95 (96)

Vangelo: Lc 4,16-30

“Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato”. Tutti i giorni noi abbiamo la possibilità di leggere e ascoltare la Parola di Dio. L’oggi è determinante nella nostra vita per la Parola che ascoltiamo, ne diventiamo contemporanei. Nella misura in cui ascolto questa Parola, essa diventa la mia verità del presente, il mio modo di capire, di sentire, di agire e di vivere; divento contemporaneo all’oggi di Dio.

Nella sinagoga Gesù, dopo aver letto il brano di Isaia, non ha fatto un lungo commento, ha detto: “Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato”, e i presenti si meravigliavano delle parole piene di grazia.

La Parola è viva ed efficace ha creato il mondo, è presente in mezzo a loro perché è Gesù stesso, ma i suoi conterranei non lo riconoscono. Loro cercano segni miracoli, Dio non può mostrarsi cosi “umano”, figlio di un falegname. Come fa ad essere  il Salvatore?

C’è uno scarto tra quello stupore, quella meraviglia e le attese che loro hanno. La pretesa è diversa dall’attesa. Loro hanno pretese, ma Dio dona. Chi pretende, non riconosce che quanto viene daro loro è dono.

La salvezza è un dono, è amore e l’amore non può essere che donato.

La pretesa distrugge il dono, distrugge l’amore che oggi il Signore ti sta donando.

Allora oggi ascoltiamo la sua Parola che si realizza come un amore senza condizioni, desiderio di salvezza per tutti.

“Signore,

fai del mio oggi, il luogo dove io possa riconoscerti,

aiutami ad avere uno sguardo attento,

in grado di poterti vedere

e meravigliarmi della grandezza del Tuo gesto: vivere in me.

Si, Tu sei la mia meraviglia,

lo stupore, poichè il mio cuore ha trovato Colui che l’ha colmato.

Tu sei l’alba e il tramonto,

notte e giorno,

vieni, stai con me riempi le mie giornate!

Possa io contemplare la bellezza

che hai preparato per me ogni giorno

e stupirmi di gioia.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)

 

“Non abbiamo mai visto nulla di simile”

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13 GENNAIO 2023

VENERDÌ DELLA I SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Eb 4,1-5.11

Salmo: Sal 77 (78)

Vangelo: Mc 2,1-12

Il Vangelo di oggi termina così: “non abbiamo mai visto nulla di simile”.

Si, perché nessun uomo sa perdonare come Dio, Egli mite e paziente attende il ritorno del figlio paralitico, anche attraverso la fede di un altro.

Il Signore suscita meraviglia, certo è che ciascuno di noi è chiamato a meravigliarsi.

A volte la fatica ed il dolore ci fanno vedere troppe cose, che la Provvidenza di Dio passa in secondo piano, dimenticandoci dei piccoli miracoli di ogni giorno, primo tra tutti: noi stessi. Siamo il miracolo di Dio, un dono da sbocciare per chi ci è accanto ed è proprio per questo che siamo chiamati come Lui, ad amare così che possano dire di noi: “non abbiamo mai visto nulla di simile” .

Quanto sarebbe bello essere capaci di questo e se non ci riusciamo ancora, non importa la strada è questa. Un amore smisurato, un amore vissuto, a volte sofferto, ma che non si spegne, continua ad ardare fino alla fine, fino all’ultimo dei nostri giorni, quando le forze verranno meno e Dio ci dirà: adesso amo io per te, perché da sempre amo tutto ciò che in te e fuori di te, non sei riuscito ad amare.

Davvero fin da ora anche noi possiamo dire: “non abbiamo mai visto nulla di simile”, perché Dio è amore che desta meraviglia a tutti noi.

 

Artisti dello sguardo

 

artisti dello sguardo

 

12 LUGLIO 2022

MARTEDÌ DELLA XV SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

 

LITURGIA DELLA PAROLA  (clicca qui)

Prima lettura: Is 7,1-9

Salmo: Sal 47 (48)

Vangelo: Mt 11,20-24

 

Le parole che possono meglio aiutarci a comprendere il Vangelo della liturgia odierna, le possiamo trovare nel versetto alleluiatico: “oggi non indurite il vostro cuore, ma ascoltate la voce del Signore”. (Cf. Sal 94 (95), 8ab)

Gesù rimprovera con toni forti le città, che ancora non si sono accorte delle meraviglie da Lui compiute. Dietro a quel “guai a te”, c’è l’affetto e il desiderio di un Padre, che vuole tutto il bene possibile per i suoi figli. Spesso anche noi induriamo il cuore come una corazza, rimaniamo bloccati, perché abituati a non vedere miglioramenti attorno a noi e quasi arresi, non ci aspettiamo più nulla. Oggi il Signore viene a scuotere le nostre vite, a chiederci di non mollare e aprire il cuore, affinché almeno un raggio della Sua luce venga ad illuminarci.

Egli parla di meraviglie, e la meraviglia di Dio siamo noi. Pur con tutti i nostri errori e difetti, è talmente grande il suo amore da riuscire a vedere il nostro potenziale e l’opera compiuta.

Diventiamo anche noi artisti dello sguardo, capaci di vedere in qualcosa di grezzo una scultura meravigliosa, affinché la nostra corazza non sia più un blocco, ma abbia delle aperture da cui filtra la luce.

“Signore,

ho una corazza

che il tempo ha indurito

tanto da essere la mia compagna di viaggio.

Essa non ti è di ostacolo

e oggi la Tua parola

mi viene incontro a dirmi

che il tuo amore è più forte.

Donami lo sguardo della meraviglia,

affinché non passi giorno

in cui io, non mi accorga di te”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

 

Solo una parola

 

 

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Liturgia della Parola

Prima lettura: Is 4,2-6

Salmo: Sal 121 (122)

Vangelo: Mt 8,5-11

Nel Vangelo di oggi, un centurione chiede la guarigione per il suo servo e Gesù si meraviglia, ma di cosa? Della sua fede così grande. Al centurione basta che Gesù dica una parola, senza neanche entrare nella casa. Una fede basata addirittura sulla distanza! Devo crederci che c’è posto anche per me, per la mia fede a volte distante; la distanza diventa luogo di guarigione e sarò io a meravigliarmi di questo! Allora anche io, con la mia vita, sarò capace di dire: “Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di’ soltanto una parola…” Una parola nella distanza, credere in questo è già inizio di guarigione!